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Aforismi, frasi e citazioni di Cyril Connolly

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Cyril Connolly (Coventry 1903 - Berwick 1974), scrittore e critico letterario britannico. La maggior parte delle seguenti riflessioni di Cyril Connolly sono tratte dal libro La tomba inquieta (The Unquiet Grave, 1944), in cui scrive: "Quando considero ciò in cui credo, il che mi è possibile solo procedendo da ciò in cui non credo, mi sembra di appartenere a una minoranza di una sola persona – eppure so bene che ve ne sono migliaia come me: liberali che non credono nel progresso, democratici che disprezzano i loro simili, pagani che devono vivere secondo la morale cristiana, intellettuali ai quali l'intelletto non basta – materialisti insoddisfatti, siamo di una sostanza comune come l'argilla". [...] "Sia la mia felicità sia la mia infelicità le devo all'amore per il piacere; per il sesso, i viaggi, la lettura, la conversazione (sentirsi parlare), il cibo, il bere, i sigari e lo stare immerso nell'acqua calda".
Imprigionato in ogni uomo grasso c'è un magro
che fa cenni disperati per uscire. (Cyril Connolly)
I nemici dei giovani talenti
Enemies of Promise, 1938

La letteratura consiste nell'arte di scrivere qualcosa che sarà letto due volte, il giornalismo in quella di scrivere ciò che deve essere compreso immediatamente.

Tutte le persone affascinanti hanno qualcosa da nascondere: di solito la loro totale dipendenza dall'apprezzamento degli altri.

La tomba inquieta
The Unquiet Grave, 1944 - Selezione Aforismario

La vita è un labirinto dove, prima ancora di aver imparato a camminare, prendiamo la strada sbagliata.

Ci sono molti che non osano uccidersi per paura di quello che diranno i vicini.

Ciò che distingue i grandi scrittori del passato è la grandezza della loro infelicità; la disperazione di Pascal, l'amarezza di La Rochefoucauld, l'ennui di Flaubert, la noia di Leopardi, lo spleen di Baudelaire – ci seducono soltanto quelle verità che sono state estorte sotto tortura mentale.

Come la lucciola: dimessa, minuscola, passiva, e tuttavia carica di mistero per il poeta e di significato erotico per i suoi simili; così, tutte le cose e tutti gli esseri irradiano perennemente un fioco lume per quelli che si curano di cercare.

Come le luci del penitenziario si smorzano quando viene accesa la corrente per la sedia elettrica, così trema il nostro cuore davanti a un suicidio, perché non vi è una sola morte volontaria per la quale l'intera società non sia da biasimare.

Eppure, sono molti quelli che non osano uccidersi per timore di quello che potrebbero dire i vicini di casa.

I nostri ricordi sono schedari consultati e poi restituiti in disordine da autorità che noi non controlliamo.

In un'unione perfetta l'uomo e la donna sono come un arco teso. Chi può dire se sia la corda a piegare l'arco o l'arco a tendere la corda? Eppure, arco maschile e corda femminile sono in armonia e la freccia può essere collocata. Con la corda staccata, l'arco penzola inutile; la corda ciondola inerte.

La civiltà di un'epoca diventa il concime della successiva.

La felicità consiste nella realizzazione dello spirito attraverso il corpo.

La noia della domenica pomeriggio, che spinse De Quincey a bere laudano, generò anche il surrealismo: ore propizie per fabbricare bombe.

La realtà è ciò che resta dopo questi piaceri, insieme con la speranza per il futuro, il rimpianto per il passato, la vanità del presente e tutto ciò che dà all'io il suo aroma sono stati aspirati dalla bolla d'aria nella quale mi rifugio.

L'arte è memoria: la memoria è desiderio riattivato.

Imprigionato in ogni uomo grasso c'è un magro che fa cenni disperati per uscire.

L'obesità è uno stato mentale, una malattia generata dal tedio e dalla delusione; l'ingordigia, come l'amore per gli agi, è una forma di paura. L'unico modo per dimagrire è ridare uno scopo alla vita.

Nei giovani è la paura della mezza età, negli uomini di mezza età la paura della vecchiaia la causa prima dell'infedeltà, questa ringiovanitrice infallibile. 

Nella mia religione non vi sarebbero dogmi; tutto sarebbe amore, poesia e dubbio. La vita sarebbe sacra perché è tutto quello che abbiamo, e la morte, nostro comune denominatore, fonte di meditazione.

Nessuna città dovrebbe essere tanto grande che un uomo una mattina non possa uscirne camminando.

Non si può servire insieme bellezza e potere: «Le pouvoir est essentiellement stupide».

Noi viviamo in un'epoca così disperata che qualsiasi felicità possediamo deve essere tenuta nascosta come una deformità.

Oggi la funzione dell'artista è di dare immaginazione alla scienza e scienza all'immaginazione portandole là dove esse si incontrano, nel mito.

Ogni buono scrittore deve dapprima scoprire l'abisso che separa il destino finito dell'uomo dalle sue potenzialità infinite. Soltanto dopo potrà mostrare il suo coraggio artistico e dare corpo alla protesta, che è una richiesta in ultima istanza di ordine

Ottimismo e autocommiserazione sono i poli positivo e negativo della viltà contemporanea.

Per me, il successo nella vita significa sopravvivenza. Credo che una lunga vita sia la ricompensa della natura per coloro che ne hanno afferrato il segreto. Non desidero morire giovane o pazzo. Il vero disegno dell'esistenza si può studiare meglio in una lunga vita, come quella di Goethe – una vita governata dalla ragione e interrotta a tratti da scoppi emotivi, rotture, passioni, follie. In gioventù la vita della ragione non è di per sé sufficiente; più tardi la vita delle emozioni, salvo brevi periodi, diventa insopportabile.

Perfezione della forma o accrescimento della conoscenza, ricerca della fama o servizio della comunità, amore di Dio o dio dell'Amore – ciascuno di noi deve scegliere l'Illusione che più si confà al proprio temperamento e abbracciarla con passione, se vogliamo essere felici.

Più libri leggiamo, più diventa chiaro che la vera funzione di uno scrittore è quella di produrre un capolavoro e che qualsiasi altro compito è del tutto irrilevante.

Quante persone ci vengono a trovare senza annunciarsi? Questo è un buon criterio per giudicare l'amicizia. E quante ci direbbero quali sono i nostri difetti? A quante facciamo regali inaspettati? Con chi possiamo rimanere in silenzio?

Scopo dell'Amare è l'affrancamento dall'Amore. Lo raggiungiamo attraverso una serie di amori sfortunati oppure, senza un rantolo, grazie a un solo amore felice.

Se i nostri corpi, così complessi e dominanti, ci sono stati dati per essere rinnegati in ogni momento, se la nostra natura è sempre in errore e malvagia, che creature inutili siamo! – come pesci non atti al nuoto. I solitari, i casti, gli asceti, che sono con noi già da seimila anni, sono forse riusciti a dimostrare di essere nel giusto? L'umanità ha mai dato segno di evolversi nella loro direzione? Oltre a Diogene e allo Stilita, vi sono anche Aristippo ed Epicuro come alternativa alla Bestia.

Siamo conquistati dall'ombra femminile dell'io che saremmo potuti essere.

Stiamo tutti scontando una condanna a vita nella segreta dell'io.

Un grande artista è come un fico le cui radici si protendano sottoterra per una trentina di metri alla ricerca di fogliuzze di tè, cenere e vecchi stivali. L’arte prodotta appositamente per la Comunità non potrà mai possedere la qualità intima dell’arte, che è frutto della solitudine dell’artista.

Un pigro, qualunque siano state le sue doti di partenza, avrà condannato se stesso a pensieri di seconda mano e ad amici di seconda scelta.

Vi sono soltanto due modi per essere un buono scrittore: accettare la vita nella sua interezza come Omero, Shakespeare o Goethe, oppure, come Pascal, Proust, Leopardi, Baudelaire, rifiutarsi in ogni momento di perdere di vista il suo orrore.

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

A ogni dato istante ho sempre provato nausea per me stesso, e la somma di ognuno di questi momenti è la mia vita.

La gioventù è un periodo di occasioni sprecate.

Meglio scrivere per sé stessi e non aver pubblico, che scrivere per il pubblico e non aver sé stessi.

Siate sempre cortesi con le persone più giovani, perché saranno loro a scrivere di voi.

Libro di Cyril Connolly consigliato
La tomba inquieta
Un ciclo di parole 
Traduttrice: Mariella Bertolucci 
Editore: Adelphi, Milano, 1995 

Cyril Connolly fu critico letterario temuto e ammirato, nonché animatore di una leggendaria rivista, "Horizon". Ma dietro il suo umore insofferente si celava uno scrittore clandestino, a cui Connolly permise una sola sortita, sotto lo pseudonimo Palinuro. Scritto a Londra durante la guerra, il romanzo è una mappa della sensibilità di un "egotista moderno"; è un autoritratto segreto, uno di quei testi dove si addensano i veleni dell'esperienza. Ciò che attira irresistibilmente Connolly verso la figura di Palinuro, l'infelice nocchiero di Enea i cui Mani devono essere placati, è "quel nocciolo di malinconia e di senso di colpa che dal di dentro ci distrugge".