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Frasi di Daniel Goleman da "Intelligenza emotiva"

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Daniel Goleman (Stockton, 1946), psicologo, scrittore e giornalista statunitense. Daniel Goleman, insegnante di psicologia all'Università di Harvard e collaboratore scientifico del "New York Times", è noto a livello internazionale per le sue teorizzazioni sull'intelligenza emotiva (Emotional Intelligence), un aspetto dell'intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le emozioni proprie e altrui.
La maggior parte delle seguenti riflessioni di Daniel Goleman sono tratte dai suoi saggi più noti: Intelligenza emotiva (Emotional Intelligence, 1995) e Lavorare con intelligenza emotiva (Working with Emotional Intelligence, 1995).
Come fai a essere un team se prima non cominci a essere un gruppo?
(Daniel Goleman)
Intelligenza emotiva
Che cos'è perché può renderci felici - Emotional Intelligence, 1995
© Rizzoli - Traduzione di Isabella Blum e Brunello Lotti - Selezione Aforismario

Anche se un Q.I. alto non è una garanzia di prosperità, prestigio o felicità, le nostre scuole e la nostra cultura si fissano sulle capacità accademiche, ignorando l'intelligenza emotiva - un insieme di tratti che qualcuno potrebbe definire carattere - immensamente importante ai fini del nostro destino personale.

Gli uomini dotati di grande intelligenza emotiva sono socialmente  equilibrati, espansivi e allegri, non soggetti a paure o al rimuginare di natura ansiosa. Hanno la spiccata capacità di dedicarsi ad altre persone o a una causa, di assumersi responsabilità, e di avere concezioni e prospettive etiche; nelle loro relazioni con gli altri sono comprensivi, premurosi e protettivi. La loro vita emotiva è ricca ma appropriata; queste persone si sentono a proprio agio con se stesse, con gli altri e nell'universo sociale nel quale vivono.

L'intelligenza emotiva è un'abilità fondamentale che influenza profondamente tutte le altre, di volta in volta facilitandone l'espressione, o interferendo con esse.

L'intelligenza emotiva - ossia l'insieme delle capacità che aiutano le persone a interagire armoniosamente - dovrebbe acquistare sempre maggior valore negli anni a venire, rappresentando un vero e proprio asso nella manica di cui avvalersi sul luogo di lavoro.

Dal punto di vista dell'intelligenza emotiva, sperare significa non cedere a un'ansia tale da sopraffarci, non assumere atteggiamenti disfattisti o non arrendersi alla depressione di fronte a imprese difficili o all'insuccesso. In effetti, nel perseguire i propri obiettivi, le persone capaci di sperare sono meno soggette alla depressione, meno ansiose e soffrono meno sul piano emotivo.

Dal punto di vista dell'intelligenza emotiva, l'ottimismo è un atteggiamento che impedisce all'individuo di sprofondare nell'apatia o nella depressione e di scivolare nella disperazione di fronte a situazioni difficili. Come nel caso della speranza, che è sua stretta parente, l'ottimismo si rivela fonte di grandi vantaggi (purché, naturalmente, si tratti di un ottimismo realistico; un ottimismo troppo ingenuo può essere disastroso).

Dovremmo passar meno tempo a classificare i bambini e più tempo ad aiutarli a identificare e coltivare le loro competenze e i loro talenti naturali.

I momenti difficili, come del resto anche quelli positivi, danno sapore alla vita, ma per farlo devono essere in equilibrio. Infatti, è il rapporto fra emozioni negative e positive che determina il senso di benessere psicologico.

Il saper controllare le proprie emozioni penose è la chiave del benessere psicologico; i sentimenti estremi - emozioni che diventano troppo intense o durano troppo a lungo - minano la nostra stabilità.

La chiave per comprendere i sentimenti altrui sta nella capacità di leggere i messaggi che viaggiano su canali di comunicazione non verbale: il tono di voce, i gesti, l'espressione del volto.

La critica, come ogni utile feedback, dovrebbe indicare un modo per risolvere il problema, altrimenti lascia chi la riceve frustrato, demoralizzato o demotivato. La critica può aprire la porta a possibilità e alternative che l'individuo non si rendeva conto esistessero, oppure semplicemente sensibilizzarlo sulle carenze che richiedono la sua attenzione; in ogni caso, comunque, dovrebbe includere qualche suggerimento sul come affrontare questi problemi.

La leadership non è esercizio di potere, ma l'arte di persuadere le persone a lavorare per un obiettivo comune.

Le nostre capacità emotive innate non sono definitive, ma possono essere migliorate con l'apprendimento, purché ci vengano impartite le lezioni giuste.

Le passioni, quando ben esercitate, hanno una loro saggezza; esse guidano il nostro pensiero, i nostri valori, la nostra stessa sopravvivenza. Esse possono, tuttavia, facilmente impazzire, e questo accade fin troppo spesso.

Le riflessioni cupe non fanno che attizzare il fuoco interiore: per gettarvi sopra dell'acqua, invece, occorre considerare le cose da una prospettiva diversa.

La dote dell'empatia e del saper entrare in connessione con gli altri facilita l'inizio di un'interazione, il riconoscimento dei sentimenti e delle preoccupazioni degli altri e stimola la risposta adeguata - è l'arte stessa della relazione. Le persone che ne sono dotate sono buoni “giocatori di squadra”, coniugi affidabili, buoni amici o partner d'affari.

Mai come ai giorni nostri dipendiamo dalla mente del gruppo.

Quando le parole di un individuo non sono in armonia con quanto egli comunica con il tono di voce, i gesti o altri canali non verbali, la verità va ricercata nel "come" quell'individuo sta comunicando, non tanto in ciò che dice.

Lavorare con intelligenza emotiva
Come inventare un nuovo rapporto con il lavoro - Working with Emotional Intelligence, 1995
© Rizzoli - Traduzione di Isabella Blum - Selezione Aforismario

A distinguere gli individui superiori è la capacità di vedere il quadro generale, di riconoscere i modelli significativi in mezzo alla massa di informazioni e di avere una visione lungimirante.

Avere un'intuizione creativa è un atto cognitivo; ma comprendere il suo valore, alimentarla e seguirla fino alla sua attuazione richiede competenze emotive come la fiducia in se stessi, l'iniziativa, la costanza e la capacità di persuasione.

Ciò che è vero per gli individui, vale anche per i gruppi: l'intelligenza emotiva è la chiave dell'eccellenza. Naturalmente contano anche l'intelletto e l'expertise – ma ciò che distingue i team eccellenti dalla media ha a che fare molto di più con la loro competenza emotiva.

Come fai a essere un team se prima non cominci a essere un gruppo?

Fin dai primordi, gli esseri umani sono stati giocatori di squadra: le nostre relazioni sociali, caratterizzate da una complessità unica, hanno rappresentato per noi un vantaggio essenziale in termini di sopravvivenza. Il nostro talento straordinariamente sofisticato per la cooperazione culmina nella moderna organizzazione.

In un mondo dove il lavoro – soprattutto nella ricerca e nello sviluppo – viene svolto in team, l'intelligenza sociale conta immensamente ai fini del successo.

La capacità di correre dei rischi e l'impulso a perseguire idee innovative sono il carburante che alimenta lo spirito imprenditoriale.

La capacità di fare che tutti, in un gruppo, siano entusiasti di ciò che stanno realizzando insieme, sta al centro dell'abilità di mettere insieme e guidare un team.

La capacità di trasmettere emozioni in modo convincente, col cuore, richiede che il leader sia emotivamente sincero sul messaggio che emette.

La fiducia in sé stessi dà la forza di prendere decisioni difficili o di seguire una condotta in cui si crede a dispetto di tutta l'opposizione, il dissenso e perfino la disapprovazione esplicitamente manifestata dall'autorità. Gli individui dotati di fiducia in sé stessi sono in grado di decidere con fermezza, senza assumere atteggiamenti arroganti o posizioni sulla difensiva e senza tentennare una volta presa la decisione.

La ricerca di team eccezionali rappresenta per le aziende una sorta di moderno Graal.

La spinta a «realizzarsi come team» scaturisce dalla combinazione di un impulso competitivo condiviso, di forti legami sociali e di fiducia nelle proprie abilità.

Le relazioni interpersonali sono il collante umano che fa eccellere i team.

Le tesi più potenti e persuasive, oltre che alla mente, parlano al cuore.

Nell'odierno ambiente di lavoro, un dato di fatto fondamentale è che ciascuno di noi possiede solo una parte di tutte le informazioni o dell'expertise necessari per svolgere un lavoro.

Non importa quanto siamo brillanti dal punto di vista intellettuale: la nostra intelligenza non riuscirà a risplendere se non saremo persuasivi.

Operare in un gruppo coordinato – indipendentemente dal fatto che si tratti di un team in un'azienda o di una banda di protoumani intenti a vagabondare nella savana – richiede comunque un elevato livello di intelligenza sociale, ossia la capacità di interpretare e gestire relazioni interpersonali.

Quello che molti entusiasti del lavoro di squadra non riescono a capire, è che ogni gruppo può diventare esso stesso un laboratorio dove apprendere le capacità necessarie per rendere meglio.

Se non si ha fiducia in sé stessi, ogni insuccesso rappresenta una conferma della propria sensazione di incompetenza.

Spesso, quello che agli altri sembra un rischio assurdo appare quasi sicuramente possibile a chi ha spirito imprenditoriale.

Una delle caratteristiche più comuni delle persone che lavorano e non hanno fiducia in sé stesse è quella di nutrire un paralizzante timore di sembrare inetti. Un'altra è quella di rinunciare troppo facilmente alle proprie opinioni e ai propri giudizi – e perfino alle buone idee – non appena vengono messi in discussione.

Essere leader
2002

L’autorevolezza di una persona non si misura esclusivamente sul posto di lavoro e nel rapporto con i colleghi, ma anche nella vita privata, a scuola, nello sport, in famiglia e persino nelle relazioni di coppia. Essere leader significa suscitare entusiasmo e sentimenti positivi nelle persone che ci circondano. Significa saper stimolare, farsi apprezzare, coinvolgere e trascinare.

Intelligenza ecologica
2009

Una rivoluzione non nasce dall'introduzione di una nuova tecnologia, ma dalla conseguente adozione di nuovi comportamenti.

I più giovani sono sempre in contatto, attraverso Internet, come non è mai accaduto prima d'ora e si scambiano informazioni affidabili, prendendosi gioco, al contempo, di quelle fonti su cui si basavano le generazioni precedenti.

Focus
2013

Il fattore principale di distrazione non sono le chiacchiere della gente che ci circonda, ma quel chiacchiericcio che avviene all'interno della nostra mente. Per poter raggiungere una perfetta concentrazione è necessario mettere a tacere queste voci interiori.

Libro di Goleman consigliato da Aforismario
Intelligenza emotiva 
Traduzione: Isabella Blum e Brunello Lotti
Editore BUR Bibl. Univ. Rizzoli, 1996

Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché il rendimento scolastico di bambini con una intelligenza brillante crolla in maniera drammatica in occasione di difficoltà familiari? Perché persone assunte sulla base di classici test d'intelligenza si possono rivelare inadeguate alle esigenze che impone loro il lavoro? Perché un matrimonio può andare a rotoli anche se il quoziente intellettivo di entrambi i coniugi è altissimo? E non ci vuole intelligenza per stabilire una serena vita familiare? Certo, sostiene Daniel Goleman, solo che l'intelligenza che governa settori così decisivi dell'esistenza umana non è l'intelligenza astratta dei soliti test, ma è una complessa miscela in cui giocano un ruolo predominante fattori come l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri. In breve, è l'"intelligenza emotiva": quella particolare forma di intelligenza che ha consentito ai nostri lontani progenitori di sopravvivere in un ambiente ostile e di elaborare le strategie che sono alla base dell'evoluzione umana, e che può aiutare tutti noi ad affrontare un mondo sempre più complesso, violento, difficile da decifrare. L'intelligenza emotiva consente di governare le emozioni e guidarle nelle direzioni più vantaggiose; è la capacità di capire sentimenti degli altri al di là delle parole; spinge alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti più immediati. E - notizia confortante - l'intelligenza emotiva si può apprendere e perfezionare: imparando a riconoscere le emozioni proprie e quelle degli altri. Questo nuovo linguaggio delle emozioni si potrà così insegnare ai bambini, rimuovendo alla radice le cause di molti e gravi possibili squilibri dell'età evolutiva.