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Frasi di Wilhelm Schmid sull'arte di vivere

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Wilhelm Schmid (Billenhausen, 1953), filosofo e saggista tedesco, docente di Filosofia all’Università di Erfurt. Molti dei suoi libri (pubblicati in italiano dall'editore Fazi) hanno come tema l’arte del saper vivere bene e quello della filosofia come aiuto pratico per la vita:
"Da molto tempo l’arte di vivere è il tema di cui mi occupo, non perché la possieda, ma perché ne ho bisogno. Il concetto di arte di vivere nasce dalla filosofia antica. In greco si chiamava tèchnetou~bìou, o tèchneperìbìon, in latino arsvitae o arsvivendi, cioè ‘arte di vivere’ nel senso di condurre una vita con consapevolezza. Nella sua accezione popolare quest’espressione può essere intesa come un vivere privo di preoccupazioni. Quest’ultima è un’opzione che chiunque può scegliere, ma che non contiene nulla che possa meritare il nome di arte. Una possibilità diversa, molto più ambiziosa, potrebbe essere quella di orientare sempre di nuovo la nostra vita attraverso il pensiero. Non è possibile avere questa consapevolezza di continuo, ma non è nemmeno necessario, perché basta fermarsi e riflettere ogni tanto". [Serenità, 2014].
Foto di Wilhelm Schmid
L’arte di vivere non comincia che con l’angoscia, cioè con la fine dell’indifferenza
nei confronti della propria vita. (Wilhelm Schmid)

Filosofia dell’arte di vivere
Philosophie der Lebenkunst. Eine Grundlegung, 1998 - Selezione Aforismario

Si mette alla ricerca dell’arte di vivere chi non comprende la vita come un’ovvietà, a prescindere dall’epoca e dalla cultura in cui è situato.

Con l’espressione «arte di vivere» si intendono sostanzialmente la possibilità e lo sforzo di condurre la vita in maniera riflessiva, evitando di lasciarsi vivere in maniera inconsapevole.

La filosofia si sforza di dare un concetto alla vita, di elaborarne il materiale e di presentare i metodi che permettono al singolo individuo di comprendere la sua esistenza e di effettuare le sue proprie scelte.

Al di là dell’ottimismo e del pessimismo, l’arte di vivere può servire a fare esperienza di tutte le sfumature della pienezza della vita.

Ben lungi dall’escludere i piaceri dalla vita, l’arte di vivere guidata dalla riflessione ci dice, da molti punti di vista, come servircene.

La pienezza della vita comprende la contraddizione tra piacere e dolore. La vita non deve essere confusa con il solo piacere e nemmeno con la continuità della gradevolezza: se manca il pungolo, almeno temporaneo, del dolore, si perde necessariamente il piacere e addirittura la vitalità.

Pazienza non significa accondiscendenza, né servilismo, ma capacità di tirare un respiro profondo, di saper aspettare finché non è possibile intervenire nuovamente su qualcosa. Si tratta dunque della capacità di dare tempo agli altri e alle cose, fino a trovare il momento giusto e finché non si forma la costellazione più favorevole. 

È autenticamente libero solo il sé calmo ed equilibrato.

Ci sono ferite che non possono essere guarite e dalle quali il sé non è nemmeno interessato a riprendersi; la ricostituzione della sua coerenza non consiste nella riproduzione di una condizione precedente sana, ma nell’integrazione della ferita medesima, che ora entra a farne parte.

Il tempo sembra dischiudere possibilità imprevedibili, la cui realizzazione viene lasciata aperta senza pensare alla sua mera durata. Ma in realtà la forbice sta iniziando inavvertitamente a chiudersi; l’ampiezza delle possibilità inizia inevitabilmente a ridursi, il cerchio temporale in cui è possibile realizzare quelle che restano si stringe sempre di più.

Se il soggetto non si cura di portare le sue rappresentazioni di una vita possibile sulla via della realtà, con il corso del tempo crescerà la sua amarezza, perché sarà sempre più chiaro che i suoi sogni non potranno più concretizzarsi. La forbice del tempo lo taglia; quello che è e quello che sarà si stringono sul presente e tranciano il tempo.

Ciascuno di noi può iniziare a dare una svolta alla propria vita e a realizzare le sue possibilità già nel presente. Il tempo presente, infatti, è quello del cambiamento, anche se resta una complicata strettoia.

Il tempo si moltiplica per chi lo sa usare.

Imparare a familiarizzare con il tempo vuoto permette di avere pazienza e ci insegna a saper aspettare, poiché il vuoto è molto più di un orrendo fantasma.

Molto di quanto si impone nella nostra quotidianità e sembra importante, di fronte alla morte si annulla. 

Una cosa è certa per tutti: prima o poi ciascuno dovrà smettere di far parte della élite minoritaria dei viventi e andare ad accrescere le fila della vituperata maggioranza dei morti.

Il pensiero della morte è un vecchio esercizio dell’arte di vivere. Rinnovarne la pratica sarebbe utile per ritrovare la consapevolezza del limite costituito dalla morte e per orientarvi sempre di nuovo la nostra vita.

Se non ci fosse il limite della morte, come “orizzonte” nel senso stretto del termine, la vita sarebbe priva di significato.

La condizione della vita è il fatto di perderla.

La morte non oscura la vita, ma ne è parte, è la regola che rende possibile il gioco e che non può essere sospesa.

L'amicizia per se stessi
Mit sich selbst befreundet sein, 2004 - Selezione Aforismario

Con “arte di vivere” non si deve intendere una vita semplice e spensierata, ma una condotta consapevole e accorta. Se viene scelta è faticosa, ma è anche fonte di una pienezza senza pari.

La filosofia non può certo stabilire come si debba vivere, sebbene possa aiutarci nello sforzo verso una condotta consapevole, spiegando e rischiarando un momento particolare della vita, una paura, un’inquietudine o un’illusione.

L’arte di vivere è cura di un rapporto controllato e sicuro con il sé, che permette di renderlo stabile e di aprirlo agli altri.

L’arte di vivere, come ogni arte, non è facile, bensì difficile, altrimenti non sarebbe arte.

Cos’è l’angoscia e cos’è la paura? Entrambe sono un’occasione per riflettere, un momento eminentemente filosofico, uno sguardo nei fondamenti e nell’abisso.

Se la vita viene intesa come gioco, l’arte di vivere deve giocare con le avversità.

Se c’è ancora una ragione per la quale vale la pena vivere, sarebbe meglio cercare il bello, ciò che è degno di approvazione, e lavorare per portarlo alla luce.

Nella ricerca del bello bisogna sottrarsi all’omologazione e al mercato. L’arte di vivere può consistere proprio nel non seguire ciò che ordinariamente, per convenzione o per tradizione, viene connotato come bello.

Per poter sviluppare l’arte di vivere non è necessario amare la vita. Arte di vivere può anche significare odiare la vita, detestarla senza tuttavia volersi abbandonare passivamente al suo flusso.

Maestro diviene soltanto chi ha imparato; nell’arte di vivere non ci può essere alcuna maestria, perché la vita si presenta come una serie incessante di sfide, fino all’ultimo.

Non è mai possibile raggiungere un sapere della vita che sia definitivo.

Si deve ancora imparare a essere più lenti, a distribuire le forze, a essere soli con se stessi, a riflettere su tutta la propria vita e a mantenere la morte di fronte ai propri occhi.

L'arte dell'equilibrio
Die Kunst der Balance. 100 Facetten der Lebenskunst, 2005 - Selezione Aforismario

Fondamentalmente, l’arte di vivere è molto semplice. Basta vivere la vita, fare esperienza e, a volte, rifletterci su. 

Questo è il trionfo della filosofia, che si chiede sempre quale sia la natura autentica delle cose. 

Prima ancora della meraviglia, la fonte della filosofia, della riflessione e della presa di coscienza è l’angoscia.

L’arte di vivere non comincia che con l’angoscia, cioè con la fine dell’indifferenza nei confronti della propria vita. 

 «Conosci te stesso» non significa altro che rendersi consapevoli delle condizioni, delle possibilità e dei limiti che definiscono la vita, non solo la nostra, ma anche quella degli altri. In questo modo l’io viene limitato nelle sue pretese.

Che cos’è il reale? Ciò di cui dobbiamo venire a capo. E che cos’è una vita bella? Una vita aperta a esperienze piacevoli e in grado di sopportare quelle che lo sono meno. La questione sta tutta nella capacità di sopportazione. Per affrontare la giornata con serenità.

Ben oltre la realtà da cui siamo dominati, i libri lasciano parlare i sentimenti, ci spingono a pensare, risvegliano la fantasia e dischiudono le nostre idee, ci lasciano fantasticare sulle storie e sui destini nascosti dentro di noi. 

I libri figurano possibilità. Provocano la domanda su ciò che si nasconde dentro di noi.

Siamo onesti: i grappoli della saggezza sono troppo alti per noi, anche se questa ammissione può essere imbarazzante, quantomeno per i filosofi. Siamo saggi solo a volte, senza sapere come, e non possiamo certo fregiarci del titolo di “saggi” semplicemente perché già domani saremo dominati da una qualche piccola stupidità.

La pienezza della vita
Die Fülle des Lebens. 100 Fragmente des Glücks, 2006 - Selezione Aforismario

Non bisogna voler sempre influire su tutto. Meglio abbandonare qualcosa a se stesso, restando inerti. Questa è la base della calma e della tranquillità, senza le quali l’arte di vivere non sarebbe neppure pensabile.

Padrone di sé non è chi sa condizionare tutto ciò che gli sta di fronte, ma chi ha una relativa chiarezza in merito a quello che può o non può fare.

La verità è che non abbiamo le forze per dire sempre la verità.

Chi dice la verità è semplicemente troppo pigro per mentire.

È vero che è sempre questione di soldi? No, non sempre. Forse è però sempre questione di ciò che i soldi incarnano: la libertà. Possibilità di vita più ampie. 

La fiducia è importante per la vita. Quello che si può perdere di vista quando ci si pensa è il significato della sfiducia. Il suo ruolo emerge quando la fiducia inizia a essere segno di stupidità. La sfiducia è, in questo senso, una forma di cautela, un “sano scetticismo”, da coltivare allo stesso modo della fiducia.

Un granello di sfiducia può aiutarci a contenere le delusioni. Altrimenti corriamo sempre il rischio di trasformare un eccesso di fiducia in un eccesso di sfiducia.

Molte cose ci vanno male proprio perché siamo troppo fissati col successo. E allora non riusciamo a esprimere al meglio le nostre potenzialità, come se avessimo i crampi. E le nostre forze si consumano nel tentativo di nascondere l’insuccesso, incombente o reale, a noi stessi e agli altri.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Peter Sloterdijk