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Frasi e citazioni di Michail Lermontov

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Michail Lermontov (Mosca 1814 - Pjatigorsk 1841), poeta, drammaturgo e pittore russo. Nel corso della sua breve vita,  Lermontov pubblica soltanto un volume di poesie, Versi, e il celebre romanzo Un eroe del nostro tempo (Geroj našego vremeni, 1840). Altre opere sono state pubblicate postume.
Stupidità e perfidia a contemplare! Ecco su che si volge il mondo!
(Michail Lermontov)
Un eroe del nostro tempo
Geroj našego vremeni, 1840

A questo mondo senza i cretini ci si annoierebbe moltissimo.

Il male genera il male; la nostra prima sofferenza crea l'idea del piacere di tormentare un altro. L'idea del male non può entrare nella testa dell'uomo senza che egli desideri tradurlo in pratica.

Il mio amore non ha mai reso felice nessuno, perché non ho mai sacrificato nulla per coloro che ho amato; io amavo per me, per il mio bisogno del cuore, inghiottivo avidamente i loro sentimenti, la loro tenerezza, le loro gioie e sofferenze: e non ne ero mai sazio.

Io non sono incline all'amicizia: di due amici uno è sempre schiavo dell'altro, benché spesso né l'uno né l'altro voglia ammetterlo; io non posso essere schiavo, e comandare in tal caso è una fatica estenuante, perché bisogna ricorrere anche all'inganno.

Io non rivelo mai i miei segreti, ma amo terribilmente che siano gli altri a scoprirli, poiché in tal caso posso sempre smentirne la veridicità.

L'amore è come il fuoco: se non viene alimentato si spegne.

L'amore di una selvaggia vale poco di più di quello di una signora dell'alta società: l'ignoranza e la semplicità dell'una vengono altrettanto a noia della civetteria dell'altra.

L'amore platonico è il più travagliato.

L'anima, godendo e soffrendo, si rende perfettamente conto di tutto e si persuade di ciò che deve essere; l'anima sa che, senza tempeste, l'incessante calura del sole finirebbe per inaridirla; essa si compenetra della sua propria vita, accarezza e punisce se stessa come il bimbo prediletto.

La mia giovinezza incolore è trascorsa nella lotta contro me stesso e il mondo; i miei sentimenti migliori, per timore di venire deriso, li ho sepolti nel profondo del cuore: e lì sono morti.

Le passioni non sono altro che idee al loro primo grado di sviluppo: esse sono un attributo della giovinezza del cuore ed è uno stupido chi pensa che sarà agitato da esse per tutta la vita: molti placidi fiumi cominciano con fragorose cascate, mentre nessuno ribolle e spumeggia fino al mare.

Le donne amano soltanto coloro che non conoscono.

Dai tempi in cui i poeti scrivono e le donne li leggono (cosa per cui sono loro profondamente riconoscenti), esse sono state chiamate tante volte "angeli" che, in semplicità di cuore, hanno creduto a tale complimento, dimenticando che quegli stessi poeti per denaro onoravano Nerone con l'epiteto di semidio... 

La mia anima è stata guastata dalla società, l'immaginazione è inquieta, il cuore insaziabile; tutto mi sembra poco: mi avvezzo altrettanto facilmente alla tristezza che al piacere e la mia vita diventa ogni giorno più vuota; mi è rimasta una sola risorsa: viaggiare.

Quell'inquieta necessità d'amore che ci tormenta nei primi anni della giovinezza, che ci getta da una donna all'altra, finché non ne troviamo una che non ci può soffrire: a questo punto ha inizio la nostra perseveranza, la vera passione infinita, che si può esprimere con una linea che si protende da un punto verso lo spazio; il segreto di questa infinità consiste soltanto nell'impossibilità di raggiungere lo scopo, cioè la fine.

Suscitare nei propri confronti un sentimento di amore, di dedizione e di paura non è forse il primo segno e il più grande trionfo del potere? Essere per qualcuno causa di sofferenze e di gioie, pur non avendone alcun positivo diritto, non è forse l'alimento più dolce del nostro orgoglio? E che cos'è mai la felicità? Orgoglio soddisfatto.

Amo i nemici, sebbene non in modo cristiano. Essi mi procurano dello svago, mi agitano il sangue. Stare sempre in guardia, afferrare ogni sguardo, il significato di ogni parola, indovinare le intenzioni, mandare all'aria i complotti, fingersi ingannato e poi d'un colpo rovesciare tutto l'immenso e complicato edificio di astuzie e trame, ecco ciò che io chiamo vivere.

Sovente inganniamo noi stessi pensando che la donna ci ami per le nostre doti fisiche o morali; certamente esse preparano, predispongono il loro cuore ad accogliere il sacro fuoco, ma è tuttavia il primo contatto che decide la faccenda.

Scorro nella memoria tutto il mio passato e involontariamente mi chiedo: a che fine ho vissuto? Per che scopo sono nato?... Probabilmente uno scopo c'era e devo avere avuto un'alta destinazione, perché mi sento forze sconfinate nell'anima; ma non sono riuscito a scoprire questa destinazione, mi sono distratto con le lusinghe di passioni vuote e ingrate; dal loro crogiolo io sono uscito duro e freddo come l'acciaio, ma ho perso per sempre il fuoco delle nobili aspirazioni, il fiore migliore della vita.

Un ballo in maschera
Maskarad, 1835 (postumo 1852)

Amo in modo diverso io: tutto ho visto, tutto provato, tutto compreso, conosciuto; amai sovente, più sovente odiai, soffersi, più che ogni altra cosa! Dapprima tutto volli, poi tutto disprezzai, talora non capii me stesso, non mi capì talaltra il mondo.

Che è vita? la vita è cosa vana. Finché rapido corre il sangue in cuore, tutto al mondo ci è gioia, ma passati gli anni delle passioni e delle brame, sempre più buio è tutto, intorno!

La vita? una sciarada ormai ben nota per l'esercizio dei fanciulli; dove il primiero è nascita, il secondo orrendi affanni, pene di ferite segrete, dove l'ultimo è morte, e inganno l'intero!

È eterna la vita, attimo è morte!

Guasta il sangue, la collera.

Il diavolo è sempre presente

Il bene non è sempre in poter nostro!

Io vanamente cerco per tutto distrazione, a me davanti ronza la folla variopinta... Eppure è freddo il cuore, dorme la fantasia: stranieri mi son tutti, e io straniero a loro.

La vita ha valore soltanto finché è bella; ma tale dura?... è un ballo essa - giri e sei lieto, tutto risplende intorno... Ma appena a casa e tratto via l'abito gualcito, nulla ricordi e non sei più che stanco. Meglio invece lasciarla in giovinezza, mentre l'anima non è ancora adusa alla sua gelida votezza; volare in un baleno ad un altro mondo, finché il passato ancora non opprime la mente, finché è facile ancora la lotta colla morte-ma non concede a tutti tal fortuna il destino.

Sposarmi... onde avere il sacro diritto di non amare ormai proprio nessuno al mondo.

Stupidità e perfidia a contemplare! Ecco su che si volge il mondo!

Tutto al mondo è convenzione.

Un mazzo di carte è il mondo per me, un banco la vita; il fato tiene, io gioco, le regole del gioco applicando alla gente.

Voi volete dalla felicità esser preso. Strana pretesa... è invece necessario scoprirla.

Note
Leggi anche le citazioni degli scrittori russi: Anton Čechov - Fëdor Dostoevskij - Lev Tolstoj