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Pensieri e massime di Antoine Rivarol

Selezione di aforismi, frasi e pensieri di Antoine Rivarol (Bagnols-sur-Cèze 1753 - Berlino 1801), scrittore e moralista francese di origine italiana. I seguenti pensieri di Rivarol sono tratti quasi tutti dalla sua raccolta di massime e riflessioni pubblicata postuma in diverse edizioni.
I nostri difetti dovrebbero darci una qualità:
l’indulgenza verso i difetti altrui. (Antoine Rivarol)
Massime, pensieri e paradossi
Maximes, pensées et paradoxes, 1852 (postumo) - Selezione Aforismario

Bisogna aver l'appetito del povero per ben godere la ricchezza del ricco.

C'è qualcosa di più elevato dell'orgoglio, e di più nobile della vanità, è la modestia; e c'è qualcosa di più raro della modestia, è la semplicità.

C’è una sola morale, come c’è una sola geometria: queste due parole non hanno il plurale.

Ci sono uomini che dalla propria ricchezza ricavano solo la paura di perderla.

Dio è la più elevata misura della nostra incapacità: l'universo, lo spazio stesso, non sono altrettanto inaccessibili.

Dio spiega il mondo, e il mondo lo prova; ma l'ateo nega Dio in sua presenza.

È più facile all'immaginazione comporsi un inferno con il dolore che un paradiso con il piacere.

È un vantaggio formidabile non avere fatto niente, ma non bisogna abusarne.

Gli imbecilli, i contadini e i selvaggi si credono assai più lontani dalle bestie che non creda il filosofo.

Gl’ingegni meschini esultano per gli errori dei grandi geni, come i gufi si rallegrano per un’eclissi di sole.

Gli uomini hanno talvolta il diritto di dir male delle donne, giammai di una donna.

I grandi uomini hanno prodotto i loro capolavori passata l’età delle passioni, così come dopo l’eruzione dei vulcani la terra diviene più fertile.

I metodi che aiutano un uomo a guadagnarsi una fortuna sono gli stessi che gli impediscono di godersela.

I metodi sono le abitudini della mente e i risparmi della memoria.

I nostri difetti dovrebbero darci una qualità: l’indulgenza verso i difetti altrui.

I taciturni non sono necessariamente dei pensatori. Certi armadi chiusi a chiave sono vuoti.

I vizi sono spesso delle abitudini piuttosto che delle passioni.

Il Dovere è ciò che pretendiamo dagli altri.

Il silenzio non ha mai tradito nessuno.

Il tempo è come un fiume: non risale mai alla sorgente.

Il timore è la più terribile delle passioni perché produce i suoi primi effetti contro la ragione; paralizza il cuore e lo spirito.

In generale, l'indulgenza per coloro che conosciamo è molto più rara della pietà per coloro che non si conoscono.

L'immaginazione è amica dell'avvenire.

L'oro è il sovrano dei sovrani.

L'uomo trascorre la propria vita ragionando sul passato, lamentandosi del presente, tremando per il futuro.

L’amicizia è sorella dell’amore, ma non dello stesso letto.

L’amore piace più del matrimonio, perché i romanzi sono più divertenti della Storia.

L’invidia che parla e grida è sempre maldestra; è l’invidia che tace quella che dobbiamo temere.

L’oblio sarebbe un rimedio sovrano, se non ci ricordassimo d’avere obliato.

L’uomo passa la sua vita a ragionare sul passato, a lamentarsi sul presente, a tremare per l’avvenire.

L’uomo prenderà sempre per amici i nemici dei suoi nemici.

La devota crede ai devoti, la non devota ai filosofi, ma sono entrambe ugualmente credulone.

La donna si dà solo al suo primo amore: a tutti gli altri… si riprende!

La falsa modestia è la più dignitosa di tutte le menzogne.

La filosofia moderna non consiste in altro che in passioni armate di principi.

La gloria non è che fumo, ne convengo, ma l’uomo non è che polvere.

La maggior parte degli atei sono soltanto dei bigotti ribelli.

La maggior parte dei libri d’oggi ha l’aria d’esser stata scritta in un giorno coi libri letti il giorno prima.

La memoria è sempre agli ordini del cuore.

La mente è il lato parziale dell'uomo; il cuore è tutto.

La paura è la più terribile delle passioni, perché attacca dapprima la ragione; paralizza il cuore e la mente.

La politica è come la sfinge del mito: divora tutti coloro che non riescono a spiegare i suoi enigmi.

La punizione delle persone d’ingegno è l’essere ascoltate da degli sciocchi.

La ragione è fatta di verità che è necessario dire e di verità che bisogna tacere.

La speranza è un prestito che si fa alla felicità.

La stampa è l'artiglieria del pensiero.

Lo stomaco è il suolo da cui germina il pensiero.

Non c'è nulla di così assente come la presenza di spirito.

Non si è uomini d’ingegno perché si hanno molte idee, come non si è buoni generali perché si hanno molti soldati.

Nulla è più faticoso della pigrizia.

Nulla stupisce quando tutto stupisce: è lo stato dei bambini.

Ogni uomo che si eleva si isola.

Per amare abbastanza bisogna amare troppo!

Per denaro sarei disposto a fare qualunque cosa, persino una buona azione.

Perdono alle persone di non essere del mio parere; non gli perdono di non essere del loro.

Quando si ha ragione ventiquattro ore prima degli altri, si passa durante quelle ventiquattro ore per una persona sprovvista di senso comune.

Quando si regna con l'opinione pubblica, si ha bisogno di un altro impero?

Quel che c’è di piacevole nelle cattive notizie è che nove volte su dieci sono false.

Quel che una donna chiama aver ragione è non avere tutti i torti.

Se esistesse, sulla Terra, una specie superiore all'uomo, ammirerebbe talvolta il nostro istinto; ma si farebbe spesso beffe della nostra ragione.

Strana bizzarria dello spirito umano, si può convincere un uomo dei suoi errori, ma non convertirlo.

Su dieci persone che parlano di noi, nove ne dicono male, e spesso la sola persona che ne dice bene, lo dice male.

Talvolta è assai penoso fare il proprio dovere, ma non lo è mai quanto il non averlo fatto.

Tutte le donne vogliono essere apprezzate; ci tengono molto meno a essere rispettate.

Uno stupido può avere il soprabito ricamato d'oro, ma è sempre il soprabito di uno stupido.

Il mio epitaffio: "La pigrizia ce lo aveva rapito prima della morte".

Sull'universalità della lingua francese
Sur l'universalité de la langue française, 1783

Ciò che non è chiaro non è Francese.

Giornale politico nazionale
Journal politique-national des États-Généraux et de la Révolution, 1789

Ci sono due verità che non bisogna mai separare, in questo mondo: 1° che la sovranità risiede nel popolo; 2° che il popolo non deve mai esercitarla.

Libro di Rivarol consigliato da Aforismario
Massime di un conservatore
Curatore: Ernst Jünger
Traduzione: Brunello Lotti e Marcello Monaldi
Editore: Guanda, 2004

Nato nel 1753, fuggiasco da Parigi nel 1792, esule in Belgio fino al 1794, poi in Germania dove morì nel 1801, Antoine de Rivarol appartiene a pieno diritto alla folta e scintillante schiera dei moralisti francesi. Su Jünger, che lo ha tradotto in tedesco e ha curato questa scelta di massime, ha esercitato una forte attrazione. Per lui, Rivarol è lo scrittore che in nome dei valori formali ha rischiato la frammentarietà, l'incompletezza, che ha costantemente perseguito la perfezione stilistica, toccandola spesso nella concisione delle sue massime, delle sue definizioni. È il dandy, capace però di scelte assolute, mai riducibili a una religione dell'apparenza. È, soprattutto, il "pensatore della conservazione" in un'epoca rivoluzionaria.

Note
Vedi anche: Aforisti Antichi e Moderni