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Aforismi, frasi e citazioni di Marcella Tarozzi Goldsmith

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Marcella Tarozzi Goldsmith (Bologna 1943), scrittrice e aforista italiana. Marcella Tarozzi è nata nel 1943 e ha vissuto a Bologna per diversi anni dove si è laureata in filosofia. Si è poi trasferita negli Stati Uniti dove ha proseguito gli studi filosofici fino a ottenere il dottorato di ricerca con uno studio sul comico.
I seguenti aforismi di Marcella Tarozzi sono tratti da: D'un tratto (Joker 2006) e Invece di un trattato (Genesi 2011).
La realtà: messa lì apposta perché ci si inciampi. (Marcella Tarozzi)
D'un tratto
© Joker 2006 - Selezione Aforismario

A corto di felicità ci si ingegna con un aldiquà in movimento.

A essere rigorosi non si capisce più nulla.

Al di là del desiderio di essere si cela quello di scomparire.

All'insegna della temporalità: non guasterebbero dei sussidi più concreti.

Amoreggiare: dire di no al primo che capita.

Assoldati dal nulla, lo reputiamo competente.

Aver contro la natura non dovrebbe condannarci a vederci in controluce.

Ci si sente liberi dal momento in cui decliniamo ogni diritto sull'altro.

Confessiamolo: la verità fa di noi dei miscredenti.

Da che parte sta l'indispensabile? È nato asimmetrico.

Da un mondo disabitato ci si potrebbe aspettare il vuoto, invece si assiste a degli spettacoli da baraccone.

Dio ha voluto celebrarsi, idea vertiginosa, seguita da catastrofi morigerate.

È bene trasferirsi da una verità all'altra per non incoraggiare legami irragionevoli.

È insufficiente il mero vivere, quello - per intenderei - che si può fotografare o radiografare.

Eros ci accarezza senza neppure dircelo, è sufficiente il suo slancio iniziale.

Esibendo le nostre anomalie ci attiriamo altre anomalie, ognuna sicura di sé.

Essendo variegato, l'esistente non è disposto a chiarire le sue posizioni.

Felicità e infelicità si contendono il nostro tempo.

Giova al mondo considerarci inattendibili.

Gli imprevisti vanno trattati come se con loro si potesse venire a patti.

Grazie alla nostra epoca è possibile rinfrancarsi altrove.

I colori sono gli esperimenti della natura che si adegua al nostro esistere.

I gatti sono preziosi perché vivono di vita propria.

I no e i sì decidono per noi.

I rischi inerenti alla parola si esibiscono in pubblico.

Il deteriore non è ancora l'eternità.

Il futuro mette insieme i difetti e i pregi del nulla e dell'essere.

Il già detto: ma da chi e per quale motivo? E ci sono state delle rimostranze?

Il mondo dell'estetica non è arrivato a tramare contro di noi.

Il positivo: verità inascoltate per forza di cose.

Il sonno: silenzioso, pacato, perfino naturale.

Il sublime è, in fondo, un ultimatum.

Il tempo copia l'eternità, un poco alla volta.

Il tempo non saprebbe procacciarsi l'eternità; un caso di malformazione?

Imponente la verità, insaziabile; talvolta appartata per capirsi meglio.

In definitiva: ci si prodiga per l'irrilevante.

L'arte risveglia in noi il possibile, ininterrotto.

L'ateo fa la corte all'irreligiosità, amicizie non stipendiate.

L'entusiasmo è uno strumento utile per scardinare le parole dal loro senso anche se intoccabile.

L'infelicità è polivalente.

La fortuna non ha pezzi di ricambio.

La libertà è diventata una faccenda da magazzinieri.

La matematica è l'opinione dei ricchi.

La morale ci sottrae al dovere di essere.

La morte ci assomiglia ma non sa far altro.

La realtà: messa lì apposta perché ci si inciampi.

La storia si inimica il mondo e ce lo consegna con tutte le sue nervature.

La verità non ha altre difese oltre se stessa.

Le domande si rivolgono ai veritieri, poi ci si chiede fino a che punto si facciano suggestionare dalle attenzioni dei mendaci.

Le passioni sono impressionabili: è il caso di viverle come spezzoni di un tutto che tiene in special modo al neutralismo?

Le risate sono altrettante repliche di chi altrimenti si sentirebbe escluso dal mondo.

Legati come siamo alla temporalità, la trattiamo da spiritata.

Lo stoico pensa, la sua profondità non lo affatica.

Molto presi dal contesto, finiamo col trascurare il nonsenso nei suoi punti salienti.

Non è dato ai vari silenzi scambiarsi opinioni degne di dibattiti giornalieri.

Non si sa bene se la bellezza sia qualcosa di immateriale o di compiacente.

Occorrono le passioni prima di poter decidere a favore dell'inesprimibile.

Per quanto irrinunciabile, la realtà rimane qualcosa di sottostante.

Per quanto si esamini la verità essa si crede nel giusto.

Perché mai dovremmo rinchiudere la realtà in un tugurio? Facciamone piuttosto un santuario.

Qualora si viva per vivere diventa difficile confutare gli ostacoli inerenti ai nostri slanci.

Recensire l'universo: l'aspirazione della scienza.

Replicare all'eternità: operazione delicata che richiede comportamenti forbiti.

Rimane invariato il nulla, e perciò non è istruttivo.

Sconfiggere il tempo: lo si fa se non lo si pensa.

Scrivere è dichiararsi liberi di soggiacere alla parola, a infrangerla se necessario.

Se bella, l'arte non ci ridicolizza.

Se ci si mette dalla parte del libero arbitrio si finisce con l'afferrare i misteri della comprensione.

Se inascoltata la luce apparirà spenta.

Sfugge al rispetto umano la natura, ma lei stessa si ritiene intrattabile.

Siamo provvisori e non ci se ne accorge subito.

Soccorrere la verità ci porterebbe troppo lontano.

Soffermiamoci sulla superficialità: scopriremo che non ci è caduta dal cielo.

Spronati dalle passioni, le confondiamo con i doveri.

Sta sparendo la bellezza e con lei ogni prologo.

Storico il passaggio da un nulla di fatto alla storia. E viceversa.

Su ordinazione: l'arte che si impadronisce del possibile.

Tacciare di incoerenza una persona è riconoscerla per quello che è.

Tra vero e falso gli accordi hanno un che di arbitrario.

Un perché ne richiama un altro, le risposte sono lì apposta per farci divagare.

Un'enormità il nulla: non è nemmeno stipato.

Una mente esagitata è per forza di cose ampollosa.

Una mente paludata si concentra sull'essere, lo scopo è di sollevarlo dal suo stato.

Una nota falsa: e neanche le correzioni ci danno ragione.

Una volta accerchiata la storia non rimane che consegnarla ai tradizionalisti.

Variando gli stati d'animo è difficile arrivare a un perbenismo convinto. Al male dobbiamo molti ritocchi, cambiamenti imprecisati e spesso fortuiti.

Invece di un trattato
© Genesi 2011 - Selezione Aforismario

All'inizio era il silenzio.

Il linguaggio inaugura la parola, non la deve sminuire.

Ha i suoi tabù la psiche: se li tiene celati per scopi umanitari.

La noia: sovrana eppure aperta a tutti.

L'immaginazione annoia, quasi quanto la realtà.

Nelle mani della felicità ci si sente a disagio; fa davvero sul serio?

La durata del tempo la decide lui.

La poesia: ogni parola la definisce, ma dopo si fa avanti la successiva.

L'ottimismo: se caricato ad oltranza suscita apprensione.

Cosa sarà mai una vita fortunata? Una vita che non rinunzia alla solitudine.

Dal punto di vista dei sentimenti religiosi il mondo appare plausibile; non andrei oltre questo aggettivo qualificativo.

Mostruoso il nulla se lo si prende sul serio.

La vita così-com'è non la si può rimandare al mittente.

Pensare è: non mettersi l'animo in pace.

Tra essere e non essere un divorzio appena percettibile.

Un desiderio che si spegne: non c'è per questo un ufficio reclami.

Libro di Marcella Tarozzi Goldsmith consigliato
D'un tratto
Prefazione: Sandro Montalto
Editore: Joker, 2006

Muovendosi all'insegna di un certo understatement più formale che sostanziale, con il passo calmo e l'aria (apparentemente sentenziosa, o meglio quel tanto che basta per non confondere la farina buona dell'aforisma con il loglio della semplice constatazione) del moralista settecentesco, l'autrice snocciola uno dietro l'altro la serie dei suoi aforismi. I quali da lontano possono sembrare pretendenti al ruolo di apoftegma (ossia mirare a una classicità formale che li avvicina al motto risaputo, accettato, classico, a tratti quasi sapienziale) mentre ad uno sguardo più attento (e imprescindibilmente reticolare) si rivelano essere macchine per scardinare, complottarde, sempre pronte a coalizzarsi, radunarsi per forzare serrature benpensanti e pigre consuetudini.

Note
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