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Aforismi e Calembour di Gino Patroni

Selezione di frasi, aforismi e calembour di Gino Patroni (Ameglia, 1920 - La Spezia 1992), giornalista e scrittore italiano. Così Gino Patroni ha definito sé stesso: «Classe di ferro arrugginita alla svelta, mezzo geometra (per studi abbandonati), maestro elementare intero, sette anni di liceo classico (impiegato in segreteria), prigioniero in Germania, liberato dai francesi di Ledere e subito rifatto prigioniero per il coup de pòignard fascista del 1940, poi travet statale, giornalista professionista, depresso endogeno e indigeno (siccome vive alla Spezia, base navale e banale), abita di preferenza al reparto neuro ma sovente si ricovera a domicilio».

Come osserva Arrigo Petacco: "Lo scrivere era per Gino Patroni poco più che un hobby scarsamente redditizio. Salvo infatti le cronache di routine, scriveva soprattutto per se stesso e per gli amici. D'altra parte quei deliziosi epigrammi che in seguito lo renderanno famoso, e di cui era già un instancabile produttore, non potevano certo costituire una merce vendibile ai frustrati redattori delle province usi a pubblicare soltanto i resoconti del Consiglio comunale o le aride notizie ricavate dal mattinale della Questura. Li scriveva dunque a tempo perso e li mostrava sogghignando agli amici del bar Peola. Poi, appagato dalle nostre risate, li riponeva a casaccio nei cassetti della scrivania... Gino Patroni possedeva il genio del nonsense, del gioco di parole e di tutti quei sottintesi capaci di fare esplodere la comicità quando meno te lo aspetti".

Gino Patroni è famoso soprattutto per i suoi epigrammi umoristici caratterizzati da paradossi e giochi di parole. Già i titoli dei suoi libri sono tutto un programma: Ed è subito pera (1959), Un giorno da beone (1969), Una lacrima sul Griso (1973), Crescete e mortificatevi (1975), Il foraggio di vivere (1987), La vita è bella e scarso l'avvenir (1988), La vita è una malattia ereditaria (1992).
Qui di seguito sono riportati alcuni dei migliori aforismi di Gino Patroni selezionati da Aforismario.
Mensa popolare. Una zuppa di verdura ed è subito pera. (Gino Patroni)
Ed è subito pera
1959 - Selezione Aforismario

Infarto in trattoria. Verrà la morte e avrà i tuoi gnocchi

Le cinque della sera. Erano le cinque della sera, le cinque della sera, le cinque della sera, sull'orologio fermo.

Lettera dal confino. "Ti scrivo sotto dittatura."

K.O. di pugile dilettante. I dolori del giovane "welter".

Mensa popolare - Una zuppa di verdura ed è subito pera.

Onestà geometrica - Il più onesto degli angoli è quello retto.

Infermeria - Etere o non etere?

Sala operatoria - Chi ha lasciato l'aorta aperta?

Un giorno da beone
1969 - Selezione Aforismario

Affermazione. È meglio vivere un giorno da beone che cent'anni da astemio

Appello da destra. Proprietari di tutto il mondo, unitevi!

Cantico dell'automobilista. Laudato si' mi' motore...

Lettera d'amore di dentista. Mia caria...

Orgoglio. Mio figlio è il primo della classe, entrando.

Penelope. Tessere o non tessere?

Favoletta russa. C'era una vodka...

Crescete e mortificatevi
1975 - Selezione Aforismario

Incidente sul lavoro. Piegatore di giornali morsicato da un inserto.

Perversione. Impiegato del catasto vende l'anima al Demanio.

Fiscalismo in Paradiso. Adamo ed Iva

Speranza. Forse avremo anche in Italia la TV libera. Meglio tardi che RAI.

Comandamento all'italiana. Ricordati di pontificare le feste.

Conclusione. La vita è una malattia ereditaria.

Il foraggio di vivere
1987

L'amore è come la guerra. Prima o poi va dichiarato.

La vita è bella e scarso l'avvenir
1988 - Selezione Aforismario

Fatalità. La mia prima comunione l'ho presa a Ostia.

Caratteriale. Il mio professore di disegno geometrico era un tipo molto compassato.

Equivalenza. Non c'è rosa senza spina. Ma succede anche al pesce.

Promemoria per alpinisti. La più bella delle scalate è il monte di Venere.

Le invasioni barbariche. Dopo gli UNNI vennero gli ALLTRI.

Non c'è amore senza pene
Epigrammi inediti, 1989

Proverbio adulterino. Moglie, corna e buoi dei paesi tuoi.

Sovrapposizione. Se la donna è mobile, l'uomo è sopramobile.

Libro di Gino Patroni consigliato da Aforismario
Il meglio di Gino Patroni
Epigrammi editi e inediti, prose, memorie di vita
Prefazione: Arrigo Petacco
Editore: Longanesi, 1994

La materia prima dei calembours di Gino Patroni erano quasi sempre gli aspetti della vita di tutti i giorni nei quali solo lui riusciva a scoprire il risvolto umoristico: ora un episodio di cronaca, ora un ricordo personale, ora un titolo di giornale o una frase letta da qualche parte che si prestavano ai divertenti giochi di parole di cui era maestro. Per esempio, il suo epigramma più celebre, quello intitolato Mensa popolare e che si riassume in due versi: Una zuppa di verdura / ed è subito pera, oltre che dalla lettura di Quasimodo, fu suggerito a Gino dal ricordo della triste mensa comunale di via Mentana da lui frequentata assiduamente nel dopoguerra. Mentre il titolo del famoso libro di Giorgio Bassani gli suggerì la definizione «Il giardino dei finti spezzini» da lui attribuita a quei locali, assai poco frequentati, della «Pineta» ora trasformati in sede del Circolo Allende. Molto più spesso tuttavia l'ispirazione gli veniva da situazioni meno colte. Le sue battute sbocciavano spontanee, di getto, cosicché gli capitava di suscitare il riso anche quando non era il caso. «È morto il capostazione», annunciava qualcuno. E Gino: «Davvero? Pensavo che le sue condizioni fossero stazionarie». «Forse aumentano le pensioni», auspicava speranzoso l'ex arsenalotto. E lui: «Sì, però diminuiscono gli alberghi». Insomma, Gino Patroni possedeva il genio del nonsense, del gioco di parole e di tutti quei sottintesi capaci di fare esplodere la comicità quando meno te l'aspetti.

Note
Vedi anche: Calembour e Giochi di Parole