Le più belle frasi di Giorgio Armani
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Giorgio Armani (Piacenza 1934), stilista italiano tra i più noti al mondo. La maggior parte delle seguenti frasi di Giorgio Armani sono tratte da interviste, e riguardano, ovviamente, il mondo della moda, lo stile, l'eleganza e la sua stessa attività di stilista.
L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. (Giorgio Armani) |
Selezione Aforismario
Bisogna cominciare presto, prestissimo. A 15 anni se uno ha la moda dentro già se ne accorge.
Chi fa la moda è un artista legato strettamente a doppio filo all'industria.
Creare un abito da sera memorabile, la borsa che tutte vorrebbero, un blazer confortevole come un cardigan, ma anche una semplice T-shirt bianca o il paio di jeans capace di catturare lo spirito del momento: tutte queste sarebbero azioni vuote se non arrivassero al pubblico nel modo giusto. Bisogna comunicare per farlo: creare un immaginario, suggestionare.
Crescere non vuol dire altro che adattare il mondo perfetto delle idee a quello imperfetto della realtà.
Eleganza è intelligenza e misura.
Eliminate il superfluo, enfatizzate la comodità e riconoscete l'eleganza del poco complicato
Elimino le differenze tra uomo e donna. Ho dato all'uomo la scioltezza, la flessuosità, la morbidezza della donna. E alla donna il comfort, l'eleganza dell'uomo. Io destrutturo, ammorbidisco.
Evitare tutto quello che è evidente, il lusso sfrenato, per scoprire un lusso più segreto, più riservato, meno diffuso.
Dio? Non lo vestirei né col doppiopetto, né in t-shirt e jeans: con un completo blu, confortevole e celestiale.
Nella società dell’apparire occorre apparire, ma l’essere oggi rappresenta ancora un valore fondamentalmente. Ritengo che l’apparire abbia breve durata, ma l’essere sia per la vita.
La moda è quella che viene suggerita e che spesso è meglio evitare, lo stile invece quello che ciascuno ha e deve conservare nell'arco della sua vita.
Il creativo sicuro è un cretino.
I cretini non sono mai eleganti. Gli intelligenti invece, anche con due stracci addosso sono vestiti logicamente, quindi sono sempre eleganti.
Il modo in cui lavoro alle mie creazioni non dipende da qualcosa che ho sviluppato con consapevolezza. Semplicemente, faccio quello che mi viene più spontaneo.
Il profumo è il miglior biglietto da visita col quale ci presentiamo agli altri
La differenza tra lo stile e la moda è la qualità.
La bontà mi sembra una qualità un po’ modesta, l’ambizione è una grande qualità.
La bontà mi sembra una qualità un po’ modesta, l’ambizione è una grande qualità.
L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. [1]
Lo stile è eleganza non stravaganza. L'importante è non farsi notare, ma ricordare.
Lo stile è una questione di eleganza, non solo di estetica. Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È trovare la novità e l’invenzione senza ricorrere alla stravaganza. È gusto e cultura.
Lo stile consiste nel corretto bilanciamento tra sapere chi sei, che cosa va bene per te e come vuoi sviluppare il tuo carattere. I vestiti diventano l'espressione di questo equilibrio.
Lo stile [di Milano] lo sintetizzerei con tre D: discrezione, disciplina, dovere. In un mondo che tende alla cialtroneria, all'anarchia dei comportamenti e alla furberia, ben venga il calvinismo milanese!
La legge del lusso non è aggiungere, ma togliere.
La valigia è intelligente proporzionalmente alla sicurezza di sé di chi la prepara. Chiunque sappia in che panni si trova a suo agio, fa valigie perfette in cinque minuti.
La volgarità è la malattia della finta modernità.
L'eccentricità è un concetto che non ha bisogno di occasioni speciali per esprimersi.
L'eccentricità è un pensiero che dà nuovo significato alla normalità, un modo per sviarla. Ma deve essere istintiva, o si percepisce una fatica che trasmette solo un senso di pesantezza. Penso che il mio gusto per l'eccentrico si andato in parallelo con quello per il rigore.
Per essere eleganti non si deve assolutamente aver l'aria di essersi vestiti a fondo, vale a dire essersi studiati molto bene, essersi coordinati; bisogna sempre avere un'aria piuttosto casuale, che non significa essere trasandati.
I jeans rappresentano la democrazia nella moda.
[Jeans represent democracy in fashion].
I jeans rappresentano la democrazia nella moda. (Giorgio Armani) |
Gli aggettivi con i quali mi identifico, come persona e stilista, sono: preciso, pignolo, rigoroso, intransigente, leale, costante, determinato, appassionato. La mia moda nasce da un lavoro di sottrazione, dal rispetto per chi indossa l’abito, dall'idea di creare uno stile capace di resistere, pur evolvendosi nel tempo.
La mia è una figura certamente atipica di stilista e imprenditore. L'alchimia funziona bene, ma è un'equazione totalmente interna al mio mondo e al mio prodotto.
O sei rigoroso o non lo sei. E a me piace il rigore.
Il mio percorso di stile parte da poche linee vergate sulla carta e si conclude in un’immagine fatta di pochi elementi combinati in maniera sottile. Perché, ne sono convinto, la semplicità è forza. Semplice non è mai il punto di partenza, ma sempre il punto d’arrivo.
Non ho mai amato la creatività fine a se stessa, l’esplosione di fantasia capace giusto di stupire e lasciare a bocca aperta con creazioni che poi di indossabile non hanno nulla. Anche il più alto volo di fantasia per me deve avere un senso. Deve tradursi in un capo, in un accessorio che poi una donna e un uomo saranno in grado di portare.
Essere famoso è quasi un impegno morale, per non smentirti, per mantenere la fiducia di chi ha creduto in te, per non perdere il tuo stile inconfondibile, con la convinzione che nella vita essere veramente famosi vuol dire esserlo sempre.
Anche quando mi sono ritrovato benestante, ho agito con cautela. Ho sempre ritenuto volgare l’esibizione del denaro.
Ho dimostrato negli anni che sexy non è il corpo esposto allo sguardo di tutti, ma è suggerire, velare e rivelare, lasciando intuire senza mai esibire.
Trovo imbarazzante parlare di arte quando mi riferisco al mio lavoro, che è di fatto un’operazione molto democratica.
Non possiedo quadri esclusivi: non capisco chi colleziona e si vanta di possedere opere che gli altri non possono vedere”.
Il mio lavoro è del tipo Ibm, tutto programmato. Le aziende che lavorano per me hanno precise scadenze che devo rispettare.
Provo un po’ di invidia per chi non ha grossi impegni e la sera, alle cinque e mezza, stacca.
Il rigore nei sentimenti mi è necessario almeno quanto quello della forma.
Barzellette? No grazie. Mi imbarazzano, non ne racconto mai, mi dimentico subito e poi trovo tremendo aspettare il prorompere di una risata.
Non sopporto quelli che fanno una vacanza come se stessero in città, che passano da un locale all'altro con un bicchiere in mano. Perdere coscienza di se stessi è da idioti.
Odio chi vende fumo imbrogliando il prossimo, chi non ha niente di vero dentro di sé e fa credere di essere pieno d’invenzione.
Il mio Nobel come uomo pubblico è stata la copertina di Time, quello come Giorgio Armani persona l’Ambrogino d’oro.
Il modo in cui lavoro alle mie creazioni non dipende da qualcosa che ho sviluppato con consapevolezza. Semplicemente, faccio quello che mi viene più spontaneo.
Il mio bagaglio? Una sacca con tre camicie azzurre, due golf blu, due pantaloni, quattro paia di mutande bianche.
Bisogna accorgersi che sotto all'abito c’è un corpo che pulsa, che sotto questi vestiti c’è un uomo che non è più a disagio se ha scoperto una piega, un’imperfezione. I miei capi non richiedono prove e misurazioni. Si infilano e basta
Alla famiglia si torna sempre. Anzi, l’unica cosa che ha un senso è la famiglia. Quando pensi che puoi lasciarla e andare in giro per il mondo a fare la tua vita, alla fine c’è un momento in cui la famiglia ti serve e rientrare nei tuoi affetti, ricordare incazzature e momenti felici vissuti insieme ti serve a ricostruire chi sei, da dove vieni.
Coco Chanel, che forse qualcuno scambia per l'apoteosi del classico, è stata la più originale delle donne.
Un buon sedere è un buon sedere, ma per chi crea vestiti il nudo è autodistruzione.
Evergreen. La t-shirt e jeans di James Dean, il giubbotto di pelle di Marlon Brando, l’eskimo dei sessantottini. La borsa Kelly. Lo zainetto. La bigiotteria di Chanel. I gioielli indiani degli hippy. Il bikini e l’olimpionico. E tra le scarpe? Il sandalo di Chanel. Le Nike. Le Timberland. In chiusura di secolo: i sandali d’inverno e gli stivali d’estate.
La chiamo la regola di Cary Grant: vestiti in modo che, quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data. Cary Grant sapeva che cos’è l’eleganza e la praticava.
Un uomo omosessuale è uomo al 100%. Non si deve vestire da omosessuale.
Quando l'omosessualità è esibita all'estremo come per dire "ah, sai sono omosessuale" è qualcosa che non ha niente a che fare con me. Un uomo deve essere un uomo.
Libro di Giorgio Armani consigliato
I cretini non sono mai eleganti
Giorgio Armani in parole sue
Curatore: P. Pollo
Editore: Rizzoli Etas, 2014
Ha rivoluzionato il nostro modo di vestire e di pensare la moda. E uno degli ambasciatori dello stile italiano nel mondo. Giorgio Armani non è solo pura creatività: imprenditore appassionato con l'occhio sempre fisso sul futuro, così legato alle radici da farne una cifra di vita, non è mai stato tipo da lesinare le critiche a chi soffoca la creatività e deprime il gusto, talvolta polemizzando anche coi colleghi. In questo libro Paola Pollo, profonda conoscitrice del mondo della moda, ritrae l'Armani uomo, stilista e imprenditore attraverso i pensieri, le dichiarazioni, le battute di una lunga e inimitabile carriera. Parole che illuminano i tratti - la timidezza, la dedizione al lavoro, la passione, il rigore - che ne hanno fatto il primo e forse più riuscito esempio di stilista-imprenditore. Dall'infanzia ai primi passi nel mondo della moda. Dal taglia e cuci ai consigli di amministrazione. Dalle ispirazioni alle acquisizioni, fino alla maturità e al prezzo del successo. Una lezione per l'avvenire dell'impresa e della creatività italiana nel mondo. La firma di un uomo che ha saputo rinnovarsi rimanendo sempre fedele a se stesso.
Note
"L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare". Questa citazione, abbastanza diffusa su internet, è probabilmente una variazione della frase pronunciata da Giorgio Armani nel corso dell'intervista con Roberto Gervaso per il Corriere della Sera pubblicata nel 1980: "Lo stile è eleganza non stravaganza. L'importante è non farsi notare, ma ricordare".