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Aforismi inediti di Alessandra de Angelis

Selezione dei migliori aforismi inediti di Alessandra de Angelis (San Giovanni Rotondo, 1990). Di formazione psichiatrica e psicologica, mental e life coach, ha pubblicato il suo primo testo in ambito scientifico nel 2024: Il cambio d’abito della Sindrome di Asperger: nuova comunicazione, nuovo apprendimento e nuova formazione. 
Alessandra de Angelis è una ricercatrice di contenuti e significati. Affascinata dalla vita e dall’essere umano immerso in essa, è una scrittrice riflessiva e ideatrice di aforismi a stampo filosofico e psicologico. Nata in un posto, cresciuta in un altro e allevata nelle braccia del mondo, si conquista l’appellativo di “animo inquieto”. Inizia a scrivere molto precocemente, dimostrando doti non comuni, una testa piena di idee e una fantasia straordinaria. 
La scrittura che in lei pulsa, vuol fluire libera e trova la via attraverso la stesura di frasi e aforismi ricchi di carica emotiva. I suoi scritti si possono trovare in varie antologie, su testate giornalistiche e sulle maggiori pagine web di aforismi. In Puglia, uno dei suoi aforismi è stato inciso su una lastra in marmo a capeggiare una raffigurazione del “Quarto Stato”, opera di un noto street artist argentino, per una cantina secolare (L’Antica Cantina). 
La sua scrittura, come dice lei stessa, vuole essere un mezzo attraverso il quale spronare a osservarsi, capirsi e dirsi, stupendosi di sapersi davvero poco. Un modo per conoscere e aiutare. Un narrarsi con occhio rivolto verso l’interno di sé.
Siamo fatti di ciò che non dimenticheremo mai. (Alessandra de Angelis)

Aforismi inediti
© Alessandra de Angelis - Selezione Aforismario

Tre erano i battiti dedicati a te, il quarto, invece, era destinato a me e alla mia resilienza.

Ogni lezioni di vita non studiata è un debito di apprendimento permanente per il quale non esistono corsi di recupero. Per cui, quando la vita fa lezione, ascolta l’insegnante con ogni tuo senso attivo.

Esisto, fintanto che me ne ricordo.

Terra è terra, come acqua è acqua e cielo è cielo. Tutto è tutto quello che è, tranne me che osservo, rifletto e mi arricchisco.

Siamo fatti di ciò che non dimenticheremo mai.

Ho fatto un viaggio nell’universo e ho scoperto che non dista molto da casa mia.

Anche il non dire è un qualcosa di detto, solo in altra forma. 

Mai si è più vicini di quando, nel silenzio, due occhi si frugano dentro e si scoprono complici.  

La parte più profonda di sé la si scopre nel silenzio, che avrà un suono sempre diverso.

Soffri in silenzio… ma dentro le tue orecchie lo senti forte e chiaro il fragore di te che vai a pezzi.

Il silenzio non è mai servito da solo. Di norma si accompagna sempre ad altro: rabbia, rimorso, timore, imbarazzo.

Alcune delle cose più intense sono tremendamente fugaci. Tant'è che l'attimo precedente non è mai presente nel seguente. Per questo, di certe cose, occorre averne cura particolare e non bisogna mai sciuparle, nemmeno in pensiero. 

Non tutto quello che si mostra è ciò che dimostra.

Tutti fanno. Pochi sanno fare.

Mai fidarsi di certi venti, di mani che non stringono e di pensieri che s'impongono per non pensare.

La disponibilità non genera doveri.

Un bambino che gioca non è nient’altro che uno scienziato che collauda le sue teorie.

Vedere il mondo con gli occhi di un bambino è credere in tutto quello che si sogna.

Insegnate ai bambini ad essere bambini. Per essere adulti, c’è tutto il tempo.

La maturità di un bambino è manifesta nel divertirsi, giocando.

Lavorare bene sul presente è l’unico modo per avere un passato ricco di bei ricordi ed un futuro pieno di buoni propositi.

Non chiedete stabilità al presente, non è nella sua natura. 

Non mi fido del presente perché ieri era passato e domani è futuro. 

Il presente è un bambino al quale viene detto di rimanere lì un attimo e non lo ritrovi più. 

Dieta povera di bontà e pregna di tutta la disponibilità altrui, è quella degli egoisti e degli approfittatori.

Non è nella nascita ma in punto di morte che la vita fa capire la sua immane importanza. 

La perdita di sé, quello è il vero lutto.

Il concetto di morte terrena non scalfirà mai un’anima pura poiché essa avrà compiuto più di quello che poteva e doveva nella vita terrestre. 

Esisto, fintanto che me ne ricordo.

La donna apre le vie alla vita: la via dall’amore, la via con l’amore, la via per l’amore. Quello che resta a te, figlio di donna, è l’eco di quei passi: dall’amore, con amore, per amore. 

Era una puttana sino a quando non fu baciata dal dolce stilnovo e divenne una musa angelica.

Chi vuol essere femmina e chi vuol essere donna. Chi indossa una scarpa col tacco e chi può andar a piedi nudi. Chi abusa di profumo e chi inebria con la sua femminilità.

Quando la donna sbatte le palpebre per rischiarare la vista, venti forti si scatenano fra i sensi dell’uomo. 

Qualcosa di divino, del quale mi commuoverò sempre. Appoggiare il capo sul grembo verde di mamma natura e sentire la vita che scorre fra la sua terra e che vive nei suoi cieli. Farmi coccolare dal caldo abbraccio del tramonto che assopisce le mie irrequietezze e mi lascia nelle braccia della notte, che mi culla e mi regala dolci sogni. Poter poggiare la mia mano sulla guancia della donna, vederla chiudere gli occhi e lasciarsi andare nel mio palmo, facendomi responsabile del prendermi cura della creatura più importante del mondo. 

Sento gente dire di aver lavorato tanto per arrivare dove si lamentano di essere.

Una volta vincitore, una volta perdente. Ma mai darsi per vinti.

Un’abitudine o una persona persa, possono essere una vittoria personale.

Parlare del successo, alla fine dei conti, non è altro che raccontare i fallimenti che si sono attraversati. 

Se la motivazione è ancorata a ciò che si desidera, essa sarà destinata a svanire poiché il desiderio è soggetto al tempo, è labile, non è persistente. È più a fondo che deve trovare ormeggio la motivazione, quasi a confondersi con il proprio essere, con le proprie intenzioni, con le proprie idee. 

Un uomo solo può far tanto. Ma resta sempre un uomo solo.

Non dirmi ti amo d’estate se non è un sentimento a quattro stagioni.

A tanto amore basta eliminare meno della metà del romanticismo per ritrovarsi solo lussuria.

Siate lussuriosi della vita e traete piacere da essa con tutto quello che ella di buono ha e può donare, solo così la lussuria vi apparterrà con la sua unica connotazione benevola.

La morte più brutta che può accogliere un’anima è quella emotiva, dove non vi è più stupore e meraviglia per questa opportunità che ci è stata concessa, che chiamiamo vita.

Le logiche dell’ira ci sono, esistono. Solo che sono tutte sbagliate. 

Di tutti gli imperativi, quelli ai quali si deve prestare ascolto, sono quelli privi di sonoro ma con un'elevata eco interiore.

Quando mi vedi sorridere è perché qualcosa ha fatto solletico al bambino dentro me.

Forse risediamo nella mente, fra tutti i ricordi, le informazioni, i saperi, le letture che ingombrano lo spazio delle meningi. Forse risediamo nelle mani, fra le linee che scorrono sull’epidermide e che tracciano una strada unica, differente, per ognuno di noi. Forse risediamo nelle pupille e nelle iridi, che catturano fugaci fotografie del mondo, tutto attorno e dentro noi, e le impressionano. Forse risediamo nel petto, fra cuore e polmoni, incastrandoci tra battiti, ritmati e rimbombanti, e fiati, sospirati o incalzanti. Forse risediamo nello stomaco, fra tutti i vuoti che abbiamo avvertito nella nostra esistenza per digiuno di vivere, e fra tutti i sensi di pienezza, immersi in un vento vorticoso creato da tante farfalle. Forse risediamo nei piedi, che lasciano l’impronta del nostro passaggio, a prova del nostro esserci stati. O forse, effettivamente, risediamo in un punto buio, profondo dell’essere, fatto di nero e blu cobalto, squarciato da un cerchio di luce bianca, che illumina e mostra un piccolo infante che guarda verso l’alto, con occhi fulgidi di tutto quello che sa e dello stupore di ciò che saprà. 

Con l’età, la vista si offusca, ma non quella del cuore. 

Per la scienza, gli occhi sono l’organo preposto alla vista. Ma io, osservo con la mente, con il cuore, con l’anima e, infine, con gli occhi. 

Un cieco sa ben vedere le emozioni. 

La lingua degli occhi, parlata tra due empatici, è un tango emozionale. 

Gli occhi conducono al cuore. 

Vai via se gli occhi si posano ovunque, tranne che su te. 

Dorme sogni protetti da ogni tipo di male, colui che ha ricevuto un bacio sugli occhi. 

La svista più grande è fidarsi solo del proprio punto di vista. 

Può essere paradossale, ma talvolta è più facile baciare che guardare.

Se con un orecchio si ascolta male, forse con l’altro si può udir meglio. Se con un occhio si vede male, forse con l’altro si può veder meglio. Se con una mano si ha poca percezione, forse con l’altra si può percepir meglio. Ma se con una bocca si può parlar male, a chi ella può domandar se forse si può far meglio?

Mezzogiorno è un buon orario per pranzare, mentre mezzanotte è un buon tempo per baciare.

Succede pochissime volte, ma è stupendo quando si sorride a sé stessi. 

La balbuzie è il sonoro litigio fra una mente che pensa, un inconscio che proibisce e una bocca impavida, temeraria, che tenta.

Nessuna parola detta può mettere a tacere ciò che gli occhi dicono. 

Abbiamo timore della verità anche quando mascheriamo il nostro vero odore con del profumo artificiale.

È molto critico l’olfatto. Se non gli vai a genio, non ti permette l’accesso a null’altro.

Le persone non vanno mai via; cambiano solo forma, divenendo profumo.

Il tatto fa la distinzione fra uomo e bestia.

L’essere umano, che ha un sofisticato processo tattile, ma del tatto, talvolta, ne è completamente sprovvisto.

Lasciar le parole. Abbandonare le regole. Guardarsi. E lasciarsi andare allo stupore di avere a che fare con l’intimità di un’anima.

Il tatto, per gli empatici, è un senso che non è concentrato tutto nell’epidermide. Lo si trova sparpagliato un po' ovunque, anche nella mente ma in maggior quantità, in una parte al centro del cuore.

L'officina dei sentimenti ha tanti strumenti, ma quello che non può assolutamente mancare è il tatto. La chiave inglese dell'empatico.

Non si imbroglia il cuore. Se ne accorge quando il corpo che sta toccando, non è quello che ama.

Tutto ciò che si tocca, tocca.

Sprovvisto di udito è il sordo e colui che non presta ascolto. Sprovvisto di vista è il cieco e colui che è un miope emotivo. Sprovvisto di gusto è l’ageusico e colui che non sa assaporare la vita. Sprovvisto di tatto è l’ipoestesico tattile e colui che non ha tutti gli altri quattro sensi.

Irriverente, diseducata, spregiudicata, incosciente, prorompente, arrogante, ribelle. Se l’arte non fosse così, sarebbe politica.

Quanto ci si rapporta con l’arte non ci si sta confrontando con essa, ma con sé stessi.

Affannarsi nella vita a rincorrere ricchezza e fama, quando l’unica chiave è quella di avere sempre a disposizione un sorriso e la voglia di farcela.

La mia disponibilità è una fortuna. Per gli altri.

Poco conta una testa piena se è sorretta da un cuore vuoto.

La conoscenza ti difende dall’ignoranza. Ma non dalla tristezza.

Prima di vederli veri, devi crederci, nei sogni.

Un domani, mi racconterò di come è stato bello vivere il mio sogno, anziché vivere di sogni.

E se una dormita senza sogni sembra mancante di qualcosa, provate ad immaginare una vita senza sogni.

Rincorrere un sogno è uno sport che dovrebbero insegnare sin da piccoli.

Tutti sanno. Pochi sanno fare.

Alcune persone sono come fari e lanterne. Non importa che tempeste stiano attraversando o che percorso oscuro stiano calpestando. Loro, sono proiettatori di luce e di speranze.

La luce degli occhi di chi crede in te, sarà la lanterna che illuminerà le insidie che incontrerai.

Una finestra non è altro che una cornice sul mondo.

Il cielo, pur sconfinato quant’è, entrerà sempre in qualsiasi finestra.

I suoni dell’infanzia non si perdono. Basta far ridere il fratello.

Si deve riporre attenzione su ciò che si sussurra al vento poiché vi è sempre chi ode dall’altro capo del mondo.

A pensar a ciò che odono le orecchie, si comprende quanto lavoro è tenuto a fare il cuore.

È una fortuna universale quella di poter annoverare nella propria vita qualcuno che non sente ciò che è udibile, ma ascolta ciò che viene bisbigliato e quasi non pronunciato, nascosto e ostaggio dell’aggressività, dell’orgoglio e della paura.

Una vita suonata da solista, rischia di non aver nessun orecchio ad udirla.

Un suono che non vorrò mai udire ma che, ahimè, percepisco, sotterrato da tutto questo nostro maledetto mondo, è l’urlo della terra.

Le conversazioni piacevoli son quelle che si fanno nell’ora della verità, a toni di voce bassi, suoni calmi e profondi che creano l’intimità di uno spazio, illuminate appena da una luce timida e molto educata nel rispetto di quel sacrale scambio, poco udibile, quasi silenzio.

Il coraggio di essere sé stessi, nella versione migliore, è la più alta forma di realizzazione della propria persona.

Pazienza e resilienza quando non si ha niente. Umiltà e saggezza, quando si ha tutto.

Fai e apprenderai dagli sbagli. Non fare e non apprenderai niente.

Si è nel posto giusto se fra tante persone ci si sente ignoranti.

È con lo spirito da marinaio che si affrontano le tempeste della vita.

Che spreco quello di ogni lezione di vita non appresa.

C’è chi lo chiama fallimento e chi insuccesso. Il tutto dipende se a parlare è una mentalità da perdente o una da vincente.

Se dubiti, è di dubbi e timori che la tua mente si ciberà. Se speri, è con la speranza che la tua mente vedrà quel che sarà.

Si deve imparare ad essere flessibili e resistenti più che inattaccabili e inossidabili, perché quel che serve è adattamento e non rigidità e solidità.

Non si tratta di dare sempre il massimo, ma di dare il massimo nel momento in cui serve.

È sicuro, due persone che ben comunicano fra loro, si innamorano, anche se non si dicono dire niente.

Ci si sente vicini quando si comunica e non quando si parla.

Note
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