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Aforismi, frasi e citazioni sull'Alfabeto

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'alfabeto e sulle lettere dell'alfabeto. L'alfabeto è l'insieme ordinato di segni grafici (o lettere) che rappresentano i suoni articolati di una lingua; l'ordine di base dell'alfabeto latino è il seguente: A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z.

Il termine "alfabeto" deriva dal latino alphabetum, dal greco ἀλϕάβητος, composto dai nomi delle prime due lettere dell'alfabeto greco, alpha beta (α e β). Come notava Voltaire: "L’alfabeto non possiede un nome in nessuna lingua europea. Alfabeto non significa altro che AB, e AB non significa niente, o, tutt'al più, indica due suoni, e questi due suoni non hanno nessun rapporto l’uno con l’altro. Da Beth non si forma Alfa, questo è il primo, l’altro è il secondo; non si sa perché. Com'è stato possibile fare a meno di un termine per esprimere la porta di tutte le conoscenze? La conoscenza dei numeri, l’arte di computare, non si chiama un-due; e il fondamento dell’arte di esprimere i propri pensieri non dispone, in Europa, di nessuna espressione propria che lo designi". [Dizionario filosofico, 1764].

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulla lingua, le parole, il vocabolario, l'analfabetismo e l'alfabetizzazione. [I link sono in fondo alla pagina].
Tutto quello che ho per difendermi è l'alfabeto;
è quanto mi hanno dato al posto di un fucile. (Philip Roth)
Cattivi si nasce: appena nato, l’Alfabeto Morse.
Romano Bertola, Le caramelle del diavolo, 1991

Il silenzio, voce di un altro alfabeto che ci parla dentro.
Valentino Bompiani, Dialoghi a distanza, 1986

Ogni linguaggio è un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gli interlocutori condividono.
Jorge Luis Borges, L'Aleph, 1949

L'amore fra noi lo inventammo come in una prigione due detenuti inventano un telegrafo di segni mediante batti menti sul muro, strofette canticchiate da una finestra all'altra, messaggi sibillini scritti su rotolini di carta ... Così cercammo, così trovammo l'alfabeto e la grammatica d'una lingua che non c'era.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987

Mi piace parlare del mio nome perché è uno di quei bei nomi italiani che contengono mezzo alfabeto. Si scrive B-u-s-c-a-g-l-i-a e si pronuncia come Dio vuole.
Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982

Mio padre leggeva ogni giorno la "Neue Freie Presse" ed era sempre un momento solenne quando spiegava lentamente il giornale ... Io tentavo di scoprire che cosa lo avvincesse tanto in quel giornale, da principio pensavo che fosse l'odore e quando ero solo e nessuno mi vedeva, mi arrampicavo sulla sua poltrona e annusavo avidamente le pagine... [mio padre] mi spiegò che la cosa importante erano le lettere, tutte quelle minuscole lettere stampate su cui puntava il dito. Presto le avrei imparate anch'io, mi promise, e in quel modo risvegliò in me una sete inestinguibile di lettere dell'alfabeto...
Elias Canetti [1]

[Mia cugina Laurica] tornò a casa con un quaderno, stava imparando a leggere e scrivere. Lo aprì solennemente davanti ai miei occhi, il quaderno conteneva, in inchiostro blu, quelle lettere dell'alfabeto che erano per me la cosa più affascinante che avessi mai visto.
Elias Canetti [1]

La molteplicità di significati della lettura: le lettere dell’alfabeto sono come formiche e hanno il loro proprio Stato segreto.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

La terra abbandonata, sovraccarica di lettere dell’alfabeto, soffocata dalle nozioni, e su di essa non c’è più un solo orecchio vivente, che sappia stare in ascolto nel freddo.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

L'alfabeto appartiene a tutti e chiunque è padrone di servirsene per creare una parola e farsene il proprio nome.
Giacomo Casanova, Storia della mia vita, 1789/98 (postumo, 1825)

L’alfabeto è stato inventato dagli analfabeti.
Andrzej Coryell, L'ermellino vestito da re, 2007

L'unico ordine sistematico che il mondo tollera è quello alfabetico del dizionario.
Nicolás Gómez Dávila, Tra poche parole, 1977/92

Che poi valga la pena di passar tanti guai per imparar così poco, come disse il ragazzo quando fu arrivato in fondo all'alfabeto. 
Charles Dickens, Il circolo Pickwick, 1836

Cercherò un nuovo alfabeto per andare oltre | alle parole e ai suoni se finiscono le sette note. 
Club Dogo, No more sorrow, 2006

Tre quarti della vita di un uomo civile va in complimenti, congratulazioni, condoglianze, e difatti, ogni giorno, ci arrivano lettere e biglietti di visita inutili che obbligano a risposte ancora più inutili. Oh venisse una legge ad abolire, almeno per un secolo, l'uso dell'alfabeto!
Carlo Dossi, Note azzurre, 1870/1907 (postumo 1912/64)

All'origine di tutto ciò che posseggo c'è l'alfabeto. L'abbecedario su cui imparai a scrivere e leggere: a come albero, b come barca, c come casa, d come dono... dono e destino. 
Giovanni Lindo Ferretti, Bella gente d'Appennino, 2009

L’alfabeto Morse. Poi chiese Scusa.
Fulvio Fiori, Umorismo Zen, 2012

Un dizionario è l'universo in ordine alfabetico.
[Un dictionnaire, c'est tout l'univers par ordre alphabétique].
Anatole France, La vita letteraria, 1888/92

La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto.
Galileo Galilei, Il Saggiatore, 1623 [2]

Sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza fu quella di colui che s'immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? e con qual facilità? con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta.
Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632

L'amore non è usare le stesse parole, ma avere lo stesso alfabeto.
Massimo Gramellini, Cuori allo specchio, 2008

Dev'essere degli stati d'animo dell'uomo, come delle definizioni dei dizionari: alcune sono quanto mai sviluppate, altre invece non contengono che poche parole − ma l'anima deve avere un alfabeto completo.
Søren Kierkegaard, Diario, 1834/55 (postumo 1909/49)

Tra ciò che si sente e ciò che si esprime vi è la medesima distanza che tra l'anima e le ventiquattro lettere dell' alfabeto, vale a dire l'infinito.
Alphonse de Lamartine, Raphaël, 1849

Chi mai troverà l'alfabeto per potersi capire con gli analfabeti?
Stanisław Jerzy Lec, Pensieri spettinati, 1957

L’invenzione dell’alfabeto è sì meravigliosa e difficile, che è ben verisimile, che quel primo alfabeto che fu inventato passasse dalla nazione e dalla lingua che l’inventò, a tutte o quasi tutte le altre; e quindi o tutti o quasi tutti gli alfabeti derivino da un solo alfabeto primitivo.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

L’alfabeto: primo mezzo di vera civilizzazione.
Giacomo Leopardi, ibidem

L’alfabeto Fenicio, il Samaritano, l’Ebraico, il Greco, l’arcadico, il pelasgo, l’Etrusco, il latino, il Copto, senza parlare di non pochi altri (come il Mesogotico, il Gotico, e il tedesco, l’Anglosassone, il russo) dimostrano evidentemente l’unità della loro comune origine.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Eccetto quella prima nazione, dove fu ritrovato l’alfabeto, in qualunque modo ciò fosse, tutte le altre, o tutte quelle che immediatamente o mediatamente lo ricevettero da lei, scrissero con alfabeto forestiero. Ed essendo infinita in tante nazioni la varietà dei suoni ec. vedete che immense alterazioni dov'è ricevere ciascuna lingua nell'essere applicata a un solo alfabeto, per lei più o meno, e bene spesso estremamente forestiero.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

La compassione è la prima lettera dell’alfabeto della morale,
Paolo Mantegazza, Il bene e il male, 1861

Buttando l'alfabeto in aria volano le parole.
Fausto Melotti, Linee, 1975/78

Nelle aiuole ci sono tutte le vocali una consonante e tanti fiori.
Fausto Melotti, Linee, 1975/78

L'unica materia di studio che si può possedere dalla a alla zeta, è l'alfabeto.
André Mycho (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Mio zio Pat legge gli annunci mortuari ogni mattina sul giornale E non riesce a capire come mai la gente muoia sempre in ordine alfabetico.
Hal Roach (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Un amore che inizia con la A maiuscola deve tener conto di tutto l’alfabeto.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Tutto quello che ho per difendermi è l'alfabeto; è quanto mi hanno dato al posto di un fucile. 
Philip Roth, Operazione Shylock, 1993

Ogni volto umano è un geroglifico, che, per la verità, si lascia decifrare, e l'alfabeto del quale ognuno porta in sé già pronto.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851

L’alfabeto è un nido da cui escono stormi e stormi di parole.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

Nelle macchine per scrivere sorride la dentiera dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

Gli alberi sono il grande alfabeto di Dio: / con essi Egli scrive in verde brillante / i suoi sereni pensieri per tutto il mondo.
Leonora Speyer, ABC in verde, XX sec.

L'alfabeto fu l'origine di tutte le conoscenze dell'uomo e di tutte le sue stupidaggini.
[L'alphabet fut l'origine de toutes les connaissances de l'homme et de toutes ses sottises].
Voltaire, Dizionario filosofico, 1764

Non si potrebbe, senza offendere nessuno, ipotizzare che l’alfabeto abbia avuto origine da grida e interiezioni? I bambini piccoli dicono da sé, ha he quando vedono un oggetto che li incuriosisce; hi hi quando piangono; hu hu, hu hu, quando si divertono; ahi quando vengono percossi; anche se non bisogna percuoterli.
Voltaire, Dizionario filosofico, 1764

Dalle interiezioni formate da vocali, innate nei bambini quanto il gracidare lo è nelle rane, a un alfabeto completo, il passo non è tanto lungo come si potrebbe credere.
Voltaire, Dizionario filosofico, 1764

Perché l'alfabeto è in quest'ordine?
[Why is the alphabet in that order?].
Steven Wright [1]

Tutte le lettere dell’alfabeto / hanno un suono vivace e lieto / tranne l’Acca che, come si sa, / un suono proprio non ce l’ha. / Ci sono lettere importanti: / l’A che a tutte sta davanti, / del suo primato è molto orgogliosa / e porta sempre la Maglia rosa; / la Zeta, con cui si scrive «zero», / è più temuta dell’Uomo Nero. / Ci sono lettere buone e care / come la G del verbo giocare. / Certe lettere vanno in coppia, / e la T spesso si raddoppia… / Ma la coppia più speciale, / famosa su scala internazionale, / è quella che vedete qui: / una B. con una P. / B. P.… Che vuol dire? Pensateci un po’: / forse Buon Pranzo… forse Buon Pro… / Oppure… Buona Passeggiata? / Trovate da soli la … Bella Pensata.
Gianni Rodari, B. P., Filastrocche in cielo e in terra, 1960

A. È la prima lettera di ogni alfabeto rispettabile. È la più semplice e naturale espressione degli organi vocali umani, e ha una varietà di suoni secondo il piacere e le esigenze del parlante. Nei trattati di logica A serve per affermare, B per negare: dato che le affermazioni, le prime, sono di regola menzognere, la bilancia sembrerebbe pendere in favore dell’innocenza di B se non fosse per il fatto che le negazioni sono, è noto, false.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

La lettera A è il frontone con la traversa, o l'abbraccio di due amici che si baciano e si stringono la mano.
Victor Hugo [1]

La lettera A è la tenda da campo dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La A è il principio di Archimede.
Anonimo

La lettera B è la D sulla D, dorso su dorso, cioè la gobba.
Victor Hugo [1]

La lettera B è una P con l'ernia.
Leo Longanesi [1]

La B è la congiunzione del numero 13.
Anonimo

La lettera C è la luna con la gobba a ponente.
Anton Giulio Barrili [1]

La lettera D è un vecchio generalone d'artiglieria che indossa un pesante cappotto a doppio petto, con dodici bottoni dorati.
Leo Longanesi [1]

Tre D rovinano l'uomo: il dado, la donna e il diavolo.
Proverbio

La E è un pettine vecchio e sdentato, testimone dei tempi in cui avevamo capelli e illusioni.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La F è il rubinetto dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La F è una vecchia persiana da buttare sul fuoco.
Renato Taddei [1]

La F è il principio della fine.
Anonimo

La G è un corno da caccia.
Victor Hugo [1]

La G è la C che si è fatta crescere la barba e i baffi.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La H sono i due "I" siamesi.
Leo Longanesi [1]

Le due torri di Notre-Dame, nelle quali è iscritta l'iniziale del mio cognome.
Victor Hugo [1]

La lettera H, essendo muta, è la sola alla quale si possa confidare un segreto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

Titolo per un volume di fiabe: "C'era l'acca".
Anselmo Bucci [1]

La I è la macchina da guerra che lancia i proiettili.
Victor Hugo [1]

La I è il dito mignolo dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La J è il corno dell'abbondanza.
Victor Hugo [1]

La K è la consonante che fa il saluto militare.
Anonimo

La K è una lettera che attanaglia, che morde con le sue mandibole di coccodrillo.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La lettera L è la gamba col piede.
Victor Hugo [1]

La L si è comprata un paio di stivaletti nuovi, e tutto il santo giorno non fa che guardarseli.
Leo Longanesi [1]

La M è il grafico degli alti e bassi, l'elettrocardiogramma del nostro umore.
Lina Furlan [1]

La M è l'accampamento con le tende attaccate.
Victor Hugo [1]

La N è la porta chiusa con la sbarra diagonale.
Victor Hugo [1]

La N è la nona di Beethoven.
Anonimo

La O come numero non vale niente, ma come disegno è la perfezione.
Gian Dauli [1]

Le lettere dell'alfabeto isolate non rappresentano niente. Solo la O, ma è uno zero.
Fausto Melotti, Linee, 1975/78

La O è lo sbadiglio dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La P è il facchino in piedi, col carico sulle spalle.
Victor Hugo [1]

La Q nacque il giorno in cui la O, piena di allegria, si mise a scodinzolare.
Renato Taddei [1]

La R è il facchino appoggiato al suo bastone.
Victor Hugo [1]

La S è l'ultima lettera di Jacopo Ortis.
Anonimo

La T solleva 159 chili con un braccio solo.
Leo Longanesi [1]

La U è il corno da caccia, che fa una voce cupa nella valle.
Ernesto Ragazzoni [1]

V: l'imbuto per imbottigliare il vino.
Carlo Dadone [1]

La W è la M che fa ginnastica.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La X: le spade sono incrociate, è il duello.
Victor Hugo [1]

La X è la seggiola pieghevole dell'alfabeto.
Ramón Gómez de la Serna, Greguerías, 1917/60

La Y è un supplicante, che alza le braccia al cielo.
Victor Hugo [1]

Se nell'alfabeto francese non ci fosse stata la Y, l'ingegner Eiffel non avrebbe potuto capovolgerla per farne una torre.
Pier Silvio Rivetta [1]

La Z è il lampo.
Victor Hugo [1]

La Z è il san Silvestro dell'alfabeto.
Pierre Véron, Il Carnevale del dizionario, 1874

Quando dalla zeta torniamo all'inizio dell'alfabeto, ci troviamo lettere già diverse.
Stanisław Jerzy Lec, Pensieri spettinati, 1957

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. La frase di Galilei citata sopra, si trova su molti siti e su molti libri, riassunta in questa poche parole: "La matematica è l'alfabeto con il quale Dio ha scritto l'universo".
  3. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Lingua e Linguistica - Parole - Vocabolario - Analfabetismo e Alfabetizzazione