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Aforismi, frasi e citazioni di Marino Piazzolla

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Marino Piazzolla (San Ferdinando di Puglia 1910 - Roma 1985), scrittore, poeta e aforista italiano. Marino Piazzolla compie gli studi a Parigi alla Sorbona, laureandosi in filosofia nel 1938. Nel 1940, torna in Italia, e nel 1945 si stabilisce a Roma, dove Insegna Storia e Filosofia nei licei. Nel 1946 fonda e dirige la rivista Narciso, Letteratura e Psicologia dei sessi. Nell'amore, nell'arte, nella vita.
La maggior parte delle seguenti citazioni di Marino Piazzolla sono tratte dalla raccolta di aforismi La bellezza ha i suoi fulmini bianchi, pubblicata nel 1980.
Anche un istante fa parte dell'infinito ed è la nostra razione di eternità.
(Marino Piazzolla)
E l'uomo non sarà solo
© Ceschina, 1960

Vi è un'azione del pensiero nel tempo e un'azione del corpo nello spazio. Il minimo squilibrio fra queste due azioni, proprie della vita, genera l'angoscia.

I fiori c'insegnano a sorridere
Favole per adulti © Edizioni d'arte Giorgio Ghelfi, 1973

A guardarli bene, ad odorarli, i fiori conservano, nella loro brevissima giornata terrena, una traccia vaga, indefinibile di un mondo che, essendo misterioso, apre il cuore dell'uomo alla speranza; ma soprattutto all'amore, che è insieme verità e bellezza della vita. Ed è così che i fiori c'insegnano a sorridere.

J. P. Sartre, intellettuale massificato
© Edizioni dell'Ippogrifo, 1973

La filantropia [...] è la religione dei rivoluzionari con la polizza di assicurazione. 

Con la filantropia e l'intelletto rivolto a sinistra s'incassano miliardi.

L'intellettuale! Questa parola fa paura, ma nello stesso tempo fa pena. L'intellettuale di oggi è un misto di fessaggine, di pederastia e di mutria. Pur non avendo capito nulla, né di sé, né degli altri, si presenta come l'oracolo degli oracoli. Usa un linguaggio ricercato, astruso, quasi da ebete: con la convinzione di mettere a posto il mondo, e invece non mette a posto nemmeno a se stesso. E l'intellettuale, nostro contemporaneo, sta quasi collocato sempre a sinistra (mangia però a destra), vuol fare la "rivoluzione", ma spera assicurarsi che non gli venga tolto nulla.

La bellezza ha i suoi fulmini bianchi
© Fermenti 1980 - Selezione Aforismario

Anche la Ragione ha le sue Pazzie come la Pazzia ha le sue Ragioni.

Anche un istante fa parte dell'infinito ed è la nostra razione di eternità.

Chi uccide in nome di Dio ha già ucciso Dio. Chi uccide in nome dell'uomo ha già ucciso l'uomo.

Chiamare le stelle per nome significa farsele amiche finché potremo guardarle dalla nostra buia esistenza.

Davanti all'idea di morire si resta sempre fanciulli.

Essere fra il palpito di un'upupa e il respiro d'una rosa nuova.

Ho insegnato a un fanciullo come si può giuocare all'aquilone con la luna. Sono rimasto tutta la notte in compagnia della sua gioia.

Ho le mani soltanto sporche d'inchiostro: è meglio così.

I giovani d'oggi vogliono tutto e subito per togliersi il fastidio di crescere.

I piedi in moto sanno sempre dove andrò.

I sogni mi fanno viaggiare dove non andrò mai da sveglio.

Il malvagio non saprà mai cos'è la propria morte.

Il tempo è nel mio corpo in moto; ma tutto lo spazio è anche nel mio pensiero per farsi tempo.

In ogni stella un paese che mai conosceremo.

In questo istante, sulla terra, si ripete il caos; ma tutto ci sembra normale.

Incastonato nel vuoto, assisto alla mia disperazione quotidiana.

L'abisso del cielo potrà, un giorno o l'altro, risucchiarci senza preavviso.

La bellezza ha le sue radici nel filo d'erba e le sue foglie nelle Galassie.

La luce si sdraia negli occhi ignorando che è sempre la morte a vegliarli.

La morte tace per la troppa innocenza e ricomincia a vivere, di notte, in un'ombra infelice.

La notte può, in pieno giorno, splendere negli occhi del malvagio.

La notte sorge forse per occultare i nostri misfatti quotidiani.

La saggezza è già tutta scritta nella luce e noi ci affatichiamo a inventarne un'altra, da scrivere nelle tenebre.

La Stella Mattutina è sempre puntuale nel dare l'addio alla notte.

La troppa luce, a volte, ci nasconde agli altri; ma gli occhi, allora, provano il terrore di scoprirei.

Le città ci fanno soli perché si cammina in molti.

lo nell'ombra e tutto il cielo sugli occhi per una gita al paese di Dio.

lo sulla terra, e la terra fra i mondi, quasi inutilmente insieme.

Mi sono scelto per una sola volta: perciò dovrò subirmi anche se ho scelto male.

Nel sangue ci sono tutti i segreti dell'universo; ma gli uomini ci costringono a versarlo come fosse inutile.

Nessuno potrà dirmi dove morirò, tranne i fiori che mi veglieranno.

Ogni età della terra ha la sua razione di morti innocenti e di bellezze distrutte.

Ogni giorno il caso decide molto più di noi.

Perché non potrebbe essere un colombo a dimostrare, volando, la nostra esistenza di bipedi?

Quale sforzo per il vento nell'assalto contro gli alberi, sorretti dall'amore che si tende dalle radici per raggiungere le cime.

Quando si ama profondamente, l'idea della morte incomincia a brillare negli occhi dell'amata.

Se dico: l'anima non c'è, sento battermi sulla spalla; ma non mi giro, per non vedere la mia ombra alta fino a toccare il cielo.

Se taccio, mi ascolto morire senza che possa dire addio a nessuno.

Se temo la morte vuol dire che la vita mi è ancora vicina, disperata più di me.

Si nasce una sola volta, ma si muore per sempre.

Sono anni che non vedo un'alba riempirmi d'incanto.

Sono certo di vivere quando m'invento diverso nel tempo che mi viene incontro da non so dove.

Stanotte è il turno del cavallo, dove cavalca il solo colore bianco di un dio, svelato dal nitrito.

Tra la spada e la luce come è buffa la mano omicida. 

Un fanciullo ha tutto il diritto di lanciare sassi contro il sole, convinto che possa fare centro e ridere sul mondo, rimasto al buio.

Un fiore non dimostra mai la sua esistenza: non obbliga a credere nel suo profumo. Un fiore è invece la prova della nostra esistenza e assolve chi non crede nel suo profumo essendo una traccia di Dio per tutti gli uomini.

Libro di Marino Piazzolla consigliato
La bellezza ha i suoi fulmini bianchi 
Prefazione: Donato Di Stasi 
Editore: Fermenti, Roma, 2007

Fredda e appassionata meditatio mortis, questa raccolta di aforismi gela per la lucidità e il rigore che l'Autore mostra: finito il levare delle illusioni, rimane il battere della realtà, il colore a picco di ogni rumorosa compagnia umana. Diario del disordine, memoria di un mondo che va pietrificandosi di pari passo con il corpo di chi scrive, la bellezza ha i suoi fulmini bianchi evoca stanchezze e avvilimenti, ma anche l'ultima risorsa ravvisata nel filo sottile e tenacissimo della scrittura. Maneggiato materialmente, l'aforisma conferisce alle visioni di questo libro un che di letterale e preciso, di sorprendente e concreto; in questo senso il pensiero corre alle sue scelte lessicali, improntare a una sorta di neopetrarchismo incandescente, folmineo, materico che si corruga e si fende, si cristallizza in alcune immagini note, per riprendere slancio dal suo stesso moto dialettico di scarto e di contraddizione. Bruscamente umile verso il mondo, Piazzolla deposita sulla pagina la sua innata musicalità, i suoi candori stilistici, per nulla disdicevoli, se confrontati con le forberie stilisticoermetiche di innumerevoli c.d. poeti che in realtà sembrano avere assolutamente poco da dire. La bellezza ha i suoi fulmini bianchi assurge allora a opera paradigmatica e profana tra l'afasia cui conduce la banalità dei nostri tempi e il grido rauco, terrorizzato, di chi si è interrogato, per questo a Piazzolla non pertiene il piglio tonante del giudice, quanto il prodigio di aver visto fiammeggiare da qualche parte verità e bellezza: "Trafitta dal sole è l'aria che si dilata sull'erba, dove ci distendiamo trafitti dal tempo che non è più".