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Frasi e citazioni di Marco Malvaldi

Selezione di frasi e citazioni di Marco Malvaldi (Pisa, 1974), scrittore e saggista italiano. 
Foto di Marco Malvaldi
Non si impara mai quanto dai propri errori, ma anche conoscere gli errori degli altri
aiuta non poco. (Marco Malvaldi)

La briscola in cinque
© Sellerio, 2007

È sempre il tono che fa la domanda. La stessa domanda, fatta con due toni diversi, può portare a una risposta o a una rissa.

Chi sarà stato il ganzo che ha inventato il caffè? Dev'essere cugino di quel genio che ha inventato il letto. Premio Nobel a tutti e due, altro che Dario Fo. A loro, e a quello che ha inventato la Nutella. In chiesa, al posto della statua di San Gaspare. Perlomeno si vedrebbe un po' più di devozione sincera.

Il gioco delle tre carte
© Sellerio, 2012

La giornata in cui accadrà una disgrazia inizia sempre come tutte le altre; fino a quando non succede nulla, è una giornata qualsiasi.

Ogni persona interagisce con gli altri esseri umani in funzione del ruolo che attribuisce ad ognuno di loro. Davanti al maestro c'è chi ascolta e chi si distrae, e alla vista del Papa c'è chi si inchina e chi si incazza.

Uno degli aspetti più fastidiosi dell'essere umano è la ridicola convinzione che non siamo responsabili delle conseguenze delle nostre azioni, come testimonia l'infantile disinvoltura con cui troppo spesso attribuiamo alla volontà del Fato il disastroso esito delle nostre cazzate.

Spesso, lasciata libera, un'esistenza che non viene rimescolata continuamente dall'ansia di dover produrre lascia decantare spontaneamente i suoi pensieri, che si depositano piano piano sul fondo e cristallizzano, a volte, in forme di rara bellezza.

Un lavoro noioso può tirare fuori il meglio di una persona. Non devi pensare a quel che fai, vai in automatico, e intanto il tuo cervello lavora. Quando ha elaborato la teoria della relatività, Einstein lavorava all'ufficio brevetti, Böll era un controllore, e Bulgakov un medico condotto. Pessoa lavorava al catasto, mi sembra. Borges era un bibliotecario, e Kavafis un impiegato della società acquedotti.

Aria di montagna
© Sellerio, 2014

La cosa importante, per un artista, non è essere bravo, è essere riconoscibile. Fare una cosa in modo tale che soltanto lui la può fare in quel modo.

Nelle cose artistiche la cosa che conta davvero è evitare l'anestesia, l'assenza di sensazioni di qualsiasi tipo. È molto più probabile che sia davvero un'opera d'arte qualcosa che offende il gusto, piuttosto che una cosa della cui esistenza manco ti accorgi, no?

Se non ci fossimo noi [donne] a rompere i coglioni, caro, il genere umano si sarebbe estinto da un pezzo.

Carnevale in giallo
© Sellerio, 2014

Uno che basa il proprio approccio col mondo sul fatto che sono ottantasei anni che gli girano i coglioni è naturale che guardi di buon occhio il concetto di rotazione.

Il telefono senza fili
© Sellerio, 2014

I pensieri deprimenti, si sa, magari fanno il giro largo, ma non perdono mai la strada di casa. Basta un minimo appiglio, un collegamento apparentemente ridicolo, e loro si ripresentano, ancorandosi al fondale del tuo cervello come una nave: magari fluttuanti come posizione, ma impossibili da mandar via.

Per riuscire a far parlare una persona reticente, non c'è niente di meglio che fingersi competenti sul suo stesso terreno e cominciare a sparare boiate colossali: la voglia di correggere l'errore e di ristabilire la verità è troppo più forte della volontà di mantenere un basso profilo.

Ogni cosa ti può far ridere o piangere, dipende se ti riguarda o meno.

Non sopportava gli uomini con i capelli tinti. Anche quelli con i tatuaggi, ma di più i capelli tinti. Un tatuaggio può anche essere un errore di gioventù, ma se ti tingi i capelli vuol dire che non sei in grado di accettare il presente.

Le regole del gioco
Storie di sport e altre scienze inesatte © Rizzoli, 2015

Quello che ci distingue è la nostra versatilità: siamo in grado di muoverci sulla terra come in acqua, siamo in grado di colpire con mani e piedi ma anche di scagliare (piccoli) oggetti a decine di metri di distanza senza alcun ausilio meccanico, siamo in grado di fare doppi salti mortali in aria avvitandoci contemporaneamente su noi stessi. Difficile, anzi, impossibile trovare sulla terra un altro animale in grado di fare tutte le cose che facciamo noi.

Se qualcuno parla di chimica, di fisica, di neuroscienze o di finanza, l’unica maniera per appurare se davvero l’oratore sa cosa sta dicendo è fargli una domanda della quale conosciamo la risposta. A nostra volta, quindi, ci tocca essere consapevoli di quello che sappiamo – e di quello che non sappiamo.

Valutare correttamente la propria ignoranza, la posizione del confine tra quello che sappiamo e quello che non sappiamo, è più difficile di quanto crediamo.

L'infinito tra parentesi
Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges © Rizzoli, 2016

Il nostro cervello è il tramite attraverso cui ricostruiamo la realtà che ci circonda. E siamo noi, in ogni momento della nostra vita, a fabbricarlo.

Ritenere che ci sia un solo modo di usare il cervello – il nostro – e che questo modo, magari irto di calcoli raffinatissimi, sia quello giusto, è da cretini. Da cretini competentissimi, certo, e scientificamente, o umanisticamente, o tecnologicamente avanzati. Ma, senza dubbio, cretini.

L’essere umano percepisce la realtà attraverso i propri sensi, e la ricostruisce e la interpreta attraverso il proprio cervello: un organo meraviglioso senza il quale saremmo forme di vita incapaci di muoversi e di pensare (a metà fra un paramecio e un assessore).

Non si impara mai quanto dai propri errori, ma anche conoscere gli errori degli altri aiuta non poco. 

Rifiutarci di usare il ragionamento matematico, la geometria, il numero significa costruire nel nostro cervello strutture ambigue, se non addirittura sbagliate. Rifiutarci di usare le emozioni significa costruire con lo sputo, invece che col cemento. Credere di poter fare a meno di uno di questi due elementi, a mio modesto avviso, sarebbe allo stesso tempo triste e cretino.

La battaglia navale
© Sellerio, 2016

Ricordati che farti fare quello che non vuoi fare e per di più contento di farlo è una specialità delle donne.

Come diceva Celentano? Chi non lavora non fa l'amore, ma chi lavora prima o poi lo piglia in culo.

Si sa, spesso i discorsi inutili sono principalmente quelli delle altre persone.

A volte, per stare meno male, basta che gli altri capiscano perché stai male.

Le due teste del tiranno
Metodi matematici per la libertà © Rizzoli, 2017

L’ignoranza assoluta, ovvero l’inconsapevolezza di non sapere, genera eccessiva fiducia nei propri mezzi; per cui l’ignorante a tutto tondo, avendo una scarsissima superficie di separazione tra quello che sa e quello che non sa, non solo è convinto di sapere ogni cosa, ma si crede molto più capace di quelli che invece ne sanno davvero.

Negli occhi di chi guarda
© Sellerio, 2017

Ci sono persone con cui parlare è un piacere unico. Sono le persone che sanno quando è il caso di parlare. Quelli che, oltre ad udire quello che dici, lo ascoltano e lo comprendono al volo, e vanno oltre, usando quello che dici come tessera di un domino, in una partita amichevole in cui il risultato non conta, e di cui entrambi i giocatori sono in grado di riconoscere la fine, oltre all'inizio.

La chimica e la cucina sono praticamente la stessa cosa, in chimica basta solo ricordarsi di non assaggiare alla fine. 

Discutere con un idiota è come tentare di scolpire una merda. È difficile, sgradevole e non otterrai mai un gran risultato.

Voi, quella notte, voi c'eravate
© Sellerio, 2017

Il probrema di Interne' è che prima li scemi der villaggio avevano intorno tutto il resto del paese che ne lo diceva, che erano scemi. Ora, invece, sono scemi der villaggio globale, e trovano tante persone che sono d'accordo con loro, e si sono convinti di essere furbi.

A bocce ferme
© Sellerio, 2018

I confini della collaborazione, si sa, sono un po' come quelli geografici ai tempi delle grandi guerre: difficile andare d'accordo sul punto in cui dovrebbero stare, ma tutti concordi sul fatto che, così come sono, non vanno bene.

Bolle di sapone
© Sellerio, 2021 - Selezione Aforismario

I genitori, chiunque ne abbia un paio lo sa, sono dei talenti naturali quando si tratta di irritare i figli.

Ci sono due tipi di madri, al mondo: quelle alle quali non serve che i figli chiedano qualcosa, perché sanno già cosa stanno per dire, e quelle alle quali non serve che i figli chiedano qualcosa, perché tanto non li ascoltano.

Da autentico ingegnere, prima di ridere o ridacchiare di una battuta voleva essere sicura che fosse effettivamente una battuta. Altrimenti muovere tutti quei muscoli della faccia sarebbe stato uno spreco di risorse. 

Con quel tipo di amici funziona così, non c'è bisogno di sentirli spesso per sapere che ci sono, e non c'è bisogno di sentirli spesso quando stanno lontano, perché a parlarci e basta non c'è sostanza.

Ormai c'è da aspetta' per tutto, 'un ti godi più una sega. [...]. Per sape' se è gol o fallo devo aspettare la VAR, per sape' chi ha vinto ir Tùr de Fràns devo aspetta' l'antidoping, per sape' se me l'ha data o se l'ho violentata devo aspetta' la cassazione... 

Dire una parte della verità è come mentire: ma col tempo, a mano a mano che si cerca di reggere una parte, si vede che ci si abitua anche a quello.

Note
Leggi anche anche le citazioni degli scrittori e saggisti italiani: Gianrico CarofiglioAntonio Tabucchi - Edoardo Lombardi Vallauri