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Aforismi, frasi e citazioni di Amos Oz

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Amos Oz, pseudonimo di nato Amos Klausner (Gerusalemme 1939-2018), scrittore e saggista israeliano. Ha scritto Amos Oz: "Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca". [Una storia di amore e di tenebra, 2002].
Il fanatismo è praticamente dappertutto, e nelle sue forme più silenziose
e civili è presente tutto intorno a noi, e fors’anche dentro di noi.
(Amos Oz)
Michael mio
1968

Un gatto non farebbe mai amicizia con qualcuno che non è ben disposto verso di lui. I gatti non sbagliano mai sulle persone.

Finché morte non sopraggiunga
1971

È un po’ come se fossi un marinaio solitario su una zattera in mezzo al mare. Non c’è nessuno, non ci sono gabbiani, assenza di vento, la corrente è assai silenziosa, persino l’acqua pare ferma. Sono così, abbandonato a me stesso. Non posso peraltro fare a meno di dire che la zattera sta per sfasciarsi: presto morirò. Lo dico con assoluta serenità perché per me la morte è una faccenda quasi marginale, un banale incidente, un prevedibilissimo colpo di scena.

Fima
1991

L'uomo, mio caro, è un paradosso. Una creatura assai bizzarra. Ride quando c'è da piangere, piange quando gli converrebbe ridere; vive senza cervello e muore senza voglia.

Per alcuni versi, le donne sono esattamente come noi, ma per altri sono completamente diverse; ma in quale senso fossero come noi e in quale no.. non l'ho ancora imparato.

Contro il fanatismo
2002 - Selezione Aforismario

Il fanatismo è più antico dell’islam, del cristianesimo, dell’ebraismo, più antico di ogni stato o governo, d’ogni sistema politico, più antico di tutte le ideologie e di tutte le confessioni del mondo. Il fanatismo è, disgraziatamente, una componente onnipresente della natura umana; un gene perverso, se volete chiamarlo così.

Il fanatismo è praticamente dappertutto, e nelle sue forme più silenziose e civili è presente tutto intorno a noi, e fors’anche dentro di noi.

Il più delle volte il fanatico riesce a contare solo fino a uno, perché due è un’entità troppo grande per lui.

Ritengo che l’essenza del fanatismo stia nel desiderio di costringere gli altri a cambiare. Quell'inclinazione comune a rendere migliore il tuo vicino, educare il tuo coniuge, programmare tuo figlio, raddrizzare tuo fratello, piuttosto che lasciarli vivere.

Il fanatico è più interessato a te che a se stesso, di solito. Vuole salvarti l’anima, vuole redimerti, vuole affrancarti dal peccato, dall'errore, dal fumo, dalla tua fede o dalla tua incredulità, vuole migliorare le tue abitudini alimentari, vuole impedirti di bere o di votare nel modo sbagliato. Il fanatico si preoccupa assai di te, e o ti si butta al collo perché ti vuol bene sul serio o punta alla gola, nell'eventualità che ti dimostri irriducibile. In entrambi i casi, da un punto di vista topografico il gesto è più o meno lo stesso. In un modo o nell'altro, il fanatico è più interessato a voi che a se stesso, per la semplice ragione che il fanatico ha un io molto piccolo, quando non ce l’ha affatto.

I fanatici sono quasi sempre degli incorreggibili romantici, preferiscono il sentimento al pensiero, e sono affascinati dalla loro stessa morte. Disprezzano questo mondo e lo barattano volentieri in cambio del “cielo”. Il loro cielo, a ogni buon conto, è normalmente concepito in maniera non dissimile dal lieto fine di un brutto film.

In vita mia non ho ancora visto un fanatico dotato di senso dell’umorismo, e non ho nemmeno mai visto una persona dotata di senso dell’umorismo diventare un fanatico, a meno di non perdere il senso dell’umorismo.

I fanatici sono spessissimo sarcastici. Alcuni di loro hanno un profondo senso del sarcasmo, ma niente spirito. L’umorismo implica la capacità di ridere di se stessi.

Conformismo e uniformità, il bisogno di appartenere e il desiderio che tutti gli altri appartengano sono tra le forme più diffuse, benché non pericolose, di fanatismo. Chi non ricorda la scena dello splendido film dei Monty Python, Brian di Nazareth, quando Brian dice all'immensa folla di aspiranti discepoli: “Siete tutti individui!” e la folla grida di rimando: “Siamo tutti individui!” eccetto uno che con un filo di voce dice timidamente: “Io no”, ma gli altri lo tacitano rabbiosamente.

Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c'è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte.

Quando dico compromesso non intendo capitolazione, non intendo porgere l’altra guancia a un avversario, un nemico, una sposa. Intendo incontrare l’altro, più o meno a metà strada.

Non esistono compromessi felici: un compromesso felice è una contraddizione. Un ossimoro.

Il fanatismo è spesso strettamente legato a un contesto di profonda disperazione: dove le persone non avvertono altro che disfatta, umiliazione e indegnità, ricorrono a forme svariate di violenza disperata.

Il mantra d’obbligo per i movimenti ideologici nella prima metà del secolo era “il domani sarà migliore – facciamo sacrifici oggi”, e imponiamo anche sacrifici agli altri oggi, così che i nostri figli ereditino un paradiso nel futuro. Più o meno intorno alla metà del secolo, tale convincimento è stato sostituito da quello della felicità istantanea, non tanto il famoso diritto di lottare per la felicità, piuttosto quell'illusione così diffusa oggigiorno di trovare la felicità in bella mostra sui banchi, per cui non c’è altro da fare che diventare ricchi abbastanza da potersi permettere la felicità, a colpi di portafoglio.

Una storia di amore e di tenebra
2002

Ogni storia che ho scritto è un'autobiografia, nessuna è una confessione.

Spesso i fatti insidiano la verità.

Impariamo a rispettare gli altri popoli: ogni uomo è creato a immagine divina, anche se se lo dimentica continuamente.

I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale.

Giuda
2014

Il male è che gli oppressi segretamente sognano di diventare oppressori di coloro che li opprimono. I perseguitati anelano al ruolo di persecutori. Gli schiavi sognano di essere padroni.

Chi ha il cuore spezzato si rifugia sempre nelle braccia di Morfeo.

Dio non esiste. Non credo neanche lontanamente al fatto che Gesù fosse Dio o figlio di Dio. Ma lo amo. Amo le parole che ha usato.

Credo che Giuda Iscariota sia stato il più fedele e devoto dei discepoli [di Gesù] e che non l’abbia mai tradito, anzi, che abbia voluto dimostrarne la grandezza al mondo intero.

Quando i rappresentanti del sacerdozio e i custodi del Tempio vennero a bandire Gesù, tutti gli altri apostoli si spaventarono e per timore di finire male si dispersero: solo Giuda rimase. Forse baciò Gesù per rincuorarlo. Forse andò con i centurioni nel posto in cui presero il maestro. C’era anche Pietro, ma prima che venisse l’alba Pietro rinnegò Gesù tre volte. Giuda non lo rinnegò.

Interviste
Selezione Aforismario

Israele è un Paese che nasce dai sogni e dalla speranza.

La famiglia è una buona scuola per qualsiasi materia.

Considero la speranza un elemento universale, che precede il manifestarsi storico delle religioni.

[La speranza] non è una virtù per tempi tranquilli, ma è l'unica virtù di cui abbiamo necessità assoluta nelle epoche di instabilità e incertezza.

Tra speranza e realismo il legame è strettissimo, inscindibile.

Speranza e paura sono separate da una linea sottilissima, ma per fortuna ciascuno di noi può decidere da che parte stare.

Dobbiamo fare due appartamenti. Israele e, nella porta accanto, la Palestina. Poi dovremo imparare a dirci 'buongiorno' per le scale. Più avanti saremo in grado di farci una visita, di andare a prendere un caffè a casa dell'altro... E perfino di cucinare insieme: un mercato comune, una federazione o confederazione... ma prima bisogna dividere la casa.

Sono convinto che sia sempre un male infliggere dolore a qualcuno. Se dovessi sintetizzare tutti e dieci i comandamenti in un unico comandamento, in assoluto direi: non infliggere dolore a nessuno. Questo è il punto fermo della filosofia della mia vita. Il resto è relativo.

Note
Leggi anche le citazioni degli autori israeliani: Abba Eban - Yuval Noah Harari