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Aforismi e pensieri di Amedeo Ansaldi

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Amedeo Ansaldi (Milano 1957), traduttore e aforista italiano. Nel 2010, Amedeo Ansaldi ha vinto, nella sezione inediti, il Premio Internazionale per l’Aforisma «Torino in sintesi», l’unico in Italia interamente dedicato a questo genere letterario. Nel 2014 vince il Premio «Le Figure del Pensiero» (sezione aforismi) organizzato dalla Associazione Nazionale Pratiche Filosofiche di Certaldo. Suoi aforismi compaiono nelle Antologie dei due suddetti premi e, anche in traduzione inglese, nell'antologia di aforisti italiani contemporanei The New Italian Aphorists, pubblicata negli USA nel 2013. 
I seguenti aforismi di Amedeo Ansaldi sono tratti da Manuale di scetticismo, pubblicato dalla casa editrice Puntoacapo nel 2014. e L’onere delle condizioni, pubblicato dalla casa editrice Babbomorto nel 2019.
Chi non ha il pudore dei sentimenti, non ne avrà nemmeno la profondità.
(Amedeo Ansaldi)
Manuale di scetticismo
© Puntoacapo 2014

Anche e soprattutto i potenti, in questa epoca di inarrestabile globalizzazione, invocano l'abbattimento di qualsiasi pregiudizio, muro, barriera, chiedono a gran voce: “libertà”; in questo sono sinceri e coerenti: non tollerano ostacoli anacronistici ai loro formidabili appetiti.

Brancoliamo nel buio cercando di ricostruire tanti fatti oscuri… Per fortuna ci sono i bugiardi – a indicarci la pista giusta da battere!

Chi non ha il pudore dei sentimenti, non ne avrà nemmeno la profondità.

Come? Vorreste essere geniali senza solitudine, profondi senza dolore, magnanimi senza ferocia… E che altro? Vorrete avere ogni cosa gratis? Voi vi ostinate a volere quel che non potete permettervi; pagate con le vostre monete false, e ne ricevete in contraccambio volgari imitazioni.

Credi alla metà di quello che ti raccontano, però non chiedermi quale.

Di fronte a un’ingiuria il debole ondeggia fra la resa incondizionata e una reazione eccessiva. Solo il forte trova subito il tono giusto.

Dio mio, le persone che premettono ad ogni loro discorso formule quali: “È forse giusto che…?”, o: “Mi sembra molto importante…”; oppure ancora: “È un’affermazione estremamente grave…”! Quando una frase poggia su presupposti simili, è un indizio di perversione intellettuale – non è vero? – fermarsi ad ascoltarla fino alla fine. ‘Giusto’, ‘grave’, ‘importante’: chi può osar pronunciare parole
come queste?

Il paradosso: una banalità caduta in disuso.

Il savoir-faire consiste nel saper sostenere in modo brillante una conversazione irrimediabilmente futile. Per possedere questa dote, bisogna essere molto al di sopra o molto al di sotto dell’indignazione.

La decadenza dell’umanità è incominciata con la misurazione del tempo, le meridiane, il calendario, la clessidra… fino alle tristezze inoppugnabili dell’orologio. Nessuno stato di grazia sopravvive alla coscienza di che data o che ora siano.

La distanza fra un genio e una qualunque testa di legno è precisamente quella che ci vede quest’ultima.

La maggior parte degli uomini, il potere non lo sa servire, né combattere. Soltanto subire.

La maggioranza delle donne pensa che gli uomini siano – generalmente parlando – emeriti babbei: vorremo biasimarle per così poco? Dopotutto non li conoscono, se non per quello che essi sono quando agiscono sotto la loro influenza.

La meschinità d’animo si lega altrettanto bene al vizio che alla virtù.

Le ferite più gravi incominciano a dolere molto dopo che sono state inferte.

Le scoperte più difficili: quelle a cui chiunque altro avrebbe potuto arrivare.

Le ultime cose a essere scoperte saranno quelle che esistono dall'eternità.

Le verità sono vecchie come il mondo: non possono reggere il confronto con la freschezza di una menzogna…

Nessuno può essere più grande delle occasioni che gli si presentano.

Non stimo nobile un uomo, se non spreca la metà delle occasioni.

Persecuzione: la forma meno ignobile di successo.

Più facile convincere un’assemblea che una persona sola.

Preferisco rapinare una banca che dover andare a reclamare quel che mi spetta.

Quanto profondamente una religione sia radicata in una società lo puoi valutare, soprattutto, dall'atteggiamento dei miscredenti. Spesso gli atei recano impresso nei loro animi il dio che hanno ripudiato più dei suoi stessi fedeli.

Se in una testa c’è una sola idea, occuperà fino all'ultimo angolo di cervello.

Se sono uno spirito libero, chi mi potrà togliere la libertà? E se non lo sono, chi potrà darmela?

Sia il filantropo che il misantropo pongono l’uomo al centro delle proprie riflessioni; ma alla fine l'unico disposto a soffrire per lui è il secondo.

Spesso i giovani, di fronte al pericolo, temono di morire molto meno delle persone anziane: è perché il tempo ha radicato i vecchi più a fondo in questa palude ch’è il mondo.

Talvolta può bastare mezza parola per intuire l’abisso morale e intellettuale che ci separa da una persona.

Temere e sperare: le due facce di una stessa, fondamentale ignoranza.

Tenete nella debita considerazione le persone che si arrogano diritti immaginari, ma soprattutto guardatevi da quelle che si attribuiscono immaginari doveri.

Tre diversi stadi del sublime. L’arte di non farsi notare: il gentiluomo. Il dono di non fare nulla: l’artista. L’accortezza di non esistere: il santo.

Troppo spesso nominiamo noi stessi con voce ferma e malcelato orgoglio, come se sapessimo perfettamente di che cosa stiamo parlando. Io: il titolo più usurpato dalla notte dei tempi e, certo, il primo caso di millantato credito nella preistoria.

Tutti hanno sentito parlare del diavolo e del buon Dio… Nemmeno se esistessero, sarebbero tanto popolari!

Un mediocre nello svolgimento del proprio ufficio: spettacolo che rasenta la perfezione.

Vi è un solo vero viaggiatore, colui che vaga senza una meta.

L’onere delle condizioni
© Babbomorto Editore, 2019

Ci sono persone destinate a stabilire fra loro un legame profondo solo nel ricordo.

Con i migliori e con i peggiori può bastare un incontro nella vita, per segnarla.

Egoismo: l’illusione di amare almeno se stessi.

I distacchi privi di una causa precisabile sono definitivi.

Le preghiere che gli uomini rivolgono a Dio; le suppliche accorate e oscene che Gli fanno definitivamente passare la tentazione di esistere...

Nessuno ha il diritto di chiedere sacrifici, e nessuno dovrebbe neanche sentirsi mai in diritto di offrirne.

Per funzionare, un’istituzione può sopportare ancora un certo grado di incompetenza, purché rimanga confinata ai vertici.

Possiamo essere colti da intuizioni così grandi da non uscire dalla loro ombra per il resto della vita.

Proviamo vero rimorso soltanto per quelle cattive azioni che ci sentiremmo capaci di ripetere.

Libro di Ansaldi consigliato
Manuale di scetticismo
Editore: Puntoacapo 2014

"Le male risposte che non abbiamo dato agli sfrontati e ai maliziosi, e che rendiamo sempre più sferzanti nelle lunghe notti insonni; i sonori ceffoni che non abbiamo appioppato agli arroganti che ci avevano calunniato ed offeso; i rospi che abbiamo ingoiato con un timido sorriso stampato sulle labbra: ecco altrettanti rimorsi che rendono così pesante il nostro animo, ecco la nostra vera coscienza sporca!".

Note
  1. Gli aforismi di Amedeo Ansaldi sono pubblicati sul sito Aforismario con il consenso dell'autore.
  2. Vedi anche: Aforisti Contemporanei

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