Aforismi, frasi e battute di Charles Simić
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Charles Simić (Belgrado 1938), poeta e aforista statunitense di origine serba, Premio Pulitzer per la poesia nel 1990 per l'opera The World Doesn't End. Sebbene Charles Simić sia generalmente conosciuto come poeta, ha scritto anche alcuni testi in prosa e in stile aforistico, come Il mostro ama il suo labirinto (Monster Loves His Labyrinth 2008) e La vita delle immagini (The Life of Images, 2015).
Ha scritto Charles Simić: "A me i sistemi non sono mai stati congeniali. La mia estetica afferma che il poeta è tale perché non può essere etichettato. È l’irriducibile unicità di ciascuna esistenza che merita di essere onorata e difesa".
Ha scritto Charles Simić: "A me i sistemi non sono mai stati congeniali. La mia estetica afferma che il poeta è tale perché non può essere etichettato. È l’irriducibile unicità di ciascuna esistenza che merita di essere onorata e difesa".
Le fotografie ci mostrano quello che non abbiamo le parole per dire. (Charles Simić) |
Il mostro ama il suo labirinto
Monster Loves His Labyrinth 2008 - Selezione Aforismario
Dove il conformismo è considerato un ideale, la poesia non è la benvenuta.
Faccio parte di quella minoranza che si rifiuta di far parte di qualsiasi minoranza ufficialmente definita.
Gli orrori del nostro tempo ci faranno provare nostalgia di quelli del passato.
I nostri ricchi sono più bravi a rubare dei nostri ladri comuni.
Il miglior argomento a favore del vino, del tabacco, del sesso e dei discorsi a vanvera consiste nel fatto che ogni maggioranza cosiddetta morale li condanna.
Il nazionalismo è amore per l'odore della nostra merda collettiva.
Il poeta vede quello che il filosofo pensa.
L'ambizione segreta di ogni opera letteraria è quella di obbligare dèi e diavoli ad accorgersi di lei.
L'utopia: una sostanziosa torta al cioccolato protetta dalle mosche sotto una campana di vetro.
La bellezza di un attimo fuggente è eterna.
La gentilezza di un essere umano verso un altro in tempi di odio e violenza di massa merita maggior rispetto delle prediche di tutte le chiese dall'inizio del tempo.
La stupidità sta conoscendo un revival nazionale. Basta accendere la TV per vedere il suo largo bonario sorriso.
Le fotografie ci mostrano quello che non abbiamo le parole per dire.
Non dimentichiamo che anche Romeo e Giulietta ogni tanto scoreggiavano e si grattavano il culo.
Notte d’autunno fredda e ventosa. Sull'angolo, una barbona parla con Dio; lui, come al solito, non ha niente da dire.
Qualunque cosa è uno specchio, a guardarla abbastanza a lungo.
Qualunque ideologia o fede che non sia insaporita dall'odio non ha alcuna possibilità di successo popolare. Per essere veri credenti bisogna essere campioni d'odio.
Reading di poesia. I quattro poeti continuarono a urlare per tutta la sera: «Il mio dolore è più grande del tuo».
Tra la verità che si sente dire e la verità che si vede, preferisco la verità silenziosa di ciò che viene visto.
La vita delle immagini
The Life of Images, 2015 - Selezione Aforismario
Chiunque legga di filosofia legge di se stesso non meno che del filosofo in questione.
I piaceri della filosofia sono i piaceri della riduzione – epifanie nel processo di accennare in poche parole a questioni complesse.
Soltanto gli idioti vogliono ragionamenti belli puliti e categorici – e io parlo solo a ragion veduta!
Ci sono momenti della vita in cui l’invettiva è sacrosanta, in cui sentiamo l’assoluta necessità, motivata da un profondo senso della giustizia, di denunciare pubblicamente, irridere, vituperare, inveire, recriminare con le parole più forti possibili.
La specialità della poesia è sempre stata quella di indurre i ragazzi a detestare la scuola e ad accogliere con salti di gioia il giorno in cui non dovranno più studiare l’ennesimo componimento.
Su questo punto, il mondo intero concorda: nessuno che sia sano di mente leggerebbe mai dei versi!
Perfino tra i teorici della letteratura oggigiorno va di moda guardare dall'alto in basso le opere letterarie, figurarsi quelle di poesia. Che esistano persone che continuano a scriverne è una stravaganza da citare nella rubrica «Strano ma vero» dei rotocalchi.
I genitori preferiscono che i figli facciano i tassidermisti o gli esattori delle imposte piuttosto che i poeti. Come dargli torto? A voi piacerebbe di più che la vostra unica figlia scrivesse poesie o che facesse l’entraîneuse in qualche sordido night club? Il dubbio è lecito.
Si direbbe che l’unico senso della storia sia quello di prendere la verità e ribaltarla allegramente a testa in giù!
Una poesia è un pezzetto dell’indicibile tutto.
Sarebbe tutto semplicissimo, se potessimo comandare le nostre metafore. Ma non possiamo. Vale anche per le poesie. Magari all'inizio crediamo di ricreare un’esperienza, di essere impegnati in un esercizio di mimesi, ma poi la lingua assume il comando. Di colpo le parole hanno una volontà autonoma.
Per me, il cielo pieno di stelle è il paradiso del non credente.
Tristezza e buon cibo sono incompatibili.
The Life of Images, 2015 - Selezione Aforismario
Chiunque legga di filosofia legge di se stesso non meno che del filosofo in questione.
I piaceri della filosofia sono i piaceri della riduzione – epifanie nel processo di accennare in poche parole a questioni complesse.
Soltanto gli idioti vogliono ragionamenti belli puliti e categorici – e io parlo solo a ragion veduta!
Ci sono momenti della vita in cui l’invettiva è sacrosanta, in cui sentiamo l’assoluta necessità, motivata da un profondo senso della giustizia, di denunciare pubblicamente, irridere, vituperare, inveire, recriminare con le parole più forti possibili.
La specialità della poesia è sempre stata quella di indurre i ragazzi a detestare la scuola e ad accogliere con salti di gioia il giorno in cui non dovranno più studiare l’ennesimo componimento.
Su questo punto, il mondo intero concorda: nessuno che sia sano di mente leggerebbe mai dei versi!
Perfino tra i teorici della letteratura oggigiorno va di moda guardare dall'alto in basso le opere letterarie, figurarsi quelle di poesia. Che esistano persone che continuano a scriverne è una stravaganza da citare nella rubrica «Strano ma vero» dei rotocalchi.
I genitori preferiscono che i figli facciano i tassidermisti o gli esattori delle imposte piuttosto che i poeti. Come dargli torto? A voi piacerebbe di più che la vostra unica figlia scrivesse poesie o che facesse l’entraîneuse in qualche sordido night club? Il dubbio è lecito.
Si direbbe che l’unico senso della storia sia quello di prendere la verità e ribaltarla allegramente a testa in giù!
Una poesia è un pezzetto dell’indicibile tutto.
Sarebbe tutto semplicissimo, se potessimo comandare le nostre metafore. Ma non possiamo. Vale anche per le poesie. Magari all'inizio crediamo di ricreare un’esperienza, di essere impegnati in un esercizio di mimesi, ma poi la lingua assume il comando. Di colpo le parole hanno una volontà autonoma.
Per me, il cielo pieno di stelle è il paradiso del non credente.
Tristezza e buon cibo sono incompatibili.
Libro di Charles Simić consigliato
Il mostro ama il suo labirinto
Traduzione: Adriana Bottini
Editore: Adelphi, Milano
Simić, cui la forma oscillante tra l'aforisma e la prosa breve sembra particolarmente congeniale, siede a giudicare se stesso e il mondo. Ed è un giudice-poeta chiaroveggente e bizzoso, improvviso negli scatti d'ira e nelle smanie d'amore, che crede "nella irrimediabile e caotica mescolanza di ogni cosa", e usa "il caso come attrezzo per demolire le nostre associazioni abituali". Ora striglia i politici guerrafondai e gli intellettuali loro complici, ora racconta con macabra ironia vecchie storie dei Balcani (quel luogo d'Europa la cui economia si regge sulle "fabbriche di orfani e gli allevamenti di capri espiatori"). Stralunato e lubrico, "avanzo di galera di tutti i paradisi terrestri", non cessa di meravigliarsi della stupidità umana, ingrediente segreto della storia, ma anche dell'enciclopedia di archetipi celata in ciascun oggetto. Ad ogni pagina, guizzi fulminei e collegamenti interrotti: "una melodia allegra suonata con malinconia", un'immagine sfocata di sé colta di sfuggita in uno specchio egizio, qualcosa "a metà tra l'infinito e lo starnuto", un "saporito stufato casalingo di angelo e bestia".