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Frasi e battute dalle vignette di Altan

Selezione di frasi, battute umoristiche e vignette satiriche di Francesco Tullio Altan (Treviso 1942), fumettista, vignettista e autore satirico italiano.
Di lui ha scritto Michele Serra: "Su Altan è stato scritto molto, anzi moltissimo, da giornalisti, critici, intellettuali, prefatori, nel tentativo di spiegare la sua quasi inspiegabile arte, che con una pratica semplice - la vignetta, rappresentazione di un istante - riesce a evocare le complicazioni di un'epoca intera, con tutta la profondità dei suoi mali, dei suoi inganni e soprattutto delle sue delusioni. [...]. "Ogni sua vignetta, anche la meno memorabile, colpisce e affascina perché "non ci avevamo pensato", o comunque non ci avevamo pensato con la stessa radicale precisione. Come se noi lettori fossimo troppo immersi nella materia trattata (merda, direbbe Altan) per poterla inquadrare con la stessa freddezza, la stessa spregiudicatezza e - in fin dei conti - anche la stessa serenità". [L'Espresso, 2010].
Come ha scritto Stefano Benni: "Altan ha la ferocia di Beckett, la grazia di Keaton, l'imprevedibilità di Totò".
Sono un pessimista felice.
Le cose vanno peggio di ogni più rosea previsione. (Altan)
Frasi e battute satiriche
Selezione Aforismario

Anno bisestile: una giornataccia in più del solito.

Basta. Esigo le mie dimissioni.

C'è il boom della comunicazione: tutti a comunicare che stanno comunicando.

Che la vita è una merda passi. Ma che una debba anche godersela, è un po' troppo.

Ci sono dei momenti storici che a uno gli piacerebbe di poter dire: io non c'ero.

Con la crescita zero il Paese invecchia. Tra un po’ avremo un pensionato a carico di ogni disoccupato.

Cosa non darei per fuggire all'ovest di me stesso.

Cresce il conflitto di interessi fra me e la realtà circostante.

Da piccola temevo il futuro e nessuno mi ha avvisata che non sarebbe mai arrivato. 

È impressionante la violenza con cui riusciamo a fottercene di tutto.

È record: ogni telefonino possiede un italiano.

È una vita che nascondo la testa. E adesso mi avvisano che era merda, non sabbia.

Edizione straordinaria: oggi il papa non detto niente!

Forse è ora che l'umanità si dimetta.

Il progresso dell'umanità è passare per un metal detector.

Il progresso umano è come la digestione: prima o poi dà i suoi frutti.

Insomma, per dirla in soldoni: chi più ne ha, più ne detrae.

La guerra è la pace con altri mezzi.

La tristezza è che quando finisce un'epoca ne comincia subito un'altra.

Lavoro usurante: fare il cittadino in un paese dove vige il Vaticano.

L'italiano è un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che fosse un popolo normale.
Sono ottimista. Il bicchiere lo vedo mezzo pieno. Di merda.
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
Mi piace il giorno dei morti: vado al cimitero e mi sento qualcuno.

Mi piacerebbe sapere chi è il mandante di tutte le cazzate che faccio.

Nel dubbio, ho deciso di prendere le distanze da me stesso.

Noi farfalle si vive un giorno solo, e quando son le sei di sera si han già le palle piene.

Non sarà che tutti muoiono perché è gratis?

Ognuno ha il suo prezzo. Io ho anche lo sconto.

Penso, quindi sono. E non faccio un cazzo.

Per ora non mi hanno arrestato neanche un conoscente: morirò onesto, ma sconosciuto.

Propongo di istituire un premio Nobel per il senno di poi.

Questi giovani d’oggi non credono a niente: noi, alla loro età, eravamo pieni di delusioni.

Questo deprecabile razzismo da stadio sta rovinando l'immagine di milioni di razzisti per bene. 

Questo Paese è così coerente che, un giorno sì e uno no, riescono ad avere ragione anche gli stronzi.

Si deve vivere intensamente, sennò ci si accorge di esistere.

Sono ignorante, però lo so, io.

Sono ottimista. Il bicchiere lo vedo mezzo pieno. Di merda.

Sono ottimista: un giorno la terra servirà a concimare un pianeta lontano.

Sono scontento ma non so più con chi lagnarmi.

Sono tempi orribili: si stava meglio quando gli altri stavano peggio.

Sono un pessimista felice. Le cose vanno peggio di ogni più rosea previsione.

Spero che qualcuno sia pronto a dare la vita per difendere il mio diritto a dire tutte le cazzate che penso. 

Uno nasce, e poi muore. Il resto sono chiacchiere.
− C'è sempre una prima volta per fare cazzate. − Però non c'è mai l'ultima.
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
Dialoghi in due battute
Selezione Aforismario

− Ah! se il tempo si fermasse, caro.
− Brava, così la banca smette di pagarci gli interessi.

− Altro marito che sgozza la moglie.
− Finché si ammazzano fra loro...

− Ancora violenze su donne e bambini.
− E con chi dovrebbero sfogarsi, coi panda e le foche monache?

− Babbo! Dio mi ha creato a sua immagine e somiglianza.
− Secondo me somigli a un amante di tua mamma di nome Bergonzoni.

− Babbo, si può difendere la libertà limitando la libertà?
− Dipende. Chi l'ha detto?

− Buon giorno.
− Per me o per te?

− Cara, dopo morto voglio essere cremato.
− Secondo me verresti meglio bollito.

− C'è sempre una prima volta per fare cazzate.
− Però non c'è mai l'ultima.

− C'è un altro uomo?
− Se proprio vogliamo contare anche te, sì.

− Caspita, quanto mangiate! 
− Sa com'è, abbiamo il water nuovo.

− Ci aspetta un futuro di merda.
− Sempre che riusciamo ad aumentare la produttività.

− Ci vuole più equità.
− Urge un decreto spalma merda.

− Ciao. Ci vediamo domani.
− Finalmente un po' di ottimismo.

− Come ci giudicheranno i posteri?
− Se tutto va secondo i nostri piani gli lasciamo cose molto più drammatiche di cui preoccuparsi.

− Cosa mi regalerai per la laurea, babbo?
− Il mio preservativo: è un Hatù del cinquantanove.

− Da grande sarò violento.
− Ma ricordati: prima le donne e i bambini.

− Depresso?
− Magari! Infelice.

− Dice che, dopo il voto, taglia le tasse.
− Digli che lo votiamo, dopo le elezioni.

− Disoccupazione giovanile in aumento, onorevole.
− Ma Dio bono, non invecchiano mai?

− Dove vai?
− A orinare. Puoi trovarmi al sito www.cesso.it
− Ci vuole più equità. − Urge un decreto spalma merda.
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
− È ora di rivalutare la merda.
− E quando mai è stata svalutata?

− È pieno di gente che non arriva alla fine del mese.
− Accorciamo i mesi?

− E secondo te io dovrei cucinare e mettermi il rimmel per quel würstel lì?
− Sì. Fa parte della tua cultura.

− È un mondo senza futuro.
− Finalmente possiamo rilassarci!

− Forza, Gino!
− Ti avverto che questo amplesso andrà in onda in forma ridotta a causa di un'agitazione!

− Gino, ti ho tradito.
− Non cedo alle provocazioni.

− Gli umani sono tutti feroci e sanguinari? 
− No: per fortuna ci sono anche quelli svogliati.

− Ho diritto alla speranza.
− Tenga presente che la sua speranza finisce dove comincia la mia.

− Ho diritto di ricercare la felicità.
− Se la trovi te ne compro un pezzo.

− Ho paura di avere la meningite.
− Impossibile. Sei troppo stupido per una malattia simile.
− Poteva andare anche peggio. − No (Altan © L'Espresso © la Repubblica)
− Ho rubato, corrotto, concusso e mentito.
− La pianti di vantarsi e venga al dunque.

− Ho tutto, eppure sono infelice, Luisa.
− È la vita. C'è gente che non ha niente eppure è infelice uguale.

− Ho un'erezione, Luisa.
− Proprio quest'anno che sono così occupata?

− I ladri sono ladri!
− Lei non può criminalizzare così un'intera categoria.

− Il Paese sta andando in vacca.
− Sì, ma senza il necessario entusiasmo.

− Il Parlamento funziona male.
− Almeno si limitano i danni.

− Lei è dalla parte del torto.
− Ingenuo. È il torto che è dalla mia parte.

− Lei è un coglione? 
− Maledizione, un’altra fuga di notizie.

− Lei pensa prima di parlare?
− Mai, sennò perdo il filo.

− Lei scopa? 
− Ci ho provato, come tutti, nel ‘68. Ma poi ne sono uscito.
− È pieno di gente che non arriva alla fine del mese. − Accorciamo i mesi?
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
− Ma in questo mondo conta solo il profitto? 
− Ma no! C'è anche il lucro.

− Mamma, il papa ribadisce: no ai rapporti prematrimoniali. 
− E tu dagliela a un uomo sposato.

− Mamma, perché il babbo lavora mentre noi siamo in vacanza?
− Perché così dopo può rinfacciarmelo.

− Mi chiedo a cosa ti serve possedere il famoso pene. 
− Non so. Ce lo tramandiamo di padre in figlio.

− Mi chiedo: tu mi ami?
− E cosa ti rispondi, di bello?

− Mi hanno dato un due in latino.
− Finalmente un po' di meritocrazia.

− Mi sento una merda, mamma!
− E stai sul tappeto persiano?

− Mi son fatto la cacca addosso, papà.
− Riponila nel freezer, che al momento l'offerta supera la domanda.

− Mi suicido, babbo!
− Non fare il moralista: spara agli altri.

− Mi vergogno di essere italiano.
− Beato lei: io mi vergogno di essere.
− Ci aspetta un futuro di merda. − Sempre che riusciamo ad aumentare la produttività.
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
− Mio nipotino ha tre anni e già crede in Dio. 
− Che tenero opportunista.

− Non son degno di te, babbo. 
− Allora sei proprio l’ultima delle merde.

− Papà, dobbiamo amarci l'un l'altro.
− Già, e poi cosa dirà la gente!

− Peggio di così non possiamo andare. 
− Dai: ancora uno sforzo e ci riusciamo!

− Per carnevale mi vesto da pagliaccio.
− Vuoi farti riconoscere?

− Poteva andare anche peggio.
− No.

− Quando andiamo noi operai in TV cala l'ascolto.
− Manca la suspance. Lo sanno tutti che alla fine lo prendiamo nel di dietro.

− Questa crisi durerà anni.
− Finalmente un po' di stabilità.

− Questi giovani escono dalla scuola che non sanno un tubo!
− È una misura cautelativa, in caso vengano catturati dal nemico.

− Ricordati: dobbiamo fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. 
− Bravo, e dove li troviamo i soldi?
− Ciao. Ci vediamo domani. − Finalmente un po' di ottimismo.
(Altan © L'Espresso © la Repubblica)
− Sei felice?
− No.

− Siamo sull'orlo del baratro.
− Goditi il panorama.

− Sono ateo.
− Io no. Credo nel Superenalotto.

− Sono nata col parto indolore mamma? 
− Sì. Ne approfitto per ricordarti che è l’unica soddisfazione che mi hai dato, a tutt'oggi.

− Sono pieno di speranze.
− Un dito in gola e te ne liberi.

− Sono stitico, babbo.
− Sbagli: tutti devono dare il loro contributo alla società.

− Sorellina, la mamma ha deciso di lasciare il babbo.
− Non a noi, spero.

− Stiamo scivolando tutti nella merda.
− Finalmente un collante per unificare il Paese.

− Suo marito è già impotente? 
− E chi lo sa?

− Tra noi vige un rapporto di odio-amore, capito?
− Spiegami meglio la seconda parte.

− Tu ci credi all'aldilà?
− No. Ma neanche tanto all'aldiqua.

− Una parola e sarò tua, Aldo!
− La proprietà è un furto!

Libro di Altan consigliato da Aforismario
Altanterapia
Rimedi ai mali e consigli per la crescita
Editore: Salani, 2010

Se c’è un personaggio che può costituire una Terapia per gli altri, questo è Altan. Frutto di intuizioni fulminanti e di sintesi straordinaria, le sue immagini fotografano la realtà che ci circonda e ce la restituiscono non senza qualche ‘taumaturgico’ effetto. Altan sa cogliere il quotidiano, rappresentare i tipi della nostra specie, dalla malinconia dell’operaio alla sensualità languida di certe figure femminili, dall'innocenza del ‘ranocchio’ al ghigno vile del potere. L’Altanterapia, articolata per ‘mali’, ‘rimedi’ e ‘consigli per la crescita’, raccoglie un distillato di tutta la produzione creativa dell’artista, alla ricerca di un Altan metafisico, che dura nel tempo, che raggiunge delle vette di semplicità quasi zen. Leggere e guardare queste immagini, che rendono chiara la realtà, sdrammatizzano, spostano la prospettiva, illuminano, confortano, può dare sollievo ai mali e alle frustrazioni del nostro tempo. Con un linguaggio immediato e universale, come ha scritto Luca Raffaelli, Altan rivela che alla fine «esiste qualcosa al di là dell’orrenda realtà raffigurata. Qualcosa che si potrebbe chiamare: la sorridente utopia della consapevolezza».

Note
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  2. Vedi anche frasi e battute satiriche dalle vignette di: Ellekappa