Aforismi, frasi e pensieri di Raffaello Lambruschini
Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Raffaello Lambruschini (Genova 1788 - Firenze 1873), politico, agronomo e pedagogista italiano. Le seguenti riflessioni di Raffaello Lambruschini sono tratte da Dell'autorità e della libertà. Pensieri d'un solitario, pubblicato postumo nel 1887.
Dell'autorità e della libertà
Non v'è alcuno per grande e per savio che sia di cui non si dica da altri bene da altri male: onde non meravigliarti se senti essere criticato. (Raffaello Lambruschini) |
Pensieri d'un solitario, 1887 (postumo) - Selezione Aforismario
Considerate i debiti il doppio e i crediti la metà.
Esaminata prudentemente, ma tranquillamente e largamente una cosa, prendere la risoluzione che sembra migliore; e non esitar più, non tornar a scrutarla. Meglio sbagliare, che consumar la mente in dubbi.
Fissato lo stato di perfezione dell'animo, si osservi che non perciò (come parrebbe) dipende sempre da un cenno della volontà l'ammettere o lo scacciare ciò che ne scompiglia l'equilibrio e l'armonia. L'animo ha le sue infermità come il corpo; e ciò che ci disturba non si può ad un tratto respingere. Basta considerarlo come una cosa estranea, passiva, e che conviene lasciar passare ed avere il suo corso.
Generalmente è più stimato ed amato chi non cerca soverchiamente 1'altrui stima ed amore, ma facendo ciò che gli può meritare 1'amore e la stima, non mostra di farlo affine di ottenerli. Una soverchia noncuranza sarebbe presa per disprezzo, e alienerebbe gli animi, e una soverchia premura indicherebbe leggerezza e produrrebbe indifferenza o spregio.
La tranquillità la moderazione con cui uno propone e sostiene le sue riflessioni i suoi giudizi e con cui narra le cose da sé udite o vedute, è la miglior prova della persuasione che egli ha della verità di ciò che dice, e che non parla per aria e per caso. Lo vedrete cedere facilmente se voi gli dimostrate il contrario; o schivar le contese se altri senza ragione gli contrasti e contento delle prove che egli ha di ciò che pensa e dice non curarsi che altri pensino e parlino diversamente.
Molte volte ci crediamo poco felici, perché non abbiamo tutti quei beni che desideriamo, e non riflettiamo ai molti mali di cui siamo esenti, de' quali se uno solo ci sopravvenisse, stimeremmo felicità somma 1'esserne liberati.
Non concedete a voi medesimo alcun piacere, se non a queste due condizioni: 1° di sentire dentro di voi di meritarlo per aver adempito in quel giorno ai vostri doveri; 2° di goderlo senza esserne schiavo, cioè sentendo in voi medesimo la libertà d'astenervene.
Non dar mai giudizio del carattere d'un uomo prima d'averlo trattato molto tempo. Senti quale sia l'opinione degli altri intorno a lui, e da questa traccia prosegui il tuo esame.
Non darsi a nessuna opinione, a nessuna persona in modo né esclusivo, né troppo pieno; sicché l'animo non perda, né anco in parte, la sua indipendenza. Non curarsi tanto dell'approvazione e delle lodi altrui.
Non passi giorno in cui non rivolgiate a Dio un pensiero o anche un solo sospiro: non passi giorno che non facciate un piacere a qualcuno, o almeno non diciate a qualcuno una parola amorevole.
Non v'è alcuno per grande e per savio che sia di cui non si dica da altri bene da altri male: onde non meravigliarti se senti essere criticato.
Per non accattar brighe, per non essere criticato, e conoscer bene il pensare altrui, mostra men che puoi le tue opinioni, e non dar senza bisogno giudizi d'alcuna cosa. Ma senti gli altri i quali tanto più liberamente saranno detti, quanto men si saprà che tu sei forse di contrario parere, e da questo conoscerai la capacità e le inclinazioni di chi tu tratti.
Qualunque stato tu abbracci, qualunque condizione qualunque luogo tu muti, qualunque comodo da te desiderato tu conseguisca, non giungerai ad essere perfettamente felice, senza dover sofferire alcuna pena. Tutte le cose di questa vita son mischiate di bene e di male. Onde quando tu stai mediocremente contento, appagati e frena i desideri inquieti di altro migliore stato; e adattati agli incomodi che tu sostieni come a cosa necessaria.
Quando desideriamo una cosa che ci manca, ci pare che saremmo felici possedendola. Conseguitala, dopo i primi momenti non ne sentiamo più il piacere e non siamo contenti.
Considerate i debiti il doppio e i crediti la metà.
Esaminata prudentemente, ma tranquillamente e largamente una cosa, prendere la risoluzione che sembra migliore; e non esitar più, non tornar a scrutarla. Meglio sbagliare, che consumar la mente in dubbi.
Fissato lo stato di perfezione dell'animo, si osservi che non perciò (come parrebbe) dipende sempre da un cenno della volontà l'ammettere o lo scacciare ciò che ne scompiglia l'equilibrio e l'armonia. L'animo ha le sue infermità come il corpo; e ciò che ci disturba non si può ad un tratto respingere. Basta considerarlo come una cosa estranea, passiva, e che conviene lasciar passare ed avere il suo corso.
Generalmente è più stimato ed amato chi non cerca soverchiamente 1'altrui stima ed amore, ma facendo ciò che gli può meritare 1'amore e la stima, non mostra di farlo affine di ottenerli. Una soverchia noncuranza sarebbe presa per disprezzo, e alienerebbe gli animi, e una soverchia premura indicherebbe leggerezza e produrrebbe indifferenza o spregio.
La tranquillità la moderazione con cui uno propone e sostiene le sue riflessioni i suoi giudizi e con cui narra le cose da sé udite o vedute, è la miglior prova della persuasione che egli ha della verità di ciò che dice, e che non parla per aria e per caso. Lo vedrete cedere facilmente se voi gli dimostrate il contrario; o schivar le contese se altri senza ragione gli contrasti e contento delle prove che egli ha di ciò che pensa e dice non curarsi che altri pensino e parlino diversamente.
Molte volte ci crediamo poco felici, perché non abbiamo tutti quei beni che desideriamo, e non riflettiamo ai molti mali di cui siamo esenti, de' quali se uno solo ci sopravvenisse, stimeremmo felicità somma 1'esserne liberati.
Non concedete a voi medesimo alcun piacere, se non a queste due condizioni: 1° di sentire dentro di voi di meritarlo per aver adempito in quel giorno ai vostri doveri; 2° di goderlo senza esserne schiavo, cioè sentendo in voi medesimo la libertà d'astenervene.
Non dar mai giudizio del carattere d'un uomo prima d'averlo trattato molto tempo. Senti quale sia l'opinione degli altri intorno a lui, e da questa traccia prosegui il tuo esame.
Non darsi a nessuna opinione, a nessuna persona in modo né esclusivo, né troppo pieno; sicché l'animo non perda, né anco in parte, la sua indipendenza. Non curarsi tanto dell'approvazione e delle lodi altrui.
Non passi giorno in cui non rivolgiate a Dio un pensiero o anche un solo sospiro: non passi giorno che non facciate un piacere a qualcuno, o almeno non diciate a qualcuno una parola amorevole.
Non v'è alcuno per grande e per savio che sia di cui non si dica da altri bene da altri male: onde non meravigliarti se senti essere criticato.
Per non accattar brighe, per non essere criticato, e conoscer bene il pensare altrui, mostra men che puoi le tue opinioni, e non dar senza bisogno giudizi d'alcuna cosa. Ma senti gli altri i quali tanto più liberamente saranno detti, quanto men si saprà che tu sei forse di contrario parere, e da questo conoscerai la capacità e le inclinazioni di chi tu tratti.
Qualunque stato tu abbracci, qualunque condizione qualunque luogo tu muti, qualunque comodo da te desiderato tu conseguisca, non giungerai ad essere perfettamente felice, senza dover sofferire alcuna pena. Tutte le cose di questa vita son mischiate di bene e di male. Onde quando tu stai mediocremente contento, appagati e frena i desideri inquieti di altro migliore stato; e adattati agli incomodi che tu sostieni come a cosa necessaria.
Quando desideriamo una cosa che ci manca, ci pare che saremmo felici possedendola. Conseguitala, dopo i primi momenti non ne sentiamo più il piacere e non siamo contenti.
Un accomodamento vi farà perdere una parte del vostro, una lite ve lo farà perdere tutto. L'amor proprio consiglia la lite, la prudenza consiglia l'accomodamento,
Uno che ama troppo l'altrui approvazione, ne diventa come schiavo, muta opinione e disposizioni interne al mutare di essa e si trova infelice quando gli pare di dover essere disapprovato da quelli con cui convive. Non ha nulla che lo fermi in se stesso e che permanentemente offrendogli una soddisfazione interna di se medesimo lo faccia dar minor peso agli altrui pensieri e dicerie, e conservarsi lo stesso alloro variare. - L'applicazione allo studio contribuisce a scuotere questo giogo in quanto che procura un interno diletto indipendente da essa, e in quanto che coll'acquistare delle cognizioni accresce la stima di se stesso e viene a fissar l'uomo in sé.
Libro di Raffaello Lambruschini consigliato
Dell'autorità e della libertà
Pensieri d'un Solitario
Editore: Morzorati, 1970
lo non sono molto amico della filosofia: cioè di quella che finora si è chiamata filosofia. Pur conosco, o almeno intraveggo, una filosofia ch'io vagheggio nel mio animo come una bellezza misteriosa, e per ciò medesimo più attraente. Ella comprende tutto l'uomo, non lo divide; ella congiunge l'uomo all'uomo, e (quel ch'è più e meglio) ella congiunge l'uomo a Dio.
Note
Vedi anche: Aforisti dell'800
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