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Frasi e citazioni di Liliana Segre

Selezione di frasi e citazioni di Liliana Segre (Milano, 1930), politica e attivista italiana, superstite dell'Olocausto e testimone della Shoah. Nel 1938, all'età di otto anni, subì le imposizioni discriminatorie delle leggi razziali fasciste per la sua ascendenza ebraica e fu espulsa dalla scuola:
"Quando sono stata espulsa dalla scuola, giorni per me drammatici, papà chiamò la maestra che avevo avuto in prima e seconda elementare: venga, per favore, signorina... Abitavamo vicino a scuola. La aspettavo affettuosa, invece è stata pochissimo e ha detto: "Ma cosa c'entro, io? Non le ho fatte mica io le leggi razziali!". Poi mi ha abbracciata, se n'è andata e non l'ho mai più sentita ne vista. Non era "cattiva", era una persona qualunque. Era la banalità del grande male che mi ha fatto".
Nel 1944, all'età di quattordici anni, fu arrestata insieme al padre, che non rivide mai più, e deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dal quale fece ritorno nel 1945 alla fine della seconda guerra mondiale.
"Quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz".
Nel 1990, Liliana Segre ha incominciato a raccontare la sua esperienza da sopravvissuta e ha ricevuto numerosi riconoscimenti e onorificenze per il suo impegno di testimone. Nel 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella "per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale".
"Io l'odio l'ho visto. L'ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell'odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un'attenzione di cui non smetto di essergli grata".
Foto di Liliana Segre
Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani
fioriscono all’ombra di quella parola. (Liliana Segre)

La memoria rende liberi
La vita interrotta di una bambina nella Shoah © Rizzoli, 2015 (con Enrico Mentana)

Indifferenza. Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. 

Quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. È come assistere a un naufragio da una distanza di sicurezza. 

Orrori come quelli del nazismo e del fascismo non sono accaduti perché un esercito ha imposto con la forza bruta le sue regole a una popolazione recalcitrante. Se Hitler e Mussolini sono riusciti a tenere in pugno i rispettivi Paesi è perché hanno potuto contare sul sostegno e sulla complicità di una vastissima percentuale di tedeschi e italiani. 

Riflettere sull’esperienza del lager, per chi come me l’ha vissuta sulla propria pelle, ha un costo elevato: rende sempre più difficile rientrare mentalmente nel quotidiano. 

Invidio chi ha qualcosa in cui credere, perché mi piacerebbe avere anche io una fede, sapere cosa mi attende dopo la morte. Ma non sono credente, purtroppo. Io non so cosa sono, e penso che occorra essere molto forti per non essere niente.

Scolpitelo nel vostro cuore
Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella memoria © Piemme, 2018

L’indifferenza, sì. A volte, quasi sempre, è più grave della violenza. Perché dalla violenza uno sa che si deve difendere e si prepara, magari poi non ci riesce, però è preparato. Invece l’indifferenza di chi volta la faccia dall’altra parte, di chi non ti saluta più, di chi non si ricorda più di telefonarti, di chiederti come stai e dirti: «Sono vicino a te in questo momento che sei in disgrazia!», è pesantissima, gravissima. Fa male.

L’indifferenza è complice. È quella che ha fatto dire a milioni di persone in tutt’Europa: «Ma io non lo sapevo! Io non avevo capito!».

La solitudine del perdente, la solitudine del malato, del povero, dell’emarginato, è lì che scatta l’indifferenza. E come siamo pronti a salire, invece, sul carro del vincitore…

Non bisogna mai dimenticare che la parola amicizia ha la stessa radice della parola amore. Infatti, certe volte nella vita diventa più importante l’amicizia dell’amore.

Scegliete sempre la vita. Non fatevi abbattere dalle difficoltà. Se ce l’ho fatta io, ce la farete anche voi.

Sconfessate la menzogna. Diventate candele della Memoria.

Non dite mai che non ce la potete fare, non è vero. Io ho sperimentato sulla mia pelle quanto l’uomo sia capace di lottare per rimanere attaccato alla vita. Non appoggiatevi a nessuno: dovete trovare la forza in voi stessi per andare avanti e raggiungere i vostri obiettivi, superando le difficoltà.

Ho scelto la vita
La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah © Solferino, 2020 (a cura di Alessia Rastelli)

Antisemitismo e razzismo ci sono sempre. Semplicemente in alcuni momenti è più facile che riemergano. Certo, se torna la paura dell’altro, demonizzato come untore nella sana Europa, e ci si abitua a pensare che ci sono uomini forti a cui affidarsi, allora molto tranquilli non possiamo stare. 

Spesso mi chiedono come sia potuto succedere. E io rispondo sempre con questa parola: indifferenza. Se pensi che una cosa non ti riguardi e ti volti dall’altra parte, è lì che inizia l’orrore.

Citazioni da discorsi e interviste
Selezione Aforismario

Sono stata una bambina espulsa dalla scuola, sono stata una clandestina con i documenti falsi, sono stata una richiedente asilo poi respinta dalla Svizzera. Poi sono stata carcerata, ho conosciuto la deportazione e nella deportazione sono stata operaia-schiava, poi ho conosciuto di nuovo la libertà. Sono una testimone che incontra la gioventù, che è la speranza del nostro futuro.

Non posso darmi altra importanza che quella di essere un araldo, una persona che racconta ciò di cui è stata testimone.

A me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia e umana la nostra società.

Bisogna lavorare contro la fascistizzazione del senso comune. […] Io che sono stata vittima dell’odio dell’Italia fascista sento che, dopo anni, sta ricrescendo una marea di razzismo e di intolleranza che va fermata in ogni modo.

Chi è stato ad Auschwitz ha sentito per anni l'odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. E poi rimani sempre quel numero.

Coltivare la Memoria, è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza. E la può usare. 

Ho visto e ho provato quanto l’indifferenza sia molto più grave della violenza stessa. La violenza non ci trova di solito impreparati, dalla violenza cerchiamo di difenderci, magari nascondendoci, magari preparandoci con armi morali o peggio ancora non morali, [...] ma combattere l’indifferenza è impossibile, è come una nuvola grigia, è come una nebbia, qualcosa che ti stringe, incombe e non sai dov’è il tuo nemico.

Ho la paura della perdita della democrazia, perché io so cos'è la non democrazia. La democrazia si perde pian piano, nell'indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c'è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui.

Il razzismo e l’antisemitismo non sono mai sopiti, solo che si preferiva nel dopoguerra della ritrovata democrazia non esprimerlo. Oggi è passato tanto tempo, quasi tutti i testimoni sono morti e il razzismo è tornato fuori così come l’indifferenza generale, uguale oggi come allora, quando i senza nome eravamo noi ebrei. Oggi percepisco la stessa indifferenza per quelle centinaia di migranti che muoiono nel Mediterraneo, anche loro senza nome, e ne sento tutto il pericolo.

L'indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l'apatia morale di chi si volta dall'altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l'indifferenza.

La libertà è qualcosa di assolutamente meraviglioso, che non si deve perdere, che bisogna lottare per avere sempre.

La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi, e questo è pericoloso.

Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora.

Non siate indifferenti, non omologatevi e stupitevi del male altrui.

Questo è il mio segnalibro del Futuro: conoscere la storia del proprio tempo per evitare di ricadere in certi errori e orrori, aprendo la propria mente al valore autentico di termini come “tolleranza”, “accoglienza”, “interculturalità”, “solidarietà”, ecc. 

Sono una delle ultimissime sopravvissute al mondo, e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello.

Continuerò, finché avrò forza, a raccontare ai giovani l’orrore della Shoah, la follia del razzismo, la barbarie della discriminazione e della predicazione dell’odio. L’ho sempre fatto, non dimenticando e non perdonando, ma senza odio e spirito di vendetta. Sono una donna di pace e una donna libera, e la prima libertà è quella dall’odio.

Se ogni tanto qualcuno sarà candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sarà più forte del fanatismo e dell’odio dei nostri assassini.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Primo LeviAnna Frank - Hans Jonas