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Aforismi, frasi e citazioni di Sergio Solmi

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Sergio Solmi (Rieti 1899 - Milano 1981), scrittore, poeta e saggista italiano. Parlando di Sergio Solmi, ha affermato Eugenio Montale: "Il suo dono naturale è di vedere senza essere visto e di essere presente come può esserlo un fatto o meglio un dono di natura".
Non credo molto all'immortalità dell'anima. Penso però
che una spiegazione ci sarebbe dovuta. (Sergio Solmi)
Meditazioni sullo Scorpione
© Adelphi 1972 - Selezione Aforismario

Evidentemente, un senso ha sempre più senso quanto più si avvicina al non senso. (Attenti a non caderci però).

Forse i mentitori, i millantatori sono i soli di cui si possa dire che veramente esistono. L’animo sincero si cancella, si fa diafano per lasciar passare i fatti, le cose anonime e le realtà oggettive. Forse ogni persona esiste soltanto in quanto mente, s’addensa e si concreta nella sua menzogna.

Il nostro destino cola, come un metallo fuso, dentro uno stampo appositamente disposto dai Celesti, diverso per ciascuno di noi. Ce ne accorgiamo soltanto quando il metallo si è solidificato, e les jeux sont faits.

Il nostro pensiero più profondo nasce a volte improvvisamente dal passivo stagnare della nostra vita, come la ninfea nel fango. Nel brulicare d’infinite sciocchezze e vanità, nell'inconsistente polverio che noi chiamiamo ‘vita interiore’, è a volte come un lampo momentaneo: le parole insulse e meccaniche, le incerte visioni corporee che il flutto limoso traeva con sé s’aggrumano e s’organizzano, prendono figura: è il mistero carnale d’ogni creazione, la luce che albeggia sul caos.

Il Vico diceva che l’uomo può conoscere soltanto ciò che fa. In un certo senso, è vero. Ma egli, in realtà, conosce pienamente soltanto quello che ha fatto. E una tale conoscenza si perfeziona soltanto quando non può mettervi più rimedio, quando infectum fieri nequit. Condizione essenziale della compiuta conoscenza è l’immodificabilità.

Interscambiabilità della colpa. Si subisce passivamente un’ingiustizia, per offrirsi alla punizione di altro fallo che nulla ha a che vedere con quello di cui siamo incolpati e di cui potremmo facilmente dimostrare la nostra innocenza. Come presso i popoli primitivi, l’importante è che il dio sia saziato.

L'idea vive tutta nello sforzo che facciamo per intenderla, vive cioè quando non esiste ancora. Perciò in ogni idea persistono sempre zone d'ombra, irresolute. L'idea perfettamente chiara, perfettamente compresa, è un'idea morta.

L’ingrediente di menzogna connaturato al dispiegamento d’ogni forma di vita: le piume variegate degli uccelli, le code iridescenti e flessuose dei pesci della Cina, l’inevitabile amplificazione perpetrata dall'arte e dalla morale. La sincerità come una specie di sfinimento.

L’intelligenza, per vivere, deve per forza nutrirsi di stupidità: cosa sarebbe un’intelligenza senza nutrimento? Certi spiriti eloquenti e approssimativi, implacabili discettatori e sofisticatori, coloro che tengono, in una discussione, ad aver sempre ‘ l’ultima parola ’, ci offrono un esempio di questa intelligenza agile e vacua, senza nutrimento né sostanza.

Poesia, accordo supremo del nostro essere con se medesimo. Far poesia, in fondo, vuol dire senz'altro riconoscersi. Quando la parola è accettata senza reticenze, quando la parola non forza nulla, e le basta lasciarsi dire.

Soltanto le passioni possono farci veramente conoscere qualcosa di noi. L'odio l'amore, il disgusto, l'umiliazione, soprattutto l'umiliazione. Essa incide spesso in noi un pensiero rigoroso, come un lampo, nella notte, ci rivela le ramificazioni di una foresta.

Sul piano spirituale, non facciamo che ripetere le ombre dei desideri degli intenti che abbiamo cercato di realizzare in gioventù, o realizzato incompiutamente, o non realizzato affatto. Particolarmente questi ultimi, i più numerosi di tutti.

Una certa ‘ idiozia ’ è pur necessaria al pensiero: una lentezza maldestra, la presenza d’ostacoli che lo spirito superficiale risolve e supera in un batter d’occhio. La nostra riflessione più vera nasce a quel punto in cui si scopre la mostruosità, l’impensabilità di ‘ciò che è evidente’.

Quaderni
© Adelphi 1966-1981 - Selezione Aforismario

C'è un detto popolare: "ha ragione da vendere". Ma se il venditore va al mercato, chi gliela compera? La ragione, ai nostri giorni, è convenientemente squalificata.

Guai della vecchiaia: non potere sollevare un fuscello senza sentirsi morire.

Il sonno e l'estate sono le ultime risorse del vecchio.

Lasciarsi condurre per mano dalla vita.

Non credo molto all'immortalità dell'anima. Penso però che una spiegazione ci sarebbe dovuta.

Non sgomentarsi dei nostri sbagli, delle trappole in cui incappiamo. Non sono mai insuperabili. 

Sospetto che l'erezione della statua alla Dea Ragione coincida con l'inaugurazione della ghigliottina. 

Libro di Sergio Solmi consigliato
Meditazioni sullo Scorpione 
e altre prose
Editore: Adelphi, Milano, 1985 

Sergio Solmi è apprezzato, da anni, per le sue rare poesie, che non si dimenticano, e per gli illuminanti saggi letterari. Ma esiste un’altra dimensione della sua opera, la meno nota e forse la più rivelatrice, quella che permette di saldare le molte immagini dello scrittore in una: le prose, di cui Solmi ha qui raccolto una parte, quasi a comporre una complessa linea di vita, che va dagli anni venti a oggi. Percorrendo queste tracce continuamente divergenti, questi calcolati lampeggiamenti di immagini e idee, apparirà chiara la sorprendente singolarità di questo scrittore, come nelle Meditazioni sullo Scorpione, certo una delle più belle prose italiane di questo secolo.