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Le migliori frasi di Meredith Grey da "Grey's Anatomy"

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative pronunciate da Meredith Grey in Grey's Anatomy, serie televisiva statunitense trasmessa dal 2005 dalla American Broadcasting Company (ABC). La protagonista della serie, Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia nell'immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle, è interpretata dall'attrice statunitense Ellen Pompeo (Everett 1969).
Questa è la verità sulla verità: la verità fa male. Per questo mentiamo.
(Meredith Grey / Ellen Pompeo, Grey's Anatomy © ABC)
Meredith Grey - Grey's Anatomy 
Selezione Aforismario

6.500 anni prima di Cristo un uomo guardò un amico malato e disse: "Ho un idea che ne dici di lasciarti bucare il cranio? Ti farà stare meglio!" E così nacque la chirurgia. Ci vuole una bella dose di follia per farsi venire l'idea di trapanare il cranio a qualcuno ma, i chirurghi sono sempre molto sicuri di sé!

A fine giornata, quando tiriamo le somme, l'unica cosa che vogliamo davvero è stare vicino a qualcuno. 

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. I pronto soccorso sono aperti per le persone che hanno imparato questa lezione nel modo peggiore: paracadutisti, toreri, persone con idee audaci che spesso finiscono con ossa rotte e milze spappolate. I chirurghi sono preparati per affrontare le conseguenze delle idee audaci: noi raccogliamo i pezzi e facciamo del nostro meglio per prenderli e rimetterli insieme.

A volte la realtà ha un modo tutto suo assolutamente inaspettato di presentarsi, e quando la diga cede la sola cosa che si può fare è nuotare.

Abbiamo sentito gli avvertimenti, e li abbiamo ignorati. Sfidiamo la fortuna, lanciamo i dadi, giochiamo col fuoco. È la natura umana: quando ci dicono di non toccare una cosa, di solito la tocchiamo, anche se sappiamo di non doverlo fare. Forse perché, sotto sotto, cerchiamo solo guai. 

Abbiamo sentito i proverbi, abbiamo sentito i filosofi, abbiamo sentito i nostri nonni che ci ammonivano sullo spreco del tempo, abbiamo sentito i poeti maledetti che ci spingevano a prendere al volo il momento. Però qualche volta dobbiamo cavarcela da soli. Dobbiamo compiere i nostri errori. Dobbiamo imparare sulla nostra pelle. Dobbiamo spazzare le possibilità dell'oggi sotto il tappeto del domani.

Abbiamo studiato tutto: chimica organica, biochimica. Ma quando si parla di chimica umana, solo una cosa è fondamentale: o c'è, o non c'è.

Alla fine della giornata, il fatto che abbiamo ancora il coraggio di stare in piedi è già un motivo sufficiente per festeggiare. 

Anche il più terribile fallimento, anche il peggiore, il più irrimediabile degli errori, è di gran lunga preferibile al non averci provato.

Anche se facciamo loro del male, le persone che sono ancora con te alla fine della giornata, sono quelle che vale la pena tenersi strette.

Arriva il momento nella vita di ognuno di noi in cui si diventa ufficialmente adulti. All'improvviso si è in grado di votare, di bere e di intraprendere altre attività da adulti. All'improvviso tutti si aspettano che tu sia responsabile, serio, adulto. Cresciamo, invecchiamo ma diventiamo mai veramente adulti?

C'è una ragione per cui noi chirurghi impariamo a usare il bisturi: ci piace fingere di essere degli scienziati duri e gelidi; ci piace fingere di non aver paura di niente. Ma la verità è che diventiamo chirurghi perché da qualche parte, nel profondo, pensiamo di poter recidere ciò che ci preoccupa: la debolezza, la fragilità, la morte.

Chiunque abbia detto "quello che non sai non può farti male" è un completo e totale imbecille, perché per la maggior parte della gente che conosco il non sapere è la sensazione peggiore al mondo.  

Ci affidiamo alle superstizioni perché siamo abbastanza intelligenti da sapere che non abbiamo tutte le risposte. E che la vita segue dei percorsi misteriosi. Mai rifiutare una pozione, da qualunque parte arrivi! 

Ci portiamo dentro le ferite dell'infanzia; poi, da adulti, restituiamo quello che abbiamo ricevuto. 

Col favore delle tenebre le persone fanno cose che non farebbero mai alla luce del sole. Le decisioni sembrano più sagge, le persone si sentono più audaci. Ma quando sorge il sole devi prenderti la responsabilità per ciò che hai fatto nelle tenebre e guardarti sotto la luce fredda e spietata del sole. 

Come affrontiamo il dolore dipende da noi. Il dolore: ci anestetizziamo, lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci.

Comunicare. È la prima cosa che impariamo davvero nella vita. La cosa buffa è che più noi cresciamo, impariamo le parole e cominciamo a parlare e più diventa difficile sapere cosa dire, o peggio ottenere quello che davvero vogliamo.

Dire "mi dispiace" non funziona sempre. Forse perché lo usiamo in tanti modi diversi. Come arma, come giustificazione. Ma quando ci dispiace davvero, quando lo usiamo nel modo giusto, quando lo diciamo credendoci, quando le nostre azioni esprimono ciò che le parole non riusciranno mai ad esprimere, quando lo diciamo bene, "mi dispiace" è perfetto. Quando lo diciamo bene, "mi dispiace" è redenzione.

Dopo un approfondito esame e innumerevoli notti insonni, ecco le mie conclusioni: non esistono persone adulte.

È davvero importante fermarci una volta ogni tanto, uscire dalla propria testa e vedere le cose in prospettiva. In effetti, scoprire che guardavi le cose nel modo sbagliato può essere quasi liberatorio. E all'improvviso vedi nuove potenzialità, nuove possibilità, dove non le avevi mai viste prima

Forse ci piace il dolore. Forse gli siamo legati. Perché senza di esso non capiremmo ciò che è reale.

Forse ci piace soffrire. Forse è proprio nella nostra natura. Perché senza sofferenza forse non ci sentiremmo reali. Com'è quel detto? Perché continuo a farmi del male? Perché è meraviglioso quando smetto di farlo. 

Germi, malattie, tossine, il nostro corpo entra continuamente in contatto con i pericoli, nascosti appena sotto la superficie. Che tu lo sappia o no, il tuo corpo si protegge costantemente. Ogni volta che batti le palpebre espelli migliaia di microbi indesiderati e quando respiri troppo polline involontariamente, starnutisci. Il corpo sa quando incontra qualcosa che non gli appartiene, il corpo rivela l'intruso, rilascia i globuli bianchi e attacca.

I chirurghi di solito fantasticano su interventi rischiosi e improbabili: qualcuno ha un infarto al ristorante, tu gli apri il torace con un coltello da burro, e gli sostituisci una valvola con un pezzo di carota svuotato.

I chirurghi pianificano tutto: dove tagliare, dove clampare, dove suturare. Ma anche agendo con le migliori intenzioni, possono comunque insorgere delle complicazioni. Le cose possono andare storte, e a un tratto vieni sorpreso con i pantaloni abbassati.

I miracoli in medicina accadono, ogni giorno, ma non sempre quando lo vorremmo. 

I segreti non si possono nascondere alla scienza, la medicina tende a svelare le menzogne.

I sistemi pressurizzati hanno bisogno di una valvola di sfogo. Ci dev'essere un modo per ridurre lo stress, la pressione, prima che diventi impossibile da sopportare. Ci dev'essere un modo per avere sollievo, perché se la pressione non trova una via d'uscita se ne procurerà una. Esploderà. È la pressione alla quale sottoponiamo noi stessi la più difficile da sopportare, la pressione per migliorare quello che siamo, la pressione per migliorare quello che pensiamo di poter essere.

Il cervello contiene 14 miliardi di neuroni che viaggiano a una velocità di 450 miglia all'ora. Gran parte di questi sfugge al nostro controllo, per cui quando abbiamo freddo, ecco la pelle d'oca; quando siamo eccitati, ecco l'adrenalina. Il nostro corpo segue naturalmente i suoi impulsi, e penso che in parte sia per questo che ci risulta così difficile controllarlo. Naturalmente qualche volta accade che proviamo impulsi che preferiamo non controllare... anche se dopo, vorremmo averli controllati.

Il mondo della finzione è una prigione, non un posto dove mettersi al sicuro. Non possiamo mentire a noi stessi troppo a lungo.  

Il più grande inganno dei medici è l'effetto placebo. A metà dei nostri pazienti diciamo la verità, per l'altra metà speriamo che l'effetto placebo esista.

Il primo che ha scritto "E vissero per sempre felice e contenti..." dovrebbe essere preso a calci nel sedere. 

Il problema dei piani è che non tengono conto dell'imprevisto: perciò quando qualcosa ci sorprende, che ci capiti in ospedale o nella vita di tutti i giorni, dobbiamo improvvisare. Ovviamente, qualcuno di noi ci riesce meglio di qualcun altro.

Il problema dei segreti è che nel momento in cui pensi di controllarli, non li controlli. 

Il senso di colpa non va mai a spasso da solo: si fa accompagnare dai suoi amici, il dubbio e l'insicurezza. 

Il sistema adrenergico reagisce allo stress rilasciando ormoni che ci rendono vigili e reattivi. Il problema è che il sistema adrenergico non può dirci quello che è semplice nervosismo e quello che invece è un disastro incombente.

In sala operatoria il tempo perde ogni significato: mentre si sutura e si salvano vite, l'orologio non ha importanza. 15 minuti, 15 ore. In sala operatoria i chirurghi fanno volare il tempo. Fuori dalla sala operatoria comunque, il tempo si diverte e ci prende a calci nel sedere.

Intimità è una parola di quattro sillabe che sta per "ecco il mio cuore e la mia anima", prego ficcali dentro un hamburger e buon appetito. L'intimità è anche legata alle tre colonne della vita: parenti, romanticismo e compagni di stanza. Ci sono delle cose dalle quali non si sfugge e altre, che semplicemente non si vogliono sapere.
Anche se facciamo loro del male, le persone che sono ancora con te
alla fine della giornata, sono quelle che vale la pena tenersi strette.
(Meredith Grey / Ellen Pompeo © Grey's Anatomy, 2005-2013)
L'età adulta è assolutamente sopravvalutata. Non farti incantare dai tacchi alti, dalla libertà di fare sesso e dal fatto che i tuoi non ti stanno più addosso; essere adulti vuol dire avere delle responsabilità. Le responsabilità, sono una gran rottura.

L'universo è così strano, a volte, trova il modo di farci finire esattamente dove dovevamo stare.

La chiave per sopravvivere quando sei uno specializzando in chirurgia è negare. Neghiamo di essere stanchi, neghiamo di avere paura, neghiamo di cercare il successo a tutti i costi. E, cosa più importante, neghiamo che stiamo negando.

La cosa più difficile da dare a un paziente è la verità. La verità è dura. La verità è scomoda e, molto spesso, la verità fa male.

La gente ha cicatrici in tanti posti impensabili. Sono mappe segrete delle storie personali, diagrammi di tutte le vecchie ferite. La maggior parte delle nostre ferite guarisce, lasciando solo cicatrici, ma alcune non guariscono. Certe ferite le portiamo con noi ovunque, e anche se si sono rimarginate da tempo, il dolore resta.

La mia ultima teoria è che molti dei cuori solitari provengano dagli ospedali e con esattezza dai reparti di chirurgia. Siamo chirurghi, trascuriamo le nostre necessità per andare incontro alle necessità dei pazienti.

La paranoia è il miglior amico di un chirurgo.

La superstizione occupa quello spazio che c'è tra ciò che possiamo controllare e ciò che non possiamo controllare. 

La teoria è: più ragioni come un chirurgo, più possibilità hai di diventarlo. Più sei bravo a restare freddo, cinico nel tagliare, suturare e chiudere e più sarà difficile cambiare atteggiamento. Smettiamo di ragionare come chirurghi e ricordiamoci cosa vuol dire pensare da essere umani.

Le ossa si rompono, gli organi cedono, la pelle si lacera. Possiamo ricucire la pelle e riparare il danno, alleviare il dolore. Ma quando la vita va in pezzi, quando noi andiamo in pezzi, non c'è una scienza, non ci sono regole scritte, possiamo solo camminare a tentoni. 

Le persone che soffrono di più sono quelle che non sanno che cosa vogliono.

Mal di schiena, dolore alla mascella, nausea. Negli uomini probabilmente queste cose sono esattamente ciò che sembrano. Ma nelle donne sono tutti sintomi di un infarto. A volte il sintomo nasconde qualcosa di più profondo. Tutto dipende da come si presentano.

Nasciamo, viviamo, moriamo. A volte non necessariamente in questo ordine. 

Nella chirurgia il processo di guarigione inizia con un taglio, un'incisione, la lacerazione della carne. Dobbiamo danneggiare il tessuto sano per mettere a nudo la parte malata. Sembra crudele, sembra contrario al buon senso, però funziona: rischi l'esposizione, per il bene della guarigione.

Nessuno crede mai che la propria vita possa essere semplicemente normale. Tutti pensiamo che dovrà essere fantastica.

Nessuno si sposa pensando di sbagliare, pensano tutti che sarà un matrimonio riuscito. Arriva sempre come uno shock, il momento in cui ti rendi conto che è finita.

Non chiederti perché la gente diventa pazza, chiediti perché non lo diventa. Davanti a tutto quello che possiamo perdere in un giorno, in un istante, è meglio chiedersi che cos'è che ti fa restare intero. 

Non credo ci si possa aspettare che qualcuno voli sotto di noi per salvarci, credo ci si debba salvare da soli.

Non è tanto importante che la felicità sia eterna, ma che si possa essere felici al momento. 

Non si può contare su niente nella vita. La vita è la cosa più fragile, instabile e imprevedibile che ci sia. In realtà, c'è solo una cosa di cui possiamo essere assolutamente certi riguardo la vita: non è finita fin che non è finita. 

Non so perché noi procrastiniamo le cose, ma se dovessi indovinarlo direi che ha molto a che fare con la paura. Paura del fallimento, paura del dolore, paura del rifiuto. 

Nonostante tutto, l'età adulta ha dei vantaggi, puoi mettere i tacchi alti, la libertà di fare sesso, e il fatto che i tuoi non ti stiano più addosso... non è affatto male.

Ogni persona alla quale ci permettiamo di voler bene, sarà solo un'altra perdita a un certo punto del nostro cammino.

Ognuno di noi compie dei piccoli gesti scaramantici e quando non si crede nelle statue magiche magari si evitano le fessure sui marciapiedi o ci si infila sempre per prima la scarpa sinistra o si tocca ferro.

Per un chirurgo, un giorno senza morte è un dono speciale. Ogni giorno affrontiamo la morte. Ogni giorno perdiamo una vita. E ogni giorno speriamo di poter rimandare un esecuzione. Noi siamo legati alla morte, incatenati, come prigionieri in cattività.

Perdere il controllo non piace a nessuno, ma per un chirurgo non c'è niente di peggio.

Quando si è piccoli la notte fa paura, perché ci sono mostri nascosti sotto il letto. Da grandi i mostri sono diversi: insicurezza, solitudine, rimpianti. E anche se si è più grandi e più saggi, ci si ritrova ad avere ancora paura del buio.

Quando ti ammali tutto comincia da un singolo batterio. Un intruso, solitario e virulento. Molto presto l'intruso si replica... diventano due. Poi quei due diventano quattro. E quei quattro diventano otto. E poi, prima che il corpo se ne accorga, sei già sotto assedio. È un'invasione. La domanda per un medico è: una volta che gli invasori sono atterrati, una volta che hanno occupato il tuo corpo... come diavolo ti libererai di loro?

Questa è la verità sulla verità: la verità fa male. Per questo mentiamo. 

Ritrovare la strada può essere difficile, non ce n'è bussola, né mappa. Possiamo solo chiudere gli occhi, fare un passo, e pregare Dio di riuscire ad arrivarci.

Se sei una persona normale, una delle poche cose su cui puoi contare nella vita è la morte. Ma se sei un chirurgo, anche quel conforto ti viene negato. Noi chirurghi inganniamo la morte, la prolunghiamo, la neghiamo. Ci fermiamo e, con sfida, mostriamo il dito medio alla morte.

Tra le mura di un ospedale la verità viene messa a nudo. Come manteniamo i nostri segreti al di fuori dell'ospedale, beh quella è un'altra storia. 

Troppo spesso la cosa che desideri di più è quella che non puoi avere. Il desiderio ci lascia col cuore infranto, ci esaurisce. Il desiderio può distruggerci la vita. Ma per quanto si possa volere qualcosa, le persone che soffrono di più sono quelle che non sanno che cosa vogliono. 

Tutti gli studenti al primo anno di medicina sanno che un battito cardiaco accelerato è segno di un problema. Il battito accelerato può indicare qualsiasi cosa... da un attacco di panico a qualcosa di molto, molto più serio. Un cuore che fibrilla o che salta un battito potrebbe essere indice di un'afflizione segreta, o potrebbe essere segno di un amore. Il che è il problema più grande di tutti.

Un fulmine non cade spesso due volte nello stesso punto, è una cosa che capita una sola volta nella vita, anche se sembra di continuare a provare quello shock molto spesso, prima o poi il dolore scompare, lo shock svanisce. E cominci a guarire, a riprenderti da qualcosa che non hai neanche visto arrivare. Ma a volte le probabilità sono a tuo favore. Se sei nel posto giusto al momento giusto, puoi ricevere un colpo tremendo e avere ugualmente la possibilità di sopravvivere.

Un vecchio saggio una volta disse "Puoi avere qualsiasi cosa nella vita se sacrifichi tutto per quella cosa". Quello che il saggio intendeva dire è che ogni cosa ha un prezzo, quindi prima di affrontare una battaglia è meglio decidere quanto si è disposti a perdere. 

Una cosa è certa, qualsiasi cosa tentiamo di nascondere non siamo mai pronti per il momento in cui la verità viene fuori.

Una volta ogni tanto, una volta può capitare che le persone ti sorprendano. Una volta ogni tanto le persone possono anche toglierti il fiato.

Vivere significa che ogni mattina quando ti svegli devi scegliere, fra cogliere ciò che la vita ci offre sul momento e andare avanti, anche col brutto tempo; oppure tirare le tende e chiudere fuori il giorno. 

Vorrei che ci fosse un breviario sull'intimità, una specie di guida che ti spieghi quando si supera il limite. Sarebbe bello poterlo prevedere, ma non saprei come farlo rientrare in uno schema: spingi fin dove puoi arrivare e resisti finché puoi. E in merito alle regole, forse non ce ne sono, forse le regole per l'intimità sono qualcosa che bisogna definire da sé.

Vorrei dire una cosa a proposito del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, e del sapere quando dire basta. La linea che divide il vuoto dal pieno è un barometro dei nostri bisogni e dei nostri desideri. Decidiamo noi dov'è quella linea. Tutto dipende anche da cosa ci stanno versando. A volte ne vogliamo soltanto un sorso, altre volte non è mai abbastanza, il bicchiere è senza fondo... e vogliamo averne di più.

Note
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