Frasi e aforismi di Antonio Castronuovo

Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Antonio Castronuovo (Acerenza 1954), scrittore, saggista, critico letterario e aforista italiano. Antonio Castronuovo (spesso con lo pseudonimo di Roberto Asnicar) ha dedicato molta attenzione al genere aforistico, attenzione che si può riassumere in una sua nota: "Una vita fatta di briciole, frantumi e marginalia".

In questo stile ha pubblicato Palingenesi del frammento (1995), Al mercato del tempo (1997), Rovi (2000), Il mito di Atene (2001), Quilismi per un bambino ucciso (2001) Tutto il mondo è palese (2006) e Se mi guardo fuori (2008).

Nella sua instancabile attività di critico e di saggista, Antonio Castronuovo ha pubblicato anche: Giordano Bruno: il processo e la condanna (1999), Il segreto di Assunta (2001), Ombre del Novecento (2002), Suicidi d'autore (2003), Libri da ridere (2005), Macchine fantastiche. Manuale di stramberie e astuzie elettro-meccaniche (2007), La vedova allegra. Breve storia della ghigliottina (2009), Emil Michel Cioran (2010), Alfabeto Camus. Lessico della rivolta (2011). Antonio Castronuovo collabora, inoltre, con molti periodici e dirige "La Pie", la più antica rivista di cultura romagnola.

Gino Ruozzi, nella premessa al libro di aforismi Tutto il mondo è palese, scrive: 
"L'aforisma di Castronuovo si caratterizza come strumento di ricerca terapeutico; lo scrittore indaga tra i frammenti dell'esistenza, senza timore di farsi e fare male. In un aforisma di Palingenesi del frammento egli aveva scritto che "in qualità di freccia l'aforisma si lancia contro un corpo, procura una ferita e la fa sanguinare: non fa subito male, colpisce durante". Questa ferita aperta nella vita è il segno di debolezza e di forza dell'aforisma contemporaneo, come aveva ben intuito Saba nelle proprie Scorciatoie (1946); perché è nella lucidità di vedere e nel coraggio di dire propri dello scrittore di aforismi che risiede una delle poche possibilità di cura odierne".
Foto di Antonio Castronuovo
S'illuse, quel giorno, di essere felice. E lo fu. (Antonio Castronuovo)

Corsia privilegiata
© Lalli 1985 - Selezione Aforismario

Il borghese essenzialmente non fa nulla, se non perpetuare quel costrutto sociale che gli permette di non fare nulla.

La vita è senza dubbio un romanzo: si tratta di decidere se scriverlo o viverlo.

La lamentela è il cemento sociale.

Non esiste vera arte senza perfetta inutilità.

I problemi più affascinanti sono quelli mai risolti. Le verità più graffianti sono quelle solo presagite. I quesiti più toccanti sono quelli che non possono avere risposta.

Nella corsa all'avere gli uomini rammentano quegli scarabei che si contendono, combattendo con minuziosità, una pallina di sterco.

Può convivere la pace interiore con la preoccupazione per la propria colesterolemia?

Spogliare una donna è come aprire un regalo: il bello sta nello scartare.

Palingenesi del frammento
© Pellicani 1995 - Selezione Aforismario

Certo linguaggio è come ruggine per l'essere − minori le incrostazioni, minori l'anchilosi.

Gli uomini che parlano molto rappresentano l'humus più fertile su cui attecchiscono i germi di quegli stessi problemi ch'essi − dialogando − sono convinti di risolvere.

Nel dispregio della solitudine − ma forse nella fatica della solitudine − si scorge l'agonia del frammento.

Frase rubata al tempo, all'incalzare della vita. Un aforisma segna un'emozione, una visione, una nascita, un gioco. Sempre un aforisma farà da epitaffio ad una morte...

La rivelazione dell'idea adempie, al tempo stesso, l'atto dello svelare ma anche del velare da capo. L'aforisma svela velando.

Passo dopo passo si coglie la crescita, che si attua sempre in ossequio alla decisa legga del destino, sfruttando le occasioni di nascita e di visione che la dea madre − sempre benevola − offre.

Rovi
(con lo pseudonimo di Roberto Asnicar) © Stampalternativa 2000 - Selezione Aforismario

Eco. Si parla spesso del valore educativo della solitudine. Se ne parla però sempre con gli altri.

Filogenesi. Il bacio: un morso addomesticato.

Incipit. Un'epoca non più superstiziosa − dicono − ma in compenso ipocondriaca.

Lunga vita al peggio. La grandezza nasce dalle ceneri del peggio. Come l'erba è più verde se sotto terra c'è un cadavere in disfacimento.

Ni. Il compromesso elimina il tragico.

Lotta di classe. Molti diritti sono doveri ben mascherati.

L'indifferente. Un eccessivo orgoglio può spegnere anche la più legittima gelosia.

Pataccari. La suggestione di essere artisti spesso lo fa diventare.

Quantità indotta. Il risparmio dei prezzi induce ad acquistare di più.

Tattica. Per smascherare la demenza del moderno è necessario diventarlo.

Quilismi per un bambino ucciso
(con lo pseudonimo di Roberto Asnicar) © Cierre Grafica 2001 - Selezione Aforismario

Forse è l'uomo tutto intero a essere inaccettabile... forse una bestia malata dell'universo... ipotesi da non scartare...

...il senso ironico della realtà... utile se scatena crisi, non se le guarisce...

Non è vero che per arrivare a Dio bisogna passare attraverso la fede... è sufficiente il corpo macellato di un innocente... Se poi lì di fianco c'è anche la madre, se c'è la forma assoluta del suo pianto, la fede suona quasi come cosa in più... cosa superflua...

Rimuginare su una vita troncata... è già una forma di suicidio... come tante altre...

Tentare di pensare a Dio davanti al cadavere di un bambino... tentare, se non altro, di farlo davanti alla sua tomba...

Temere la vertigine, anche se non soffri di vertigine... È il solo modo per nutrire l'emozione... ultima possibilità di vita che ti resta...

Una cosa ancora mi attanaglia... capire che neppure la morte rende modesti...

Foto di Antonio Castronuovo
Visse d'arte. Morì di fame. (Antonio Castronuovo)

Tutto il mondo è palese
© Mobydick 2006 - Selezione Aforismario

Amava l'umanità, ma non sopportava il vicino di sopra.

Credevano in un leader, nel papa, in un divo. Nel peggiore dei casi in un sindaco.

Decise di abbandonarla prima ancora di sedurla.

Gira che ti rigira, alla fine il circolo diventò vizioso.

Invece che spiritualmente arricchito, dai musei usciva col male alle caviglie.

L'uomo cercava lo stile, l'animale lo aveva.

L'uovo! rispose. Ma gli restò sempre il dubbio sulla gallina.

Mantenne ciò che aveva promesso. La gente non lo votò più.

Non c'era altra via: per essere uomo bastava sbagliare, ma se voleva essere diabolico doveva perseverare.

Non voleva avere dubbi, ne era certo.

Peggio di così le cose non possono andare. Diceva l'ottimista.

Per capire l'ipocrisia frequentava altruisti.

Per tutta la vita fu incompreso. Alla fine si sentì genio.

Sentiva che in cielo non c'era nessun dio, ma l'azzurro gli piaceva ugualmente.

S'illuse, quel giorno, di essere felice. E lo fu.

Sorrideva quand'era disgustato dal mondo. Lo giudicavano pertanto felice.

Visse d'arte. Morì di fame.

Volle vederci chiaro. Si mise a dormire.

Se mi guardo fuori
Diari e aforismi 1995-2007 © La Mandragora 2008 - Selezione Aforismario

A lamentarsi sono sempre quelli che hai trattato meglio.

Bellezza dell'animale, anche le rare volte che sbaglia. Bellezza dell'istinto non logorato dalla ragione. Bellezza etica della bestia che fa solo quello che deve fare.

Chi resta a casa crede che il viaggio sia una prova di infedeltà. Una moglie, un marito, crederanno che vai in viaggio per tradirli. Viaggiare equivale senza dubbio a essere infedeli, solo che il tradimento si consuma sempre con una omelette, con un paio di occhi sfuggenti, con la tristezza, con un negozi etto di cianfrusaglie. Con queste cose trovi una consonanza. Ecco perché si tratta di veri tradimenti. 

Cielo infinito, non deturpato dall'ombra di nessun dio. Gli dèi deturpano.

Come è umana la teologia quando si contraddice...

Da hamburger e patate fritte s'innalza l'odore che ben conosco; lo stesso che annusi indistintamente a Londra, Parigi, Madrid, Stoccolma. Nulla di composito, nulla di variopinto, da un polo all'altro la polpetta è quella, la patata è quella, il sacchetto è quello. Ad annaffiare c'è la coca, anche lei multinazionale. Finalmente ha vinto il comunismo. Quello vero.

Destino del miope e dello sciocco: guardare ma non vedere.

Dubbio, risata, disinvoltura, insolenza, lentezza, ozio: elementi di una buona arte del vivere.

Esistenze che scorrono con la patologia che avanza, nelle quali il senso della vita si fa sempre più chiaro.

Gettato nel mondo, ne ho guardato i colori e sono stato ottimista. Poi pian piano sono venuto a sapere.

I grandi problemi: mai risolti. Forse sono grandi proprio per questo.

I Greci parlavano di dogmi per indicare i più importanti principi di una scuola di pensiero. Si trattava dunque di preludi, di fatti iniziali - non di cicatrici finali, come tutti i dogmi odierni.

Il giornale come mancanza di tatto.

Il luogo in cui puoi meglio pensare alle differenze è McDonald.

In un diario ci deve finire di tutto, e per farci finire di tutto si deve guardare di tutto, leggere di tutto, amare di tutto...

La vita è davvero ben congegnata affinché nessuno sia felice.

Le miserie, le catastrofi, non sono più appannaggio degli altri. Non abbiamo bisogno di viaggiare per incontrarle. Sono giunte qui; si compiono attorno a noi. forse, è la più grande novità di questo fine secolo.

L'insensibile non saprà mai di essere stato infelice tutta la vita. E nemmeno saprà di avere avuto rari momenti di felicità.

Mia idea del viaggio: rigorosamente anticoloniale. Cercare dappertutto i segni della mia stupidità e inferiorità. I segni che definiscono quanto io "occidentale" sia presuntuoso e affetto dal complesso della superiorità. Curioso: non devo mai faticare troppo.

Mondo d'oggi. Come educatori funzionano meglio i morti dei vivi.

Non c'è rigenerazione senza digiuno. Rapportare questo alla pressione di una massa di libri. Per rigenerarsi bisognerebbe buttarli via tutti.

Notare nei cimiteri il grande rispetto della morte da parte di gente che non ha rispetto per la vita.

Pensare è un piacere faticoso, come fare sport.

Per il manuale del viaggiatore: non è vero che, persa un'occasione, ce ne sarà un' altra. Alla fine del viaggio ti accorgi che quella è stata l'unica.

Satira? Buffoni di corte, piuttosto. Che irridono il potere ma ne dipendono come non mai: finanziamenti, prebende, benefici...

Scegliendo la solitudine non si sbaglia mai. Scegliendo la compagnia troppe volte.

Storia. Ogni volta che la parola appare, fa capolino la violenza.

Un fenomeno che la psicologia dovrà analizzare: molti, con le prostitute, "ci vogliono parlare".

Uno dei fondamenti resta il vagabondaggio. La vita estetica lo reclama come pilastro: senza vagabondaggio non c'è bellezza. Un viaggio non organizzato, senza mete se non quelle scelte al momento, alloggi casuali, pasti liberi e scarsi, è molto più bello di uno programmato. Le letture non organizzate, assolutamente disordinate (leggere di tutto, dove capita, quando capita, nei momenti meno opportuni, senza seguire alcuna linea specialistica), sono molto più belle di quelle programmate dallo studio e dalla specializzazione. Conoscere una città secondo un metodo del tutto slegato, senza meta, senza guida e - soprattutto - senza mai mettere il naso negli orrori detti "musei" è molto più bello che conoscerla al seguito di un imbecille armato di guida turistica e di senso pratico. Alla base della vita estetica sta la fuga, il vagabondaggio, la peregrinazione (non il pellegrinaggio), l'absence (cioè il ritrarsi dall'impegno, dalla "presenza'). Pietà per chi non li conosce: non conoscono la bellezza della vita.

Zona industrializzata, lazzaretto di cancri ed enfisemi. Parlare di ecologia adesso... una cosa patetica...

Libro di Castronuovo consigliato da Aforismario
Libro di Antonio Castronuovo
Tutto il mondo è palese
 
Premessa: Gino Ruozzi
Editore: Mobydick, Faenza, 2006

Se l'aforisma tende per sua natura alla brevità, giunge prima o poi a lambirne i limiti: due righe, una riga, una mezza riga. Come succede in questa collezione di "minime", sguardi gettati su un mondo che, da paese, s'è fatto palese. Nulla più, infatti, può sfuggire alla sguardo ironico che ne osserva i caratteri - e ne demolisce il conformismo. In Tutto il mondo è palese Antonio Castronuovo propone l'aforisma minimo, lapidario, che di rado supera la lunghezza di due righe; non a caso uno di essi afferma: "Temeva l'aforisma che superava la seconda riga". È questa la tradizione più nota del genere, che ha per modelli La Rochefoucauld, Lichtenberg, Wilde, Kraus, Longanesi, Flaiano; l'aforisma condotto all'estrema concisione, per esprimere nel minimo volume la massima potenza dell'idea, non senza un velo di salutare ironia.

Note
  1. La proprietà intellettuale degli aforismi sopra riportati è dell'autore, che ne detiene i diritti. È vietata la loro riproduzione integrale su altri siti web.
  2. Vedi anche: Aforisti Contemporanei

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