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Frasi e battute di Mafalda (Quino)

Selezione delle frasi più belle e delle battute più divertenti (e impertinenti) di Mafalda, personaggio creato da Quino, pseudonimo di Joaquín Salvador Lavado Tejón (Mendoza, 1932 - Buenos Aires 2020), vignettista e autore di fumetti argentino. Le strisce a fumetti di Mafalda sono state pubblicate da Quino dal 1964 al 1973, e sono diventate molto popolari non soltanto in America Latina, ma anche in Europa. Mafalda, bambina saggia e ribelle allo stesso tempo, è animata da una grande curiosità, tipica dei bambini, ma pone (e si pone) domande da adulta, che spesso mettono in imbarazzo i suoi interlocutori (di solito i suoi genitori).

La storia di Mafalda comincia nel 1963 a Buenos Aires, quando un'agenzia pubblicitaria commissiona a Quino, già allora considerato uno dei migliori umoristi argentini, la creazione di una striscia comica per la pubblicità "mascherata" di una ditta di elettrodomestici. Protagonisti della strip devono essere adulti e bambini di una "tipica famiglia del ceto medio", e nel nome di uno dei personaggi deve trovarsi un richiamo al marchio degli elettrodomestici, che inizia con la lettera M seguita da A. Quino dà il nome "Mafalda" alla bambina della famiglia, che nel gruppo ha il ruolo di "enfant terrible". Il cliente dell'agenzia, però, rifiuta il progetto, e Quino archivia le poche strisce realizzate.

L'anno successivo, il più importante settimanale argentino d'informazione, il Primera Plana, chiede a Quino una collaborazione fissa, e lui tira fuori dal cassetto la bambina arrabbiata del vecchio progetto archiviato. Così Mafalda appare in pubblico nel 1964. Nella prima striscia pubblicata dal settimanale, si vede Mafalda che disegna, ma a un certo punto si rompe la punta della matita e lei esclama: "Queste cose accadono soltanto in questo Paese!".

Nel 1965, Quino pubblica le strisce di Mafalda su uno dei quotidiani argentini più diffusi, El Mundo di Buenos Aires. Negli anni successivi, la popolarità di Mafalda cresce sempre di più, e le strisce di Quino sono sempre più richieste anche fuori dai confini argentini.

Nel 1968, Mafalda viene tradotta per la prima volta in un'altra lingua: l'italiano. Una trentina di strisce appaiono in un'antologia di narrativa e di vignette edita da Feltrinelli: Il libro dei bambini terribili, a cura di Marcelo Ravoni e Valerio Riva.

Nel 1969 l'editore Bompiani pubblica Mafalda la contestataria, primo libro del personaggio (e di Quino) ad apparire in Europa. Le strisce sono precedute da un'introduzione redazionale, dal titolo "Mafalda, o del rifiuto", scritta da Umberto Eco: 
"Mafalda non è soltanto un nuovo personaggio del fumetto: è forse il personaggio degli anni Settanta. Se si è usato, per definirlo, l'aggettivo di "contestataria", non è per uniformarsi alla moda dell'anticonformismo a rutti i costi: Mafalda è veramente una eroina "arrabbiata" che rifiuta il mondo così com'è. [...] Una sola cosa sa con chiarezza: non è contenta. [...] Mafalda è in ogni caso un "eroe del nostro tempo", e non sembri questa una qualifica esagerata. [...] In Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l'aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un'orticaria morale da logica dei blocchi, di un'asma intellettuale da fungo atomico".
In un'interessante recensione del 1970, Alfonso Zaccaria scrive: 
"La moda delle definizioni, nonché il vezzo di convogliare in determinate categorie socio-politiche un certo comportamento libero o (sia pure isolatamente, innocentemente) libertario-anarcoide, ha fatto sì che il pubblico accettasse con pigra facilità, acriticamente, il titolo di Mafalda la contestataria dato dagli accorti curatori italiani. [...] Ci sembra invece una campionessa della saggezza e del buon senso smarriti, forse mai posseduti, dagli abitanti della Terra. [...] Non la si direbbe una protestona inserita in questo o quel filone di rivolte; appare, bensì, come la "coscienza" del mondo, una coscienza candida e civile, scontenta di tutto perché realmente tutto va male. [...] Pur disgustata del mondo, che osserva con occhi assai critici, ambirebbe a veder diventare migliore la società e anzi a integrare fra loro tutte le società del pianeta diventate uguali e migliori".
Fatta questa premessa, facciamo notare che anche a Mafalda, come accade per altri personaggi celebri, vengono attribuite su internet molte frasi non sue, e che spesso non appartengono nemmeno al suo modo di essere e di vedere il mondo. Questo tipo di frasi, insieme a quelle di dubbia attribuzione, sono state raccolte in un paragrafo a parte. La maggior parte delle altre frasi, invece, sono tratte dal libro Tutta Mafalda, pubblicato da Bompiani nel 1978, che consigliamo vivamente di leggere.
Vignetta di Mafalda
A voi non capita mai di sentirvi un po’… indefiniti? (Mafalda © Quino)

Mafalda
© Quino - Selezione Aforismario

A me il “filo logico” delle cose ha sempre fatto inciampare.

A voi non capita mai di sentirvi un po’… indefiniti?

Buon giorno! Sono state eliminate le ingiustizie del mondo? Ah, no? Allora svegliatemi per l'ora di pranzo.

Certo, il dramma di essere capo del governo è che se uno si mette a risolvere problemi di Stato non gli resta il tempo di governare.

Curioso, chiudi gli occhi e il mondo scompare!

"Devi sempre seguire il sentiero del bene". Logico... con l'imbottigliamento che deve esserci sull'autostrada del male!

E non sarà che a questo mondo c'è sempre più gente e sempre meno persone?

E tirar fuori qualche volta l'intelligenza, come le gambe, per sgranchirla?

È bello provare la sensazione di sentirsi una donna sexy!

Vignetta di Mafalda
È bello provare la sensazione di sentirsi una donna sexy! (Mafalda © Quino)

Fermate il mondo... voglio scendere!

Ho una volontà di ferro. Ma è sempre la stessa storia... il ferro arrugginisce.

I miei sogni sono ribelli, non ci vogliono stare nel cassetto.

Il guaio della grande famiglia umana è che tutti vogliono essere il padre.

In fin dei conti l'umanità non è altro che un sandwich di carne fra il cielo e la terra.

Insomma, com'è questa faccenda? Siamo noi a farci la nostra vita, o è la vita a disfarci?

Io direi che... ma meglio non sfiorare l'argomento, vero?

Vignetta di Mafalda
E tirar fuori qualche volta l'intelligenza, come le gambe, per sgranchirla?
(Mafalda © Quino)

L'indice è un dito fantastico: fa i numeri al telefono... sfoglia i libri... fa tacere la gente... schiaccia bottoni che contano... Ho un dito importante!

Ma dico io, al posto di sentirci nell'autunno della vita, non sarebbe più ottimista pensare di essere nella primavera della morte?

Ma perché con tanti mondi più evoluti, io sono dovuta nascere proprio in questo?

Manganello. Il bastoncino per ammaccare le ideologie.

Non è che non ci sia la bontà: c’è, ma in incognito!

Non mi è chiaro se in questa vita sto pagando i debiti di quella precedente o sto versando un anticipo per la prossima.

Non voglio avere rimpianti nella vita. Non voglio guardami indietro un giorno e dire: «Avrei potuto mangiarla quella fetta di torta!».

Oggi ho accompagnato la mamma a far spese... Dio mio, era come se quel povero borsellino avesse la colite!

Oggi mi sento una pacifista in guerra contro chi non vuole la pace.

Poiché non riusciamo ad amarci gli uni con gli altri, perché non proviamo ad amarci gli altri con gli uni?

Quando ho imparato le risposte, mi cambiano tutte le domande. 

Se la vita comincia a quarant'anni perché diavolo ci mandano con tanto anticipo?

Troppe volte l'urgente non lascia tempo per l'importante.

– Buongiorno, signore; vorrei che mi facesse la chiave della felicità.
– Volentieri, cara, mi dai il modello?
– Furbo il vecchietto!

– Cos'ha il mondo, Mafalda?
– È malato
– Malato? E ha la febbre?
– Ha un’infiammazione alle masse.

− Quando entri al cinema che è già cominciato, lo capisci?
− No.
− Bene. Con gli adulti capita lo stesso. Com'è possibile capirli, se quando arriviamo noi loro sono già cominciati?

Vignetta di Mafalda
Basta parole! Quello che voglio sono i fatti! Se avessi voluto solo parole
mi sarei comprata un dizionario! (immagine: Mafalda © Quino)

Frasi attribuite o dubbie
Selezione Aforismario

A me piacciono le persone che dicono quello che pensano. Però, più di tutto, mi piacciono le persone che fanno quello che dicono.

Alcune persone non hanno capito che la terra ruota attorno al sole, non intorno a loro.

Basta parole! Quello che voglio sono i fatti! Se avessi voluto solo parole mi sarei comprata un dizionario!

Con il fascino potete cavarvela un quarto d’ora. Poi è meglio che sappiate qualcosa.

Di speciale non ho nulla, ma so rompere le scatole in un modo dolcissimo.

È una vergogna come sia diventato caro essere ricchi!

Francamente non so cosa farei senza di me.

Il cuore ha le sue ragioni e il fegato le conosce tutte.

Il problema delle menti chiuse è che hanno sempre la bocca aperta.

Il problema è che ci sono più persone interessate che persone interessanti.

Io sono in forma. Tonda è una forma.

Io sto seguendo una dieta. Voglio vedere dove va.

Io vivo spettinata perché tutte le cose belle, veramente belle di questa vita, spettinano.

L’ideale sarebbe avere il cuore in testa e il cervello nel petto. Così potremmo pensare con amore e amare con saggezza.

La domenica è fatta per mangiare tardi, dormire tutto il giorno e lamentarsi che domani è lunedì.

La vita è bella, il problema è che molti confondono il bello con il facile.

Non c’è niente di peggio che avere rabbia e ragione.

Oggi ho un cerchio alla testa. Starò mica diventando santa?

Perdo parecchie cose senza accorgermene: possibile che non succeda mai che perda anche un paio di chili?

Sarebbe bello svegliarsi un giorno e scoprire che la tua vita dipende da te.

Scommetto che dal canto suo l’anno che viene spera che sia la gente a essere migliore.

Se non fai cose stupide quando sei giovane non hai niente di cui sorridere quando sei vecchio.

Vivere senza leggere è pericoloso, ti obbliga a credere a tutto ciò che dicono gli altri.

Volontariato vuol dire che «gli altri» siamo «noi tutti» e che dentro questo «noi tutti» ci sei anche tu. Insomma: che tu sei tutti e tutti siamo te.

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