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Frasi e citazioni sull'Eterno Ritorno

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'eterno ritorno dell'uguale (in tedesco: Die Ewige Wiederkunft des Gleichen), teoria filosofica elaborata da Friedrich Nietzsche: "Io, l'ultimo discepolo del filosofo Dioniso, − io, il maestro dell'eterno ritorno...". [Il crepuscolo degli idoli, 1888].

Il ritorno ciclico è una dottrina cosmologica comune a molte prospettive religiose e filosofiche dell'antichità (assai diffusa in Oriente, fu sostenuta in Grecia per esempio da Empedocle e dagli stoici), in base alla quale il divenire della natura e le stesse vicende umane si snodano secondo uno schema ciclico. La concezione del ritorno ciclico si presenta più o meno legata alla visione monistica di un Uno primordiale ed è incompatibile con la visione lineare della storia tipica del creazionismo ebraico-cristiano, secondo cui il tempo si articola in un passato, un presente e un futuro intesi come momenti irripetibili e tali da configurare una dimensione di autentica storicità. Nietzsche riprende questa dottrina, che denominò dell'"eterno ritorno", con intento polemico nei riguardi della metafisica platonico-cristiana e della concezione finalistica in essa incorporata, in base alta quale il corso della storia avrebbe un senso unitario e tenderebbe a un fine che trascende i suoi singoli momenti. Secondo Nietzsche, invece, ogni istante del tempo deve essere concepito come avente in se medesimo tutto il proprio significato e come tale deve essere vissuto da chi si voglia innalzare a un'esistenza veramente piena e felice. [Enciclopedia della Filosofia De Agostini, 1996].

La concezione dell'eterno ritorno è stata pubblicata per la prima volta da Nietzsche nel 1882 ne La gaia scienza (aforisma 341; Il peso più grande):
Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!». Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immenso, in cui questa sarebbe stata la tua risposta: «Tu sei un dio e mai intesi cosa più divina?». Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda per qualsiasi cosa: «Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?» graverebbe sul tuo agire come il peso più grande! Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che questa ultima eterna sanzione, questo suggello?
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sul ritornare, sul superuomo, sulla volontà di potenza e su Nietzsche. [I link sono in fondo alla pagina].
Il nodo di cause, nel quale io sono intrecciato, torna di nuovo,
esso mi creerà di nuovo! Io stesso appartengo alle cause
dell'eterno ritorno. (Friedrich Nietzsche)
Nietzsche, con la sua teoria dell'eterno ritorno, diceva che la vita che noi viviamo la vivremo ancora, ancora e ancora, e esattamente nello stesso modo per l'eternità. Splendido! Questo significa che io dovrò vedere ancora Holiday on Ice. Non vale la pena.
Woody Allen, in Hannah e le sue sorelle, 1986

L'eterno ritorno è un tentativo di saldare insieme i due principi antinomici della felicità: quello dell'eternità e quello dell'"ancora una volta". L'idea dell'eterno ritorno suscita per incanto, dalla miseria del tempo, l'idea speculativa (o la fantasmagoria) della felicità.
Walter Benjamin, Scritti, 1906-1940

La moda è l'eterno ritorno del nuovo. 
Walter Benjamin, ibidem

Nietzsche volle minuziosamente innamorarsi del proprio destino. Seguì un metodo eroico: disseppellire l’intollerabile ipotesi greca dell'eterna ripetizione, e poi cercare di dedurre da quell'incubo mentale un'occasione di giubilo. Cercò l'idea più orribile dell’universo e la propose per il diletto degli uomini
Jorge Luis Borges [1]

L'idea dell'Eterno Ritorno può essere pienamente còlta soltanto da chi è dotato di parecchie infermità croniche, dunque ricorrenti, e ha così il vantaggio di passare di ricaduta in ricaduta, con tutto quello che ciò implica come riflessione filosofica.
Emil Cioran, Squartamento, 1979

L’eterno ritorno e il progresso: due nonsensi. Che cosa resta? La rassegnazione al divenire, a sorprese che tali non sono, a calamità che si vorrebbero insolite.
Emil Cioran, Confessioni e anatemi, 1987

Gare du Nord. C’è un orologio che indica i minuti: 16.43. - Quel minuto, ho pensato, non ritornerà mai, è scomparso per sempre, è sprofondato nella massa anonima dell’irrevocabile. Quanto mi sembra futile e senza fondamento la teoria dell’eterno ritorno! Tutto scompare per sempre. Non rivedrò mai questo preciso istante. Ogni cosa è unica e priva di importanza.
Emil Cioran, Quaderni, 1957/72 (postumo 1997)

13 dicembre 1968 - E pensare che, nell’infinito del tempo, non ci sarà mai un altro 13 dicembre identico a questo. L’eterno ritorno è roba da ragazzi. Tutto è unico e perduto per sempre.
Emil Cioran, ibidem

Stanotte ho sentito fino alla nausea l’impossibilità dell’eterno ritorno. Ho sentito suonare non so che ora (alla cappella della Sorbona, credo). Ma nello stesso istante ho capito che quel minuto non sarebbe mai ritornato, che era inghiottito per sempre e che nessuna vita lo avrebbe mai ritrovato in nessun tempo.
Emil Cioran, Quaderni, 1957/72 (postumo 1997)

Alla base della Visione dell'eterno ritorno non va ricercato tanto l'eco di notizie dossografiche su un'antica dottrina pitagorica o di ipotesi della scienza ottocentesca, quanto piuttosto il riaffiorare di momenti culminanti della speculazione presocratica, che hanno indicato un'istantaneità ritrovabile nel tempo, la quale tuttavia conduce al di fuori di esso, annullandone l'unidirezionalità irreversibile. Retrocedendo verso l'irrapresentabile si può dire soltanto che l'immediato fuori del tempo - il «presente»  di Parmenide e l'«aiòn» di Eraclito - è intrecciato nel tessuto del tempo, cosicché in ciò che appare prima e dopo realmente ogni prima è un dopo e ogni dopo un prima, e ogni istante è un inizio.
Giorgio Colli e Mazzino Montinari, in Opere di Friedrich Nietzsche, 1964-1986

L'eterno ritorno postula il superuo­mo, il superuo­mo solo può sopportare l'eterno ritorno, la visione del superuomo, la possibilità della sua creazione permette a Nietzsche-Zarathustra di sopportare la vita, di dire di si alla vita.
Giorgio Colli e Mazzino Montinari, ibidem

L'eterno ritorno non è che un'ipotesi, ipotesi banale e terrificante al tempo stesso. Banale perché essa equivale ad una certezza naturale, animale, immediata (è questo il motivo per cui, quando l'aquila e il serpente si sforzano di consolarlo, Zarathustra risponde loro: voi avete trasformato l'eterno ritorno in una «canzone da organetto», avete ridotto l'eterno ritorno ad una formula nota, troppo nota).E terrificante perché, se è vero che tutto ritorna e ritorna allo stesso, allora ritorneranno anche l'uomo piccolo e meschino, il nichilismo e la reazione (ecco il motivo per cui Zarathustra proclama il suo grande disgusto, il suo grande disprezzo, e dichiara che non può, che non vuole, che non osa dire l'eterno ritorno.
Gilles Deleuze, Nietzsche, 1962

Durante una passeggiata, Nietzsche ha questa immagine del tempo che lo spaventa e lo attrae, l’immagine dell’eterno ritorno: visto che il mondo è composto da un numero infinito di elementi e questi elementi non si creano e non si distruggono (poiché si parte dall’ipotesi che Dio non esista) e allora per forza di cose questi elementi dovranno riaggregarsi nella stessa maniera per un numero infinito di volte.
Maurizio Ferraris [1]

Il pensiero più abissale della filosofia di Nietzsche, sta in una singolare penombra. Apparentemente manca di una precisa rielaborazione e impronta concettuale; è più simile a una oscura profezia, alla rivelazione divinatoria di un segreto, che a una rigorosa esposizione filosofica. 
Eugen Fink, La filosofia di Nietzsche, 1973

Viviamo sulla nostra pelle una perversa realizzazione dell'ipotesi dell'«eterno ritorno dell'uguale» profetizzata da Zarathustra. Infatti, l'eterna ripetizione dell'attimo sulla circonferenza immobile dell'essere non implica, oggi, che l'uomo sia finalmente radicato in senso pieno nel presente e possa agirvi libera-mente, senza vivere l'attimo come semplice tappa preparatoria per quello successivo. In un letale rovesciamento della prospettiva nietzscheana, l'attimo presente, oggi, sfugge via troppo rapida-mente per essere pienamente vissuto, determinando la paralisi dell'azione, in un ritorno eterno e sempre più rapido dell'uguale. Lungi dal risultare potenziate, come sperava Nietzsche, l'azione e la volontà ne sono semmai letteralmente azzerate, in un trionfo generale dell'inquietudine e dell'apatia, del senso di impotenza e di ingovernabilità delle proprie esistenze: tutti i punti disposti, nietzscheanamente, sulla circonferenza dell'essere finiscono per configurarsi come altrettante porzioni del presente temporanea-mente passate ma ineluttabilmente destinate a ripresentificarsi in eterno, a velocità sempre maggiore.
Diego Fusaro, Essere senza tempo, 2010

Per Nietzsche l’eterno Ritorno del Medesimo è senza dubbio una visione, ma anche un enigma. Non si lascia né dimostrare né rifiutare per via logica o empirica. Questo vale, in fondo, per ogni pensiero essenziale e per ogni pensatore: un pensiero è cosa vista, ma resta enigma.
Martin Heidegger, Chi è lo Zarathustra di Nietzsche?, conferenza al Club di Brema, 1953

L'"eterno ritorno" non è che una scappatoia cristiana mirata a restituire di nuovo alla vita ormai senza peso una possibilità d'esser presa sul serio.
Martin Heidegger, Quaderni neri, 1931-1938 

L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. 
Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984

L'idea di eterno ritorno indica una prospettiva nella quale le cose appaiono in maniera diversa da come noi le conosciamo: appaiono prive della circostanza attenuante della loro fugacità. 
Milan Kundera, ibidem

Se ogni secondo della nostra vita si ripete un numero infinito di volte, siamo inchiodati all'eternità come Gesù Cristo alla croce. È un'idea terribile. Nel mondo dell'eterno ritorno, su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità. Ecco perché Nietzsche chiamava l'idea dell'eterno ritorno il fardello più pesante (das schwerste Gewicht). Se l'eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza.
Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984

La dottrina del sovra-uomo è il presupposto della dottrina dell'eterno ritorno, giacché soltanto l'uomo che ha superato se stesso può anche volere l'eterno ritorno di tutto ciò che è.
Karl Lowith, Nietzsche e l'eterno ritorno, 1978

L'idea dell'eterno ritorno è la «crisi» del nichilismo. In essa si decide se in generale l'uomo voglia ancora esser-ci.
Karl Lowith, ibidem

La fede nell'eterno ritorno dà all'esistenza dell'uomo «il nuovo centro di gravità», dopo che essa aveva perduto, con la perdita della fede cristiana, il vecchio; l'eterno ritorno, come la fede cristiana, è un «contrappeso» alla volontà di nulla.
Karl Lowith, ibidem

Al posto di un progressus o di un regressus ex infinito o in infinitum pensati escatologicamente, l'eterno ritorno afferma il circolo senza meta, perché senza inizio e senza fine, di una determinata quantità di forza che si conserva. Il mondo non ha né origine né meta, perché esso non è la creazione di un Dio che a suo arbitrio creò l'essere dal nulla, ma è in ogni momento inizio e fine insieme, un continuo mutamento dell'identico.
Karl Lowith, ibidem

L'eterno ritorno è una «legge originaria» non-divenuta, vale a dire essa è stata posta nell'universo ai primordi già con la quantità determinata di energia dell'essere. Gli stessi fenomeni naturali di ripetizioni e cicli periodici, ad esempio delle stelle e delle stagioni, l'avvicendarsi, che si ripete sempre allo stesso modo, di giorno e notte o di flusso e riflusso, nascondono già l'essenza originaria della legge dell'eterno ritorno, che si può cogliere matematicamente.
Karl Lowith, ibidem

L'idea dell'eterno ritorno, se tollerata, accresce la buona volontà verso la vita, sbarra le vie di fuga finora esistenti, tanto verso l'aldilà del retromondo quanto verso il nulla e la cieca mondanizzazione dell'uomo che non si pone più domande.
Karl Lowith, Nietzsche e l'eterno ritorno, 1978

Nietzsche considera l'eterno ritorno del finito esattamente come esso è - nella sua piena concretezza e conclusività. Questa è l'affermazione totale degli istinti vitali, che ripudia ogni fuga e ogni negazione. L'eterno ritorno è la volontà e la visione di una posizione "erotica" verso l'esistenza, nella quale necessità e realizzazione coincidono.
Herbert Marcuse, Eros e civiltà, 1955

La concezione di Nietzsche finisce nella visione del circolo chiuso - non progresso ma «eterno ritorno»: "Tutto passa, tutto ritorna; eterna gira la ruota dell'Essere. Tutto muore, tutto rifiorisce, eterno è l'anno dell'Essere. Tutto si spezza, tutto si risalda; in eterno la casa dell'Essere si ricostruisce qual era. Tutto si separa, tutto si ricongiunge; in eterno l'anello dell'Essere riposa in se stesso. In ogni Ora, l'Essere comincia; intorno a ogni Qui gira la sfera del Là. Il centro è dappertutto. Curvo è il sentiero dell'eternità".
Herbert Marcuse, ibidem

Il nodo di cause, nel quale io sono intrecciato, torna di nuovo, - esso mi creerà di nuovo! Io stesso appartengo alle cause dell'eterno ritorno. Io torno di nuovo, con questo sole, con questa terra, con questa aquila, con questo serpente - non a nuova vita o a vita migliore o a una vita simile: - io torno eternamente a questa stessa identica vita, nelle cose più grandi e anche nelle più piccole, affinché io insegni di nuovo l'eterno ritorno di tutte le cose, - affinché io dica di nuovo la parola del grande meriggio della terra e dell'uomo, e di nuovo annunci il superuomo agli uomini.
Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 1883/85

La dottrina dell'«eterno ritorno», cioè della circolazione incondizionata e infinitamente ripetuta di tutte le cose - questa dottrina di Zarathustra potrebbe essere già stata insegnata da Eraclito.
Friedrich Nietzsche, Ecce homo, 1888

Confesso che la più profonda obiezione contro l'«eterno ritorno», il mio pensiero propriamente abissale, è sempre mia madre e mia sorella.
Friedrich Nietzsche, ibidem

lo ho scopato la grecità: essi credevano all'eterno ritorno! Questa è la fede dei misteri!
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Confondere la finitezza con il Nulla è l'imperdonabile errore logico del nichilismo. Tutto ciò che è stato è, e tutto ciò che è, è eterno: la pienezza dell'Essere che è, anche solo per un attimo, non può più essere annullata. Rispetto al Nulla, quindi, ogni attimo ha la pienezza dell' eterno: dunque l'Eterno Ritorno di cui parlava Nietzsche non è qualcosa che deve essere, è la struttura stessa dell'Essere che si è rivelata per sempre, e che per sempre è. La vittoria dell'Essere sul Nulla è stata così schiacciante che l'Essere ha strappato al Nulla anche il suo cuore, tenendolo per sé. Questo cuore, costretto dall'Essere a battere senza fine all'interno del proprio regno, è la morte. Ogni volta che qualcuno muore, l'Essere rinnova il suo trionfo, e rinnova il motivo di quel trionfo: l'Essere, al contrario del Nulla, sapeva amare, e per amore anche del Nulla a se stesso preferì la vita.
Mauro Parrini, A mani alzate, 2009

La fine della storia esiste ma corre più veloce del tempo, e si allontana sempre più. Così più passa il tempo e più il futuro cresce, e sarà in questo modo che ci troveremo risospinti verso il passato. Questo è ciò che Nietzsche chiamava l'Eterno Ritorno?
Mauro Parrini, ibidem

Tutto si integra nell'eterno ritorno: ciò lo sanno gli umoristi, i santi e gli innocenti. 
Pier Paolo Pasolini, 1969

La reincarnazione ha un senso nell'induismo, è un cammino di purificazione. Fuori da tale contesto, la reincarnazione è moralmente crudele, perché questo eterno ritorno alla vita terrestre somiglia a un ciclo infernale.
Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI), intervista su L'Express, 1997

La vera grandezza non sta nell'accettazione dell’“eterno ritorno dell’uguale” (tra i capisaldi della filosofia nietzscheana), cosa che, per la maggior parte della gente, sarebbe piú un dono che una condanna, ma, semmai, nell'accettazione dell’eterno addio, cioè del fatto che ogni singolo istante della nostra vita – come la nostra intera esistenza – è destinato a svanire per sempre senza alcuna possibilità di ripetersi.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Tutto è ciclo, un circolo vizioso, un eterno ritorno.
Morgan Sportès, Solitudes, 2000

Nietzsche dice che il «pensiero dell’eterno ritorno» gli venne osservando un masso a forma di piramide nell’Alta Engadina. Che stranezza. Anche nell’alta valle dell’Orco ci sono massi e rocce di tutte le forme, ma suggeriscono se mai l’idea dell’eternità o meglio della fissità, non quella dell’eterno ritorno. Io credo che si tratti di una delle tante fantasie o bugie di Nietzsche. L’idea dell’eterno ritorno la troviamo già presso i greci, che a loro volta la derivarono dalla filosofia indiana. Ma lì l’idea dell’eterno ritorno era simboleggiata dalla ruota, non dai sassi. Nietzsche rubava molto più di quel che non dicesse. Poi agghindava con parole nuove la refurtiva e la spacciava per rivelazione.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Ecclesiaste, Antico Testamento, sec. IV-III a.e.c. 

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Ritorno - Superuomo - Volontà di Potenza - Nietzsche