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Aforismi, frasi e citazioni di Léon Degrelle

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Léon Degrelle (Bouillon 1906 - Malaga 1994), politico e militare belga, fondatore del rexismo, movimento nazionalista belga di ispirazione cattolica, per poi indirizzarsi ideologicamente al fascismo. 
Che il destino ci trovi sempre forti e degni! (Léon Degrelle)
Le pays réel
1936-1940

Tutti i partiti corrotti si equivalgono. Tutti vi hanno derubati, portati alla rovina, traditi [...] Se volete vedere dei nuovi scandali impestare il paese, se volete essere schiacciati dalla dittatura dei banksters, [...] mettetevi al seguito come dei pecoroni dei politici profittatori! Voi avrete, voi stessi, firmato la vostra condanna a morte.

Militia - Le anime che bruciano
Les Ames qui brûlent, 1964 - Selezione Aforismario

La felicità esiste solo nel dono, nel dono completo; il suo disinteresse gli conferisce sapori d'eternità; esso ritorna alle labbra dell'anima con una soavità immortale. 

Il dono, il vero dono è così: annientarsi sino all'ultima favilla.

Donare! Aver visto occhi che brillano per essere stati compresi, colpiti, appagati! Donare! Sentire le grandi onde di felicità che fluttuano come acque danzanti su di un cuore pavesato all'improvviso di sole! Donare! Aver colto le fibre segrete che tessono i misteri della sensibilità! Donare! Avere il gesto che consola, che toglie alla mano il suo peso di carne, che consuma il bisogno di essere amato! 

È per mancanza di amore, è per mancanza di fede e capacità di donarsi, che il mondo stesso si abbatte sotto i colpi che lo assassinano.

La salvezza del mondo è nella volontà delle anime che credono.

Ogni giorno il mondo è più egoista e più brutale. Ci si odia tra uomini, tra classi, tra popoli, perché tutti si accaniscono alla ricerca di beni materiali il cui possesso furtivo rivela il nulla.

Noi usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione morale, insegnando di nuovo agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore.

In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune, disposti sin dall'inizio a sostenere per esso tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi.

Un grande ideale dà sempre la forza di dominare il proprio corpo, di soffrire la fatica, la fame, il freddo. Che importano le notti bianche, il lavoro opprimente, gli affanni o la povertà! 

La materia, sola a sé stessa, o muore o si suicida; solo l'ideale ha una valenza eterna.

Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto.

L'essenziale è avere in fondo al proprio cuore una grande forza che rianima e spinge avanti, che rinsalda i nervi, che fa pulsare a forti battiti il sangue stanco, che infonde negli occhi il fuoco ardente e conquistatore. Allora più nulla dà sofferenza, il dolore stesso diviene gioia perché esso è un mezzo di più per elevare il suo dono, per purificare il suo sacrificio.

L'ambizione non appaga, e stanca prima o poi il cuore da lei posseduto. 

Ho voluto scorgere nell'uomo un cuore da amare, da entusiasmare, da elevare, un'anima che – pur mezza asfissiata dalla pestilenza delle schiavitù – aspirava a trovare un soffio di purezza e a volte non attendeva che una parola, uno sguardo per liberarsi e rinascere.

Io ho provato quasi tutto. Conosciuto tutto. E, soprattutto, sofferto tutto. 

L'universo non è mai stato così ricco, colmo di tanto benessere, grazie a una industrializzazione di tale efficacia produttiva. Non vi sono state mai tante risorse, né tanti beni disponibili. È il cuore dell'uomo, solo lui, ad essere in stato fallimentare.

La vita la si può fissare solo sui cuori e sulle pietre; il resto se ne va come le lunghe file di tronchi alla deriva sulle acque invernali.

Non si è sulla terra per mangiare in orario, dormire a tempo opportuno, vivere cent'anni ed oltre. Tutto questo è vano e sciocco. Una sola cosa conta: avere una vita valida, affinare la propria anima, aver cura di essa in ogni momento, sorvegliarne la debolezza ed esaltarne le tensioni, servire gli altri, spargere attorno a sé felicità ed affetto, offrire il braccio al prossimo per elevarsi tutti aiutandosi l'un l'altro. Compiuti questi doveri, che significato ha morire a trenta o a cento anni?

Morire vent'anni prima o vent'anni dopo poco importa. Quel che importa è morir bene. Soltanto allora inizia la vita.

Il più duro è superato. Resisti. Stringi i denti. Fa' tacere il cuore. Non pensare che alla vetta! Sali!

Che il destino ci trovi sempre forti e degni!

Mi ricordo tre parole che un giorno avevo decifrato su una tomba di marmo nero giù a Damme in Fiandra, dentro una chiesa della mia patria perduta: ETSI MORTUUS URIT. "Seppur morto, egli arde..." 

Discorsi
Chi è colui che sarebbe stato qualcosa se io non fossi stato là per prenderlo e farne un uomo. Io non devo loro niente, essi devono a me tutto...Io non sono legato ad alcuno. Io posso sbarazzarmi domani di chiunque come un cappello sformato o un paio di scarpe sfondate.