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Aforismi, frasi e citazioni di Aelredo di Rievaulx

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Aelredo di Rievaulx, o Etelredo di Rievaulx, in latino: Aelredus Rievallensis (Hexham 1110 - Rievaulx 1167), monaco anglo-sassone, abate della Abbazia cistercense di Rievaulx dal 1147. I seguenti pensieri di Aelredo di Rievaulx sono tratto da quella che probabilmente è la sua opera più nota: L'amicizia spirituale (De spirituali amicitia liber): "L’amicizia spirituale, quella che noi chiamiamo vera, è desiderata e cercata non perché si intuisce un qualche guadagno di ordine terreno, non per una causa che le rimanga esterna, ma perché ha valore in se stessa, è voluta dal sentimento del cuore umano, così che il “frutto” e il premio che ne derivano altro non sono che l’amicizia stessa".
Chi è senza amici è come una bestia, perché non ha chi si rallegri con lui
quando le cose gli vanno bene; non ha chi condivida la sua tristezza
nei momenti di dolore. (Aelredo di Rievaulx)
L'amicizia spirituale
De spirituali amicitia liber, XII sec.- [Traduzione di Antonio Atzeni].

L’amicizia è quella virtù che lega gli animi in un patto così forte di amore e di dolcezza che quelli che prima erano tanti ora sono una cosa sola.

L’amicizia può essere: carnale, mondana, spirituale. Quella carnale nasce dalla sintonia nel vizio; quella mondana sorge per la speranza di un qualche guadagno: quella spirituale si consolida fra coloro che sono buoni, in base ad una somiglianza di vita, di abitudini, di gusti e aspirazioni. 

L'amicizia spirituale tra i buoni sorge da somiglianza di vita, di costumi e desideri, cioè è accordo nelle cose divine e umane con benevolenza e carità.

L’amicizia costituisce il gradino più alto verso la perfezione. 

Sono quattro i gradini che ci fanno salire alla perfezione dell’amicizia: il primo è la scelta, il secondo è la prova, il terzo è l’accoglienza, il quarto è “l’accordo sommo nelle cose divine e umane accompagnato da carità e benevolenza”. 

L’amicizia spirituale nasce tra i buoni per una somiglianza di vita, di abitudini, di aspirazioni, ed è una sintonia nelle cose umane e divine, piena di benevolenza e di carità. 

La fonte e l’origine dell’amicizia è l’amore, poiché ci può essere amore senza che ci sia amicizia, ma non ci può mai essere amicizia senza amore. 

L’amore è un sentimento dell’anima per cui essa, spinta dal desiderio, cerca qualcosa e desidera goderne, ne gode con una certa dolcezza interiore, abbraccia poi l’oggetto di questa ricerca, e conserva nella memoria quello che ha trovato. 

L’amicizia è eterna se è vera; se invece cessa di esistere, vuol dire che non è vera, anche se lo sembrava.

L’amicizia dà gusto, con la sua soavità, a tutte le virtù, con la sua forza seppellisce i vizi, addolcisce le avversità, modera la prosperità, così che senza un vero amico quasi niente tra le cose umane può essere fonte di gioia. 

Cosa può esserci di più gioioso dell’unione di un animo con un altro, di due che diventano uno al punto che sparisce la paura della prepotenza, o il timore indotto dal sospetto, e la correzione di uno non fa soffrire l’altro, né la lode può essere presa come adulazione?

All'amico si deve dire la verità; senza di essa il nome di amicizia non vale più nulla.

La fonte e la sorgente dell'amicizia è l'amore: infatti ci può essere amore senza amicizia, ma non amicizia senza amore.

Amici sono solo coloro a cui non temiamo di aprire il nostro cuore e ciò che vi è in esso.

Noi chiamiamo amici solo quelli cui non temiamo di affidare il nostro cuore con tutto quello che ha dentro, e così fanno anche loro, stringendosi a noi in un legame che ha la sua legge e la sua sicurezza nella fiducia reciproca. 

Ecco fin dove deve tendere l'amore tra amici, che vogliano morire uno per l'altro.

L’amico, come lo intendo io, deve essere il custode dell’amore vicendevole, o meglio del mio stesso animo: deve conservare in un silenzio fedele tutti i segreti del mio animo; curare e tollerare, secondo le sue forze, quanto vi trova di imperfetto; gioire quando l’amico gioisce; soffrire quando soffre; sentire come proprio, tutto ciò che è dell’amico.

L'amico, dice il Sapiente (Siracide 6, 16), è una medicina di vita.

Se uno non ama se stesso non può neanche amare un altro, perché l’amore del prossimo si costruisce sul modello dell’amore con cui uno ama se stesso. 

L’amico è come un custode dell’amore, o, come ha detto qualcuno, “un custode dell’animo stesso”.

Non è mai stato vero amico uno che ha potuto offendere un altro dopo averlo accolto nella sua amicizia. 

Non hanno il diritto di usare il nobilissimo nome dell’amicizia quelli che sono uniti dalla connivenza nel vizio: chi non ama, infatti, non è un amico, e non ama l’uomo colui che ama l’iniquità. 

Chi ama l’iniquità non ama, ma odia la sua anima, e chi non ama la sua anima tanto meno può amare quella di un altro.

Nessuno è più detestabile di colui che offende e tradisce l’amicizia; niente tormenta tanto l’animo quanto l’essere abbandonato o combattuto da un amico. Per questo bisogna mettere la massima cura nello scegliere un amico, e usare un’estrema cautela nel metterlo alla prova. 

Non può dirsi che abbia gustato la gioia della vera amicizia chi, una volta offeso, cessa di amare colui che prima amava. Infatti chi è amico, ama sempre. Se anche fosse rimproverato, insultato, dato alle fiamme, messo in croce, chi è amico ama sempre.

Quaggiù non c'è nulla di più santo da desiderare, nulla di più utile da cercare, nulla più difficile da trovare, niente più dolce da provare, niente più fruttuoso da conservare dell'amicizia.

L’amicizia è la gloria di chi è ricco, la patria di chi è in esilio, la ricchezza di chi è povero, la medicina di chi è malato, la vita di chi è morto, la grazia di chi è sano, la forza di chi è debole, il premio di colui che è forte. 

Guai a chi è solo, perché se cade non ha chi lo sollevi. Colui che è senza amici vive nella solitudine più totale. 

Chi è senza amici è come una bestia, perché non ha chi si rallegri con lui quando le cose gli vanno bene; non ha chi condivida la sua tristezza nei momenti di dolore.

L’amicizia è a un passo dalla perfezione che consiste nell'amore e nella conoscenza di Dio, cosicché un uomo, in virtù dell’amicizia che ha verso un altro uomo, diventa veramente amico di Dio.