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Aforismi, frasi e citazioni di Giuseppe Valente

Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più belle di Giuseppe Valente (Cosenza), avvocato e aforista italiano. Giuseppe Valente si definisce cosentino per nascita, calabrese per cultura, lingua e tradizioni. Gli hanno però insegnato l'italiano, una lingua che ritiene difficilissima, nonché piena di insidie e trabocchetti. Nella vita si è interessato principalmente di diritto civile ed incivile, apprendendolo - sia nella pratica dei tribunali, sia nella teoria delle università - tra Catanzaro, Cosenza e Messina, ma un po' anche dai tedeschi. Si vanta di essere riuscito a farne un diletto professionale. Ritiene privata la sua vita privata, perciò non ha consentito di pubblicare nulla al riguardo.
La mia "posizione" lavorativa? Prostrato a 90° circa. (Giuseppe Valente)
Aforismi senza "ismi"
© Pellegrini 2011

Il «lieto fine» è l’inizio di una «storia» che non avrà mai fine.

Il vero disordine è un ordine senza ordine, il vero ordine è un disordine senza disordine: il primo genera «rivoluzione», il secondo il suo contrario.

L'amore è il contrario delle logiche umane, quindi l'inspiegabile.

L'ignoranza è una colpa quando non si chiede conoscenza, altrimenti è un merito.

La Chiesa di Gesù Cristo non impone, ma propone; lo Stato dei «Cesari» impone, non propone: non tutto è come sembra.

La «festa del lavoro» dovrebbe festeggiarsi con il lavoro anziché con il «non lavoro». Così, uno con l'altro, si direbbe: buon lavoro!

La labilità di qualsiasi forma di governo coincide perfettamente con la labilità umana, anzi ne è il frutto.

La mia "posizione" lavorativa? Prostrato a 90° circa.

La politica italiana ha dimostrato di essere affetta da tutte le follie possibili tranne che dal "disturbo bipolare" .

La Repubblica? Tanto siamo rimasti sempre sudditi di qualcuno, con tanti giullari di corte. La Monarchia? Almeno c'è la Principessa!

Le belle ragazze sono come le banche: quando mi danno "credito" rimango un loro compiaciuto "debitore", quando mi danno "discredito" agisco per il recupero del mio "credito".

Le coppie tra cui non c'è vero amore sono relazioni di mutuo soccorso: forse è meglio l'ascetismo francescano.

Le droghe le ritengo un inutile artificio quando riesci a seguire il tuo «sballo» naturale.

Mai dire mai, meglio casomai.

Mi piace vegliare per non essere svegliato, altrimenti perdo il sogno.

Più ore dormi, meno ore vivi: non dormire ti allunga la vita.

Prediligo gli «atti osceni» in luogo privato.

Quando non si riesce a "partorire" idee, mi chiedo se esista una "menopausa" del pensiero.

Quasi tutti vogliono la sanità pubblica, ma quasi nessuno si va a tirare un dente alla «Cassa mutua».

Se l’infinito fosse finito, sarebbero finiti i dubbi infiniti dell’uomo.

Sono ciò che sono, non ciò che altri vorrebbero che io fossi, altrimenti diventerei la proiezione del bieco egoismo altrui. 

Spesso il «cuore» ti porta a volere bene persone che invece ti vogliono male: questa è la vera cecità irrazionale del sentimento.

Volere e dovere: questa è l’antinomia della morale.

Libro di Giuseppe Valente
Aforismi senza "ismi"
Editore: Luigi Pellegrini, Cosenza, 2011

Non avrei mai pensato di dare alle stampe, seppure nell'esiguità di un libello, alcuni dei miei pensieri che ho sempre espresso giochicchiando con le parole ed i vari significati significanti che vi si possono riconnettere, eppure vi hanno provveduto i miei più cari amici e colleghi “collegati” che li hanno voluti raccogliere cesellandoli dagli sms che spesso mi diverto ad inviare loro tramite il mio cellulare, pezzi di carta sparsi tra le mie carte che utilizzano, dal recente e dilettevole strumento di comunicazione Facebook, ma addirittura trascrivendo quelli che solitamente esprimo solo oralmente.