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Aforismi, frasi e citazioni sul Cigno

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sui cigni. Il cigno è un uccello appartenente al genere Cygnus e alla famiglia Anatidi. In genere, il colore del piumaggio delle varie specie di cigni è bianco, ma esiste anche una specie tipica dell’Australia, il cigno nero (Chenopsis atratus), dal piumaggio nero brunastro quasi uniforme. In Italia si possono trovare il cigno selvatico (Cygnus cygnus); il cigno minore (Cygnus bewickii) e il cigno reale (Cygnus olor), che vive addomesticato nei laghetti dei giardini e dei parchi.

Stefano Apuzzo e Monica D’Ambrosio riassumono così il valore simbolico di questo splendido uccello: "Il cigno è uno degli animali della zoologia sacra Indù. Brahma vola con lui. È animale sacro a Apollo, dio del sole dalla luce bianca e dell'armonia. Fra i miti greci, uno dei più suggestivi è quello della bella Leda che si accoppia con un cigno (una metamorfosi di Zeus). Leda depose poi un uovo, da cui nacquero Castore e Polluce e, si dice, anche la bellissima Elena. Il cigno è sempre connesso alla beltà femminile. I cigni, sempre secondo la mitologia, sono sacri a Afrodite e trainano il carro della dea dell'amore Venere, spargendo la luce divina nel mondo. Se il candore del cigno e i suoi calmi ed eleganti movimenti ricordano la serenità d'animo, la forza bruta del suo sbatter d'ali e l'aggressività dei cigni maschi capo-branco evocano l'idea della lotta: era infatti un animale gradito a Ares (Marte), dio della guerra. [Anche gli animali vanno in Paradiso, Edizioni Mediterranee 2001].

Nel linguaggio comune e letterario è diffusa la locuzione "canto del cigno", per indicare l’ultima opera di un artista, con riferimento alla credenza secondo la quale il cigno, prima di morire, fa il suo canto più bello.

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sugli uccelli, i gabbiani, le oche e le anatre. Inoltre, trovi una pagina dedicata alla cosiddetta teoria del Cigno nero, che riguarda eventi inaspettati e alla loro influenza nel corso della storia.
Che cosa importa essere nati in un cortile di anatre,
quando si e usciti da un uovo di cigno? (Hans Christian Andersen)
A volte incontriamo delle persone che sono come noi vorremmo o potremmo diventare. E, conoscendole, anziché provare invidia restiamo come incantati e presi da una religiosa ammirazione. Altre volte, visitando una città, un laboratorio, una accademia, abbiamo l'impressione che quella sia la nostra casa. Ma, poiché non siamo ancora giunti alla meta, proviamo anche un sentimento di struggimento e di nostalgia. Lo descrive molto bene Andersen nel celebre racconto, quando il brutto anatroccolo vede i maestosi cigni. Lui non sa di essere un cigno, ma, osservandoli, coglie qualcosa che lo affascina, lo stupisce e lo commuove. In loro oscuramente percepisce la sua natura e il suo destino.
Francesco Alberoni, Abbiate coraggio, 1998

La grazia protegge: lisciandosi l’ala, il cigno se ne fa una corazza.
Henri-Frédéric Amiel, Grani di miglio, 1854

Che cosa importa essere nati in un cortile di anatre, quando si e usciti da un uovo di cigno?
[Det gør ikke noget at Være født i andegården, når man kun har ligget i et svaneæg!].
Hans Christian Andersen, Il brutto anatroccolo, 1843 [1]

I cigni, al momento della loro morte, fanno sentire un canto melodioso e lugubre.
Francis Bacon, Della sapienza degli antichi, 1609

Un cigno evaso dalla sua gabbia: con i piedi palmati fregava il selciato arido, trascinando il bianco piumaggio sul terreno accidentato. Presso un ruscello secco l'animale, aprendo il becco, immergeva febbrilmente le ali nella polvere, e diceva, il cuore tutto memore del suo bel lago natìo: «Quando scenderai, acqua, quando esploderai, fulmine?»
Charles Baudelaire, Il cigno, I fiori del male, 1857/61

I cigni mettono continuamente la testa sott'acqua per l’ossessione di avere le scarpe slacciate.
Romano Bertola, Le caramelle del diavolo, 1991

Come i cigni si innalzano e volano verso il sole, sorretti da una forza invisibile, così i saggi spiccano il volo da questo mondo, lasciandosi alle spalle il desiderio e l'illusione.
Siddhārtha Gautama Buddha, Dhammapada (Versi della Legge), V sec. a.e.c.

L’illuminato ha portato a termine il suo viaggio. È andato al di là della sofferenza. Ha spezzato ogni vincolo e vive in piena libertà. Egli non dimora in alcun luogo, ma costantemente spicca il volo come i cigni che lasciano il proprio lago.
Siddhārtha Gautama Buddha, Dhammapada (Versi della Legge), V sec. a.e.c.

Quando i tacchini fanno l’amore pensano ai cigni.
[When turkeys mate they think of swans].
Johnny Carson [2]

È l'acqua che fa il cigno. Chi vuole fare il cigno senza l'acqua fa l'oca.
Gilbert Cesbron [2]

I cigni cantano prima di morire. Non sarebbe mica male se certa gente morisse prima di cantare.
[Swans sing before they die - 'twere no bad thing should certain persons die before they sing].
Samuel Taylor Coleridge (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Se siete per la monogamia, vi conviene sposare un cigno.
Nora Ephron [2]

Non è possibile che un poeta sia chiamato cigno da alcuni senza che sia chiamato oca da altri.
Arturo Graf, Ecce Homo, 1908

Non si conosce il cigno che naviga superbo, se giace sulla riva nel sonno.
Friedrich Hölderlin (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

È chiaro che quasi in ogni specie di creature, ma specialmente in quelle di genere più nobile, troviamo molti segni evidenti di orgoglio e di umiltà. Il portamento e l'andatura stessa di un cigno, o del tacchino, o del pavone, mostrano che alta idea essi abbiano di loro stessi, e il loro disprezzo per tutti gli altri.
David Hume, Trattato sulla natura umana, 1739/40

Hanno tirato il collo ai canti del cigno.
Stanisław Jerzy Lec, Nuovi pensieri spettinati, 1964

Si indebolisce il nostro senso estetico, mangiamo anatre invece di cigni.
Stanisław Jerzy Lec, Nuovi pensieri spettinati, 1964

Cigno è candido, senza alcuna macchia e dolcemente canta nel morire; il qual canto termina la vita.
Leonardo da Vinci, Codici, XV-XVI sec. (postumo)

Uno spettacolo particolarmente triste per chi se ne intende, che però viene notato da pochissimi profani, è quello dei cigni selvatici all'epoca delle migrazioni. Come la maggior parte degli altri uccelli acquatici, nei giardini zoologici anche questi animali vengono amputati dell'estremità di un'ala per essere resi permanentemente inabili al volo. Gli uccelli non si rendono ben conto che non potranno volare mai più, e ci si provano sempre di nuovo. Io non posso sopportare la vista degli uccelli acquatici mutilati all'ala: la mancanza della sua estremità e lo spettacolo ancor più triste offerto dall'uccello quando apre le ali mi rovinano tutta la gioia che mi procurerebbero quegli animali, anche se appartengono a una specie che psichicamente non soffre per la mutilazione. Per esempio i cigni selvatici, in generale, non ne soffrono, e, se sono appropriatamente curati, danno prova del loro benessere covando le uova e allevando la prole. Ma all'epoca delle migrazioni le cose cambiano: sempre di nuovo gli uccelli raggiungono a nuoto la sponda dello stagno che si trova sottovento, per poi cercare di prendere il volo disponendo di tutta la superficie dell'acqua, e sempre di nuovo intonano il loro sonoro segnale del volo, cercando di sollevarsi, e sempre di nuovo questi grandi preparativi finiscono in un miserevole sbatacchio di quell'ala e mezzo: è proprio uno spettacolo triste!
Konrad Lorenz, L'anello di Re Salomone, 1949

Ma i cigni prima di morire hanno il loro canto dell’uomo?
Flavio Oreglio, Non è stato facile cadere così in basso, 2007

I cigni, pur avendo sempre cantato, quando sentono vicina la morte, levano più alto e più bello il loro canto, lieti perché sanno di recarsi presso il dio di cui sono i ministri. Gli uomini, invece, con tutta la loro paura della morte, interpretano erroneamente questo canto e dicono che essi si lamentano così perché stanno per morire e, quindi, cantano per il dolore, senza sapere che nessun uccello canta se ha fame o ha freddo o sta male,
Platone, Fedone, IV sec. a.e.c.

Nessun uccello, credo, canta per il dolore e tanto meno i cigni che son sacri ad Apollo e che, perciò, dotati come sono di senso profetico, prevedono le delizie dell'Ade e cantano felici, in quell'occasione, più di quanto non abbiano mai fatto in tutta la loro vita.
Platone, Fedone, IV sec. a.e.c.

Imitando gli animali che emettono versi armoniosi, come il cigno e l'usignolo, abbiamo appreso il canto.
Plutarco, De sollertia animalium, II sec.

Tu, o Giove, ti facesti anche cigno, per amor di Leda! O amore onnipotente! Quanto non s’approssimò quel dio alla natura di un’oca!
William Shakespeare, Le allegre comari di Windsor, 1602

Che l'addio più lacerante sia anche e nello stesso tempo il massimo della felicità dell'espressione − ecco, ceco il divino mistero Ma qui incontro di nuovo quell'anticaglia che si chiamava il canto del cigno.
Paul Valéry, Quaderni, 1894/1945 (postumi, 1957/61)

Ognuno vede le proprie oche come cigni.
Proverbio

Per quanto allunghi il collo, l'oca non diverrà mai cigno.
Proverbio

Note
  1. Altre traduzioni della celebre citazione di Andersen sono: "Che importa se siamo nati in un pollaio, quando siamo usciti da un uovo di cigno?". "Non importa esser nati nel cortile delle anatre, quando poi si diventa un cigno".
  2. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  3. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Uccelli - Oche - Anatre - Gabbiani - Cigno Nero