Frasi e citazioni di Tiziano Terzani

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Tiziano Terzani (Firenze 1938 - Pistoia 2004), giornalista e saggista italiano. Le seguenti riflessioni di Tiziano Terzani sono tratte dai suoi libri più noti, tra i quali: Un indovino mi disse (1995), Lettere contro la guerra (2002), Un altro giro di giostra (2004), Anam, il senzanome (2005) e La fine è il mio inizio (2006).

Foto di Tiziano Terzani
Ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. (Tiziano Terzani)

Buonanotte, signor Lenin
© Longanesi 1992 - Selezione Aforismario

La Storia non esiste. Il passato è solo uno strumento del presente e come tale è raccontato e semplificato per servire gli interessi di oggi.

Le rivoluzioni costano carissime, richiedono immensi sacrifici e perlopiù finiscono in spaventose delusioni.

Quando la religione diventa un grande potere all'interno dello Stato, lo Stato di per sé perde potere sui suoi cittadini.

Un indovino mi disse
© Longanesi 1995 - Selezione Aforismario

Forse in ogni uomo c'è un primordiale, istintivo bisogno, ogni tanto, di imporsi dei limiti, di scommettere con delle difficoltà, per poi sentire di essersi “meritato” qualcosa di desiderato.

I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.

Il capire qualcosa è una gioia, ma solo se è legato a uno sforzo.

La depressione diventa un diritto, quando uno si guarda attorno e non vede niente o nessuno che lo ispiri, quando il mondo sembra scivolare via in una gora di ottusità e di grettezza materialista. Non ci sono più ideali, non ci sono più fedi, non ci sono più sogni. Non c'è più niente di grande in cui credere; non un maestro cui rifarsi.

La vita è anche un continuo spreco. Quante belle persone si incontrano senza che ce se ne accorga; e quante belle cose non si notano sulla via che uno fa ogni giorno, tornando a casa! Come sempre occorre l'occasione giusta, un qualche caso; occorre qualcuno che ti fermi e che ti faccia prestare attenzione a questo o a quello.

Libero dalla routine di tutti i giorni, senza alcun dovere tranne quello con la propria coscienza, la mente si acquieta, riaffiorano pensieri inutili, pensieri piacevoli, impressioni sconnesse e al fondo una grande gioia.

Nella vita bisogna essere sempre come su questa nave: dei passeggeri. Non bisogna possedere nulla!

Questo benedetto progresso che ci allunga la vita, ci rende più ricchi, più sani, più belli, ma in fondo ci fa anche sempre meno felici. Non c'è da meravigliarsi che la depressione sia diventata un male tanto comune. È quasi rincuorante. È un segno che dentro la gente resta un desiderio di umanità.

Tutti dobbiamo chiederci (e sempre) se quel che stiamo facendo migliora e arricchisce la nostra esistenza. O abbiamo tutti, per una qualche innaturale deformazione, perso l'istinto per quel che la vita dovrebbe essere, e cioè soprattutto un'occasione di felicità?

In Asia
© Longanesi 1998

Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare.

Lettere contro la guerra
© Longanesi 2002 - Selezione Aforismario

A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d'impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro

Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non si fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi.

Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna.

Così è diventato il nostro mondo: la pubblicità ha preso il posto della letteratura, gli slogan ci colpiscono ormai più della poesia e dei suoi versi.

Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.

Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l'affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l'economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile?

Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.

Un altro giro di giostra
© Longanesi 2004 - Selezione Aforismario

Quella notte in ospedale, nel silenzio rotto solo dal frusciare delle auto sull'asfalto bagnato della strada e da quello delle suore sul linoleum del corridoio, mi venne in mente un'immagine di me che da allora mi accompagna. Mi parve che tutta la mia vita fosse stata come su una giostra: fin dall'inizio m'era toccato il cavallo bianco e su quello avevo girato e dondolato a mio piacimento senza che mai - me ne resi conto allora per la prima volta -, mai qualcuno fosse venuto a chiedermi se avevo il biglietto. No. Davvero il biglietto non ce l'avevo. Tutta la vita avevo viaggiato a ufo! Bene: ora passava il controllore, pagavo il dovuto e, se mi andava bene, magari riuscivo anche a fare... un altro giro di giostra.

Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra.

Bisogna fermarsi per conoscersi, per essere se stessi.

È sempre così difficile giudicare il senso di quel che ci capita nel momento in cui ci capita e bisognerebbe imparare, una volta per tutte, a dare meno peso a quella distinzione – bene o male, piacere o dispiacere – visto che il giudizio cambia col tempo e spesso il giudizio stesso finisce per non avere alcuno valore.

Finirai per trovarla la Via... se prima hai il coraggio di perderti.

La normale vita quotidiana era diventata per me una piovra dai mille tentacoli. Non riuscivo a sfuggirle. La mia testa, costantemente occupata da un pensiero di difesa, di organizzazione, da un progetto o una speranza, non era mai vuota e con ciò mai pronta a qualcosa di più grande.

La nostra vita quotidiana è piena di piccole luci che ci impediscono di vederne una più grande.

La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall'esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l'intuizione, non attraverso l'intelletto. L'intelletto è limitato.

È inutile saper leggere e scrivere, conoscere il sanscrito e l'intera letteratura, se non si conosce se stessi.

Curarsi non vuol dire ingoiare una pillola ogni sei ore. Vuol dire purificare la propria mente e usarla per sostenere il processo di guarigione [...] Vuol dire orientarsi verso un giusto stile di vita. Curarsi è prevenire le malattie vivendo una vita in cui il corpo è in armonia e la mente è in pace.

"Io chi sono?". La risposta sta nel porsi la domanda, nel rendersi conto che io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono quello che posseggo, non sono i rapporti che ho, non sono neppure i miei pensieri, non le mie esperienze, non quell'Io a cui teniamo così tanto. La risposta è senza parole. È nell'immergersi silenzioso dell'Io nel Sé.

Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, di inorridirsi, di commuoversi, di innamorarsi, di stare con se stessi. Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle.

I miracoli esistono e sono miracoli perché capitano una volta ogni tanto, perché sono qualcosa di insolito, qualcosa che non capiamo, perché sono un'eccezione alla regola del non-miracolo.

Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un'alba o un tramonto.

Ecco un piccolo, bel modo per fare qualcosa contro la violenza: decidere di non mangiare più altri esseri viventi.

Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c'è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell'animale che muore.

Il modo perfettamente "razionale" in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli, tagliando la coda ai maiali perché quelli dietro non la mordano a quelli davanti, e il becco ai polli perché, impazzendo nella loro impossibilità di muoversi, non attacchino il vicino, è un ottimo esempio della barbarie della ragione.

Quella che chiamiamo eufemisticamente "carne" sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, morti ammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?

Anam, il senzanome
2005 (postumo) - Selezione Aforismario

Come si può allevare la vita per uccidere e mangiarsela? Come si può tenere in delle spaventose, spaventose gabbie, migliaia e migliaia e migliaia di polli a cui si deve tagliare il becco perché non becchino, impazziti come sono, le galline che gli stanno avanti? Come si può allevare un vitello – che è bello, no? – un piccolo vitello, chiuderlo in una scatola di ferro, in una gabbia di ferro, perché cresca anchilosato dentro e la sua carne rimanga bianca? Tutto per ingrassare, tutto perché possiamo avere anche noi parte di questa realtà, ce la possiamo mangiare. Hai mai sentito gli urli di un macello di maiali? E come puoi mangiare il maiale, poi? È impossibile.

Oggi l'economia è fatta, per costringere tanta gente, a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente.

Tutta la nostra società è fatta per dare spago alla violenza, e allora violenza produce violenza, non c'è niente da fare.

Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne.

La fine è il mio inizio
© Longanesi 2006 (postumo) a cura di Folco Terzani - Selezione Aforismario

L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare.

Amare, non volere. Bagnare, non asciugare. Ecco il segreto delle cose. L'intelletto solidifica, la ragione diluisce.

Il vero desiderio, se uno ne vuole uno, è quello di essere se stessi.

A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.

L'educazione dovrebbe cominciare con l'insegnare il valore della non violenza, che ha a che fare poi con tutto: con l'essere vegetariano, col rispettare il mondo, col pensare che questa terra non te l'han data a te, che è di tutti e tu non puoi impunemente metterti a tagliare e fare buchi.

Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo.

Il coraggio è il superamento della paura.

In verità io non ho mai lavorato. Ho fatto le cose che mi piacevano e guarda caso mi pagavano anche! Ma non ho mai sentito il lavoro come un peso, nel senso dell'alienazione: tu vendi il tuo tempo, le tue giornate, per cui lo stipendio che ti danno è una sorta di ricompensa perché ti hanno rubato qualcosa.

L'unica cosa che uno può desiderare è di non avere più scelte, perché la scelta vera non è quella fra due dentifrici, fra due donne, fra due macchine. La scelta vera è quella di essere te stesso.

La vera comprensione è quella che va al di là della ragione e che si fonda sull'istinto, sul cuore.

La verità è una terra senza sentieri.

Non c'è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni.

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all'erta.

Trovo strano che sia diventato una sorta di anatema parlare di non violenza. E diventata una cosa ridicola, infantile, irrealizzabile, utopica, a cui nessuno sembra voler più credere. Tranne tanti giovani.

Tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione.

Una strada c'è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici "oh, guarda, c'è un filo". Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c'è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

Un mondo che non esiste più
© Longanesi 2010 (postumo)

Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea.

Fonte sconosciuta
L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya… È dentro di noi!

Note
Leggi anche le citazioni dei giornalisti e saggisti italiani: Romano Battaglia - Vittorio Buttafava

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