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Aforismi, frasi e citazioni di Piero Chiara

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Piero Chiara (Luino 1913 - Varese 1986), scrittore italiano.
"Piero Chiara è il poeta delle piccole storie [...]. Narra le piccolezze della vita di provincia con quello stile mai insipido, sempre venato di arguzia, di ironia, a tratti di un sottile e malinconico umorismo, e sempre capace di cogliere nel quotidiano l'essenza, ormai dimenticata, della vita". [Wikipedia].

Come nota Roberto Gervaso: "La leggibilità è una dote piuttosto rara fra i nostri narratori, intenti più a lanciar messaggi, patrocinare avanguardie, inseguir mode che render digeribile la loro prosa. Piero Chiara è un'eccezione. Scrive come parla, e parla come scrive. Il suo stile può anche non piacere, ma non resta sullo stomaco. I suoi libri, una volta aperti, non si chiudono più, cioè si chiudono solo alla fine. Le sue storie, pur se circoscritte al microcosmo luinese e varesino, son piene di plasma, umori, colpi di scena. L'autore dice che son tutte vere. Forse mente, forse qualcosa è inventata, ma non importa. Ciò che importa è che divertano chi legge, come certamente hanno divertito chi le ha scritte. Se poi qualche produttore e regista ne fa un film tanto meglio".

Le seguenti citazioni di Piero Chiara sono tratte da alcuni dei suoi libri più noti: Il piatto piange (1962), La stanza del vescovo (1976), Il cappotto di astrakan (1978), Una spina nel cuore (1979), Sale e tabacchi (1989).
Quando una donna chiede a un uomo che cosa pensa, vuol dire che
di quell'uomo le sta a cuore anche il meglio, cioè i sentimenti
e magari anche le idee. (Piero Chiara)
Il piatto piange
© Mondadori 1962

Nei paesi la vita è sotto la cenere. Per vivere come si vorrebbe da giovani ci vuole danaro; e di danaro ne corre poco. Allora si gioca per moltiplicarlo e si finisce col fare del gioco un fine, una manía nella quale si stempera la noia dei pomeriggi e delle sere.

Chi governa il piacere, al piacere deve saper rinunciare. 

Mai giocare [...] con gente che non si conosce o in bische clandestine. Quasi sempre c'è il baro.

La spartizione
© Mondadori 1964

Tanto il bello quanto il brutto [...], sono frutto di un uguale sforzo creativo e sono qualità raggiunte. E non è che sia facile ottenere una cosa veramente brutta: è difficile come ottenerne una bella. La valutazione dei risultati è una pura questione di gusto. A chi piace una forma, a chi un'altra.

La stanza del vescovo
© Mondadori 1976

Dovrei rispettare le donne degli altri, ma non riesco. Anche perché sono dell'idea che non vi è donna d'altri. La donna non può cadere in proprietà di questo o di quello. È libera di scegliere e di farsi scegliere.

Dovetti concludere, con amarezza, che gli uomini spesso sottovalutano i loro rivali e che le donne hanno un altro occhio. È un po' come per i cinesi, che riescono benissimo a distinguersi tra di loro e a
trovarsi più o meno belli, mentre a noi sembrano tutti uguali.

Il cappotto di astrakan
© Mondadori 1978

Quando una donna chiede a un uomo che cosa pensa, vuol dire che di quell'uomo le sta a cuore anche il meglio, cioè i sentimenti e magari anche le idee.

Vita! La vita che cercavo. Con in più il gran dono dell'amore, o di una donna, almeno, che chiunque poteva invidiarmi. E quando si dispone di una donna, è finita la solitudine e la malinconia.

Una spina nel cuore
© Mondadori 1979

Sentivo oscuramente, o ne avevo già avuto indizio, che dovevano esistere delle donne, all'apparenza incontaminate e sottomesse all'amore solo quel tanto che occorre per diventare madri, le quali in un momento della loro vita, per opera di miscele ereditarie divenute esplosive, potevano affondare nel baratro della lussuria. Non coi fidanzati o coi mariti, ignari di tanto fuoco, bensì con il più imprevedibile complice e nel segreto di un rapporto destinato talvolta a restare per sempre nell'ombra.

Non è raro il caso di donne che governano gli smarrimenti amorosi di amiche o sorelle quasi per una spontanea complicità che porta il mondo femminile a prestarsi vicendevole soccorso, sia nell'ingabbiare un amante o un fidanzato riluttante al matrimonio, che nel favorire la più sordida delle tresche.

L'essere femminile ha in sé, per natura, il senso giusto dell'amore, quello dal quale non si scappa, per quante fantasie o astuzie si possano escogitare.

Solo lei avrebbe potuto colmare la mia solitudine, perché ero solo, senza amici e afflitto dall'incomunicabilità dei giovani di provincia, chiusi nella loro scorza di timidezza e di ritrosia.

Del suo passato avrei fatto niente altro che una preparazione dolorosa ma necessaria al nostro amore. Un amore che non poteva aver avuto origine da un banale incontro dentro una sala d'aspetto, ma che doveva essere il risultato d'una lotta, di uno scorticamento che ci avrebbe resi sensibili come nessuno al mondo.

Mi esaltavo, forse a causa della febbre, al punto da pensare che senza vederle quella girandola d'uomini intorno, non avrei neppure potuto amarla. Fossero stati cinquanta o cento, l'avrei amata ancora di più. Quanti, mi dicevo, hanno cercato invano in lei quello che io solo ho trovato.

Ogni parte di me capiva, veniva a sapere, si investiva di una realtà che solo la mente rifiutava, mentre una spina lentamente mi entrava nel cuore.

Il caso Leone
Una storia italiana - © Sperling & Kupfer, 1985

Immunità e impunità, sono oggi come sempre, le due palline che gli uomini di potere buttano in aria e fanno passare da una mano all'altra fra lo stupore degli spettatori. Ma la legge è una macchina infernale che può distruggere chi l'ha costruita e anche chi la fa funzionare.

Sale e tabacchi
Appunti di varia umanità e di fortuite amenità scritti nottetempo
© Mondadori 1989 (postumo)

È l'amore per le piccole cose a trattenerci nel mondo, a farci gustare la vita. L'amore per le cose grandi o supposte tali, ci stacca dal mondo e finisce per farci perdere il gusto del vivere.

Ci sono dei poeti, per solito da nulla, i quali ogni volta che riescono a pubblicare una poesia, mettono in alto a destra e in corsivo una dedica. E mai a sconosciuti, ma sempre ai maggiori critici e poeti.

"Al limite" dicono da un paio di anni tutti gli sciocchi che fino a due anni fa dicevano "nel caso estremo", "in ultima analisi", oppure "se non si può fare altrimenti".

Si è sempre detto che gli amici dei nostri amici sono nostri amici, almeno potenzialmente. Ma più certo è che i nemici dei nostri nemici siano nostri amici. Essi infatti lavorano per noi.

A quale fenomeno psichico si può attribuire la tendenza di molte persone, soprattutto giovani e ricche di abbigliarsi con pantaloni di tela sfilacciati e macchiati o di magliette fatte con ritagli e altri capi che solitamente costituivano il vestiario dei mendicanti? Al vezzo, infame, di sfottere i poveri.

Libro di Piero Chiara consigliato
Sale e tabacchi 
Appunti di varia umanità e di fortuite amenità scritti nottetempo 
Introduzione: Federico Roncoroni
Editore: Mondadori, Milano, 1989

La più diffusa tra le strane associazioni, è quella che figura sulle insegna delle privative italiane: "Sale e tabacchi" e che fa da titolo a questo volume per spiegarne e giustificarne la eterogeneità. Infatti, ai reperti della cronaca e alle attualità d'ogni genere, in queste pagine si mescolano curiosità, citazioni e sentenze tolte non sempre a caso dall'inesauribile deposito di saggezza e di esperienza che il mondo trascina con sé insieme alle più bislacche trovate, quasi a sollievo dell'infelice umanità.