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Aforismi, frasi e frantumi di Giovanni Boine

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Giovanni Boine (Finale Marina 1887 - Porto Maurizio 1917), scrittore, poeta e aforista italiano. Le seguenti citazioni di Giovanni Boine sono tratte da Frantumi, libro pubblicato postumo nel 1918, caratterizzato da uno stile particolarmente originale e composto da aforismi poetici e poesie in prosa.
Ho scordato il mio nome: ho perduto i miei passaporti
in paese nemico. (Giovanni Boine)
Frantumi 
1918 - Selezione Aforismario

Talvolta quando al tramonto passeggio stanco pel Corso (ch' è vuoto), uno che incontro dice, forte, il 
mio nome e fa: «buona sera!». Allora d'un tratto, lì sul Corso ch'è vuoto, m'imbatto stupito alle cose d'ieri e sono pur io una cosa  col nome. 

Il dovere è il mio compito; non m'impedirai di compirlo.

Ho studiato le molteplici connessure del mio  ieri con l'ieri di tutti ed ho riconosciuta la necessaria Società. Ho nettamente tracciata la carta della società, sul mappamondo dell'Universale il quale è l'ieri d'Iddio. Ora io consulto ad ogni respiro l'astrolabio dell'universale, navigante che piglia l'altezza del sole. 

Sono corazzato dell'universale ed il mio nome è coscienza. Nave all'ormeggio, specula salda su roccia s'avvicendano intorno le notti coi soli ed io resto immobile nella certa coscienza di me. 

Ma hai no! che l'oggi mi vince e sono un naufrago senza la zattera. Ahi che Fieri rapido vagulo crepita via, secca foglia nel vento ! Son tutto nell'oggi ed il mio nome è attimo. 

Quando la sera rincaso e mi seggo all'acceso camino, fuori la valle è grigiume di nebbia e notturna opacità. Non esiste il passato. Che mai è il ricordo? 

Non trovo nel codice il comma dell'azione mia, né il comandamento della mia morale. 

Non pietre miliari di una diritta via; massi erratici ed oasi. 

Ho scordato il mio nome: ho perduto i miei passaporti in paese nemico. 

Drizzai 1'avida prua ai ghiacci del Nord, incerto mi dondolo ora nelle bonacce lisce del Cancro. 

Il mio nome è oggi, e la mia via si chiama smarrita. Non ci sono insegne ai bivi dell'andare mio e non so s'io abbia imboccato a man dritta. 

Vagabondo che non sai donde viene e stanotte ti brucerà il pagliaio, ciascuno che incontro mi guata con occhi nemici. Veggo nella titubanza delle tue pupille che io ti sono come l'acqua che fugge. 

Ahi ch'io non ho letto, ahi eh' io non ho tomba! Ahi ch'io non so chi mi sia e non conosco né cosa né 
uomo!

Perché io sono triste ora? Ma perché io sono gioioso ? Non intendo la ragione della notte e del giorno

Come vuoi ch'io prometta se non so del domani? Non intendo che cosa sia promessa.

E perché fingi di non aver mutato? Che il tuo vivere sia secondo ragione te ne compiaci. Arrangi le prove del tuo mutare secondo l' apparenza dell' immutabilità. 

Io, per me, ciò che volli non 1'ho compiuto. 

Cieco a cui caschi il bastone, via gettai tutte le vostre logiche. Foglia nel vento, barca nel mareggiare; ma non cerco la sbarra. 

Dico che non v'è timone. Volontà e passione, vuote parole.

Passione e volontà son tutto nella gioia dell'oggi, e tutto nel presente dolore.

Sono disperatamente gioioso e sono senza speranza triste. Credo con violenza all'inferno e sono de facto certo di un Paradiso. 

La mia vita non si fabbrica su progetto, pezzo per pezzo, come i palazzi di pietra e non corro a una meta cavallo al traguardo. Non ho avvenire perché non ho passato. Non avendo ricordo, nemmeno speranza.

Come potrò rinunciare alla donna che amo s'io non sono che amore della donna che amo! Come tu vuoi ch'io non arda pel corpo della donna che amo s'io non ho altro corpo che il suo? 

Non mi torrai dalla chiusa prigione dell' attimo con vane chiacchiere sull'infinità dell'eterno. 

Non v'è altro eterno che l'attimo.

Sei chiuso nella tua gioia com'io nel mio dolore. 

Ci sono giorni di vuoto che le rose non danno profumo, né gli occhi vedono; la gente degli spettri scorre via per strada senza rumore. 

L'amico da lungi mi guata con ambiguo giallore; a barriera ci sono fra gli uomini i cubitali cristalli della pazzia. 

Si staccano come foglie in novembre le lucide felicità; par che divalli il mondo in sprofondamenti zitti di ombra.

Vi sono spazi senza speranza, vi sono vie senza le mete, vi son sprofondi senza sostanza, sponde non ha la dimenticanza, è un ricco dono ogni abbandono, son tutte sciolte le verità. 

Ci sono angosce rapide-vaste come bitume di nubi sopra le valli.

Trama tessuta, conti le fila della tua vita e nessuna è strappata.

Libro di Giovanni Boine
Frantumi
Seguiti da Plausi e botte
Editore La Voce, 1921

"Frantumi" raccoglie aforismi e frammenti letterari di Giovanni Boine, tra gli intellettuali più eminenti del gruppo "vociano". "Plausi e botte" raccoglie, invece, gli scritti critici apparsi nella rivista "Riviera ligure".

Note
Vedi anche: Aforisti del '900

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