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Aforismi, frasi e citazioni su Capri

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'Isola di Capri, situata nel golfo di Napoli. Capri presenta una struttura morfologica complessa, con cime di media altezza (Monte Solaro 589 m e Monte Tiberio 334 m) e vasti altopiani interni, tra cui il principale è quello detto di "Anacapri". La costa frastagliata presenta ripide scogliere con numerose grotte, la più famosa delle quali è senza dubbio la Grotta Azzurra, i cui magici effetti luminosi furono descritti da molti scrittori e poeti. Caratteristici di Capri sono i celebri Faraglioni, tre piccoli isolotti rocciosi a poca distanza dalla riva che creano uno straordinario effetto scenografico e paesaggistico.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa su Napoli, la Sicilia e Tropea. [I link sono in fondo alla pagina].
Isola di Capri: uno dei punti magnetici dell'universo. (Alberto Savinio)
Nel frastagliato e vastissimo panorama delle isole minori in Italia, Capri occupa una posizione di assoluto privilegio. Se del resto ogni isola ha caratteri ben definiti e peculiarità che ne trasmettono l'immagine turistica, la sola enunciazione di Capri evoca un inestricabile crogiolo di sensazioni che ne esaltano la dimensione di isola mediterranea per antonomasia.
Bonechi, Capri, 2008

Capri è essenzialmente una favola, un sogno perso nell'azzurro straordinario di un mare incredibile, negli sconfinati panorami che abbracciano altre preziosissime tessere di quel mirabile mosaico rappresentato dalla costa partenopea e salernitana, tra Capo Miseno ed Amalfi.
Bonechi, Capri, 2008

Tutto quanto è percepibile dai sensi trova in quest 'isola la più elevata gratificazione; dalla luce, sublime complemento e raffinata sfaccettatura di colori che consente di leggere, come in un libro aperto, le inesauribili meraviglie del luogo; dal profumo dei fiori, altro gioiello assieme ad una vegetazione che mischia gli aspetti mediterranei a quelli più propriamente tropicali; dalle selvagge brezze salmastre di un mare che è la vita stessa dell'isola; dalla sconvolgente voce del silenzio, rotto solamente dal lacerante grido dei gabbiani e dal frangersi dei marosi sulle dirupate e precipiti scogliere; dalla possibilità di toccare con le proprie mani le vestigia millenarie di una storia illustre ed affascinante, assieme ai numerosi resti ed alle reminiscenze di un passato che rappresenta la più autentica matrice culturale del luogo
Bonechi, Capri, 2008

Quell'ambivalenza di sentimenti che si prova di solito in posti come St–Germain–des–Prés o Portofino, pieni di gente quasi tutta atroce. Quando si dice, come di Capri, che sono rovinati per sempre, significa proprio che con la folla insopportabile sono fastidiosi, perché il calore umano va bene, però non fino al punto di dover soffocare in mezzo a troppe facce di imbranati; e senza la folla insopportabile sono deprimenti come un vecchio viale dopo l’abbattimento degli alberi.
Alberto Arbasino, America amore, 2011

Capri è uno scoglio tremendo. Un giorno qualcuno inventerà un contatore Geiger capace di misurare le radiazioni erotiche delle rocce, e quel giorno si saprà che Capri è il luogo più erotizzante del mondo. Da duemila anni, infatti, milioni di persone si sono innamorate guardando i Faraglioni, e ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse qualcosa di strano che viene fuori dalle rocce.
Luciano De Crescenzo, Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo, 1989

In nessun luogo al mondo ci sono tante occasioni di deliziosa quiete come in questa piccola isola. 
Charles Dickens [1]

È ormai un secolo e mezzo che Capri è di moda e la sua gloria non accenna a diminuire. I poeti, i ricchi, le anime vaganti iniziarono la conquista di Capri fin dal 1826, quando i tedeschi innamorati della cultura classica, lanciati sulle orme di Goethe, credettero di aver trovato nell'isola selvaggia la nuova Ellade e la ribattezzarono “Das homerische Capri”.
Oriana Fallaci (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Capri è forse stata, milioni e milioni di anni fa, attaccata alla penisola sorrentina, che ora si spezza alla Punta della Campanella, ma poi, per l' opera incessante delle forze naturali che tutto intaccano, mutano e sconvolgono, è diventata l' isola che è, conservando nelle sue dimensioni limitate gli aspetti grandiosi e talvolta paurosi della montagna. Ma tutto questo è stato poi umanizzato e come soverchiato da una grazia unica, che ha investito tutti gli aspetti di Capri trasfigurandola in bellezza paradisiaca.
Sossio Giammetta, su La Repubblica, 2012

Lo sposalizio dell'uomo con la natura, con la natura di Capri che non scarseggia di orrido e selvaggio, ma in cui tutto questo è sposato e in qualche modo dominato dall'umanità e dalla grazia che nell isola regna sovrana. 
Sossio Giammetta, su La Repubblica, 2012

L'isola [di Capri] dorme nell'austero silenzio: dorme pure anche il mare, come morto. Pare che dall'alto una mano potente abbia scaraventato in esso questo bruno e strano scoglio, uccidendone la vita. Guardandola dal mare, e proprio dove l'arco dorato della via Lattea tocca l'acqua nera, l'isola si mostra come una fenomenale bestia, dalla fronte mostruosa, la quale curvata l'irsuto dorso, lambisce con la gola enorme il mare, bevendone silenziosamente l'acqua liscia e piana come l'olio. 
Maksim Gor'kij, Di notte, in Eroica, 1913

Suonavano le campane allorquando approdammo; una graziosa fanciulla, figlia di un pescatore, si avanzò nell'acqua, afferrò la barca e, tenendola ferma alla riva, ci permise di scendere a piedi asciutti. Nello spiccare un salto sul suolo dell'isola di Capri, che io mi ero raffigurata tante volte sotto il nordico cielo natio, mi parve di trovarmi nella stessa mia casa. Tutto era silenzio e tranquillità; non si vedevano che un pescatore e due ragazzi intenti a bagnarsi presso uno scoglio, due giovanette sulla spiaggia, e tutto all'intorno rupi severe. Ero dunque giunto in una solitudine selvaggia e romantica insieme.
Ferdinand Gregorovius, L'isola di Capri,, in Viaggi in italia, 1856–1877

Capri è un luogo fatto apposta per gli uomini stanchi della vita; non saprei indicarne un altro in cui coloro i quali ebbero a soffrire dispiaceri, potessero finire più tranquillamente i loro giorni. 
Ferdinand Gregorovius, ibidem

Un mese intero ho vissuto nell'isola di Capri ed ho goduto, in tutta la sua pienezza, la solitudine magica di quella marina. Così potessi io riprodurre le sensazioni ivi provate! Ma è impossibile descrivere con parole la bellezza e la tranquillità di quella romita solitudine. 
Ferdinand Gregorovius, ibidem

Chi può rimanere qualche istante sulla Marina piccola di Capri senza lasciare sciolta la briglia alla propria fantasia? La solitudine e l'aspetto deserto della spiaggia sono magici, in ispecie nel silenzio della notte, al lume di luna, quando non si ode altro che il frangere delle onde che incessantemente si succedono le une alle altre, quando gli scogli e i capi si perdono nell'ombra, e le fiaccole delle barche pescherecce ora brillano sulla superficie del mare, ora scompaiono.
Ferdinand Gregorovius, ibidem

Giampaolo Richter, contemplandola dalla terra ferma, ha paragonato Capri ad una sfinge; la bella isola a me è apparsa simile ad un sarcofago antico, fiancheggiato dalle Eumenidi scarmigliate, su cui campeggiasse la figura di Tiberio. 
Ferdinand Gregorovius, ibidem

Il continuo contrasto che regna a Capri mi ha sempre procurato un grande stupore. L'isola ha tante rocce nude da dare l'impressione di un deserto; ma ha pure grande varietà di tinte, verdura di piante e splendore di fiori. Da questo complesso di deserto e di rocce ne deriva un insieme che ha un aspetto imponente e grazioso ad un tempo. L'animo si sente sereno, inclinato ai pensieri tranquilli; la solitudine invita alla vita romita. Monti, rocce, valli esercitano un'influenza magica; racchiudono lo spirito come dietro ad un'inferriata, attraverso la quale si può contemplare il più bel golfo della terra, circoscritto dalle più amene spiagge. 
Ferdinand Gregorovius, L'isola di Capri,, in Viaggi in italia, 1856–1877

In Capri s'incontrano di frequente figure che si direbbero staccate da una tela del Perugino o del Pinturicchio, di una soavità incomparabile. Le donne portano, particolarmente in Capri, i capelli disposti con gusto artistico nella sua semplicità, scendenti al basso, e trattenuti da uno spillo d'argento. Talvolta fissano il mucadore alla testa con una catenella ed allora hanno davvero l'aspetto di donne di paesi remoti.
Ferdinand Gregorovius, ibidem

Vidi spesso, specialmente nel paese di Capri, fisionomie di vera e rara bellezza e nell'osservarle coi capelli scarmigliati, gli occhi nerissimi e grandi che parevano lanciare fiamme, sorgere nelle camere oscure dai loro telai e venir fuori, mi sembrò di vedermi comparire dinanzi tante Danaidi.
Ferdinand Gregorovius, ibidem

I Faraglioni, scogli giganteschi, inaccessibili, d'oltre cento piedi di altezza, emergenti dal mare come piramidi, di forma conica, uno levigato, l'altro frastagliato in modo fantastico e bizzarro. La loro ombra si estende sul mare, a cui dà un aspetto melanconico. Più in là si apre in uno scoglio l'arco di una caverna, in cui possono entrare anche le barche, e sulla loro sommità, agitati dal vento, ondeggiano vaghi arbusti e piante selvatiche. Di tanto in tanto l'alcione che ammaestra la giovane prole al volo, fa udire il suo rauco grido. Non si può fare a meno di ricordare il passo del Prometeo incatenato di Eschilo e par quasi che all'orecchio giunga lo sbatter d'ali delle Oceanidi e l'eco dei loro canti.
Ferdinand Gregorovius, L'isola di Capri,, in Viaggi in italia, 1856–1877

C'è più storia (e mito) in una piccola onda del Mediterraneo che nelle acque di tutti gli oceani", è stato detto. Ebbene, di questo mare Mediterraneo così pieno di memorie l'isola di Capri è la quintessenza, o se si preferisce "la perla". È il luogo dove la Natura e la Bellezza si incontrano, dove il Mito e la Storia ci parlano ancora. 
Raffaele La Capria, Ultimi viaggi nell'Italia perduta, 1999

Ci sono molte isole sparse nei mari del mondo che possono vantare bellezze paragonabili a quelle di Capri, ma non ce n'è nessuna che abbia un passato così carico di memoria, e questo aumenta la suggestione del luogo. 
Raffaele La Capria, ibidem

Dopo la scoperta della Grotta Azzurra, fatta in una mattina del 1826 dal poeta Augusto Kopisch (una meraviglia della natura che corrispondeva bene all'immaginario romantico), l'isola diventò meta turistica di ogni nordico sognatore del Mediterraneo, punto d'incontro di una elegante società cosmopolita, di artisti, scrittori, re e regine, e celebrità mondane, che lasciarono ovunque il segno del loro passaggio.
Raffaele La Capria, ibidem

Si può dire che non vi sia luogo dell'isola, dalla via Krupp alla Villa San Michele, che non sia legato al nome di un illustre personaggio.
Raffaele La Capria, ibidem

Quello che sorprende nella conformazione dell'isola è proprio la quantità e la varietà dei percorsi che consente, e la caleidoscopica sequenza dei punti di vista che offre. C'è una Capri fatta di rocce e balze da cui sembra di poter veder all'improvviso prendere il volo un rettile alato, da Jurassic Park; e una Capri marina fatta di grotte e insenature dove sembra ancora possibile di veder nuotare i tritoni e le sirene del mito. C'è una Capri agreste dove la vegetazione infuria e il lavoro del contadino è ancora visibile nei gesti antichi, e una Capri "cittadina" di strade e case e negozi eleganti. C'è una Capri paesana, il vecchio villaggio, con la sua casbah, le sue viuzze tortuose e le botteghe degli artigiani all'opera, e una Capri turistica di alberghi lussuosi, piscine e giardini pensili. C'è una Capri artistica, di chiese e certose e ville da visitare, e una Capri archeologica di rovine imponenti. C'è una Capri alta, con la graziosa e linda Anacapri al centro, che sembra la capitale di una Svizzeretta, e una Capri bassa, con la Piazzetta famosa e le strade che vi convergono. E potrei continuare.
Raffaele La Capria, Ultimi viaggi nell'Italia perduta, 1999

A Capri basta muovere un passo - per cambiare del tutto la prospettiva.
Raffaele La Capria, ibidem

A Capri anche nel periodo di maggiore affollamento (da luglio a tutt'agosto) si può sempre trovare un luogo solitario, un'isola nell'isola, dove starsene in pace.
Raffaele La Capria, ibidem

A luglio e ad agosto Capri viene assalita e "divorata" da un esercito di turisti così come un insetto morto viene assalito e divorato da un esercito di formiche. Vanno e vengono i turisti, come un'inarrestabile fiumana, soprattutto la domenica. Scaricati dai vaporetti arrivano con la funicolare in Piazzetta, scorrono per le vie principali, scendono alla marina, si rifocillano con panini e coca-cola, lasciano avanzi dove capita, e la sera ripartono. Sono questi i terribili pendolari, odiati dai locali per lo scompiglio che portano.
Raffaele La Capria, Ultimi viaggi nell'Italia perduta, 1999

A Capri si dovrebbe arrivare come turisti individuali, non di gruppo. Venirci dopo averla lungamente sognata e immaginata. Capri non dovrebbe entrare necessariamente nelle gite organizzate delle agenzie. Non dovrebbe essere venduta come prodotto di consumo obbligato. Dovrebbe venirci solo chi ne fa esplicita richiesta; chi l'abbia prima lungamente sognata, immaginata e desiderata.
Raffaele La Capria, citato in Ermanno Corsi, Aspettando Capri, 2003

Chi conosce l'isola sa bene che Capri non è solo una meta turistica, ma è come una piccola «città-stato» dell'antichità, con una sua autonomia amministrativa, un suo parlamentino e soprattutto una sua storia, un ricchissimo deposito di memorie.
Raffaele La Capria, su Corriere della Sera, 2009

Capri è attraversata dalla corrente della storia che ne fa un punto di riferimento non solo mondano e turistico, ma anche artistico, culturale e politico.
Raffaele La Capria, ibidem

L'imperatore Augusto e poi Tiberio furono i primi a scoprirla, e scelsero l'isola [di Capri] come luogo di delizie ma anche di dominio, collocata com'era al centro del Mare Nostrum. E poi, dopo secoli bui, la storia ricomincia tra l'Otto e il Novecento e arriva fino ai nostri giorni, popolata di avvenimenti e di personaggi in un numero e in una successione talmente fitta, da non potersi immaginare in un' isola così piccola. 
Raffaele La Capria, su Corriere della Sera, 2009

Quando lasci Roma per Capri passi in tre ore da una zona del mondo a un'altra. È come se passassi un oceano. Un salto che normalmente ti richiede dodici ore di aereo. C'è una trasformazione così radicale del paesaggio, della orografia, di tutto, che all'improvviso passi da una dimensione a un'altra. E quella in cui passi, quando arrivi a Capri, è la dimensione del mito. Poi questo mito è stato sporcato, degradato, quel che vuole. Ma nonostante tutto...
Raffaele La Capria, su Corriere della Sera, 2009

Se è vero che ci sono nel mondo isole belle come Capri, nessuna isola, nessuna al mondo può vantare una storia come quella di Capri.
Raffaele La Capria, ibidem

I rapporti che questa piccola «città-stato» ha con se stessa e col mondo sono molteplici e complessi. Per esempio l' idea che i capresi hanno della propria identità è un' idea «di ritorno», che parte da sé, passa attraverso lo sguardo che i numerosi visitatori stranieri le hanno dedicato costruendo il mito di Capri - e ritorna a loro così mitizzata. 
Raffaele La Capria, su Corriere della Sera, 2009

In ogni caprese c'è un fondo antico e genuino che si sente nel dialetto stretto e nella scontrosa e a volte brusca natura contadina, e una realtà più sciolta e disinvolta acquisita dal rapporto con gli ospiti stranieri che hanno amato e celebrato l'isola.
Raffaele La Capria, su Corriere della Sera, 2009

I turisti celebri che hanno fatto il mito di Capri hanno spesso le stigmate della volgarità, in quanto costituiscono una grigia folla di eccentrici, privi di rappresentatività reale e persuasi di rappresentare qualcosa grazie alle loro prevedibili estrosità e all'ostentazione di raffinatezza.
Claudio Magris, Danubio, 1990

Ischia è Virgilio, Capri è Omero.
Curzio Malaparte [1]

Capri, regina di rocce, / nel tuo vestito color giglio e amaranto son vissuto per svolgere dolore e gioia, / la vigna di grappoli abbaglianti conquistati nel mondo, / il trepido tesoro d'aroma e di capelli, lampada zenitale, / rosa espansa, arnia del mio pianeta. / Vi sbarcai in inverno. / La veste di zaffiro custodiva ai suoi piedi, / e nuda sorgeva in vapori di cattedrale marina. / Una bellezza di pietra. / In ogni scheggia della sua pelle rinverdiva la primavera pura che celava un tesoro tra le crepe. / Un lampo rosso e giallo sotto la luce tersa giaceva sonnolento aspettando di scatenare la sua forza. / Sulla riva di uccelli immobili, / in mezzo al cielo, un grido rauco, il vento e la schiuma indicibile. / D'argento e pietra è la tua veste, / appena erompe il fiore azzurro a ricamare il manto irsuto col suo sangue celeste. / Solitaria Capri, vino | di chicchi d'argento, | calice d'inverno, pieno | di fermento invisibile, | alzai la tua fermezza, | la tua luce soave, le tue forme, | e il tuo alcol di stella | bevvi come se adagio | nascesse in me la vita. || Isola, dai tuoi muri | ho colto il piccolo fiore notturno | e lo serbo sul petto. | E dal mare, girando intorno a te, | ho fatto un anello d'acqua | che è rimasto sulle onde | a cingere le torri orgogliose | di pietra fiorita, | le cime spaccate | che ressero il mio amore | e serberanno con mani implacabili | l'impronta dei miei baci.
Pablo Neruda, Chioma di Capri, L'uva e il vento, 1954

L'isola è la cetra che fu collocata sull'alto sonoro | e corda per corda la luce provò dal giorno remoto | la sua voce, il colore delle lettere del giorno, | e dal suo recinto fragrante volava l'aurora | abbattendo la rugiada ed aprendo gli occhi d'Europa.
Pablo Neruda, La barcarola, Poesie d'amore, XX sec.

L'isola regge nel suo centro l'anima come una moneta | che il tempo e il vento pulirono lasciandola pura | come mandorla intatta e agreste tagliata in pelle di zaffiro.
Pablo Neruda, La barcarola, Poesie d'amore, XX sec.

L'imperatore Tiberio governava da Capri quel mondo antico di cui il Mediterraneo era il «centro», libero di realizzare qualsiasi capriccio della sua immaginazione. Aveva la certezza fisica di essere il vero padrone di tutto ciò su cui il suo sguardo poteva spaziare. 
Richard Newbury, su Corriere della Sera, 2004

Quello che devo dire e che trovo imbarazzante, trattandosi dell’Italia, del mio Paese, è che il più bel viaggio del mondo, secondo il mio gusto e la mia esperienza , è l’Isola di Capri.
Goffredo Parise (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Dovessi dire qualche cosa, anziché indugiarmi sulla bellezza dei Faraglioni nella luna, o sugli aromi inebrianti che le erbe sprigionano al calore del sole, parlerei di Capri quando è abbandonata dalla folla dei visitatori estivi; quando, nei mesi morti, riaffiora il fondo patriarcale di questo popolo isolano, si odono per le strade gli zampognari che non suonano per i turisti, e si può contemplare in pace la bellezza delle vecchie case.
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1960

I capresi sono diversi dagli abitanti di Napoli per razza e dialetto; ma, nella stessa Capri, Capri è diversa da Anacapri, ed i due comuni rivali di questo microcosmo non parlano un dialetto comune. 
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1960

Io ponevo il piede sull'isola chiamata Capri e in latino Capreae, dalle numerose capre che una volta vi soggiornavano.
Alberto Savinio, Capri, 1926

Sotto di me grappoli pesanti di limoni dorati, verdi vigneti tagliati nel mezzo dalle lucide rotaie della funicolare, dichinano a scale verso la marina. Questa è la parte ubertosa, ferace dell'isola. Capri una volta non altro era se non un unico, enorme masso di granito. Poi, le seduzioni del mare e del cielo minandolo come dolcissimo veleno, questo masso cominciò a rammorbidirsi a poco a poco, a cedere. Fu così che si venne scavando questa fertilissima vallata, che le rupi del Solaro da una parte e quello del monte Tiberio dall'altra, dominano.
Alberto Savinio, Capri, 1926

Basta questo abbandono momentaneo della roccia a giustificare la fama di mollezza che Capri s'è fatta in tutto il mondo, e fino presso i Patagoni e i Lapponi? No: solo quaggiù Capri è donna. Per tutto altrove, e massime nella inviolabile cinta di bronzo che la circonda, Capri serba intatto il suo carattere rude, maschio, guerriero.
Alberto Savinio, Capri, 1926

La strada che seguo è una delle più eleganti di Capri: fiancheggiata dei giardini più fioriti, delle terrazze più agghindate, dei più vistosi villini. Domina dappertutto il tetto a botte, o a cupola schiacciata. Questa è una delle maggiori caratteristiche dell'edilizia caprese. Risponde a una precisa ragione di utilità. Mancando l'acqua nell'isola, gli abitanti sono costretti a raccogliere dentro apposite cisterne l'acqua piovana che scola dai tetti.
Alberto Savinio, Capri, 1926

[Isola di Capri]: uno dei punti magnetici dell'universo.
Alberto Savinio, ibidem

Il sole tramonta. Da questa parte il cielo orientale è tutto sordo, opaco, senza speranza. Grave condanna sarebbe a me marciare verso levante. La bruma, onde la sola punta della penisola sorrentina emerge con aspetto di terra tristissima, ha nascosto il continente lontano, accecato lo stesso Vesuvio. No: il mio cuore, come il cammino dei popoli e della civiltà, è volto a occidente. Non è questa forse la fortuna di Capri? la sottile ragione del suo fascino? la misteriosa origine di quella nostalgia che essa instilla nel cuore di chi l'ha veduta anche una volta sola? del desiderio che essa ispira a chi non l'ha veduta mai? Capri, per l'Italia, è la sentinella del ponente. Adriatica, Capri non sarebbe più Capri.
Alberto Savinio, Capri, 1926 

Andarsene da Capri e non aver visto il caffè Morgano, è come partire dall'Egitto e non aver visto le Piramidi.
Alberto Savinio, ibidem

Esiste una piazza teatrale, dove i ruoli si alternano: i frequentatori, a turno, fanno gli spettatori e gli attori. Uno dei palcoscenici più espliciti d'Italia è la piazzetta di Capri: la gente siede all'aperto in quattro locali (Gran Caffè, Al Piccolo Bar, Bar Tiberio, Caffè Caso), e osserva la scena del passaggio. Quando gli attori si stancano e s'accomodano, qualcuno tra il pubblico ne prende il posto.
Beppe Severgnini, La testa degli italiani, 2005

Capri è un camaleonte dove ogni angolo fa storia a sé: c'è la Capri contadina con gli orti, gli agrumeti e i vigneti arrampicati tra viuzze contorte, c'è la Capri cittadina con gli hotel e le boutique d'alta gamma; c'è la Capri di montagna con il Monte Solaro alto 589 metri e il Monte Tiberio di 334 metri; c'è la Capri di terra, ruvida, impervia e la Capri di mare, difficile anche lei, disseminata di grotte e insenature inaccessibili, la magica grotta Bianca e la Grotta Azzurra scoperta per caso.
Michela Tamburrino, Itinerario Capri, magia di un'isola, su La Stampa, 2012

Capri e Anacapri. Diverse e contrapposte, la prima esposta, l'altra riservata, una più mondana, l'altra a vocazione artistica, potremmo dire, una al sapore di champagne e l'altra di limoncello, una più costruita, l'altra artigianale.
Michela Tamburrino, ibidem

Dalla A di Agnelli alla Z di Zuckerberg, da Jacqueline Kennedy che lanciò i pantaloni capresi, a Brad Pitt e i Brangelini. Per tutti, una visita è d'obbligo [all'Isola di Capri].
Michela Tamburrino, ibidem

Capri è una conquista, per renderla più agevole si può salire al monte Solaro in funivia, 12 minuti e dalla vetta si gode un panorama mozzafiato. Da lì si sente odore di garofano selvatico, mughetto e quercia. Altro miracolo caprese. 
Michela Tamburrino, Itinerario Capri, magia di un'isola, su La Stampa, 2012

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Napoli - Sicilia - Tropea - Matera