Frasi e citazioni di Pär Lagerkvist

Selezione di frasi e citazioni di Pär Fabian Lagerkvist (Växjö, 1891 - Stoccolma, 1974), scrittore, poeta e drammaturgo svedese, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1951 "per il suo vigore artistico e per l'indipendenza del suo pensiero con cui cercò, nelle sue opere, di trovare risposte alle eterne domande che l'umanità affronta".
Come introduzione a questa raccolta di citazioni, riportiamo un brano tratto da una lettera, mai spedita, di Lagerkvist in risposta al critico Erik Blomberg, che lo accusava di un pessimismo "negatore della vita":
"Da quando vivo, amo e odio la vita. Così come amo e odio gli uomini; soprattutto però la prima delle due cose. Questo è per me del tutto naturale, e così sarà sicuramente per una moltitudine di persone. 'Affermazione della vita' e 'negazione della vita' usati come slogan, come ormai avviene nel dibattito letterario, sono per me un gioco vuoto, nel quale non trovo significato. La cosa mi sembra più semplice e al tempo stesso più complicata: il solo e vero modo in cui noi diciamo sì alla vita è essendo profondamente e seriamente impegnati in essa. Che poi noi la si 'ami' o la si 'odi' è indifferente, se non apparteniamo ai tiepidi, quelli che sono legati all'esistenza da un contratto superficiale e approssimativo. Nel suo articolo, così come in precedenti analisi della mia opera, Blomberg vuole avvalorare la tesi secondo cui un pessimismo come il mio taglierebbe fuori il suo autore della battaglia umana, non avrebbe nulla a che fare con essa. È un ragionamento che mi pare totalmente assurdo. Un uomo può essere infinitamente pessimista e tuttavia, secondo talento, in tutta la propria vita lavorare per ciò che sogliamo chiamare l'umanità. Come un ottimista che dice sì alla vita può in alto grado trascurare i propri doveri".
Foto di Pär Lagerkvist
Come sarebbe la vita se non fosse priva di senso? La mancanza di senso è il fondamento
sui cui si basa. Quale altro fondamento avrebbe potuto essere in grado
di sostenerla senza mai vacillare? (Pär Lagerkvist)

La mia parola è no
Det besegrade livet, 1927

È per un rifiuto che siamo al mondo, per essere scoglio sul mare del tempo contro cui le onde infinite s'infrangono facendosi schiuma. La nostra parola è no.

La mia natura è negare. La mia parola è no. Io ti cancello vita, perché sono su un cammino che porta lontano da te.

Ci sono persone nelle quali la loro intelligenza serve solo a nascondere la loro pochezza.

Il dogmatismo religioso è stato per molti versi sostituito da un'analoga fede dogmatica nella supremazia dei valori intellettuali.

Noi non apparteniamo alla vita. È solo ciò che sembra, perché la vita ci accerchia, ci si chiude intorno, non ci lascia scampo.

Tutto ciò che di più alto e più nobile compie l'uomo è una sua fuga dalla vita e una sua negazione.

Senza di te, Vita, non possiamo essere concepiti. Per te, non possiamo essere quelli che veramente siamo. Tu ci adulteri, ci trasformi. Tu ci dai una realtà, ma non è la nostra.

La vita è il prezzo che paghiamo perché il nostro essere possa esistere.

Non ha congiunto le mani, mia madre, nell'ora della sua morte, e non ha creduto? E non è stato così per la tua, e la tua, e la tua! In tutti i tempi! E sono state ingannate! Non sono che terra.

Quanto più l'uomo capisce la vita, tanto più deve amare gli uomini, nonostante tutto.

Non c'è ancora un Dio, ma quando ne saremo davvero degni, verrà. Non dall'esterno, ma da noi stessi.

Se la vita fosse un male, come insegna il cristianesimo, la lotta sarebbe nonostante tutto nobile e pura.

La nostra realtà è un'altra da quella di tutti i tuoi mondi e le tue stelle e i tuoi spazi, è al di là della tua immaginazione. Tu credi di farci nascere, di farci esistere. Ma sei solo tu che ti fai realtà, solo tu che esisti. Noi non ci realizziamo mai.

Il boia
Bödeln, 1933

La trincea è l'unico posto dove un uomo decente può trovarsi bene. Si dovrebbe vivere in trincee anche in tempo di pace, e non nelle case, che non fanno altro che rammollire la gente. Certo, il bagno temprante della guerra è indispensabile! Un popolo sano non può farne a meno per più di un decennio al massimo. Poi comincia a degenerare - se è sano, s'intende.

Si sa che cos'è una guerra, ma un popolo in pace è minacciato da ogni sorta di pericoli ignoti.

Il demolire è ben più importante del puro e semplice costruire di routine.

Ci saranno sempre piccole, tenaci formiche operaie che edificano il mondo, non è certo cosa di cui dobbiamo preoccuparci. Ma gli spiriti audaci che in un sol colpo spazzano via il piccolo mondo giocattolo dell'umanità così che si possa ricominciare daccapo, quelli sono rari, arrivano solo quando ce li meritiamo.

Il nano
Dvärgen, 1944 - Selezione Aforismario

Tutto è solo un tentativo di creare ciò che mai potrà essere realizzato. Tutta la cultura umana non è che un tentativo... qualcosa di assolutamente inattuabile. E perciò, in realtà, tutto è totalmente privo di senso.

Come sarebbe la vita se non fosse priva di senso? La mancanza di senso è il fondamento sui cui si basa. Quale altro fondamento avrebbe potuto essere in grado di sostenerla senza mai vacillare? Una grande idea può essere minata da un'altra grande idea, e poi da questa mandata in pezzi, annientata. La mancanza di senso è invece inattaccabile, indistruttibile, incrollabile. È un fondamento reale, e per questo è stata scelta.

L'uomo ha bisogno di essere adulato, altrimenti non diverrà mai ciò che è destinato a diventare, neppure ai propri occhi.

Sia nel presente che nel passato troviamo molte cose nobili e belle che non sarebbero mai state né nobili né belle se i poeti non le avessero cantate.

Celebrano l'amore, ed è anche giusto, perché nulla come l'amore ha tanto bisogno di essere trasformato in ciò che non è.

Capisco che ci debbano essere artisti che fabbrichino immagini di santi per il popolo, così che abbiano da venerare qualcuno di un po' meno sudicio e povero di loro: belle, celestiali immagini di esseri umani torturati che dopo il supplizio ebbero la ricompensa, vesti preziose e un cerchio d'oro intorno al capo, proprio come anche loro, quando avranno finito di sopportare la loro vita miserabile, avranno la loro ricompensa.

Agli esseri umani piace vedersi riflessi in specchi appannati.

Ciò che non riesco a capire è come si possa starsene lì ad ascoltare coloro che parlano del significato dell'esistenza: i filosofi con i loro profondi pensieri sulla vita e la morte e sulle domande eterne; le sottili dissertazioni sulla virtù e l'onore e la cavalleria; e coloro che s'immaginano di sapere qualcosa sulle stelle e credono che esista un qualche rapporto tra esse e il destino degli uomini. 

Che cos'è il gioco? Un insensato occuparsi di... niente, proprio niente. Uno strano modo di trattare per finta le cose. Non considerandole per quel che sono, non prendendole sul serio, ma solo facendo finta. Gli astrologi giocano con le stelle, il principe gioca con le sue costruzioni, le sue chiese, le scene della crocifissione e i campanili, Angelica gioca con le bambole: tutti giocano, tutti fanno finta di fare qualcosa. Solo io disprezzo la finzione. Solo io sono.

È difficile capire un uomo che non si odia, si è disarmati, non si hanno strumenti per penetrare nel suo intimo.

Le donne preferiscono sempre gli uomini insignificanti, perché somigliano a loro.

L'amore è una cosa che muore. E quando muore va in putrefazione e può divenire terreno adatto per un nuovo amore. Il morto amore allora vive la sua vita segreta in quello nuovo e così in realtà l'amore non muore.

Niente è così sicuro come l'oblio finale.

Tutti, in realtà, desiderano la guerra. Porta con sé una semplificazione che sentono come un sollievo.

Tutti trovano che la vita sia troppo complicata. E lo è davvero, come la vivono loro. In sé e per sé la vita non è affatto complicata, si distingue invece per la sua grande semplicità. Ma pare che non arrivino a capirlo. Non capiscono che è meglio lasciare che la vita sia com'è. Non la lasciano mai in pace, non possono fare a meno di impiegarla in una miriade di scopi strani. E tuttavia sentono che già il poter vivere è una cosa meravigliosa!

Barabba
Barabbas, 1950

Gli uomini sono sempre ingrati quando ottengono subito ciò che vogliono.

Il figlio di Dio? Ma è chiaro che non lo era! Credi tu che il figlio di Dio scenda giù sulla terra? E che si metta ad andare in giro e a predicare nel tuo paese?

Credere! Come avrebbe potuto credere in quell'uomo che aveva veduto pendere da una croce, in quel tale che da molto tempo era morto e che, come egli stesso aveva accertato, non era per nulla resuscitato?

La Sibilla
Sibyllan, 1956

La malevolenza, come l'amore, ha bisogno di poche parole.

Niente è più estraneo al mondo della propria infanzia quando la si è lasciata davvero.

Pellegrino sul mare
Pilgrim på havet, 1962 - Selezione Aforismario

Anche se viaggi di paese in paese, per terre che mai prima hai veduto e grandi città piene di gente che mai prima hai conosciuto, anche se percorri tutta la terra, non imparerai mai tanto quanto dal mare.

È solo sul mare, che non ha mai pace, che potrai trovare la pace.

Il mare racchiude più sapere di qualsiasi altra cosa sulla terra, se sei capace di farlo parlare. Conosce tutti i vecchi segreti, perché lui stesso è così antico, più antico di tutto. Anche i tuoi segreti conosce, non illuderti.

Come si può capire qualcosa della vita, e capire a fondo se stessi, se non lo si è imparato dal mare? Come si può comprendere gli uomini e la loro vita, il loro vano sforzarsi e il loro inseguire mete bizzarre, prima di aver spaziato con lo sguardo sul mare, che è sconfinato e basta a se stesso?

Pensare come il mare e non come quelle inquiete creature che s'illudono di dover sempre avere una direzione e che questa sia la cosa più importante di tutte, che la meta dia un senso alla loro vita.

Lasciarsi portare alla deriva senza meta, nell'ignoto, abbandonandosi completamente all'ignoto, all'incertezza come all'unica cosa certa, l'unica veramente sicura, alla fine.

Non doversi angosciare tanto e non essere così turbato e disperato perché non si è giunti a nessuna certezza, perché non si è sicuri di nulla, proprio di nulla... Accontentarsi dell'incertezza, essere soddisfatti e felici... dell'incertezza... e sceglierla.

Scegliere se stessi, così come si è. Osare essere come si è, senza muoversi alcun rimprovero.

Siamo soltanto pellegrini sul mare. Ma il mare non è tutto, non è possibile che lo sia. Deve anche esistere qualcosa al di là, deve anche esistere una terra oltre le grandi distese deserte e le immense profondità, indifferenti ad ogni cosa, una terra che non possiamo raggiungere, ma verso la quale siamo in viaggio, nonostante tutto.

Note
Leggi anche le citazioni degli scrittori svedesi: Hjalmar SöderbergAugust Strindberg

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