Aforismi, frasi e "veleni" di Charles de Sainte-Beuve
Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Charles Augustin de Sainte-Beuve (Boulogne-sur-Mer 1804 - Parigi 1869), poeta, scrittore, aforista e critico letterario francese. Tra le opere principali di Sainte-Beuve si possono ricordare le raccolte di poesie: Les Consolations (1830), Pensées d'août (1837), Livre d'amour (1843); i racconti e i romanzi Volupté (1835), Christel (1839), La Pendule (1880).
Nel 1841, Sainte-Beuve scrive riguardo a sé stesso: "Non ho più il diritto di lamentarmi della società: mi ha dato tutto quello che meritavo, e forse qualcosa di più. Ho un posto comodo che equivale a una pensione. Sono richiesto ovunque e proprio da coloro da parte dei quali ambivo esserlo. Vivo da tutti i punti di vista al mio livello. Oh! i bei tempi andati, quando ero in disgrazia!".
Nel 1841, Sainte-Beuve scrive riguardo a sé stesso: "Non ho più il diritto di lamentarmi della società: mi ha dato tutto quello che meritavo, e forse qualcosa di più. Ho un posto comodo che equivale a una pensione. Sono richiesto ovunque e proprio da coloro da parte dei quali ambivo esserlo. Vivo da tutti i punti di vista al mio livello. Oh! i bei tempi andati, quando ero in disgrazia!".
Invecchiare è noioso, ma è l'unico modo che abbiamo per vivere a lungo. (Charles Augustin de Sainte-Beuve) |
Portraits de femmes, 1844-1870
Questo basso mondo è una vecchia cortigiana, ma che non cessa di avere giovani amanti.
Conversazioni del lunedì
Causeries du lundi, 1851-1862
Coloro che possiedono il dono della parola e sono oratori, hanno in mano un grande strumento di ciarlataneria. Beati se non ne abusano.
Dimmi chi ti ammira e ti dirò chi sei.
Il romantico prova nostalgia, come Amleto; egli cerca ciò che non ha, anche al di là delle nuvole; egli sogna, vive nei sogni.
Invecchiare è noioso, ma è l'unico modo che si è trovato per vivere a lungo.
[Vieillir est ennuyeux, mais c'est le seul moyen que l'on ait trouvé de vivre longtemps].
I miei veleni
Mes poisons, 1926 (postumo) - Selezione Aforismario
A un certo momento di quel pasto che chiamano vita, arriva la saturazione: ecco allora che basta una goccia per far traboccare il calice del disgusto.
Amatelo, ammiratelo, incoronatelo! Ma del poeta, pensate come Platone. Si giocherebbe in ogni istante e la vita e l’universo per una fantasia, per un capriccio, per il lampo di un desiderio.
C’è un grado di gioie e di diletti che occorre nascondere, pena l’offesa dell’umanità, che se ne vendica infamandovi.
Che mistero, dunque, la vita! Diventa più difficile e si sente che si complica di più a mano a mano che si va avanti e che essa sembra più spoglia e più viva.
Ci sono giorni in cui lo spirito si sveglia al mattino, con la spada fuori del fodero, e vorrebbe devastare tutto.
Ciò che ha fatto la loro felicità diverrà strumento del loro supplizio.
Da giovani, troppo libertinaggio inaridisce il cuore, e troppa continenza intasa lo spirito.
Di tutte le disposizioni di spirito, l'ironia è la meno intelligente.
Il gusto della letteratura non è mai più vivo di quando, a provocarlo, è qualcuno che non immagina affatto di fare della letteratura.
Il riflusso dell'anima nell'età del declino è molto spesso proporzionale a quello che è stato, negli anni di gioventù, il flusso della marea: quanto più allora si era andati avanti, tanto più ci si ritira. Sono stato un giovane dei più entusiasti, e oggi, nella stessa misura, sono triste e malinconico.
In fondo, io non sono un letterato, non sono nemmeno un artista; ma, cantando le donne che ho amato, mi sarebbe piaciuto poter dire: siamo gentiluomini che vivono come meglio possono.
In gioventù non si è mai soli, interi mondi abitano dentro di te. Ma, più avanti, capita che pensieri e sentimenti non riescano più a colmare la tua solitudine: o almeno, che non riescano più ad alleviarla.
L'idea, anzi la certezza che certe cose non si faranno mai più: certi viaggi, certe passeggiate, e magari le cose che comunque non si sarebbero mai fatte, riesce incredibilmente a produrre una calma che assomiglia al gelo, una mortificazione profonda di tutte le gioie spirituali, che il più delle volte sono soltanto desideri.
La maggior parte degli uomini famosi muoiono in uno stato di vera e propria prostituzione.
La raffinatezza di gusto è artificiale nell'uomo, come tante altre cose eccellenti, che sono esse pure creazioni artificiali. Se s’insiste troppo su di essa e la si coltiva allo stato puro, come se fosse un’essenza, essa corre il rischio di diventare preziosa e manierata. La cosa migliore, per mantenerla al contempo squisita e naturale, è ritemprarla di tanto in tanto (in sordina) nella buona grossolanità sensuale. Così hanno fatto tutti i veri raffinati.
Mi sembra talvolta che, nel sistema di equità dell’inesorabile natura, quasi ogni uomo quaggiù, nonostante l’apparente disuguaglianza delle sorti, ottenga in fondo la propria parte più o meno equivalente di felicità e d’infelicità, e anche che, se occorre dirlo, ogni anima giunga, con l’avanzare dell’età, a tutto il vizio di cui è capace.
Ne sono convinto da molto tempo. Nelle nostre critiche, giudichiamo noi stessi più che gli altri.
Non basta dire ad alta voce, di certa gente, che la si disprezza. Il silenzio soltanto è sovrano disprezzo. − E quello che ho detto qui è già troppo.
Non c'è che una strada per comprendere gli uomini, ed è quella che consiste nel non avere fretta di giudicarli, nel vivere loro vicino lasciando che si spieghino, che si sviluppino giorno per giorno, che da soli prendano forma in noi.
Non ho avuto né primavera né autunno: ho conosciuto soltanto l'estate secca, bruciata, triste e dura, che ha divorato ogni cosa.
Non ho mai potuto concepire l'amore senza mistero, e dove c'era mistero, là, per me, c'era già l'amore.
Quelli per i quali la noia è affascinante sono innamorati o poeti: la fantasticheria del poeta è la noia incantata.
Sarebbe aver conseguito una grande vittoria nella vita saper restare sempre perfettamente naturali e sinceri con sé stessi, credere di amare solo quello che si ama davvero e non prolungare per amor proprio e per vana emulazione passioni già spirate in noi: mancando un ascolto attento di se stessi, per la maggior parte degli uomini la seconda metà della vita si dilegua e si lascia sfuggire il proprio vero senso e al tempo stesso la propria ultima felicità.
Sono forse l'uomo che ha subito più rifiuti in amore, e che ha rifiutato più amicizie.
Spesso una donna brutta è più civetta di una bella; la prima provoca gli uomini e l'altra li aspetta.
Stimolare la vita con il sentimento della morte.
Succede per la donna come per l'ostia consacrata: il credente ci vede Dio in persona, gli scettici solo un pezzo di pane senza lievito.
Tranne per alcune eccezioni, l’umanità è sempre e ovunque la stessa, cattiva, grossolana o corrotta. Ma ognuno crede che ciò sia cominciato solo dal momento in cui l’ha scoperto, e ci si illude che ci sia modo in futuro di ricondurla a miglior stato, il quale non è mai esistito. È una pura illusione ottica da parte dello spettatore.
Una gran parte delle qualità stilistiche, in un certo autore brillante, dipende da un difetto del carattere. L’inquietudine permalosa che prova per ognuno lo obbliga a ingegnarsi nelle sfumature: se fosse più calmo, farebbe di meno.
Voglio, sì, l'erudizione, ma una erudizione governata dal giudizio e organizzata dal gusto.
Libro di Sainte-Beuve consigliato da Aforismario
I miei veleni
Traduzione: Carla Ghirardi
Introduzione: Jacqueline Risset
Editore: Pratiche Editrice, Parma, 1984
Al riparo da occhi indiscreti, Sainte-Beuve riempie le pagine di un diario nel quale critica e autobiografia si alternano e giungono qualche volta a sovrapporsi. A lato della sua instancabile e ricca attività «ufficiale» trova spazio in queste pagine tormentate e insieme lucidissime l'esercizio più libero e segreto di una critica letteraria senza veli, senza ritrosie e ammiccamenti, spesso feroce e spietata, che investe soprattutto i più grandi contemporanei.