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Definizione e Caratteristiche dell'Aforisma

Qui di seguito è riportata un'accurata definizione di "aforisma", con etimologia, significato ed evoluzione del termine. Nel paragrafo finale sono descritte anche le caratteristiche fondamentali dell'aforisma, cioè quelle peculiarità che rendono una semplice frase un vero e proprio aforisma. In appendice è riportato il significato del termine "aforismario", che dà il titolo a questo stesso sito web.
Su Aforismario trovi anche vari articoli che trattano la differenza tra aforisma e citazione e la storia dell'aforisma. [I link sono in fondo alla pagina].
L'aforisma non coincide mai con la verità;
o è una mezza verità o una verità e mezzo. (Karl Kraus)
La parola "aforisma" (o con termine sempre più desueto: aforismo) deriva dal greco ἁφορισμός aphorismós, propriamente: "definizione", da aphorízein cioè "definire, delimitare, confinare", composto da apó che indica derivazione (da) e horízein "limitare" (stessa radice di "orizzonte"). L'aforisma si può definire come l'espressione in prosa di una profonda riflessione o di una rapida intuizione in maniera arguta e concisa. [Aforismario].

Secondo una precisa e articolata definizione di Werner Helmich, l'aforisma è "una forma di prosa letteraria non appartenente all'ambito della fiction, ovvero una "prosa di riflessione" estremamente concisa e discontinua (cioè isolata dai testi circostanti, in generale mediante uno spazio bianco: determinante comunque è l'assenza di ogni riferimento intratestuale tra i singoli aforismi [...]), e che, indipendentemente dalle denominazioni storiche, risponde a precise convenzioni espressive". [Sei pericoli che hanno generato l'aforisma moderno, in La scrittura aforistica, 2001].

Sempre Werner Helmich ha sintetizzato così la sua definizione di aforisma: "Forma letteraria di prosa, concisa, isolata da un contesto, priva di finzione narrativa e provvista di una "pointe", cioè di un effetto stilistico destinato a procurare nel lettore una sorpresa estetica o gnoseologica". [ L'aforisma come genere letterario, in La brevità felice, 2006].

Il termine "aforisma" è sempre più spesso usato impropriamente per indicare qualunque tipo di frase, presa isolatamente, che abbia la caratteristica di essere breve e più o meno arguta. A rigor di termini, bisognerebbe riservare il termine "aforisma" ai pensieri concisi creati in quanto tali dai loro autori, e designare col termine di "citazione" quei pensieri brevi che derivano da una estrapolazione da testi più ampi. [Su Aforismario trovi una pagina dedicata alla spiegazione tra aforisma e citazione].

Definizioni di Aforisma
Qui di seguito sono riportate alcune definizioni di "aforisma" tratte da autorevoli dizionari della lingua italiana:
Aforisma. Massima, sentenza, definizione che in brevi e succose parole riassume e racchiude il risultato di considerazioni, osservazioni, esperienze.
Vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli, Le Monnier, 2007
Aforisma. Breve massima enunciante una regola pratica o una norma di saggezza.
Dizionario Garzanti della lingua italiana, Garzanti, 1974
Aforisma. Proposizione che riassume in brevi e sentenziose parole il risultato di precedenti osservazioni o che, più genericamente, afferma una verità, una regola o una massima di vita pratica: gli a. della scuola medica salernitana; gli a. di R . Montecuccoli sull'arte della guerra; parlare per aforismi. Originariamente, Aforismi era il titolo di un'opera che raccoglieva i precetti medici di Ippocrate, sicché il termine indicò nel medioevo lo studio e la pratica della medicina (cfr. Dante, Par. XI, 4: “Chi dietro a iura e chi ad aforismi [o, secondo altra lezione, amforismi] Sen giva ...”).
Lingua e Linguaggi on-line, Treccani
Aforisma. Sentenza, massima: proposizione che esprime con concisa esattezza il frutto di una lunga esperienza (di vita, di osservazione, di analisi: e, in particolare, un precetto di medicina).
Grande dizionario della lingua italiana, UTET, 1980
Aforisma. Breve massima che esprime una norma di vita o una sentenza filosofica in forma icastica, lapidaria, talora anche paradossale.
Vocabolario della lingua italiana Zingarelli, Zanichelli, 2008
Nei seguenti dizionari, che risalgono a più di un secolo fa, il termine "aforisma" ancora non compare, essendo usato quello originario di "aforismo".
Aforismo. Massima o sentenza breve e precisa, frutto di lunga osservazione, che racchiude e definisce un largo concetto di idee.
Vocabolario Etimologico Pianigiani, 1907
Aforismo (o anforismo). Sentenza dottrinale, che determina in poche parole il precetto, il frutto di lunghe osservazioni, esperimenti, pensieri.
Dizionario della lingua italiana Tommaseo-Bellini, 1861/1879
Secondo la versione online di due dizionari inglesi:
Aphorism: a short clever saying that is intended to express a general truth.
[Aforisma: un detto breve e arguto che esprime una verità generale].
Cambridge Dictionary 
Aphorism: a pithy observation which contains a general truth.
[Aforisma: un'osservazione concisa, che contiene una verità generale].
Oxford Dictionaries
Evoluzione del termine "aforisma"
Prime testimonianze del termine "aforisma" in italiano si hanno nella forma al plurale (aphorismi e amforismi) con Dante Alighieri, il quale fa riferimento al titolo dell'antico compendio di medicina di Ippocrate, rispettivamente, nel Convivio (1304/1307) e nella Divina Commedia (1304/21). Qui di seguito, i due brani tratti da queste due opere in cui Dante fa riferimento all'aforisma.

Trattato I, Cap. VIII:
"Dare cose non utili al prenditore pure è bene, in quanto colui che dà mostra almeno sé essere amico; ma non è perfetto bene, e così non è pronto: come quando uno cavaliere donasse ad uno medico uno scudo, e quando uno medico donasse a uno cavaliere scritti li Aphorismi d'Ipocràs".

Paradiso, Canto XI:
O insensata cura de' mortali,
quanto son difettivi silogismi
quei che ti fanno in basso batter l'ali!
Chi dietro a iura e chi ad amforismi
sen giva, e chi seguendo sacerdozio,
e chi regnar per forza o per sofismi.

Prime attestazioni del termine al singolare si hanno invece nel Vocabolista (1464/65) di Luigi Pulci con "anforismo". La forma in "ismo" (aforismo) è stata l'unica usata fino alla seconda metà dell'Ottocento, epoca in cui compaiono le prime attestazioni del termine in "isma" (aforisma), a cominciare dal racconto Gigia (1879) di Alfredo Oriani:
"L'aforisma della sapienza greca non è stato ancora smentito".
Da "aforismo" a "aforisma"
Entrambe le forme, aforismo e aforisma, sono coesistite fino alla prima metà del Novecento, finché quest'ultima ha cominciato a prevalere sulla prima, specie dopo la sua comparsa in un passo del romanzo Trionfo della Morte (1894) di Gabriele D'Annunzio, con riferimento a Nietzsche:
"L'idea della evoluzione, dello scorrere perpetuo di tutte le cose, dell'infinita mutabilità cosmica – l'idea stessa della filosofia moderna – splende nel suo aforisma figurato".
Oggi il termine "aforismo" è usato sempre più di rado, e seppure resiste ancora, specie tra i critici letterari, probabilmente in futuro sarà completamente soppiantato – come peraltro è già successo per altre voci di origine greca in "ismo" – dal termine assai più comune "aforisma".
Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole. (Gesualdo Bufalino)
Caratteristiche dell'Aforisma
L'aforisma si distingue da altri generi letterari (il romanzo, la poesia, il saggio, ecc.) per alcune caratteristiche fondamentali:
  • Concisione
  • Isolamento testuale
  • Forma prosastica
  • Pointe o effetto sorpresa
Concisione (o brevità o laconicità)
La prima fondamentale caratteristica dell'aforisma è la concisione, che fa sì che tutto il suo significato sia espresso in forma assai breve. L'aforisma, in altre parole, tende al congiungimento della massima ricchezza di senso con la massima economia verbale. Quanto poi, in pratica, debba essere lungo (o corto) un aforisma per essere considerato tale, non lo si può dire con precisione. Esistono aforismi di una sola parola, veri e propri concentrati di senso, che possono essere definiti "microaforismi", come per esempio quelli di Georges Perros nei Papiers collés III (1978):
"Lazzaro" o "Irrecuperabile".
Ma esistono anche aforismi di molte parole che occupano diverse righe, come ad esempio questo di Karl Kraus in Detti e contraddetti (1909):
"Lo sterile piacere dell'uomo si nutre dello sterile spirito della donna. Ma del piacere femminile si nutre lo spirito maschile. Il piacere di lei crea le opere di lui. Tutto ciò che alla donna non è dato rende possibile all'uomo di servirsi dei propri doni. Libri e quadri vengono creati dalla donna - non da quella che li scrive o dipinge. Un'opera viene messa al mondo: questa volta la donna ha fecondato ciò che l'uomo ha partorito".
A questi due tipi di aforismi, bisogna aggiungere quelli che possono arrivare a occupare una o più pagine, come a esempio molti aforismi di Schopenhauer, di Nietzsche, di Adorno e tanti altri, che si potrebbero definire "megaforismi", ma in questo caso è meglio parlare di "stile aforistico" piuttosto che di aforisma. L'estensione più comune dell'aforisma è quella che solitamente coincide con una o al massimo due proposizioni di poche parole ciascuna. Ecco alcuni esempi:
A chi non capisce l'allusione è inutile fornire la spiegazione.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987.
"Il vero esibizionismo consiste nel mostrare ciò che non si possiede".
Stanislaw Lec, Pensieri spettinati, 1957.
Naturalmente non manca l'aforisma – ironico – sulla lunghezza dell'aforisma stesso, ed è quello di Gesualdo Bufalino nel suo Bluff di parole (1994):
"Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole".
al quale si potrebbe aggiungere – sempre ironicamente – quello di Giovanni Soriano in Finché c'è vita non c'è speranza (2010):
"Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole, massimo dieci".
Isolamento testuale
Seconda caratteristica fondamentale dell'aforisma è quella dell'isolamento testuale, cioè della separazione o sconnessione di un singolo aforisma con testi adiacenti. Tale separazione è solitamente marcata da uno spazio bianco o da un segno tipografico.

Forma prosastica
Terza caratteristica dell'aforisma è quella della sua espressione in prosa, per cui non si parlerà di aforisma nel caso in cui un testo, pur breve e "isolato", è espresso in versi.

Pointe o effetto sorpresa
La quarta e ultima caratteristica dell'aforisma è data dalla pointe, francesismo usato per indicarne il potenziale effetto sorpresa, che può essere sia estetico, in riferimento alla forma, sia gnoseologico, in riferimento al significato.

Significato di "aforismario"
Il termine "aforismario" è composto dal vocabolo "aforisma" più il suffisso con valore collettivo "ario", dal latino -arius, come in "vocabol-ario", "di-ario", "casell-ario", ecc.). Dunque, il termine Aforismario (Aforisma + ario) sta a indicare una raccolta di aforismi. Il termine "aforismario" è stato coniato da Giovanni Soriano nel 2008. Prima di allora non esisteva né sui dizionari né su internet (almeno in lingua italiana). Oggi il termine "aforismario", seppure non è ancora presente in alcun vocabolario della lingua italiana, si sta diffondendo sempre più su internet nell'accezione su indicata.