Le più belle frasi di Francesco Totti
Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Francesco Totti (Roma 1976), calciatore e dirigente sportivo italiano, campione del mondo con la nazionale italiana nel 2006.
Francesco Totti, che ha sempre militato nella Roma, è considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio italiano, e tra i più forti al mondo della propria generazione.
Un Capitano
© Rizzoli, 2018 (con Paolo Condò) - Selezione Aforismario
La strada manca molto, ai giovani calciatori di oggi, e non occorre andare più lontano per capire come mai le generazioni passate scoppiavano di talenti mentre ora pare così difficile trovarne uno. Noi trascorrevamo cinque ore al giorno, e d’estate dieci, a fare passaggi e tiri oppure partita, che detta così sembra il massimo del pressappochismo – e magari lo è – ma resta un modo incomparabile per sviluppare tecnica, istinto e capacità di sopravvivenza in campo.
Adesso giocare a pallone è proibito dappertutto, tranne che nei centri sportivi, dove sei subito inquadrato in una società, e il divertimento diventa allenamento.
Adesso giocare a pallone è proibito dappertutto, tranne che nei centri sportivi, dove sei subito inquadrato in una società, e il divertimento diventa allenamento.
È semplice: gente come me, come Del Piero, come Baggio, come Mancini, da bambino passava le ore a esercitarsi nel calcio libero, a tormentare di pallonate le serrande dei garage, a svignarsela se aveva rotto un vetro della sagrestia, inseguito da un prete che se anche ti placcava poi non ti faceva niente.
A calcio giocavamo in cortile ma anche in strada, perché non esisteva ancora l’orario continuato e alle due i negozi abbassavano la saracinesca regalandoci, a volte fino alle cinque, le migliori porte che potessimo desiderare.
Il segreto è quello antico, che non mi stanco di consigliare anche se temo sia sparito dalle scuole calcio di oggi: il muro. Il muro è il compagno più corretto che tu possa trovare, se gliela dai bene te la restituisce bene, ma se gliela dai male te la restituisce male. Talento e tanto muro [...] insegnano il controllo. E il controllo è la porta d’accesso al calcio vero.
In campo la figura di riferimento diventa il giocatore più forte. E non sarai mai davvero il più forte se non ti assumerai le responsabilità collegate.
Dopo ogni vittoria non devi dormire sugli allori, ma alzare la posta della sfida.
Nessun campione è contento della sua prestazione se la squadra non vince.
Roma non è il luogo della moderazione.
Nel calcio abbondano i fuoriclasse delle partitelle del giovedì, mentre sono molto più rari quelli che alzano il livello del loro gioco in proporzione al valore dei rivali. Si chiamano campioni.
Appagamento: nel calcio è una parolaccia, non ti devi mai accontentare.
I calcioni fanno parte del mestiere di numero 10. [...] Anche se sei il migliore, o forse proprio per questo, non puoi pretendere che gli avversari se ne stiano lì ad applaudire, ammirati dalla tua passerella.
Se andando a tirare un rigore decisivo pensi ai milioni di persone che stanno trepidando per te davanti alla tv, vieni schiacciato dalla pressione e finisci per colpire la bandierina del corner. Se invece vivi l’attimo con la leggerezza di una scommessa al bar sport, diventa tutto più facile.
I campioni io li riconosco al volo, o comunque prima degli altri. Mi basta vedere uno stop, un tiro o un dribbling per sapere quanto calcio ci sia dentro un ragazzo. Se il suo talento oltrepassa una certa soglia, in qualche modo riesce a comunicare con il mio. È una specie di magia.
«Mo’ je faccio er cucchiaio»
Vincere un Mondiale è un evento troppo grande per essere definito, ci provi ma ti resta sempre fuori qualcosa: fai parte della storia del calcio.
Mò je faccio er cucchiaio
© Mondadori 2006 (a cura di David Rossi)
Quando ero piccolo e annavo a giocà a' pallone con ragazzi che non conoscevo e stavano a fa le squadre se finiva sempre con "palla o regazzino?" poi dopo 2 minuti di gioco ed un paio di tunnel tutti: "Refamo le squadre, refamo le squadre il regazzino è troppo forte!
E mo' te spiego Roma
© Mondadori 2012
Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella città più bella del mondo. Quando i calciatori delle altre squadre, soprattutto straniere, vengono a giocare a Roma, quasi sempre fanno un giro turistico in pullman fra le bellezze della città. [...] Sono state partite sempre dure, con difensori rocciosi, che intervenivano spesso ai limiti del regolamento, che mi scalciavano anche un po' più del dovuto. E poi ho capito. In queste occasioni, all'onesto centrocampista della periferia bulgara, al terzino di fascia ucraino, al trequartista moldavo, gli si alza l'indice di rosicamento. Perché noi stiamo a Roma e loro no.
Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori stranieri rosicano. Fateci caso alla prossima partita della Roma in Europa se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti. Uno sgambetto per l'Altare della Patria. Un tackle in scivolata per la Domus Aurea. Un'entrata da dietro per le Catacombe di San Callisto.
Tutte le barzellette su Totti
Mondadori 2003 - Selezione Aforismario
L'intervista: «Nome?» «Francesco.» «Cognome?» «Totti.» «Nato?» «Sì.»
Il puzzle. Totti cerca di finire un puzzle. Ci mette quasi quattro mesi. Poi gira la scatola e legge: «Dai due ai tre anni». Commenta: «Ahò, ma allora so' un genio!!!».
CEPU. A un esame di italiano del CEPU il professore domanda a Totti: «Mi saprebbe recitare la poesia 8 marzo?». E lui: «Be'... 8 m'arzo, 8 e un quarto faccio colazione, 8 e mezzo sto a allenamme a Trigoria...!!!».
Vieni al CEPU. Totti sta registrando un promo per la TV: «Vieni al CEPU, ci ho andato anch'io!».
Curriculum scolastico. I tre anni più duri per Totti? Quelli della prima elementare.
Li mie cose. Totti ha portato la fidanzata al mare, a Ostia. Fa caldo, ma lei non accenna a bagnarsi. Allora Totti premuroso: «Amò, vatte a fà er bagno». Lei: «Amò, ciò 'e cose mie». Totti: «Amò, nun te preoccupà, te 'e guardoio!!!».
Frasi da interviste
Selezione Aforismario
A me sinceramente la parola leader non mi è mai piaciuta, più che altro mi metto a disposizione della squadra. È normale che io mi senta un giocatore importante, quello sì, però io alla fine rispetto tutti nella stessa maniera.
Sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perché sono sempre stato tifoso della Roma!
Avrei potuto vincere molto con altre squadre, ma sono orgoglioso di ciò che ho fatto con questa casacca. Altri trionfi con una maglia diversa non mi avrebbero dato le stesse emozioni che ho provato qui da capitano.
Discorso per addio al calcio e alla Roma
Roma, 2017
Sapete qual'era il mio giocattolo preferito? Il pallone, e lo è ancora ma a un certo punto della vita si diventa grandi. Così mi hanno detto e il tempo ha deciso. Maledetto tempo...
Avete presente quando siete bambini, state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia per andare a scuola? Mentre voi volete continuare a dormire e provate a riprendere il filo di quella storia e non ci si riesce mai? Stavolta non era un sogno, ma la realtà.
Mi piace pensare che la mia carriera sia per voi una favola da raccontare.
Nascere romani e romanisti è un privilegio.
Note
Leggi anche le frasi dei calciatori italiani: Antonio Cassano - Alessandro Del Piero - Gianluca Vialli
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