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Aforismi, frasi e citazioni di Violette Leduc

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Violette Leduc (Arras 1907 - Faucon 1972), scrittrice francese nota soprattutto per la sua autobiografia: La bastarda (La bâtarde 1964). Il titolo fa riferimento alla nascita di Violette Leduc al di fuori del matrimonio da una cameriera di nome Berthe Leduc.
Nessuno mi vuole, io sono un deserto che monologa. (Violette Leduc)
L'asfissia
L'Asphyxie, 1946

Le lacrime che ho trattenuto mi hanno nutrito.
[Mes larmes que je retenais me nourrissaient].

L'affamata
L'Affamée, 1948 - Selezione Aforismario

Amare è difficile ma l'amore è una garanzia.

Chi è brutta si lancia sulla gentilezza come un toro sul rosso.

Fare le faccende di casa, che esigono una ginnastica, è l'unico bordello accessibile alla donna.

I rimproveri sono schiaffi o abbracci che non possono essere dati.

Il mio desiderio non viene dal ventre. Se nei piccoli annunci cercassero delle donatrici di tenerezza mi presenterei prima dell'apertura del metro. E farei piazza pulita di tutte le offerte.

La castità mi fornisce talvolta l'equilibrio, talaltra lo squilibrio. Il mio squilibrio è autentico. L'equilibrio che mi dà la castità è l'equilibrio di un'ombra.

La mia solitudine è un'avarizia. Mi risparmio come un onanista in un bordello.

La speranza è un'erbaccia che ricresce.

Quando sono sola non bevo alcol. Sono le presenze umane che mi spingono a bere.

Sarò stata solo un' esplosione di solitudine. È il mio capolavoro intimo.

Scrivere è liberarsi. È falso. Scrivere è non cambiare nulla.

La bastarda
La bâtarde, 1964 - Selezione Aforismario

Camminavo davanti a lui... cercavo di tendere i muscoli perché lui si dimenticasse delle mie natiche femminili.

Dimmi, o mia vecchiaia, che la mia solitudine sarà il mio bimbo dai capelli bianchi.

Il lusso ci insegna a fantasticare altro lusso.

Inventiamo Dio dal momento che inventiamo preghiere.

La carezza sta al brivido come il crepuscolo sta al lampo.

Mia madre è il vento d'alto mare, che non si andrà mai a ingolfare in un pantano.

Mio desiderio, mio rifugio, mia catastrofe. Nelle mie gambe c'erano chitarre che fremevano.

Masticai una brioche: le mie sconfitte, un po' di pasta sfogliata mi cadeva sul vestito come l'autunno cade sulla terra per rattristarla di più.

Thérèse e Isabelle
1966 - Selezione Aforismario

Ci stringevamo ancora, volevamo farci inghiottire. Ci eravamo spogliate della famiglia, del mondo, del tempo, della ragionevolezza.

Durante quell'istante di immobilità, tutto nostro, la terra smise di girare, gli uomini cessarono di nascere, di vivere e di morire. Il tempo, lo spazio, gli oggetti, la coscienza di noi stesse, erano stati aboliti. Esistevamo solo nelle nostre labbra unite. Come sonnambuli che non dormono.

L'amore è un'invenzione che sfinisce.

La contemplavo, e mi ricordavo di lei, era accanto a me, ogni istante l'ultimo. Quando si è innamorati si vive sempre sul marciapiede di una stazione.

La perfezione non è di questo mondo, anche quando la incontriamo.

Sono solo una, sono solo me stessa. È troppo poco. Non sono una foresta. Un filo d'erba tra i capelli, un coriandolo tra le pieghe del grembiule, una coccinella tra le dita, un po' di peluria sul collo, una cicatrice sulla guancia... come vorrei possedere questi tesori per essere più preziosa.

La follia in testa
La Folie en tête, 1970

Mi chiedo dove sia l'istante. Il passato divora il presente, entrambi scivolano nel fodero del futuro.

Lettere
Nessuno mi vuole, io sono un deserto che monologa.
[Personne ne veut de moi, je suis un désert qui monologue].