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Aforismi, frasi e citazioni sull'Ornitorinco

Raccolta di aforismi, frasi celebri e battute divertenti sull'ornitorinco, il cui nome scientifico è: Ornithorhynchus anatinus. Il nome Ornithorhynchus è composto dai termini greci: ὄρνις òrnis, “uccello”, e ῥύγχος rhýnchos, “muso” (muso d'uccello, becco); il nome anatinus deriva dal termine latino per anatra: anas.  Altri nomi con i quali è chiamato l'ornitorinco sono: platipo, water mole (talpa d'acqua), platypus in lingua inglese; o tambreet nella lingua dei nativi australiani.

Gli ornitorinchi sono dei piccoli mammiferi carnivori semi-acquatici che vivono nell'Australia orientale, e costituiscono una delle cinque specie viventi che compongono l'ordine dei monotremi (le altre quattro sono le echidna), che si caratterizzano per essere gli unici mammiferi che depongono uova invece di dare alla luce dei piccoli. Questa è soltanto una delle tante "stranezze" che contraddistingue l'ornitorinco e che lo rendono un animale unico al mondo. Altre caratteristiche particolari sono: ritmo del metabolismo più basso rispetto agli altri mammiferi; temperatura corporea media di 32 °C al posto dei 38 °C tipici dei mammiferi placentati; corpo ricoperto di pelliccia; piedi palmati e muso piatto e duro come la gomma, che ricordano più un'anatra che qualsiasi altro mammifero conosciuto; andatura tipica dei rettili, con zampe poste ai lati del corpo invece che sotto di esso. Come se non bastasse, nelle zampe posteriori dell'ornitorinco maschio, si trova una sorta di sperone cavo attraverso il quale può iniettare del veleno per difendersi dai predatori.

Secondo una leggenda degli aborigeni australiani, l'ornitorinco sarebbe il risultato di un bizzarro incrocio tra un'anatra e un topo d'acqua. L'anatra, dopo l'accoppiamento, partorì "due cuccioli palmati ma a quattro zampe, con il becco e la pelliccia". [Fonte Wikipedia].

La sorprendente particolarità dell'ornitorinco, ha suscitato, sin dalla sua scoperta, la curiosità non soltanto di zoologi, biologi e paleontologi, ma anche di filosofi e intellettuali (si vedano, per esempio, il concetto di "platypus filosofico" di Robert Pirsig o il saggio Kant e l’ornitorinco di Umberto Eco.

Come ha scritto Ann Moyal: "Quando il primo esemplare di ornitorinco arrivò in Inghilterra dalla colonia australiana, nel 1799, l'intera comunità scientifica europea pensò a una burla di qualche imbalsamatore. Come si potevano altrimenti spiegare quelle zampe palmate e quel becco da papera attaccati al corpo di una lontra? Poi ci si rese conto che l'ornitorinco esisteva davvero, e scoppiò uno dei più vivaci dibattiti della storia della biologia. Per quasi novant'anni l'ornitorinco sfidò le teorie sulla classificazione delle specie, attirando l'attenzione dello stesso Darwin che, proprio osservandolo, iniziò a concepire la sua teoria". [Il paradosso dell'ornitorinco, 2004].

Aforismario ha dedicato all'ornitorinco il titolo di un "anti-dizionario" [vedi link in fondo alla pagina] perché è un testo di definizioni che, come questo simpatico animale, sono originali, sorprendenti e... velenose.
Pensate che Dio vada in confusione ogni tanto? Io credo di sì.
Date un'occhiata all'ornitorinco! (Robin Williams)
I mammiferi (cioè “forniti di mammelle”) sono chiamati così perché allattano i piccoli, cosa prima inesistente. Come è nata questa nuova qualità? [...] È difficile ricostruire i vari passaggi, ma esiste oggi un mammifero “arcaico” che ci aiuta a capire come potessero apparire questi primi mammiferi: è l’ornitorinco, che appartiene a un ordine particolare di mammiferi, i monotremi. È uno strano animale che vive in Australia, molto raro: sembra quasi un’anatra e caccia prede sott’acqua. Ebbene, l’ornitorinco depone le uova, come un rettile, o come un uccello, ma allatta i piccoli. Un’ipotesi è quella che le mammelle derivino da una ghiandola che aiutava a mantenere l’umidità durante la cova delle uova. Una ghiandola la cui secrezione sarebbe stata poi usata dai neonati come liquido per digerire meglio il cibo portato dai genitori. Via via la secrezione si sarebbe arricchita con nuovi nutrimenti. Questa novità si dev’essere poi rapidamente affermata, perché molto vantaggiosa.
Piero Angela, Tredici miliardi di anni, 2015

L'Imperatore del Cielo fece una visita alla Terra e fu abbastanza soddisfatto: tirò il naso all'elefante e disse che era un'ottima soluzione; ammirò il sistema di propulsione delle meduse e controllò di persona se il giaguaro faceva veramente i centoventi all'ora. Bene. bene. diceva ridacchiando. Si fece dare un microscopio e disse che i virus non erano male, ce n'era una bella varietà e anche se erano un po' bmttini nessuno li vedeva. Fece un po' abbassare il volume di ronzio dei coleotteri e disse: "Più poriferi e meno platelminti." Per il resto criticò un po' l'ornitorinco, disse che il Fabbricatore faceva bene a non sprecare niente, ma si vedeva benissimo che quella era roba fatta con i ritagli.
Stefano Benni, Terra!, 1983

L’ornitorinco... un animale orribile, fatto con pezzi di altri animali.
Jorge Luis Borges, citato in Domenico Porzio, Introduzione a J. L. Borges, 1985

L'ornitorinco non è un prodotto finito. È chiaramente ancora in versione beta. [2]
Stephen Colbert [1]

Nell'acqua dolce noi troviamo [...] parecchie delle forme più anormali conosciute, come l'ornitorinco e la lepidosirena, i quali servono, a guisa dei fossili, a riunire in certo modo alcuni ordini che ora sono
profondamente separati nella scala naturale. Queste forme anormali possono chiamarsi fossili viventi; esse giunsero fino a noi per aver dimorato in un'area ristretta e per essere state esposte a una concorrenza meno severa.
Charles Darwin, L'origine delle specie, 1859

Mi sento affine all'ornitorinco. Un orfano in una famiglia. Un nuotatore, un recluso. In parte uccello, in parte pesce, in parte lucertola.
Trevor Dunn [1]

Certe cose le senti venire, non è che ti innamori perché ti innamori, ti innamori perché in quel periodo avevi un disperato bisogno di innamorarti. Nei periodi in cui senti la voglia di innamorarti devi stare attento a dove metti piede: come aver bevuto un filtro, di quelli che ti innamorerai del primo essere che incontri. Potrebbe essere un ornitorinco.
Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, 1988

L'ornitorinco è uno strano animale, che pare concepito per sfidare ogni classificazione, vuoi scientifica vuoi popolare: lungo in media una cinquantina di centimetri, due chili all'ingrosso, ha il corpo piatto coperto di pelame marrone scuro, non ha collo, e ha una coda da castoro; ha becco d'anatra, di colore bluastro di sopra e rosa o screziato di sotto, non ha padiglioni auricolari, le quattro zampe terminano con cinque dita palmate, ma con artigli; sta sott'acqua abbastanza (e vi mangia) per considerarlo un pesce o un anfibio, la femmina depone uova, però allatta i propri piccoli, anche se non si vede alcun capezzolo (del resto, nel maschio non si vedono neppure i testicoli, che sono interni).
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, 1997

L'ornitorinco viene scoperto in Australia a fine Settecento e viene dapprima nominato come "watermole", "duck-mole", o "duckbilled platypus". Nel 1799 ne viene esaminato in Inghilterra un esemplare impagliato e la comunità dei naturalisti non crede ai propri occhi, tanto che qualcuno insinua che si tratti dello scherzo di un taxidermista. 
Umberto Eco, ibidem

I naturalisti, per più di ottant'anni, non sono stati d'accordo su nulla, salvo sul fatto che parlavano di "quella" bestia fatta così e cosi, di cui via via si riconoscevano gli esemplari. Quella bestia poteva essere o non essere un MAMMIFERO, un UCCELLO, un RETTILE, senza che peraltro cessasse di essere quella dannatissima bestia che, come aveva osservato Lesson nel 1839, si poneva di traverso sul sentiero del metodo tassonomico per provarne la fallacia.
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, 1997

Data la sua apparizione molto remota nello sviluppo delle specie, insinuo che [l'ornitorinco] non sia fatto con pezzi di altri animali, ma che siano gli altri animali che sono stati fatti con pezzi suoi.
Umberto Eco, ibidem

La storia dell'ornitorinco è la storia di una lunga negoziazione, e in tal senso è esemplare. Ma c'era una base della negoziazione, ed era che l'ornitorinco appariva simile a un castoro, a un'anatra, a una talpa, ma non a un gatto, a un elefante, o a uno struzzo. Se bisogna arrendersi all'evidenza che ci sia una componente iconica della percezione, la storia dell'ornitorinco ce lo dice.
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, 1997

Il primo tentativo di capire quello che si vede è di inquadrare l'esperienza in un sistema categoriale precedente [...]. Ma allo stesso tempo si dovrebbe dire che [...] le osservazioni mettono in crisi il quadro categoriale, e allora si cerca di riadattare il quadro. E così si procede in parallelo, riaggiustando il quadro categoriale a seconda di nuovi enunciati osservativi e riconoscendo come veri enunciati osservativi a seconda del quadro categoriale assunto. A mano a mano che si categorizza, si attende di individuare nuove proprietà (certamente in forma di disordinata enciclopedia); a mano a mano che si trovano proprietà si tenta un riassestamento dell'impianto categoriale. Ma ogni ipotesi sul quadro categoriale da assumere influenza il modo di fare e di riconoscere come validi gli enunciati osservativi (per cui chi vuole l'ornitorinco mammifero non cerca le uova o rifiuta di riconoscerle quando entrano in scena, mentre chi vuole l'ornitorinco oviparo cerca di disconoscere e le mammelle e il latte). Questa è la dialettica e della cognizione e della conoscenza, ovvero e della conoscenza e del sapere.
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, 1997

Che cosa c'entra Kant con l'ornitorinco? Nulla.
Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco, 1997
Anche Dio ha il senso dell'umorismo... Prendete l'Ornitorinco... (Kevin Smith)
Dalla sua scoperta in avanti, prima di definire l'ornitorinco come mammifero monotremo ci sono voluti ottant'anni, nel corso dei quali si è dovuto decidere come e dove classificarlo, e sino a quel momento esso è restato, inquietantemente, qualcosa di grande come una talpa, con occhi piccoli, le zampe anteriori che presentavano quattro artigli ed erano unite da una membrana, più grande di quella che univa gli artigli delle zampe posteriori, la coda, il becco di un'anatra, le zampe con cui nuotava e che usava anche per scavarsi la tana, la capacità di far uova e quella di nutrire i propri piccoli col latte delle sue mammelle. Esattamente come ne parlerebbe un non-scienziato dopo aver osservato l'animale. E si noti che mediante questa descrizione (peraltro incompleta) per elenco di proprietà, qualcuno sarebbe pur sempre in grado di distinguere un ornitorinco da un bue, mentre dicendo che è un mammifero monotremo nessuno riuscirebbe ad avere una idea su come riconoscerlo nel caso l'incontrasse.
Umberto Eco, Vertigine della lista, 2009

L'ornitorinco, per ottant'anni è stato conosciuto scoprendone via via proprietà apparentemente contraddittorie (come deporre uova e allattare i propri nati), sino a che le tassonomie scientifiche non hanno individuato (quasi ad hoc) la sottoclasse dei mammiferi monotremi. In semiotica queste si chiamano definizioni a dizionario: si definisce un cane a dizionario se si dice che è animale della famiglia dei canidi, i quali sono mammiferi placentalia carnivori fissipedi.
Umberto Eco, Vertigine della lista, 2009

Scoperte scientifiche: l'ornitorinco sconfigge Darwin, dicono i titoli. Calma. L'ornitorinco facit saltus ma fino a un certo punto.
Beno Fignon [1]

[L'ornitorinco], già apparso nel Mesozoico, prima degli altri mammiferi del Terziario, e mai più evolutosi, non rappresenta un goffo tentativo della natura per produrre qualcosa di meglio ma è un capolavoro di design, un esempio fantastico di adattamento ambientale, che ha permesso a un mammifero di sopravvivere e prosperare nei fiumi. Il suo pelame pare fatto apposta per proteggerlo dall'acqua fredda, esso sa regolare la propria temperatura corporale, tutta la sua morfologia lo rende adatto a tuffarsi nell'acqua a trovare cibo tenendo gli occhi e gli orecchi chiusi, gli arti anteriori lo rendono adatto a nuotare, i posteriori e la coda agiscono da timone, i famosi speroni posteriori lo rendono atto a competere con altri maschi nella stagione degli amori. L’ornitorinco ha insomma una originalissima struttura, perfettamente disegnata per gli scopi a cui è stata destinata.
Stephen Jay Gould, Bravo Brontosauro, 1991 [3]

Anche Dio ha il senso dell'umorismo... Prendete l'ornitorinco...
Kevin Smith, in Dogma, 1999

Porgiamo le nostre sincere scuse a tutti gli amanti dell'Ornitorinco che si sono offesi per questo sconveniente commento. Noi di View Askew rispettiamo il nobile Ornitorinco e non è nostra intenzione mancare in qualche modo di rispetto a queste stupide creature.
Kevin Smith, in Dogma, 1999

La scimmia, in pratica la specie più stupida del pianeta dopo l'ornitorinco, che pur respirando l'aria fa la tana sott'acqua.
Garth Stein, L'arte di correre sotto la pioggia, 2009

Pensate che Dio vada in confusione ogni tanto? Io credo di sì − date un'occhiata all'ornitorinco!
[Do you think God gets stoned? I think so − look at the platypus].
Robin Williams [1]

La sola specie d'ornitorinchi ben conosciuta è l'ornitorinco paradosso. Questo nome per se stesso mostra le ambagi in che l'animale ha posto i sistematori, i quali vorrebbero ai metodi trovati dall'uomo assoggettar la natura, ossia la Provvidenza che ha voluto farla maravigliosamente feconda.
AA. VV., Teatro universale, 1837

Il sesto giorno, Dio creò l'ornitorinco e disse: "Vediamo cosa riusciranno a capirci gli evoluzionisti".
Anonimo

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Versione beta: in informatica, è la versione non definitiva di un software, che viene messo a disposizione degli utenti, i quali, usandolo, potrebbero portare alla luce nuovi bug o incompatibilità del software stesso, in modo da migliorarlo. [cfr. citazione di Stephen Colbert].
  3. La citazione di Stephen Jay Gould è quella riportata da Umberto Eco in Kant e l'ornitorinco].
  4. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Animali - Talpa - Antidizionario dell'Ornitorinco