Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni su Edonismo ed Epicureismo

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'edonismo, sugli edonisti e sull'epicureismo. Il termine "edonismo" deriva dal greco ἡδονή (hedoné) "piacere", e designa la concezione filosofica che riconosce come fine dell’azione umana il conseguimento del piacere. Travisando il significato originario della dottrina di Epicuro, il termine "epicureismo" nel linguaggio comune indica uno stile di vita dedito essenzialmente ai piaceri materiali.

Nella storia della filosofia la concezione edonistica della vita è rappresentata soprattutto dalle dottrine dei filosofi greci Aristippo di Cirene ed Epicuro. Bisogna notare, però, che tra i due esiste un'importante differenza per ciò che riguarda il concetto di piacere: per il primo, infatti, il piacere consiste in una condizione positiva di godimento, mentre per il secondo in una condizione negativa di assenza del dolore. Tale distinzione è ben chiarita da Erich Fromm in Avere o essere? [1976]: 
"È ben noto che, durante tutto il corso della storia, i ricchi hanno praticato l'edonismo radicale. Coloro che disponevano di mezzi illimitati, come l'élite di Roma, delle città italiane durante il Rinascimento, dell'Inghilterra e della Francia durante il XVIII e XIX secolo, tentavano di dare un senso alla propria esistenza cercandolo nel piacere senza restrizioni di sorta. Ma, se il massimo di piacere, inteso come edonismo radicale, è stata la prassi di certi gruppi in certi periodi, questa non è mai stata la teoria del vivere bene quale trova espressione nell'insegnamento dei Maestri di vita della Cina, dell'India, del Vicino Oriente e dell'Europa, con un'unica eccezione anteriore al XVII secolo. L'eccezione è costituita dal filosofo greco Aristippo, un seguace di Socrate vissuto nella prima metà del IV sec. a.C., il quale affermava che godere di un massimo di piaceri fisici costituisce lo scopo della vita, e che la felicità è la somma complessiva dei piaceri che si sono goduti. Se il suo pensiero ci è in parte noto, lo dobbiamo a Diogene Laerzio: poca cosa, ma comunque sufficiente per persuaderci a vedere in Aristippo l'unico vero edonista del mondo antico, agli occhi del quale l'esistenza di un desiderio costituiva il fondamento del diritto a soddisfarlo e pertanto a raggiungere l'obiettivo della vita, vale a dire il Piacere. Assai difficilmente si può considerare Epicuro un assertore del tipo di edonismo praticato da Aristippo. Infatti, se è vero che per Epicuro il piacere «puro» costituiva la meta suprema, è anche innegabile che il piacere in questione ai suoi occhi significava «assenza di dolore» (aponia) e immobilità dell'anima (ataraxia). Secondo Epicuro, il piacere inteso quale soddisfazione di un desiderio non può costituire lo scopo della vita, dal momento che un piacere siffatto è necessariamente seguito dal dispiacere, e pertanto distoglie l'umanità dalla sua meta effettiva, che è l'assenza di dolore". 
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sul piacere, la voluttà, la lussuria, il godimento e il materialismo. [I link sono in fondo alla pagina].
Ragazzo attorniato da ragazze in discoteca
L’edonista è un adoratore della vita che non conosce stanchezza. (Michel Onfray)

Il principio di ogni edonismo non è il piacere ma l'assenza di dolore.
Hannah Arendt, Vita activa - La condizione umana, 1958

La felicità conseguita nell'isolamento dal mondo e goduta entro i confini della propria esistenza privata non può mai essere altro che la famosa «assenza di dolore», una definizione sulla quale devono convenire tutte le variazioni di un coerente sensismo. L'edonismo, la dottrina che solo le sensazioni corporee sono reali, non è che la forma più radicale di un modo di vita non-politico, totalmente privato, il vero compimento del "lathe biosas kai me politeusthai" («vivi nascosto e non curarti degli affari del mondo»).
Hannah Arendt, Vita activa - La condizione umana, 1958

L'edonismo è un modo di interpretare la vita, senza profondità, e l'egoismo una chiusura di sé in sé, senza luce e senza futuro. 
Fortunato Baldelli, intervista di Nicola Gori, su Osservatore Romano, 2010

Col ricorso a considerazioni teoriche, è possibile dimostrare che l'edonismo radicale non può condurre alla felicità, come pure perché non possa farlo, tenuto conto della natura umana. Ma, anche senza ricorrere all'analisi teorica, i dati di fatto che abbiamo sott'occhio comprovano con la massima evidenza che la nostra modalità di « perseguimento della felicità » non ha per effetto il vivere bene. La nostra è una società composta da individui notoriamente infelici: isolati, ansiosi, in preda a stati depressivi e a impulsi distruttivi, incapaci di indipendenza, in una parola esseri umani ben lieti di poter ammazzare il tempo che con tanto accanimento cercano di risparmiare.
Erich Fromm, Avere o essere?, 1976

I piaceri degli edonisti a oltranza, la soddisfazione di sempre nuove cupidigie, i piaceri della società attuale, danno origine a diversi gradi di euforia, ma non conducono alla gioia. Anzi, la mancanza di gioia rende necessaria la ricerca di piaceri sempre nuovi, sempre più eccitanti.
Erich Fromm, Avere o essere?, 1976

È proprio il contrario di quel che affermano, da sponde solo in apparenza opposte, preti e pubblicitari: non c'è oggi prassi esistenziale più disattesa dell'edonismo.
Nunzio La Fauci, Questo quasi nulla, 2008

Sono un non conformista − disse − combatto il mio incrollabile ascetismo con un coerente edonismo.
Stanisław Jerzy Lec, Pensieri spettinati, 1957

La società edonistica e umoristica moderna contribuisce a mettere in evidenza il depresso, a additarlo con aria di rimprovero come elemento di disturbo nell'atmosfera di gioia convenzionale e superficiale. Nell'era della contraddizione, dell'atteggiamento cool e soft, del dinamismo motivato, della comunicazione senza complessi, il depresso si nota e si colpevolizza. Egli ha tutto per essere felice; se non lo è, non può che essere colpa sua.
Georges Minois, Storia del mal di vivere, 2003

[Si] mette in relazione il pessimismo coll'edonismo; come se il contrario della sofferenza fosse l’edonistico piacere - e non già semplicemente la vita. (La sofferenza infatti non è vita, ma diminuzione di questa, sua negazione). Chi ripudia la sofferenza non vuole già con questo il «piacere» (il lusso del piacere), ma soltanto la vita quale ha da essere.
Guido Morselli, Diario, 1938/73 (postumo 1988)

Sia edonismo che pessimismo, sia utilitarismo che eudemonismo, tutti questi modi di pensare, che misurano il valore delle cose secondo il piacere e il dolore, cioè secondo stati concomitanti e fatti collaterali, sono modi esteriori di pensiero, nonché ingenuità, che chiunque sia consapevole delle sue forze plasmatrici e abbia una coscienza di artista guarderà dall'alto in basso, non senza scherno e neppure senza compassione.
Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, 1886

Il «prevalere del dolore sul piacere» o l'inverso (l'edonismo): tutt'e due queste dottrine sono esse stesse già segni di nichilismo. Giacché qui in entrambi i casi non si pone nessun altro senso ultimo se non il fenomeno del piacere o dispiacere. Ma così parla un tipo d'uomo che non osa più porre una volontà, un fine, un senso; per ogni sano tipo d'uomo il valore della vita non si misura assolutamente col metro di queste cose secondarie. Sarebbe possibile un prevalere del dolore e ciò nonostante una volontà possente, un'affermazione della vita.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Una volta che si sia in chiaro con sé stessi sul «perché» della propria vita, si cede a buon mercato il suo come. È già segno di incredulità verso il perché, verso il fine e il senso, è già una mancanza di volontà, quando il valore di piacere e dolore passa in primo piano e le dottrine edonistico-pessimistiche trovano ascolto.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Ogni esistenza è costruita sulla sabbia, e la morte è la sola certezza che abbiamo. Più che di addomesticarla, si tratta di disprezzarla. L’edonismo è appunto l’arte del disprezzo.
Michel Onfray, L'arte di gioire, 1991 [1]

Non ci sono altre soluzioni: o l’ideale ascetico, il rifiuto della carne e del corpo, il disprezzo del sensibile e l’eliminazione del mondo reale, oppure l’edonismo, il riconoscimento dell’importanza dei sensi, delle passioni, del corpo e della vita.
Michel Onfray, ibidem

L’individuo che mira all'edonismo non solo dovrà smettere di considerare il proprio corpo come qualcosa di estraneo, uno straniero, ma dovrà anche accettare le folgorazioni che lo abitano. Anzi, dovrà suscitarle, decuplicarle e assicurarne la vitalità.
Michel Onfray, ibidem

L’edonista è un adoratore della vita che non conosce stanchezza.
Michel Onfray, ibidem

I filosofi edonisti esaltano la festa dei sensi, senza trascurarne nessuno, anzi esacerbando quelli maggiormente dimenticati e disprezzati da coloro che denigrano il corpo. Sanno odorare, gustare, toccare, respirare, ascoltare, guardare, ed è per loro una gioia far funzionare quei meccanismi sottili che permettono al mondo di farsi forme, effluvi, volumi, colori, profumi, suoni, temperature. Il sensibile è sensuale, la pelle del reale merita ogni attenzione.
Michel Onfray, L'arte di gioire, 1991 [1]

L’edonismo implica un reale totalmente privo di sacro. La sola concessione fatta alla devozione riguarda il godimento.
Michel Onfray, ibidem

Solo il godimento importa, il resto è libera interpretazione e questione soggettiva. Corpo in movimento, carne attraversata da energie piacevoli, libera da tensioni sgradevoli, organi stimolati per il piacere che possono procurare: l’edonismo è una filosofia della materia corporale, una saggezza dell’organismo.
Michel Onfray, ibidem

La prossimità della morte è sempre lezione di edonismo per un animo lucido. Godere, dunque, finché c’è ancora tempo.
Michel Onfray, ibidem

L’ateismo è la condizione di possibilità dell’edonismo: l’esistenza di Dio è incompatibile con la libertà degli uomini.
Michel Onfray, L'arte di gioire, 1991 [1]

Contro tutte le teologie strampalate, preferisco fare appello alle correnti di pensiero alternative alla storiografia filosofica dominante: burloni, materialisti, radicali, cinici, edonisti, atei, sensisti, gaudenti. Essi sanno che esiste un solo mondo e che ogni offerta di un oltremondo ci fa perdere l'uso e il beneficio del solo mondo esistente. È questo il vero peccato mortale.
Michel Onfray, Trattato di Ateologia, 2005

Il futuro non appartiene né ai vecchi cardinali, né ai vecchi uomini politici, né ai vecchi magistrati, né ai vecchi poliziotti, Il futuro appartiene alla giovane borghesia che non ha più bisogno di detenere il potere con gli strumenti classici; che non sa più cosa farsene della Chiesa, la quale, ormai, ha finito genericamente con l'appartenere a quel mondo umanistico del passato che costituisce un impedimento alla nuova rivoluzione industriale; il nuovo potere borghese infatti necessita nei consumatori di uno spirito totalmente pragmatico ed edonistico: un universo tecnicistico e puramente terreno è quello in cui può svolgersi secondo la propria natura il ciclo della produzione e del consumo. Per la religione e soprattutto per la Chiesa non c'è più spazio. 
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975

Il male del dolore è l'elemento di verità permanente nella protesta edonista contro l'ascetismo; ma il considerare il puro dato della sensibilità principio determinante il giusto e lo sbagliato in etica, è l'astrattezza che rende l'edonismo, anche nella sua forma universalistica, una teoria etica inadeguata. 
David George Ritchie, in  Tom Regan e Peter Singer, Diritti animali, obblighi umani, 1976

Lo stoicismo ha fatto vedere che l'uomo può volontariamente darsi un'epidermide più dura e infliggersi una specie d'orticaria: da esso ho imparato, in mezzo al dolore e alla tempesta, a dire: «Che importa tutto ciò?», «che importa di me?». Dall'epicureismo ho preso la disposizione a godere e l'occhio per scorgere la tavola imbandita dalla natura.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Solo una vita piena di sofferenze e privazioni ci può insegnare come l'esistenza sia tutta intrisa di dolce miele: ragion per cui l'ascetismo è non di rado il frutto di una scelta fatta per sottile epicureismo.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Molti epicurei sono degli stoici ravvedutisi.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Non siamo epicurei per noi stessi; stoici contro d'altrui.
Niccolò Tommaseo, Pensieri morali, 1845

Note
  1. Michel Onfray, L’Art de jouir. Pour un matérialisme hédoniste, 1991 - L'arte di gioire. Per un materialismo edonista. Traduzione di Gregorio De Paola © 2009 Fazi Editore.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Piacere - Voluttà - Lussuria - GodimentoMaterialismo