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Aforismi di Cesare Pavese da "Il mestiere di vivere"

Selezione dei migliori aforismi di Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950), scrittore, poeta e traduttore italiano. Gli aforismi riportati in questa pagina, sono tratti da quello straordinario diario che è Il mestiere di vivere, sicuramente il libro migliore per conoscere la personalità di Cesare Pavese. 
Su Aforismario trovi anche una raccolta di citazioni di Cesare Pavese tratte dai suoi racconti. [Il link è in fondo alla pagina].
Foto di Cesare Pavese
Non si desidera di godere. Si desidera sperimentare la vanità di un piacere,
per non esserne più ossessionati. (Cesare Pavese)

Il mestiere di vivere
1935-1950 © Einaudi 1952 (postumo) - Selezione Aforismario

Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.

Bisogna osservare bene questo: ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.

C'è qualcosa di più triste che invecchiare, ed è rimanere bambini.

Chi non è geloso anche delle mutandine della sua bella, non è innamorato.

Chiodo scaccia chiodo. Ma quattro chiodi fanno una croce.

Ciascuno ha la filosofia delle proprie attitudini.

È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla.

È concepibile che si ammazzi una persona per contare nella sua vita? − E allora è concepibile che ci si ammazzi per contare nella propria.

Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.

Farsi amare per pietà, quando l'amore nasce solo dall'ammirazione, è un'idea molto degna di pietà.

Finché ci sarà qualcuno odiato, sconosciuto, ignorato, nella vita ci sarà qualcosa da fare: avvicinare costui.

Gente come noi innamorata della vita, dell'imprevisto, del piacere di «raccontarla», non può arrivare al suicidio se non per imprudenza. E poi, il suicidio appare ormai come uno di quegli eroismi mitici, di quelle favolose affermazioni | di una dignità dell'uomo davanti al destino, che interessano statuariamente, ma ci lasciano a noi.

Gli artisti che veramente si sono uccisi per i loro tragici casi, sono solitamente leggeri cantori, dilettanti di sensazioni, che nulla accennarono mai nei loro canzonieri del profondo cancro che li rodeva. Da cui s'impara che l'unico modo di sfuggire all'abisso è di guardarlo e misurarlo e sondarlo e discendervi.

Gli uomini che hanno una tempestosa vita interiore e non cercano sfogo o nei discorsi o nella scrittura, sono semplicemente uomini che non hanno una tempestosa vita interiore. Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque.

I suicidi sono omicidi timidi. Masochismo invece di sadismo.

I tempi della filantropia sono i tempi in cui si mettono dentro i mendicanti.

Il maggiore torto del suicida è non d'uccidersi, ma di pensarci e non farlo. Niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta l'idea − l'abitudine dell'idea − del suicidio.

In amore conta soltanto aver la donna in letto e in casa: tutto il resto sono balle, luride balle.

In genere è per mestiere disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla propria vita.

Insegna più una sola creatura che cento.
Foto di Cesare Pavese
Nessuna donna fa un matrimonio d'interesse: tutte hanno l'accortezza,
prima di sposare un milionario, d'innamorarsene. (Cesare Pavese)

L'arte della vita consiste nel nascondere alle persone più care la propria gioia di esser con loro, altrimenti si pèrdono.

La bontà che nasce dalla stanchezza di soffrire è un orrore peggio che la sofferenza.

La fantasia umana è immensamente più povera della realtà.

La forza dell'indifferenza! − È quella che ha permesso alle pietre di durare immutate per milioni di anni.

La politica è l'arte del possibile. Tutta la vita è politica.

La religione consiste nel credere che tutto quello che ci accade è straordinariamente importante. Non potrà mai sparire dal mondo, proprio per questa ragione.

La ricchezza della vita è fatta di ricordi, dimenticati.

La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati.

La vera genialità non è conquistare una donna già desiderata da tutti, ma scovarne una preziosa in un essere ignoto.

La vita senza fumo è come il fumo senza l'arrosto.

L'amore è la più a buon prezzo delle religioni.

L'amore ha la virtù di denudare non i due amanti l'uno di fronte all'altro, ma ciascuno dei due davanti a sé.

L'arte di sviluppare i motivetti per risolverci a compiere le grandi azioni che ci sono necessarie. L'arte di non farci mai avvilire dalle reazioni altrui, ricordando che il valore di un sentimento è giudizio nostro poiché saremo noi a sentircelo, non chi interviene. L'arte di mentire a noi stessi sapendo di mentire. L'arte di guardare in faccia la gente, compresi noi stessi, come fossero personaggi di una nostra novella. L'arte di ricordare sempre che, non contando noi nulla e non contando nulla nessuno degli altri, noi contiamo più di ciascuno, semplicemente perché siamo noi. L'arte di considerare la donna come la pagnotta: problema d'astuzia. L'arte di toccare fulmineamente il fondo del dolore, per risalire con un colpo di tallone. L'arte di sostituire noi a ciascuno, e sapere quindi che ciascuno si interessa soltanto di sé. L'arte di attribuire qualunque nostro gesto a un altro, per chiarirci all'istante se è sensato. L'arte di fare a meno dell'arte. L'arte di essere solo.

L'arte di vivere è l'arte di saper credere alle menzogne.

L'ozio rende lente le ore e veloci gli anni. L'operosità rapide le ore e lenti gli anni.

L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso - prigione, malattia, abitudine, stupidità, - si vorrebbe morire.

La difficoltà di commettere suicidio sta in questo: è un atto di ambizione che si può commettere solo quando si sia superata ogni ambizione.

Le cose si ottengono quando non si desiderano più.

Le puttane battono a soldi. Ma quale donna si dà altro che a ragion veduta?

Le uniche donne che vale la pena di sposare, sono quelle che non ci si può fidare a sposare.

Nessuna donna fa un matrimonio d'interesse: tutte hanno l'accortezza, prima di sposare un milionario, d'innamorarsene.

Non bastano le disgrazie a fare di un fesso una persona intelligente.

Non c'è assolutamente nessuno che faccia un sacrificio senza sperarne un compenso. E tutto questione di mercato.

Non c'è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso.

Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola.

Non ci si uccide per amore di una donna. Ci si uccide perché un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla.

Non è affatto ridicolo o assurdo chi, pensando d'uccidersi, si secchi e spaventi di cadere sotto un'automobile o di buscarsi un malanno. A parte la questione del maggiore o minor dolore, resta sempre che volere uccidersi è desiderare che la propria morte abbia un significato, sia una suprema scelta, un atto inconfondibile. È perciò naturale che il suicida non tolleri il pensiero di cadere per caso sotto un veicolo o crepare di polmonite o qualcosa d'altrettanto insensato.

Non è che accadono a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso – vale a dire, un destino.

Non manca mai a nessuno una buona ragione per uccidersi.

Non si desidera di godere. Si desidera sperimentare la vanità di un piacere, per non esserne più ossessionati.

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.

Pensa male, non ti sbaglierai.

Per disprezzare il denaro bisogna appunto averne, e molto.

Perché è sconsigliabile di perdere la testa? Perché allora si è sinceri.

Perché il veramente innamorato chiede la continuità, la vitalità (lifelongness) dei rapporti? Perché la vita è dolore e l'amore goduto è un anestetico, e chi vorrebbe svegliarsi a metà operazione?

Perché si desidera esser grandi, esser geni creatori? Per la posterità? No. Per girare tra la folla, segnati a dito? No. Per sostenere la fatica quotidiana sulla certezza che quanto si fa vale la pena, è qualcosa di unico. Per l'oggi, non per l'eterno.

Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio.

Prima di essere astuti con gli altri, occorre essere astuti con sé stessi. C'è un'arte di far accadere le cose in modo che sia in coscienza virtuoso il peccato che commettiamo. Imparare da qualunque donna.
Foto di Cesare Pavese
È concepibile che si ammazzi una persona per contare nella sua vita?
E allora è concepibile che ci si ammazzi per contare nella propria. (Cesare Pavese)

Quale mondo giaccia di là di questo mare non so, ma ogni mare ha l'altra riva, e arriverò.

Quei filosofi che credono all'assoluto logico della verità, non hanno mai avuto a che discorrere a ferri corti con una donna.

Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andare degli anni si soffre sempre di più?

Se il chiavare non fosse la cosa più importante della vita, la Genesi non comincerebbe di lì.

Si aspira ad avere un lavoro, per avere il diritto di riposarsi.

Si dovrebbe stupirsi se fosse diverso: si accumula, si accumula rabbie, umiliazioni, ferocie, angosce, pianti, frenesie e alla fine ci si trova un cancro, una nefrite, un diabete, una sclerosi che ci annienta. E voilà.

Si odiano gli altri, perché si odia se stessi.

Siccome Dio poteva creare una libertà che non consentisse il male (cfr. lo stato dei beati liberi e certi di non peccare), ne viene che il male l'ha voluto lui. Ma il male lo offende. È quindi un banale caso di masochismo.

So che per sempre sono condannato a pensare al suicidio davanti a ogni imbarazzo o dolore. È questo che mi atterrisce: | il mio principio è il suicidio, mai consumato, che non consumerò mai, ma che mi carezza la sensibilità.

Sono un popolo nemico, le donne, come il popolo tedesco.

Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il Cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio.

Tanto stupido che per trovare uno scopo alla sua vita, ha dovuto fare un figlio.

Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con altri.

Una donna che non sia una stupida, presto o tardi, incontra un rottame umano e si prova a salvarlo. Qualche volta ci riesce. Ma una donna che non sia una stupida, presto o tardi trova un uomo sano e lo riduce a rottame. Ci riesce sempre.

Vendicarsi di un torto ricevuto è togliersi il conforto di gridare all'ingiustizia.

Vivere tra la gente è sentirsi foglia sbattuta. Viene il bisogno d'isolarsi, di sfuggire al determinismo di tutte quelle palle da biliardo.

Libro di Pavese consigliato da Aforismario
Libro di Cesare Pavese
Il mestiere di vivere
Diario 1935-1950 
Autore: Cesare Pavese 
Curatori: M. Guglielminetti e L. Nay
Introduzione: Cesare Segre
Editore: Einaudi, Torino, 2006

Iniziato il 6 ottobre 1935 durante i giorni del confino politico, "Il mestiere di vivere" accompagna Cesare Pavese fino al 18 agosto 1950, nove giorni prima della sua morte, e diventa a poco a poco il luogo cui affidare i pensieri sul proprio mondo di scrittore e di uomo e, soprattutto, le confessioni ultime su quei drammi intimi che laceravano la sua esistenza. Amaro, disperato, violento, ironico, raramente sereno, Pavese consegna al lettore una meditazione sulla vita, sui sogni, sui ricordi e sull'arte condotta con rigore intellettuale e morale; e allo stesso tempo, pagina dopo pagina, testimonia con lucidità l'evoluzione di un personale mestiere di vivere.

Note
  1. Vedi anche: Citazioni di Cesare Pavese dai Racconti
  2. Leggi anche le citazioni degli scrittori italiani: Guido Morselli - Primo Levi

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