I migliori aforismi di Nicolino Longo
Selezione dei migliori aforismi di Nicolino Longo (Praia a Mare, 1950), poeta e aforista italiano. I seguenti aforismi di Nicolino Longo sono tratti dai suoi libri: Aforismi (Corti circuiti dell'area di Broca) (2019), L’alba della sera (2020), Per lanterna il sole (2021), Nel grano dei giorni (2021), Un inferno paradisiaco (2022), Il passo non dato (2023).
Come nota Carmine Chiodo, docente di Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea presso l'Università "Tor Vergata" di Roma:
"Chi scrive aforismi deve affrontare il rischio di essere considerato come uno spiritoso che si compiace delle sue battute a scapito del contenuto delle singole frasi, oppure viene visto come un saccente che intende insegnare i "mores" ad una umanità corrotta. Longo non è né l'uno né l'altro, ma solo un poeta che scava nella vita e nella realtà e crea riuscitissimi e significativi aforismi. Ci mette le sue riflessioni, la sua vita vissuta. Ci dicono chi siamo, ciò che vogliamo. La scrittura di Longo è molto ricca di "pensieri" (si pensi ad Alessandro Tassoni). I suoi aforismi sono brevi come forma ma lunghi come respiro. Difatti, Karl Kraus, che di aforismi se ne intendeva, affermò che il respiro più lungo è nell'aforisma. Pure Nietzsche si era soffermato sul lungo respiro della forma breve: "Una cosa detta con brevità può essere il frutto e il racconto di molte cose pensate a lungo". Osservazione che vale pure per gli aforismi di Nicolino Longo, che nascono dall'intima esigenza di condensare in poche parole esperienze vissute e osservazioni precise. [...] Gli aforismi di Nicolino Longo sono belli e molto poetici, e colgono l'essenza della vita del nostro tempo. C'è una varietà linguistica e contenuti che è alla base degli aforismi, i quali vanno lodati e letti e anche pensati. Senz'altro tra i poeti, e i compositori di aforismi, oggi come oggi, Nicolino Longo occupa un posto di spicco per l'originalità del suo stile e dei suoi contenuti".
Secondo Antonio Castronuovo, saggista, traduttore e studioso di aforistica e patafisica, la posizione di Nicolino Longo
"tra gli aforisti contemporanei non è di semplice classificazione. Se nell’aforisma italiano del XXI secolo esistono, a grandi linee, le famiglie dei caustici, dei malpensanti, degli impertinenti, dei pessimisti, dei nauseati, degli ironici, dei filosofi, dei creatori di massime, dei declamatori di precetti e degli epigrammisti, bene: Longo si adagia tra queste categorie senza specifiche predilezioni e mettendosi piuttosto alla prova nelle più diverse direzioni".
Per Laura Margherita Volante, docente c/o l'Università Politecnica delle Marche:
"In questo complesso panorama emerge la personalità di Nicolino Longo, il quale ha nel suo bagaglio culturale una produzione gigantesca di poesie spesso in forma haiku e di aforismi, pubblicati con prestigiose case editrici, presentati con critiche e commenti lusinghieri, che ne fanno uno dei più significativi e autorevoli autori contemporanei. Osservatore acuto, con lo humor acre che lo contraddistingue, ascolta i segnali sociali vedendone il mistero svelato dal suo occhio sociologico e demistificatorio… Su di lui è già stato detto tutto. Nella sua indagine sociale ci sono i frammenti aguzzi della realtà, la cui verità tocca la pelle più dura, ma che l'espressione ironica e compiaciuta arrotonda senza colpo ferire".
Per Angelo Gaccione, giornalista, poeta, aforista, scrittore e direttore della rivista Odissea, Nicolino Longo
"è uno dei più prolifici e scanzonati aforisti italiani: per me uno dei migliori per ironia e profondità, fra quanti praticano questo tipo di scrittura breve, che riesce a fondere in una forma contratta e sintetica, aforisma e poesia, e spero davvero che gli attenti e competenti membri del Premio “Torino in Sintesi” (il più noto e prestigioso a riguardo), possano attribuirgliene uno alla carriera perché lo merita davvero. È calabrese come me Nicolino Longo, ed ha sempre goduto (e gode tuttora) della stima e dell’ammirazione dei più noti letterati italiani che numerosi continuano a occuparsi di lui: soprattutto studiosi ed esperti del genere aforistico”.
Per Gino Ruozzi, tra i più grandi esperti di scrittura aforistica:
"Negli aforismi di Nicolino Longo si intrecciano in modo profondo aforisma e poesia. Più propriamente direi che il tono prevalente mi sembra quello poetico; la cadenza del discorso è infatti soprattutto questa, resa con una brevità che la assimila quasi naturalmente al dettato aforistico. Un altro aspetto significativo è che i versi aforistici di Longo tendono alla ricostruzione autobiografica. C’è un forte accento personale in ogni testo, un sottofondo storico che li attraversa e li illumina. Prima di essere possibili ipotesi di verità universali gli aforismi di Longo sono verità personali, verificate in un percorso di esperienza che infine si sintetizza fruttuosamente in parole di concentrata efficacia: quello che Niccolò Tommaseo chiamava il “grave aforismo”, frutto della fertile condensazione dell’esperienza. Si tratta pertanto di aforismi che portano più dentro che fuori, centripeti invece che centrifughi. Essi compongono una specie di autobiografia per frammenti, intensa, critica, costruttiva, che cresce su di sé e tende a un ritratto personale riassuntivo e ideale. La terza caratteristica è il taglio ironico con cui Longo anima spesso a sorpresa i testi e l’architettura generale della raccolta. Questa dimensione alleggerisce l’accento assertivo del volume, lo abbassa positivamente a un piano colloquiale e lo indirizza verso una gradevole inflessione epigrammatica. Ne risulta un quadro mosso e simpatico, di arguzia persuasiva e penetrante, in cui le tante tracce di vita assumono un convincente quanto spiritoso valore emblematico. Gli aforismi di Longo si leggono con piacere, sono sottilmente pedagogici, disegnano un mondo di sagace bellezza".
Per Federico Migliorati, giornalista, scrittore e critico letterario,
“Avvicinare l’aforistica produzione di Nicolino Longo comporta una conoscenza vasta dello scibile umano giacché l’artista calabrese spazia su plurimi versanti dando prova di una sagace capacità e versatilità: ritroviamo così minimi fatti dell’esperienza umana, grandi quesiti esistenziali, viaggi immaginari nella storia, ma anche percorsi nella letteratura, tappe nel mondo del mondo televisivo e dello spettacolo, richiami costanti ai sentimenti, insomma un vero e proprio pot-pourri che bene si attaglia a un libro di sferzanti verità… Longo ha alle spalle una prolifica produzione in questo ambito di cui il libro in oggetto forma in qualche misura l’opera di chiusura del polittico letterario, un ulteriore colpo di genio che si fa apprezzare nel suo insieme per la felice sintesi tra espressione e costruzione lessicale… Nel nichilistico tempo odierno si coglie negli aforismi inseriti in questo volume quella saggezza antica che le generazioni odierne hanno smarrito o mai conosciuto: il lettore avrà modo di rendersi consapevole facendo proprie quelle argute verità che costellano le pagine, vera e propria aria fresca in un periodo che ancora sta segnando di sofferenza l’umanità”.
Per Maurizio Cucchi, poeta, giornalista e scrittore:
"Il nostro autore si muove dentro una libera varietà di temi e con uno spirito provocatorio, sui cui esiti specifici si può essere o non essere sempre d’accordo. Ci offre come una serie ininterrotta di battute sui più disparati argomenti, appunto, alle quali si vorrebbe il più delle volte poter rispondere con la stessa caustica immediatezza e con efficacia, come davanti a un bicchiere, a un tavolino d’osteria con altri amici. Tratta di cose del quotidiano vivere nel nostro tempo, della nostra comune esperienza, del nostro essere individui al tempo stesso privati e civili (e non sempre, in questo secondo senso, propriamente esemplari...). Lo fa con disincanto e humour, e con la velocità della parola, con una parola che si vorrebbe dunque incidere sulla pagina. A un passo dalla poesia, insomma, e con l’arguzia di chi, comunque, sa distinguere i due generi per quanto spesso vistosamente contigui. E questo tra saggezza e divertissement".
Per il poeta e scrittore Guido Oldani, quelle di Nicolino Longo,
"sono diagnosi veloci, dei prelievi tissutali delle lontananze varie e della verticalità dell’animo umano. Usa cioè il binocolo della sua scrittura, rovesciandolo continuamente, in maniera d’accogliere la dilatazione di un particolare o la sintesi di una complessità. Arguzia e imprevedibilità, analisi e sintesi, periscopio ed under ground, forniscono al lettore un continuo spiazzamento e sfasamento dei piani e delle prospettive, del punto di fuga e del palcoscenico improvvisato. Così scorrono fra le dita i suoi capitoli di pochissimi versi, carezze che diventano colpi di fioretto, rabbia che si tramuta in sorriso".
Ogni giorno, io prego il diavolo che Dio mi aiuti. (Nicolino Longo) |
Aforismi
(Corti circuiti dell'area di Broca) © BastogiLibri, 2019
Prefazione: Carmine Chiodo - Selezione Aforismario
La vita è una guerra persa: la giovinezza gli anni della sua avanzata; la vecchiaia, quelli della sua ritirata.
Ci son donne che hanno un cuore così grande, in cui mariti e amanti possono liberamente circolare, senza incontrarvisi mai.
I politici, prima di essere eletti, ti promettono mari e monti. Una volta eletti, i monti, te li fanno scalare; nei mari, ti ci lasciano affogare.
Non è tanto nel tutto che non si ha, l'infelicità dell'uomo. Ma quanto, e soprattutto, nel troppo che si vuole.
L'amore: è l'unica malattia che mette a letto senza essere ammalati.
Ogni uomo, disperato e solo, s'illude di poter trovare in una moglie il paradiso del suo inferno: al quale, invece, non fa che aggiungere anche il diavolo.
Il cuore: marsupio in cui ogni madre continua a portare i figli dopo il parto.
Son tanti i problemi nella vita: e il maggiore è che è sempre più difficile risolvere persino il minore.
Lo stare soli, uccide; la compagnia, ammazza.
Ogni giorno, io prego il diavolo che Dio mi aiuti.
Noi anziani abbiamo il corpo a ponente, ma ancora il cuore a levante.
La storia, standone ai vichiani corsi e ricorsi, altro non è che il racconto del nostro futuro.
Per il vero artista, importante non è procreare, ma creare. Procreare possono anche le bestie; ma creare, solo Dio e le menti eccelse.
La vita: quanto più dura, tanto più si fa dura.
I veri poveri sono coloro che, ogni sera, vanno a letto con stomaco pieno e mente digiuna.
L'uomo di valore vola basso, col corpo. Alto, con la mente.
Si dice che chi ti vuol bene ti fa piangere. Come può una cipolla volermi bene?
Chi è piegato nel corpo, è piagato nell'anima.
È tutto il tutto che non ho, tutto il tutto che ho.
L'Italia: terra di braccia in arrivo, e cervelli in partenza.
Il matrimonio: un'addizione, per moltiplicarsi.
In amore si può venire, anche senza essere chiamati.
L'abbraccio è il cuore a cerchio attorno a una persona cara.
Il ginecologo: unico minatore al mondo che lavora con piacere in galleria.
Nessun traguardo, in questa vita, ci può essere di conforto, quando ad aver la meglio, alla fine, è sempre la morte.
L’alba della sera
Aforismi - Secondo volume © BastogiLibri, 2020
Prefazione di Antonio Castronuovo - Selezione Aforismario
La vecchiaia è la discesa che porta alla salita in cielo.
Oggi, i genitori depositano i figli negli asili. I figli, poi, i genitori negli ospizi.
Una grande verità, è che tutto si fonda su grandi falsità.
Tirare le somme, nella vita, è spesso l'anticamera del tirare anche le cuoia.
La donna è tutto. Senza il suo tutto, ogni tutto è niente.
Sposarsi, oggi, è una richiesta di divorzio, provvisoriamente detta matrimonio.
Il miglior lavoro, guardare lavorare.
Solo la morte può liberarci dalla paura della morte.
Altruismo: egoismo sotto copertura.
Solo l'amarissimo dei domani, potrà farci rimpiangere l'amaro degli oggi.
Lo Stato guadagna un sacco di soldi per avvelenare il cittadino con sigarette ed alcol. Spendendone poi due tentandone la cura.
Ci sono uomini che usano i piedi più per ragionare, che per camminare.
Il digiuno uccide. Il cibo ammazza.
Ci sono uomini che fanno dei figli altrui, le scale per salire alle madri.
Le tasse: son quei proiettili che, partendo dall'arma burocratica dello Stato, vanno a colpire, scansando i ricchi, soltanto i poveri.
Aforisma: scritto che fa tante chiacchiere, con poche parole.
L'abbraccio: stretta di mano fra due cuori.
Molti uomini scelgono di entrare in politica, solo per evitare che a governare siano sempre gli stessi ladri.
Non dobbiamo saper far tutto tutti. Ma tutti un po' di tutto.
I marinai son gli unici a dormire sotto coperta d'estate.
Il cuore è l'utero in cui ogni figlio, ricambiando il favore, porta la propria madre fino alla morte.
La donna: ha la porta del paradiso fra le gambe. Quella dell'inferno, fra le labbra.
Il cuore è quella ruota del nostro carro, che quando si fora, essa va a terra, noi sottoterra.
Quando ci piange il cuore, i battiti ne diventano singhiozzi.
La bassezza di un uomo non si rapporta alla distanza della sua testa dai piedi, ma al fatto che usa la testa per ragionare coi piedi.
Per lanterna il sole
Aforismi - Terzo volume © BastogiLibri, 2021
Prefazione di Laura Margherita Volante - Selezione Aforismario
L'uomo senza una donna è come un chiodo senza una parete.
La donna, per l'uomo, è come la corolla di un fiore, senza la quale la sua vita sarebbe uno stelo.
Il sonno: morte breve, con cui, notte dopo notte, ci alleniamo per vivere, poi, quella eterna in scioltezza.
Una strada è storta quando, pur se dritta, ti porta alla morte.
L'amore mette a letto. La morte in cataletto.
La donna è una rosa: tutta petali, durante il fidanzamento. Solo spine, durante il matrimonio.
La vita è una traditrice: ci prende sottobraccio, solo per condurci alla morte.
Una volta, i matrimoni duravano fino ai tempi supplementari. Oggi, finiscono prima del fischio del primo tempo.
Vivere è saper convivere.
La sigaretta viene fumata dal fumatore. Il fumatore, dalla sigaretta.
Oggi viviamo una vita in fuga, che non ci dà il tempo di raggiungerla.
Accecato dai troppi guadagni, gli fu riconosciuta anche la pensione di invalidità.
Il pensiero, quanto più è secco, tanto più è verde.
Oggi, in ogni campo delle attività umane, si usa l’errore per correggere lo sbaglio.
L'aforisma: passo corto di penna, gamba lunga di senno.
Ciò che gli scrittori pubblicano con boschi, gli aforisti, con una frasca.
È quando stai a pensare a come viverla, che la vita ti passa davanti, senza viverla.
Nella discesa degli anni, ogni passo è in salita.
La donna è una rosa, dai petali pungenti, e dalle spine profumate.
Essere innamorati, è guardarsi negli occhi, e restarci seduti.
Col matrimonio, la donna si sistema. E l’uomo è sistemato.
Si nasce con pianti. E si muore compianti.
La partita dei genitori finisce, quando cominciano ad essere spettatori di quella dei figli.
In nessun luogo del cuore, si può essere al riparo dall’amore.
Un fuoco di paglia, la giovinezza. Il mucchio delle sue ceneri, la vecchiaia.
Nel grano dei giorni
Aforismi. Quarto volume © BastogiLibri, 2021
Introduzione di Gino Ruozzi - Prefazione di Federico Migliorati - Selezione Aforismario
Distacco: se ne vanno i vivi. Lasciandoci morti.
Quant'eran belli i tempi, quando pochezza d'ogni cosa, ricchezza era d'ogni casa!
A fette, fra le fette dei giorni, mi mangiano gli anni!
I signori politici: loro se le cantano, e a noi ce le suonano.
Inseguirti non fu un errore. Fu il raggiungerti il vero sbaglio!
Se sto zitto, ascoltatemi.
Solo morendo ci si può salvare dalla vita!
Non è stare soli che uccide. Ma restarci.
Il tempo è la tomba di tutte le tombe.
In famiglia: era bello quando c’eravamo tutti. Quando, pur senza stufe, il fianco dell’uno riscaldava quello dell’altro.
Mandare qualcuno a quel paese, per poi ritrovarselo nel proprio.
Solo una sana ri/masticazione del passato, potrebbe condurre a una migliore di/gestione del futuro.
Si dice che sia stata fatta coi piedi, ogni cosa fatta male. Non altrettanto, però, poté mai dirsi del vino.
Muratore e poeta: l’uno compone stanze con pietre, per abitarle da vivo. L’altro, con endecasillabi, per abitarle da morto.
Ho avuto la fortuna di prendere, al volo, tutti i treni della vita. Ma, con la sfortuna, che, come meta, avevan tutti un binario morto.
Quante volte, per stanchezza, non potendo passeggiare, mi siedo, e chiamo le strade a passarmi sotto i piedi.
Se le biblioteche tornassero tronchi, i libri loro rami, e loro linfa l’inchiostro, sicuramente avremmo più alberi nelle città che nei boschi.
Una gradita riverenza: l’organo di sesso femminile impone sempre molto rispetto, tant’è che quello maschile, al suo cospetto, deve sempre alzarsi e… scappellarsi.
Un desiderio immenso di lasciare impresse nel tempo le nostre orme, ci conduce, per la vita, come buoi all’aratro.
Di noi ora so solo, che fummo l’acqua e il torrente. Le braccia e l’abbraccio. L’aquila e il volo.
La vita che vivemmo fu tutt’un errore. Unica cosa esatta: lo sbaglio.
È sulle gambe dei morti, che camminano i vivi.
Tanatica fobia: tra le pareti della parola morte, m’aggiro da una vita, in cerca della porta.
Sarà il nostro pensiero in carta e inchiostro, a sfidar secoli e millenni oltre la fossa.
Sulla mia lapide: Fu per tutta una vita che la morte mi rincorse. Tante volte, rischiai anche di esserne raggiunto. Alla fine la fregai: nascondendomi in questa tomba.
I veri poveri sono coloro che, ogni sera, vanno a letto con stomaco pieno e mente digiuna. (Nicolino Longo) |
Un inferno paradisiaco
Aforismi. Quinto volume © Edizioni Giuseppe Laterza, 2022
Introduzione di Maurizio Cucchi - Prefazione di Carmine Chiodo - Selezione Aforismario
Ho speso una vita a guardare in occhi di donne. Sempre sperando che ci fosse posta per me.
I politici ci promettono sempre un grande futuro. Ma non sono peggio dei preti, che lo promettono addirittura ai morti.
La donna è un inferno per l’uomo. Ma resta il fatto che, senza il suo inferno, ogni uomo sarebbe un povero diavolo.
L’indeciso: colui che ha tante teste sul collo.
Il presente è da noi vissuto male, perché schiacciato tra passato e futuro.
Rimpianto: fummo giovani. E nessuno ce lo disse.
Si arriva al divorzio, solo quando si ha tanto da dire, e più niente da fare.
La dieta dell’aforisma: bere poco inchiostro. Mangiare poca carta.
Camminare in punta di penna è il miglior modo di lasciar traccia di sé nel mondo.
Amore è il battere di due cuori, l’un dentro l’altro.
Uno più uno in amore fa uno.
Il divorzio è un conto. La separazione è un altro conto. Ma sono sempre due conti, che vanno a finire nel conto dell’avvocato.
La donna: da ragazza, rose e fiori. Da fidanzata, rose e spine. Da sposata, solo spine.
Quanto più una vita è vuota, tanto più si fa fatica a portarla sulle spalle.
Chi ha soldi, non sarà mai al soldo.
Oggi, un matrimonio costa più sfarlo che farlo.
Riguardo all'anima, il diavolo e Dio non raggiungeranno mai un accordo. Perché l'uno la vuole cotta, l'altro la vuole cruda.
Io sono uno di quei pochi mariti, che riescono a tener testa alla propria moglie. Ma solo quando le fa male.
Non amava viaggiare. Ma vi fu costretto più volte, da coloro che lo mandavano a quel paese.
La donna fu creata, allo scopo di offrire all'uomo uno spaccato di bellezza unico per una vita a due.
In questo mondo, si diventa piccoli ogniqualvolta ci si mostra più alti della propria altezza.
L’uomo piange quando nasce, perché non sa dove sia finito. E viene pianto dopo morto, perché non si sa dove vada a finire.
La morte è la porta che chiude ogni porta.
Nessun verbo vorrei essere, se non un infinito presente.
Auto epitaffio: lasciato dalla vita, sposai la morte. Ringraziatemi, se nessuno invitai al mio mortemonio.
Il passo non dato
Aforismi. Sesto volume © BastogiLibri, 2023
Premessa di Guido Oldani - Prefazione di Carmine Chiodo - Selezione Aforismario
Materia che potrebbe insegnare un topo, per guadagnarsi da mangiare: toponomastica.
È racchiudendoci fra le sue parentesi tonde, che una donna ci eleva all’ennesima potenza.
Solo quando la vita era in bianco e nero era tutta a colori.
Il divario tra noi e un libro: noi abbiamo tutte le dita. Lui, solo l’indice.
Il colmo per una freddura: essere bruciante.
Ogni biblioteca è un bosco. Con non più foglie, ma fogli.
Il libro: un vagabondo che fa tante parole solo per andare da una copertina all’altra.
L’uomo è cresciuto abbastanza. Ma sempre sul tronco, purtroppo, di quello delle caverne.
La vecchiaia: età in cui i colpi di fulmine cedono il posto a quelli di strega.
La donna: potrai averla accanto, solo standole dietro.
Ogni matrimonio è un amore ucciso. Ma è da questo morto che nascono i figli.
Un aforisma che si legge e non resta, è un aforisma che non tocca né cuore né testa.
Si scrive per non seppellire, assieme al corpo, anche lo spirito.
Il brutto per una curva: lasciarsi alle spalle la retta via.
La Politica è la spina dorsale dello Stato. I politici, le sue ernie discali.
Tra chi muore e chi resta, a morire è sempre chi resta.
Ogni uomo è folla per gli altri, ed eremita in mezzo a folla.
La vita è una distesa di croci: da una si scende, su un’altra si sale.
Il tragitto dell’uovo: da un culo a una bocca.
Lasciami perdere, disse il rubinetto gocciolante all'idraulico inesperto.
Credi di essere una trottola, quando, invece, poi scopri che a farti piroettare son gli schiaffi della vita.
Della donna, all’uomo, piace tutto. Anche se a bastargli potrebbe essere solo lo stretto necessario.
Vecchiezza: età in cui ci si lecca le ferite, inferteci dalla giovinezza.
Aforisma scritto coi piedi: scorciatoia.
Se muoio, so che ti lascio in buone mani: le tue.
Libro di Nicolino Longo
Corti circuiti dell'area di Broca
Prefazione: Carmine Chiodo
Editore: BastogiLibri, 2019
Nell'aforisma e nell'epigramma si manifesta il gusto e il carattere dello scrittore, ha lasciato scritto Giacomo Leopardi. In questi aforismi di Longo è tutta quanta la sua personalità, il suo modo di guardare alle cose del mondo e della vita quotidiana. Aforismi rapidi, ingegnosi, ben costruiti, esprimenti vari giudizi e verità. Nicolino Longo, con i suoi aforismi, dice in poche parole ciò che altri direbbero in un libro, oppure evidenzia cose che in un libro non si trovano. Comunicano pensieri - come direbbe Schopenhauer -. Si ammira la capacità di osservare se stesso e gli uomini, le loro costumanze e l'altrettanta capacità di formulare osservazioni in modo elegante e preciso. Non mancano quelli politici. Certo, gli aforismi del poeta calabrese portano i segni dei tempi, li rappresentano ma li superano pure. Ci fanno riflettere. E hanno ancora effetti stilistici particolari che provocano una sorpresa estetica, o gnoseologica: la "pointe": la sorpresa determinata da più strategie testuali. L'espressione è densa di significati. Presenta osservazioni con intento sarcastico e satirico sulla natura umana e sulla storia. Alcuni di questi aforismi sono dei piccoli capolavori. Aforismi satirici, capaci di corrodere e mettere in ridicolo fatti quotidiani.
Note
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