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Frasi e citazioni di Benjamin Constant da "Adolphe"

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Benjamin Constant de Rebecque (Losanna 1767 - Parigi 1830), scrittore, politico e saggista francese di origine svizzera. Gran parte delle seguenti citazioni di Benjamin Constant sono tratte da Adolphe (1816), sicuramente la sua opera più nota.
L'amore non è che un punto luminoso, e nondimeno
sembra signoreggiare il tempo. (Benjamin Constant)
Adolphe
1816 - Selezione Aforismario

Appena si forma un segreto tra due cuori che si amano, appena l'uno ha potuto risolversi a nascondere all'altro una sola idea, l'incanto è rotto, la felicità distrutta. La collera, l'ingiustizia, perfino la distrazione si possono riparare, ma la dissimulazione getta nell'amore un elemento estraneo che lo snatura e lo fa avvizzire ai propri occhi.

Chi avesse letto nel mio cuore, durante l'assenza di lei, m'avrebbe preso per un seduttore freddo e poco sensibile; chi m'avesse visto accanto a lei, m'avrebbe preso per un innamorato novizio, attonito e appassionato. Sarebbero stati giudizi egualmente errati: non vi è mai nell'uomo una completa unità, e quasi mai egli è del tutto sincero o del tutto in malafede.

Chiunque siate, non affidate mai ad altri le faccende del vostro cuore; solo il cuore può difendere la sua causa, esso soltanto sonda le sue ferite; ogni intermediario si fa giudice, analizza, transige, capisce l'indifferenza, l'ammette come possibile, la riconosce inevitabile, perciò spesso la scusa; e l'indifferente si trova ad essere, con sua grande sorpresa, giustificato ai propri occhi.

Come si rassegna la natura! E il cuore non apprenderà anch'esso a rassegnarsi?

Credulità del cuore, sei inspiegabile!

Guai all'uomo che, nei primi momenti di una relazione amorosa, non crede che essa debba durare eterna! Guai a chi nelle braccia della donna che gli si è appena concessa, conserva una funesta chiaroveggenza e prevede che potrà da lei distaccarsi!

Il mio cuore aveva bisogno d'amore e la mia vanità di successo.

In fondo al cuore, senza avvedermene, avevo un tale bisogno di sentimento, che non trovando modo di soddisfarsi, mi faceva distaccare via via da tutti gli oggetti che attiravano la mia curiosità.

Incanto d'amore, chi potrebbe dipingerti! La persuasione di aver trovato l'essere che la natura ci aveva destinato, la subitanea luce che si è sparsa sulla vita e che pare svelarcene il mistero, il valore prima sconosciuto che si attribuisce alle minime circostanze, le ore rapide i cui particolari sfuggono tutti al ricordo per la loro stessa dolcezza, e che nella nostra anima null'altro lasciano se non una lunga scia di felicità, la gaiezza folleggiante che talora senza ragione si mescola alle abituali tenerezze; tanto piacere nella presenza, e nell'assenza tanta speranza, il distacco da tutte le cure volgari, la superiorità su tutto quello che ci è intorno, la certezza che ormai il mondo non può attingere il punto in cui noi viviamo, l'intelligenza reciproca che indovina ogni pensiero e risponde ad ogni emozione: incanto d'amore, chi ti ha provato non saprebbe descriverti!

Invano ci ostiniamo a consultare soltanto il cuore, siamo condannati, presto o tardi, ad ascoltare la ragione.

L'amore è fra tutti il sentimento più egoista e, per conseguenza, il meno generoso quando è ferito.

L'amore non è che un punto luminoso, e nondimeno sembra signoreggiare il tempo.

L'amore s'identifica talmente con l'oggetto amato, che nella sua stessa disperazione c'è qualche incanto.

L'amore supplisce ai lunghi ricordi con una sorta di magia: tutti gli altri affetti hanno bisogno del passato, ma l'amore crea come per incantamento intorno a noi un passato. Ci dà, per così dire, la coscienza d'aver vissuto per anni con un essere che poco innanzi c'era quasi straniero.

La mia meraviglia non è che l'uomo abbia bisogno di un religione; ma che egli si creda abbastanza forte, talvolta, abbastanza al riparo dalla sciagura, per osare di rigettarne una: dovrebbe, mi pare, esser portato, nella sua debolezza, a invocarle tutte. Nella notte spessa che ci avvolge, c'è forse un barlume che sia lecito respingere? Nel torrente che ci trascina, c'è forse un ramo al quale oseremmo rifiutare di aggrapparci?

La morte, mistero inesplicabile, di cui un'esperienza quotidiana sembra non avere ancora convinto gli uomini.

La più grande sciagura è quella di non essere amati quando si ama.
[Le plus grand malheur, c'est de n'être pas aimé quand on aime].

La timidezza, questa intima sofferenza che ci perseguita fin nell'età più avanzata, che ricaccia nel nostro cuore le più profonde impressioni, che raggela le nostre parole, che snatura sulla nostra bocca tutto quello che cerchiamo di dire, e non ci consente di esprimerci se non con parole vaghe o con una ironia più o meno amara, come se volessimo vendicarci, sui nostri stessi sentimenti, del dolore che proviamo a non poterli manifestare.

Le leggi della società sono più forti delle volontà degli uomini.

Lo stupore della prima giovinezza, al cospetto di una società così fittizia e travagliata, è indizio piuttosto di un cuore spontaneo che di un animo maligno.

Nelle ore in cui siamo divisi, vado errando a caso, curvo sotto il fardello di un'esistenza che non so più come sopportare. La gente mi riesce importuna, la solitudine mi opprime.

Se io vi avessi incontrata prima, avreste potuto esser mia! Avrei stretto tra le braccia la sola creatura che la natura abbia formato per il mio cuore, per questo cuore che tanto ha sofferto perché cercava voi e troppo tardi vi ha trovata!

Si è così giusti quando si è disinteressati!

Si lotta per un po di tempo contro il proprio destino, ma finiamo sempre per cedere.

Siamo creature talmente volubili, che i sentimenti che simuliamo finiamo per provarli.

Tormentato da una vaga emozione, io mi dicevo: «voglio essere amato» e mi guardavo intorno; non vedevo persona che mi ispirasse amore o mi paresse capace di provarne; interrogavo il mio cuore e i miei gusti: non sentivo alcun moto di preferenza.

Una donna che è trasportata dal suo cuore ha, in quell'istante, qualcosa di commovente e di sacro. Non è il piacere, non è la natura, non sono i sensi ad essere corruttori; ma i calcoli ai quali la società ci avvezza e le riflessioni dell'esperienza.

La grande questione nella vita è il dolore che causiamo agli altri, e la metafisica più ingegnosa non giustifica l’uomo che ha lacerato il cuore che l’amava.
[La grande question dans la vie, c'est la douleur que l'on cause, et la métaphysique la plus ingénieuse ne justifie pas l'homme qui a déchiré le coeur qui l'aimait].

Corso di politica costituzionale
Cours de politique constitutionnelle, 1818-1820

La riconoscenza ha la memoria corta.
[La reconnaissance a la mémoire courte]. 

La libertà degli Antichi e la libertà dei Moderni
De la liberté des Anciens comparée à celle des Modernes, 1819

Il rischio della moderna libertà è che, assorbiti nel godimento della nostra indipendenza privata e nel perseguimento dei nostri interessi particolari, rinunciamo con troppa facilità al nostro diritto di partecipazione al potere politico.

Della religione considerata nella sua sorgente
De la religion considérée dans sa source, ses formes et son développement, 1824-1830

Quando sui grandi della terra s'abbatte qualche grande sventura, non la si attribuisce più alla gelosia degli dèi ma alla loro giustizia.

Diario intimo
Journal intime, XIX sec.

Gli uomini che passano per essere i più duri sono in realtà molto più sensibili di quelli di cui si vanta sensibilità espansiva. Essi si fanno duri perché la loro sensibilità, essendo vera, li fa soffrire.