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Frasi sul Qualunquismo e l'Antipolitica

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sul qualunquismo e sull'antipolitica. Con il termine "qualunquismo" s'intende un atteggiamento di generica svalutazione di qualsiasi impegno ideologico e politico, sia come posizione critica nei confronti dei partiti politici tradizionali, in nome di una gestione tecnocratica e non ideologica del potere.

Forse non tutti sanno che il termine "qualunquismo" deriva dal nome dato al movimento politico fondato dal commediografo e pubblicista Guglielmo Giannini (1891-1959), che lo promosse attraverso il giornale L’Uomo qualunque, fondato nel 1944, e con il libro La folla, pubblicato nel 1946. Tale movimento, che ebbe durata assai breve, fino al 1948, era caratterizzato da una polemica sfiducia nelle istituzioni statali e nei partiti politici. Oggi il termine qualunquista è spesso usato in maniera dispregiativa per indicare chi manifesta indifferenza e sprezzante distacco nei confronti di ogni forma di impegno politico e sociale.

Scrive Giuseppe Cantarano:
"Può apparire paradossale, ma l'esplosione dell'antipolitica solo in parte è riconducibile al qualunquismo - «son tutti uguali» - di italica e reazionaria memoria. L'odierno sentimento antipolitico è ben diverso dallo stato d'animo qualunquista del «piove, governo ladro», secondo la famosa espressione pronunciata da Emilio Lussu in un discorso all'Assemblea costituente del 17 luglio 1946. Il disprezzo generalizzato per la politica e per gli uomini politici è pressoché identico. Così come identico è il giudizio di avidità e di corruzione rivolto indistintamente a chi governa e a chi sta all'opposizione. Identico è infine il sentimento di indifferenza verso qualsiasi forma di dogmatismo ideologico, dopo i diluvi novecenteschi che hanno accatastato montagne di cadaveri innocenti e cocci di speranze deluse sugli altari idolatrici del delirio iperpolitico. Tuttavia, mentre uno dei caratteri distintivi del qualunquismo - il neologismo venne coniato dal giornalista e commediografo Guglielmo Giannini subito dopo la guerra, per indicare il perenne distacco tra governati e governanti e il movimento di protesta verso il ceto politico di allora - era costituito dalla tendenza al disimpegno sociale e al silenzioso ripiegamento egoistico verso la cura del proprio appetito «particulare», l'odierno sentimento antipolitico è anche un urlo malinconico di disperazione". [L'antipolitica: viaggio nell'Italia del disincanto, 2000].
A mo' d'introduzione riportiamo un amaro commento di Gesualdo Bufalino dal titolo abbastanza eloquente: Perché odio i politici
"Odio? No. L’odio è una passione a suo modo eroica, non la sciuperei su bersagli di così povera specie. E se non odio, che altro sentimento? Direi una sorta di rancore quieto, che si stempera volentieri nel disincanto, senza osare esplodere – per sfiducia, per pigrizia senile – in un gesto o in un grido. Il prezzo che pago è di apparire, controvoglia, un disertore dell’arengo civile. Peggio: un succube, un connivente... In verità da anni non voto. Me ne vergogno, ma non so che farci. Delle scalmane ideologiche sono guarito prestissimo, una trista chiaroveggenza m’insospettisce d’ogni utopia. Se pur m’accade di stimare un politico, si tratta di una stima retrattile e ondosa, quale può generarsi da un casuale incontro di gusti o dalla simpatia che nasce talora davanti a un individuo di cui si apprezza l’amabilità ma s’ignora la fedina umana e morale. Poi basta dar tempo al tempo e le ali della lodata rara avis si rivelano gonfie di piombo. Mi chiedo spesso perché, se è fatale tanta degradazione. Riapro Il matrimonio di Figaro, riascolto Figaro: “Fingere d’ignorare ciò che si sa e di sapere ciò che s’ignora; di capire ciò che non si capisce, di udire ciò che non si sente, di potere più che non si possa; esser solito nascondere questo gran segreto: che non c’è nulla da nascondere; apparire profondi quando si è soltanto vuoti... La politica è tutta qui.” Male antico, dunque? Sarei tentato di crederlo, io che fin dal principio mi son visto dai politici assassinare la giovinezza e sconvolgere il corso naturale del mio crescere in uomo. Tempi difficili, di stivali e di trombe, in cui tuttavia l’assuefazione all'aria del carcere e l’ignoranza della luce rendevano meno dolorose le tenebre. Quando ne uscii, so io con che animo lieto mi apersi alle novità della storia; come respirai, con quel poco di polmoni che la guerra m’aveva lasciato, l’aria salmastra della libertà! Durò poco, e ogni anno fu peggio. Oggi dai politici mi sento rinchiuso fra le stesse quattro mura di un tempo. Mi ripeto la frase illustre: “Io sono solo, loro sono tutti.” E dire che fino a poco fa una parvenza di programmi e contegni contrapposti ancora li distingueva, fuori e dentro il Palazzo. Oggi nel Palazzo ci sono tutti, le divise si scambiano a piacere, quanto più le risse sono fragorose, tanto più sono finte. Un unico gigantesco partito li arruola tutti, dal Montecitorio più grande agli altri, innumerevoli, sparsi per la penisola. E quanto parlano, poi... Quale quotidiano inesauribile vilipendio della parola... È questa l’offesa che duole di più: ci taglieggiano, ci sgovernano, ci malversano... Ma almeno stessero zitti; smettessero questo balletto di maschere, questo carnevale del nulla, al riparo del quale mani avide intascano, leggi inique o vane si scrivono, ogni proposito onesto si sfarina in sillabe senza senso... Esagero? Esagero, ma ditemi: quanti sono oggi coloro che intendono veramente la politica come servizio? E non sono costretti a nascondersi come lebbrosi? E per uno che opera con coscienza e fatica, quanti altri sono solo vesciche pompose, busti di cartone, pastori di nuvole, puri e semplici ladri? Il risultato è sotto gli occhi di tutti: uno Stato tirchio e scialacquatore, frenetico e inerte, feroce e longanime, occhiuto e cieco... Meno male che sono vecchio. Mi dice un facile calcolo che il crac prossimo venturo mi sarà risparmiato. “E ora sbrigatevela voi,” dirò l’ultimo giorno, fregandomi le mani sotto il lenzuolo".
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa contro la politica, sulla demagogia, il populismo e il menefreghismo. [I link sono in fondo alla pagina].
L'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio,
è che nessuno gli rompa le scatole. (Guglielmo Giannini)
Prevalente rimase e rimane tuttora in gran parte della società italiana, sia al nord che al sud, il punto di vista della morale individualistico-familistica albertiana, con le sue disastrose conseguenze sociali: la vera e profonda matrice del qualunquismo nazionale.
Carlo Tullio Altan, La nostra Italia, 1986

Il mondo pratica il qualunquismo perché non ha volontà e spirito di sacrificio necessari per raggiungere i traguardi di coloro che si sono meritati ciò che, giustamente, si godono.
Federico Basso Zaffagno, Il re del proprio mondo, 2012

Qualunquista è il superficiale che non si cura di penetrare le cose, le giudica tutte a un tanto il pezzo, conserva nel solaio della mente le idee ricevute, i giudizi acquisiti, le angherie culturali inconsciamente subite. Mangia, beve e tira a campare. 
Gianni Brera, L'arcimatto, 1960/66

In Italia, se non sei comunista, fascista o democristiano, non hai scampo: sei definito un qualunquista.
Maurizio Costanzo [1]

Le regole della discussione politica presuppongono l’etichettatura: il tuo discorso non mi piace e allora io ti chiamo qualunquista, come quel siciliano che ogni volta che litigava con il suo amico ed aveva torto troncava la discussione dicendo: “Sì, ma tu tieni le corna”. È il desiderio di porre l’avversario in stato d’inferiorità: essere qualunquista è come essere cornuto.
Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista, 1977

“Voi come la pensate” e questo è un altro difetto di tutte le conversazioni politiche; etichettare. Chi sei? Sei fascista? Sei comunista? Sei liberale? Non sei niente e allora sei qualunquista. A me se uno mi chiede politicamente che cosa sono, sai certe volte che mi verrebbe la voglia di rispondere? “Sono uomo e mi piacciono le donne”.»
Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista, 1977

Come esiste il razzismo nei confronti dei negri, così esiste il razzismo nei confronti dei qualunquisti. Il prendere le distanze dai partiti non è stato mai visto come il prevalere del logos sulla passione, ma sempre come un peccato di omissione civile.
Luciano De Crescenzo, Ordine e disordine, 1996

L’uomo di potere teme il qualunquista più dell’avversario politico. Con il secondo sa come difendersi, gli basta definirlo fascista o comunista. Col primo, invece, ha dei problemi: più che chiamarlo qualunquista non sa cosa dire.
Luciano De Crescenzo, Ordine e disordine, 1996

La politica - la «buona politica» - era concepita come esclusivamente compatibile con la cultura della sinistra e con il sistema tradizionale dei partiti. A questo punto della storia - quando sembra incombere sul sistema politico una nuova ondata di delegittimazione - i teorici dell'antipolitica si trovano di fronte a una specie di paradosso. La critica, il rifiuto o persino il disgusto nei confronti della politica viene da tutte le parti, destra e sinistra, e colpisce indiscriminatamente tutta la «casta degli intoccabili» con i loro privilegi da basso impero, le malversazioni, l'incapacità a esprimere un governo responsabile del Paese.
Raffaele De Mucci, Democrazia dissociativa, 2013

Non è vero che quando sei innamorato il mondo ti sembra più bello. È solo che lo tratti dall'alto in basso. Guardi la gente che passa e pensi: "Poveracci, vedi come vanno avanti e indietro nelle loro scialbe vite. Vedi come s'affannano, lavorano, s'imbottigliano nel traffico, si mettono in coda alla cassa?". In altre parole, quando t'innamori diventi un qualunquista di merda.
Diego De Silva, Non avevo capito niente, 2007 

Quando la protesta, interpretando così a fondo i sospetti dell'uomo medio, si esercita contro tutto, siamo nel pieno di quella tecnica demagogica che si chiama qualunquismo.
Umberto Eco, Il costume di casa, 1973

Il qualunquismo è una tara congeniale alla nostra cultura.
Umberto Eco, Il costume di casa, 1973

Di quelli che diranno che sono qualunquista non me ne frega niente. Non sono più compagno, né femministaiolo militante. Sono diverso perché quando è merda è merda, non ha importanza la specificazione.
Giorgio Gaber, in Guido Harari, Quando parla Gaber, 2011

L'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole.
Guglielmo Giannini, L'uomo qualunque, 1944

Il qualunquismo è il peggiore nemico della nostra democrazia.
Giorgia Meloni [1]
L'antipolitica è quella che ogni giorno chiamiamo politica.
(Marco Travaglio)
La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c'è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline. 
Pier Paolo Pasolini, su Tempo, 1968

Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso... Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. 
Pier Paolo Pasolini, su Stampa sera, 1975

Gli eroi della propaganda televisiva - giovani su motociclette, ragazze accanto a dentifrici - proliferano in milioni di eroi analoghi nella realtà. Appunto perché perfettamente pragmatica, la propaganda televisiva rappresenta il momento qualunquistico della nuova ideologia edonistica del consumo: e quindi è enormemente efficace.
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane, 1976 (postumo)

La vita consiste prima di tutto nell'imperterrito esercizio della ragione: non certo nei partiti presi, e tanto meno nel partito preso della vita, che è puro qualunquismo. Meglio essere nemici del popolo che nemici della realtà.
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane, 1976 (postumo)

Tutti gli italiani si possono dare dei «fascisti» a vicenda, perché in tutti gli italiani c'è qualche tratto fascista [...]; tutti gli italiani, per ragioni più ovvie, si possono dare a vicenda dei «cattolici» o dei «clericali». Tutti gli italiani, infine si possono dare a vicenda dei «qualunquisti».
Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane, 1976 (postumo)

Il qualunquismo perde sempre, anche se spesso genera un qualunquismo nuovo; perde perché, credendosi supremamente naturale, invece è contro natura.
Guido Piovene, La coda di paglia, 2001 (postumo)

Politica significa arte del buon governo della polis. Nobile arte che fa gli interessi del Popolo, non quelli dei suoi nemici. I partiti che siedono oggi in Parlamento invece non fanno politica, ma antipolitica, o politica incostituzionale. 
Mauro Scardovelli, Dall’io al noi, 2021

Il Fronte dell'Uomo Qualunque, nell'Italia degli anni Quaranta, sembrava destinato a un successo travolgente. Ci ha lasciato solo qualche aneddoto e il termine qualunquismo.
Beppe Severgnini, su Corriere della Sera, 2017

Nonostante il mio disprezzo per la politica − attività volgare per persone volgari − sono anch'io dalla parte di chi si schiera contro il qualunquismo imperante che considera tutti i politici, indistintamente, alla stregua di furfanti legalizzati; no, i politici non sono tutti uguali − alcuni sono anche peggiori.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

L'antipolitica è quella che ogni giorno chiamiamo politica.
Marco Travaglio, a Servizio Pubblico, 2012

Franza o Spagna basta che se magna.
Proverbio

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni: Contro la Politica - Demagogia - Populismo - Menefreghismo