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Aforismi, frasi e pensieri di Italo Tavolato

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Italo Tavolato (Trieste 1889 - Roma 1963), scrittore e aforista italiano. Nel 1912 Italo Tavolato inizia a collaborare alla Voce. Nel 1913 partecipa con Papini, Soffici e Palazzeschi alla nascita di Lacerba, sulla quale pubblica alcuni articoli polemici: Contro la morale sessuale (1913), Elogio della prostituzione (1913), Bestemmia contro la democrazia (1914) e Bestemmia contro il giornalismo (1914). Nel 1914, per il suo Elogio della prostituzione, Italo Tavolato subisce un processo per oltraggio al pudore, da cui esce comunque assolto.

Come osserva Gino Ruozzi: "Gli aforismi di Tavolato si distinguono per il loro elevato tono polemico e scandalistico, tipicamente futurista. Frequenti e aggressivi gli attacchi alla morale e ai moralisti, a idealisti e socialisti, ai giornalisti, a d'Annunzio e Prezzolini". [Scrittori italiani di aforismi, Mondadori, 1996].

Scrive Tavolato in Fra me e me (Lacerba, 1913): «In cinquant'anni si vive, sì e no, due o tre anni, il resto è vegetare e lento morire. In due o tre anni si crea due o tre pensieri nuovi. Si resta uomo. L'oggettività? Chi conosce il tat-twam-asi [1] si ritira nella selva e non sa parlare. Il concetto puro? Iddio? Ci siamo cascati troppe volte. Abbiamo bevuto troppi sistemi, finzioni di divinità, e incensato troppi idoli, larve dell'oggettività. Preferisco la sincerità: frammento, paradosso, aforisma.»
I seguenti aforismi di Italo Tavolato, scritti tra il 1913 e il 1915, sono tratti da Lacerba.
In società d'idioti l'ingegno fa l'effetto di una gaffe. (Italo Tavolato) [2]
Contro la morale sessuale
Lacerba, 1913

Diventerò moralista il giorno in cui uno mi dimostrerà di aver pensato durante il coito alla generazione futura.

I moralisti han torto. La sessualità non si vince soltanto con l'astinenza ma anche con la lussuria.

Immolo un'ecatombe di moralisti a chi mi sa dire che cosa fu prima: l'imperativo categorico o le mutandine da bagno.

In nulla l'uomo mediocre è tanto dommatico come in fatto di predilezioni sessuali. Ogni gradazione e sfumatura che non rientra nel suo gusto particolare vien giudicata contro natura.

L'educazione sessuale: non si vada in acqua prima di saper nuotare.

Si va in cerca d'una cortigiana lussuriosa e si trova una puttanella tutta maternità. Perciò l'immoralista molte volte è casto.

Frammenti futuristi
Lacerba, 1913

Dominar le passioni significa frenare il veicolo del genio.

I sostenitori delle norme, poliziotti e professori, son arrivati a una concezione comunista della vita, dell'arte e del pensiero; poiché la proprietà è furto essi non permettono a nessuno di pensare con la propria testa, di sentire col proprio core e di vivere la propria vita.

Ideali son fantasie isteriche della filosofia.

La storia insegna che la storia vien fatta dai posteri. L'avvenire crea il passato.

La costruzione idealistica detta Uomo è la marionetta della filosofia.

Una delle malattie mentali più diffuse è il buon senso.

Frammenti
Lacerba, 1913

Chiamasi genio il disgraziato che non riesce a diventar filisteo.

Famiglia: vita alla casalinga.

Il pudore della gente perbene offende il mio pudore.

Invidia e vanità sono le radici del benessere sociale.

Non si raggiunge nessuna libertà se non si calpesta la Libertà.

Oggettività: soggetti che van d'accordo.

In società d'idioti l'ingegno fa l'effetto di una gaffe. 

Un giorno udii scoppiare questa sentenza: bisogna essere prolissi.

Giubbe Rosse
Lacerba, 1913

Il giornalista non è tanto uno che vien pagato per ciò che scrive, quanto uno che vien pagato per ciò che non scrive.

Il nome della prima adultera? Moglie.

L'ideale del giornalista: immortalità cotidiana.

Nella pedagogia m'offende soprattutto la palese mira pedagogica.

Non c'è più religione: tutte le chiese sono assicurate contro il furto e contro l'incendio.

Zibaldone
Lacerba, 1914-1915

L'imbecille disprezza quello che non capisce. Così pure l'intellettuale.

L'immoralismo è l'ultimo tentativo di trovar piacevole la vita.

La sociologia? Un gioco di società.

Non c'è più femmine, c'è soltanto femministe.

Si deve sapere che una banalità, anche se torna continuamente a capo, non è ancora una poesia.

"Amare significa godere del godimento altrui". Ecco lo spunto per una filosofia del becco contento.

Libro di Italo Tavolato
Contro la morale sessuale
Gonnelli, 1913

Vengono d'Oriente e d'Occidente, e di Settentrione e di Mezzodì. Popoli di moralisti, guidati dalla volontà di scandalizzarsi. Eserciti di beghine con la missione d'arrossire. Dietro ogni uscio sta un fiutone, dietro ogni siepe un poliziotto. Un eroe irrompe nella tua camera da letto e ti strappa di dosso le lenzuola, per accertarsi se i tuoi appetiti son legittimi. Qua un professore urla: Per la specie! Là dieci zitelle muoiono di fame erotica. Ecco un masturbatore che dà del neomaltusiano a un pederasta; ecco un satiro tredicenne che stupra una minorenne di trentacinque anni. Il mondo è pieno di oscenità, sozzure e laidezze. Il coito non seguito da fecondazione dovrebbe venir interdetto. La voluttà dovrebbe esser proibita. Gli artisti messi al bando. La vita abolita, perciocché è concepita con macola. Distrutto il mondo, frutto di un'illecita relazione di dio col diavolo. Sia finalmente compiuta la marcia trionfale di fra Cristianesimo e suor Sifilide. - Decidetevi, o moralisti. Assicurateci un posto in paradiso; e assisteremo tranquilli alla fine di Peretola, patria nostra.

Note
  1. Tat-twam-asi: "Anche questo sei tu", in Chandogya Upanishad.
  2. Il ritratto di Italo Tavolato riportato sopra è di Giorgio de Chirico (1925).
  3. La maggior parte degli aforismi di Italo Tavolato riportati in questa pagina sono tratti da: Gino Ruozzi, Scrittori italiani di aforismi, vol. II, Mondadori, 1996.
  4. Vedi anche: Aforisti del '900