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Aforismi, frasi e citazioni di Andrea G. Pinketts

Selezione delle migliori citazioni e delle frasi più belle di Andrea G. Pinketts (pseudonimo di Andrea Giovanni Pinchetti - Milano 1961-2018), scrittore, giornalista e drammaturgo italiano. Andrea G. Pinketts è autore di molti romanzi di genere tra il noir e il grottesco. Alcuni di questi romanzi sono incentrati sulla figura di Lazzaro Santandrea, suo alter ego e protagonista di originali avventure nella Milano contemporanea. Come il suo personaggio, anche Andrea G. Pinketts ha svolto vari lavori (fotomodello, giornalista, ecc.), come lui amava la birra Guinness e il sigaro Antico Toscano e, come nel romanzo Il vizio dell'agnello, anche Pinketts è stato un assiduo frequentatore di Piazza Wagner a Milano e ad Alassio.
Le seguenti citazioni di Andrea G. Pinketts sono tratte da alcuni dei suoi libri più noti, pubblicati da Feltrinelli e Mondadori.
Non c'è niente di peggio che tentare di rimediare a una gaffe
(oddio, qualcosa c'è. Gli snuff movie, per esempio). (Andrea G. Pinketts)
Lazzaro, vieni fuori
© Metropolis, 1991 - Selezione Aforismario

Il passato è bello perché è passato, prima era bello perché era presente. Se cercate di far diventare presente il vostro passato, come minimo sbagliate la coniugazione dei verbi.

La maturità è un'invenzione dell'uomo che non può ammettere di non essere migliorato.

Mai attaccare bottone con una sarta: conosce il trucco.

La missione delle madri non è la procreazione, quanto la preoccupazione. Anche le amebe partoriscono, ma, per quanto ne so, se ne fregano.

L'uscita, qualsiasi uscita, è il momento più importante della vita di un uomo. Puoi sempre riscattare una cattiva entrata con una buona permanenza, puoi sfondare la porta del prossimo e costruirgliene una blindata, puoi iniziare con lo schiaffeggiare una donna e se sai rallentare la mano puoi improvvisare una carezza. Ma l'uscita è la cosa più definitiva di te. Non la puoi rimediare neanche con un ritorno.

Il vizio dell'agnello
© Feltrinelli, 1994 - Selezione Aforismario

Nei cimiteri, per quanti fiori ci siano, non è mai primavera.

Il rimorso è una tomba su cui piangere lacrime di coccodrillo.

Il giorno dopo è sempre così. Il giorno dopo qualsiasi cosa. Un anno bisestile, una passione non corrisposta, una sbornia di liquore dolce. Non riesci ad abituarti all'idea di essere già al giorno dopo. Ti ritrovi nel tuo primo pomeriggio del tuo primo di gennaio a metà novembre e ti accorgi di essere stonato, perché fuori tempo. Per gli altri è un giorno come un altro. Per te, è un giorno come te. Sei in ritardo. Non sei ancora uscito da ieri ed è già domani, anche se gli altri lo chiamano oggi.

Il senso della frase
© Feltrinelli, 1995 - Selezione Aforismario

Il senso della frase è Privilegio poiché, se lo possiedi, permette a una tua bugia di essere, se non creduta, almeno apprezzata.

Nel caso tu dica la verità, la verità pelosa, la verità arrapata, se possiedi il senso della frase la verità avrà l’aspetto un po’ puttanesco eppure di classe di una bella menzogna.

Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore.

I giorni non passano. Si raggiungono. Il tempo non vola. Nuota.

Morire è dispersivo. Specie se ti seppelliscono in una tomba di famiglia.

Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il “senso della frase”. Solo che ora le frasi non avevano, non hanno, più senso.

Il conto dell'ultima cena
© Mondadori, 1998

Cercavamo di ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzasse noi. Era una lotta impari.

Il paese, per un verso o per l'altro, brulicava di disoccupati, che non potendo nemmeno permettersi il (discutibile) privilegio di lavorare, per evitare di farsi ammazzare dal tempo lo prevenivano suicidandosi.

Non essendo mai riuscito, pur essendo un povero Cristo, a camminare sulle acque, passeggiava sul vino.

L'assenza dell'assenzio
© Mondadori, 1999 - Selezione Aforismario

La noia andrebbe calpestata con scarpe con la para. Diventerebbe paranoia, una malattia mentale meno pericolosa. 

Il dolore è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne.

Una casa senza libri è come una pornostar senza vagina.
Come esci dall'utero te lo mettono nel sedere: è la prassi. (Andrea G. Pinketts
Fuggevole Turchese
© Mondadori, 2001 - Selezione Aforismario

Come esci dall'utero te lo mettono nel sedere: è la prassi. Non so se sia giusto ma poco conta. Sarebbe utile saperlo in anticipo, l'adattamento sarebbe meno traumatico durante l'allattamento.

Il neonato è un futuro morto non ancora alfabetizzato.

Io do perché mi sia dato. Un opportunista civile e integrato.

Io ignoro la modestia. È troppo modesta per essere presa in considerazione.

Dio non paga mai, va a scrocco. Aspetta solo che qualcuno gli offra da bere, o comunque, gli faccia delle offerte. Bel parassita, Dio.

Mi sento come un equilibrista su una moneta che non cade né a testa né a croce. Gesù Cristo ci ha giocato una sola volta ed è uscita croce.

Sangue di yogurt
© Mondadori, 2002

L'amore, nella vita, è il raro momento in cui ci si incontra attendendo qualcun altro. 

Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar. 

Nonostante Clizia
© Mondadori, 2003

Le bugie sono sempre regali. Le verità si pagano.

Non c'è niente di peggio che tentare di rimediare a una gaffe (oddio, qualcosa c'è. Gli snuff movie, per esempio).

Ho fatto giardino
© Mondadori, 2006 - Selezione Aforismario

Nonostante il detto: " Natale con i cowboy... (per via del bue e l'asinello)... e "Pasqua con chi vuoi", non va esattamente sempre così. Se a Pasqua ti ritrovi con una fidanzata petulante e decidi di farti un viaggio esotico, di quelli che a Pasqua fanno solo gli imbecilli, sei costretto a portartela dietro. Così non è più "Pasqua con chi vuoi", ma Pasqua con chi devi.

Non desiderare la donna d'altri. Prenditela!

Le donne, per quel che mi riguarda, si dividono in quattro categorie: quelle che ci sono state, quelle che ci stanno, quelle che ci staranno. E quelle brutte.

Pasqua è una grandissima rottura di uova.

Si muore da soli. Nonostante tanti amici.

Depilando Pilar
© Mondadori, 2011

Ci sono uomini che si possono comprare e ci sono uomini che si possono noleggiare.

Sul pelo puoi bluffare. Sulla pelle no. Se a ottant'anni ti tingi tutto il pelame di un bel rosso mogano, la pelle denuncia la mistificazione.

Libro di Pinketts consigliato
Il senso della frase
Editore: Feltrinelli, 1995

Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così, ma ho il “senso della frase”. Il senso della frase è Privilegio poiché, se lo possiedi, permette a una tua bugia di essere, se non creduta, almeno apprezzata. Nel caso poi, una volta tanto, tu ti decida a dire la verità, quella vera, quella che puzza perché non si lava con gli eufemismi, quella brutta perché non si ritocca né si abbellisce con la chirurgia estetica del ricordo, nel caso tu dica la verità, la verità pelosa, la verità arrapata, se possiedi il senso della frase la verità avrà l’aspetto un po’ puttanesco eppure di classe di una bella menzogna. Il senso della frase è il sesso della frase, il suono della frase, il significato della frase. Il senso della frase battezza la frase, la estremizza e anche se la degrada col turpiloquio, la promuove comunque rendendola, alla fin fine, definitiva. Il senso della frase è il punto d’arrivo del concetto espresso quando la frase è ancora nell'utero. È il punto di non ritorno. Un “punto e basta”. Un punto esclamativo ma, soprattutto, 666 punti esclamativi. Diabolico senso della frase, io ti possiedo e ti amo. Fiato alle trombe di Eustachio, rimbombino le tube di Falloppio. Così è e così è stato. Non so se si nasca con il senso della frase. Di sicuro ci si muore.