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Frasi e citazioni di Robert Walser

Selezione di frasi e citazioni di Robert Walser (Biel, 1878 - Herisau, 1956), poeta e scrittore svizzero di lingua tedesca. 
Come ha notato W. G. Sebald: "Walser resta una figura unica, inesplicata. Lui stesso si è in gran parte sottratto ai suoi lettori. Secondo Elias Canetti la particolarità di Walser consisteva nel fatto che, scrivendo, egli disconosceva sempre l’angoscia nel profondo del suo animo e di continuo lasciava in ombra una parte di sé. In questa assenza, diceva Canetti, è il lato stranamente inquietante che lo contraddistingue". [Il passeggiatore solitario, Adelphi, 2006].
Foto di Robert Walser
Sento quant'è scarso il mio interesse per ciò che si chiama mondo, e come invece mi appare
grande e affascinante quello che, nel più profondo silenzio, io chiamo mondo.
(Robert Walser)

I fratelli Tanner
Geschwister Tanner, 1907 - Selezione Aforismario

Era una di quelle persone che, mosse dall’amore per il dovere, si precipitano dentro tutto un pericolante edificio fatto soltanto di ingrati doveri, e ciò per la paura che possa accadere loro di lasciarsi sfuggire un qualche dovere recondito, poco evidente. 

Il mondo e gli uomini ti si schiuderanno in tutt’altro modo se veramente sei qualcuno, se puoi significare qualcosa per il mondo.

Non mi piace possedere una cosa a metà, preferisco se mai essere fra quelli che non posseggono nulla, così la mia anima, almeno, mi appartiene ancora. 

Nelle lettere l’anima vuol sempre dire la sua, e di solito si rende ridicola.

Voglio lottare con la vita fino a cadere a terra per colpa mia, non voglio gustare né libertà né comodità, odio la libertà se mi viene gettata così, come si getta un osso a un cane.

Il passato stesso rendeva a sua volta più chiaro e sensibile il presente, e questo presente sentito, quasi fosse raddoppiato e triplicato da uno specchio, era più ricco di contenuto e di vita, mostrava anche più diritta e visibile la strada verso il futuro.

I cuori della povera gente sono di regola palpitanti, veloci, bollenti, quelli dei ricchi sono freddi, vasti, riscaldati, imbottiti e sprangati!

Guardare nel futuro è più bello che sognare il passato.

Me ne infischio di godere del privilegio connesso al pagamento di un regolare stipendio mensile. In questo modo io degenero, rincretinisco, divento vigliacco, mi fossilizzo. 

Io non voglio un avvenire, voglio avere un presente. Mi sembra più prezioso. Si ha un avvenire soltanto quando si ha un presente, e quando si ha un presente si dimentica anche solo di pensare a un avvenire.

È così dolce restare. Forse che la natura va all'estero?

La vita è così noiosa, e questo favorisce la crescita degli originali. Prima ancora di essersene resi conto si diventa un tipo stravagante.

È un tormento vedere una bellezza al cui solo profumo si crede di ubriacarsi, una bellezza che uccide se il pensiero ha l’ardire di sorridere insieme col suo sorriso.

Correre a perdifiato verso una meta ti fa piacere. Ma non serve. Lascia che ogni giornata scorra nella sua tranquilla e naturale armonia.

Abbiamo il dovere davanti ai nostri simili di renderci, con decenza e una certa dignità, la vita leggera; viviamo infatti in mezzo a una ricchezza di mute e complesse preoccupazioni culturali, che non hanno nulla a che fare con il fiato caldo e astioso dei rissosi. 

Sono conscio delle mie virtù e delle mie debolezze, e mi guardo bene dal vantarmi sia della virtù che della debolezza.

L'assistente
Der Gehülfe, 1908

La sua esistenza era una giacca provvisoria, non un abito fatto su misura.

Quanto male può fare la gioia altrui a un'anima indisposta!

Le cose di questa strana terra si curano ben poco di ciò che comanda la nobile decenza. I martelli colpiscono alla cieca, talvolta un povero diavolo, talaltra, ricordatelo, donna! una povera vecchia.

Jakob von Gunten
1909 - Selezione Aforismario

L'educazione che ci viene data consiste nel costringerci a fare precisa conoscenza con la costituzione della nostra particolare anima, del nostro personale corpo. Ci si dà chiaramente a intendere che non c'è miglior modo d'istruirsi che la disciplina e le rinunce, che in un esercizio semplicissimo, in certo modo stupido, c'è maggior beneficio, più veritiere nozioni che non nell'apprendimento di una quantità di concetti e di significati.

Ci viene inculcato il principio che niente è più salutare che l'adeguarsi a un «poco» solido e sicuro, cioè abituarsi e appoggiarsi a leggi e comandamenti prescritti da un severo ente a noi esterno.

Devi sperare e insieme non sperar niente.

Sento quant'è scarso il mio interesse per ciò che si chiama mondo, e come invece mi appare grande e affascinante quello che, nel più profondo silenzio, io chiamo mondo.

Non trovo niente di inebriante nella prospettiva di conoscere fuggevolmente gli altri paesi. In generale sdegnerei l'idea di perfezionare, come si dice, le mie cognizioni. Mi sentirei piuttosto attratto dalla profondità, dall'anima che non dalle lontananze e dagli spazi. Indagare ciò che è a portata di mano: da questo mi sentirei allettato.

Chi pensa s'impenna, e questo è sempre brutto, è pregiudizievole alle cose. Sapessero solo quante cose corrompono, i pensatori! Uno che si applica a non pensare, fa qualche cosa: ebbene, proprio quella cosa è più necessaria.

Certe paure sono davvero infantili. Non c'è comportamento peggiore di quello che nasce dalla diffidenza e dall'ignoranza delle cose.

Ciascuno pretende di tenersi in alta stima. Sono tutti gentiluomini. E sembrano non sentirsi mai completamente a loro agio. Chi può sentirsi a suo agio, quando dà valore alle testimonianze di stima e di distinzione del mondo?

Non c'è nulla di più insipido di un facile, sbrigativo consenso dato a fior di labbra.

Sì, senza dubbio c'è al mondo un cosiddetto progresso, ma non è che una delle molte bugie messe in giro dagli affaristi per poter spremere tanto più sfacciatamente e cinicamente denaro dalla massa.

Oggi la massa è diventata lo schiavo, e l'individuo è lo schiavo del grandioso pensiero di massa. Non c'è più niente di bello né di egregio. Il bello, il buono e il giusto devono essere il tuo sogno.

Cerca di farcela a guadagnare molto molto denaro. Solo il denaro non è ancora andato in malora, tutto il resto lo è.

Quelli che ubbidiscono sono per lo più la copia perfetta di quelli che comandano. 

Se io andrò in pezzi e in malora, che cosa si romperà, che cosa si perderà? Uno zero. Io, come singolo individuo, sono uno zero. Ma finiamola ormai con la penna, finiamola con la vita dei pensieri.

Dio sarà al mio fianco. Che bisogno ho di pensare a lui? Dio va con chi è libero dai pensieri.

Una cena elegante
1913

I bambini sono degli artisti nell'approfittare di ogni occasione per essere felici.

Storie
1914

La natura pare un'unica grande carezza. Come rende felici e pure può fare così male.

La passeggiata
Der Spaziergang, 1917 - Selezione Aforismario

Ci sono degli esseri che sanno perfettamente nascondere le proprie malefatte dietro un comportamento suadente e cordiale.

Notevole è la libertà sfrenata con cui bambini e bambinette sciamano nel sole. Meglio lasciare che si sfrenino così, mi dico, ci penseranno anche troppo presto gli anni a intimorirli e a frenarli.

È più che sufficiente che io sappia quello che so, e che sia io ad essere il più informato sulla mia modesta persona. 

Molte volte l’apparenza inganna, e l’esprimere un giudizio su qualcuno è meglio lasciarlo a lui stesso, giacché un uomo che ne abbia vissute di tutte si conosce più a fondo di chiunque altro.

Non sono le gioie e i piaceri a procurare orgoglio all’uomo dabbene. Orgoglioso e lieto lo fanno solo gli sforzi superati con coraggio nell’intimo dell’anima, le rinunce pazientemente sopportate.

Dov’è l’uomo che in vita sua non si sia mai sentito derelitto? Quale essere umano non ha visto distrutti almeno in parte, coll’andar degli anni, i suoi progetti, le sue speranze, i suoi sogni? Quando mai c’è stata un’anima che, senza nulla sacrificare, abbia visto compirsi ogni sua ardita aspirazione, ogni dolce, sublime idea di felicità?

In che mondo d’imbrogli cominciamo a vivere se comunità, vicini, autorità e opinione pubblica non solo tollerano, ma purtroppo, com’è evidente, anche esaltano ciò che offende ogni cortesia, ogni senso di bellezza e di onestà, codesta morbosa smania stracciona di millantare, di darsi delle arie ridicole e penose, di gridare a cento metri di distanza nell’aria pura: “Io sono il tal dei tali! Ho tanti e tanti soldi e mi arrogo il diritto di farmi notare sgradevolmente.

I bambini sono celestiali, perché sono sempre in una specie di cielo. Quando crescono, il cielo scompare d’intorno a loro. Dall’infanzia precipitano nell’esistenza arida, noiosa, calcolatrice degli adulti, e non pensano più che al tornaconto e al decoro. 

Per i bambini dei poveri la strada d’estate è come la stanza dei giochi. Dove potrebbero stare, sennò, dato che i giardini gli sono avaramente sbarrati?

A me sembra meraviglioso che ogni tanto due persone che non si conoscono parlino fra loro in piena libertà e confidenza: è a questo fine, dopotutto, che a noi abitanti di questo errante ed enigmatico pianeta sono state date una bocca, una lingua, la facoltà di parlare, cosa quest’ultima, in particolare, tanto singolare e bella.

La decenza c’impone di stare attenti a usare verso di noi la stessa severità che usiamo verso gli altri, a giudicare gli altri con la stessa mitezza che usiamo verso di noi, cosa quest’ultima che, com’è noto, noi facciamo per istinto ad ogni momento.

Com’è bella la bellezza, come può affascinare il fascino!

Se realmente qualcuno volesse rimandare ogni godimento a quando non gli capitasse più di vedere miseria e sventura, avrebbe da aspettare fino all’impensabile fine di tutti i tempi, fino alla grigia, gelida e deserta fine del mondo; e di qui allora potrebbe anche essergli radicalmente passata ogni gioia di vivere.

L’incessante esigenza di godere e gustare sempre qualcosa di affatto nuovo mi sembra, tutto sommato, denotare meschinità, carenza di vita interiore, alienazione dalla natura e mediocre o scarsa capacità d’intelligenza.

Tutti qui siamo ugualmente dei poveri reclusi e per noi tutti non v’è alcuna via verso un altro mondo, se non quell’unica che ci conduce nella fossa buia, nel grembo della terra, giù nella tomba.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Gottfried BennFranz KafkaRobert Musil