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Aforismi, frasi e citazioni di Emilio Roncati

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Emilio Roncati, scrittore e aforista italiano. Purtroppo non si hanno notizie biografiche di Emilio Roncati, noto tra i cultori della scrittura aforistica soltanto per i suoi aforismi pubblicati nel 1913 dall'editore Formiggini con il titolo Le voci nel deserto, e poi in una nuova edizione nel 1923 pubblicata dai Fratelli Bocca con il titolo Le voci. Qui di seguito, si propone per la prima volta una selezione dei migliori aforismi di Emilio Roncati.
Nel nostro soffrire noi apprendiamo ciò che siamo,
e nel nostro agire, ciò che possiamo. (Emilio Roncati)
Le voci
1923 - Selezione Aforismario

A forza di prudenza e di cautele si finisce col morire perfezionatissimi, senz'avere punto vissuto.

Agisci rettamente, anche se incontri l'odio, e sappi che non ti ferirà mai il disprezzo.

All'amor vero occorre una tempra particolare, assai rara, e ciò che gabellasi per esso non è che desiderio, benevolenza, simpatia e simili.

Ammassa pur oro, ma dovrai poscia con più ansia guardarne il cumulo.

Anche l'appagamento dei più agognati desideri non apporta che lievi e momentanei contenti, poiché l'uomo serba in sé il principio d'una insaziabilità morbosa che ha per base ciò che già possiede e per limite l'infinito.

C'è poco da nascondere all'occhio di un saggio che ti fissa di proposito.

Capirsi o credere di capirsi significa in fondo lo stesso.

Chi da altri è di proposito blandito ben avrebbe, per la poca stima, di che adontarsene, ma la vanità offusca anche il discernimento.

Chi è destinato a grandi cose lo lascia intendere da certe fessure per cui passa la luce interna.

Chi è padrone di sé, lo è spesso degli altri.

Chi può guardare in faccia alla morte troverà pochi fantasmi che lo facciano tremare.

Col denaro si può ben comprare un'infinità di corpi, ma neppure un'anima.

Confondere l'uomo economo coll'avaro vuol dire scambiare la saviezza colla pazzia.

Credersi felice vuol dire esserlo; credersi infelice significa press'a poco diventarlo.

Dell'amore non si gode che per l'illusione che ognun se ne forma.

Giova la parola a nascondere il pensiero, ma anche troppo spesso a nasconderne la mancanza.

Gl'indocili e veramente inflessibili alla ragione sono soltanto gl'imbecilli, per i quali è necessario alla fine usare la forza.

Gli uomini, piuttostochè faticarsi a penetrar le cose, trovan comodo credere senz'altro, specialmente se ciò asseconda il loro gusto.

Guàrdati da chi sa dissimulare pacatamente l'ingiuria ricevuta.

I vecchi non sarebbero tanto vecchi se si ricordassero di essere stati giovani.

Il bello nella vita è suggerito dal cuore e talor condotto a compimento senza sussidio della ragione.

Il caso dà alla vita quel po' di piccante che la rende gustosa.

Il disprezzo meritato ferisce insanabilmente.

Il pensiero, come l'albero, forma nel buio e nel silenzio le sue radici vigorose.

Il silenzio meditato di chi sa favellare è ben più significativo d'una parlata di chi non sa tacere.

Il vero merito ha una sostanza fatta di modestia ed una forma rivestita di pudore.

Il vizio è biasimevole, ma lo è ancor più la mancanza d'ogni virtù.

In amore come in politica, l'arte di osare è il mezzo per trionfare.

La cenere del passato ha la sua fenice, il libro.

La debolezza è un difetto senza rimedio, perché proviene dal carattere.

La donna ha spesso buon tatto nelle piccole cose e qualche illuminato presentimento nelle grandi, ma raro possiede l'aurea mezzanità che deriva da forze calme ed armoniche.

La pubblica stupidità può fare la grandezza, in vita, di un uomo qualsiasi.

La simpatia è a volte ingenuità, a volte, chiaroveggenza del nostro spirito.

La solitudine è sopportabile soltanto se avvivata da una passione, poiché in tal caso l'anima non è più sola.

La vita riceve gl'impulsi dal bisogno e dall'illusione: cessati questi, essa rivelasi quel ch'è, vuota ed incomportabile.

La voga d'un uomo passa, ma la stima resta.

La zotichezza di modi si mantiene perchè si ignora precisamente la grande utilità del suo contrario.

Lo stolto è così stolto da credere gli altri della stessa pasta.

L'aiuto che un uomo può prestar all'altro è, sotto certi aspetti, immenso.

L'amor vero stacca dall'anima anche la tenace muffa dell'orgoglio.

L'amore al piacere è un vizio, ma sol quando divien una regola.

L'amore costa troppo, prima e durante, ed il meglio di esso è ancora il suo dolce ricordo.

L'amore è muto, e la poesia parla per esso.

L'anima dei giusti effonde ancor più bellezza verso il tramonto.

L'umana ragione è di solito più ritenuta ad accogliere le umili verità che le grandi.

L'uomo deve apprendere a tacere e a quetarsi finché non giunga il momento di parlare e di agire.

L'uomo deve mirare ad un'azione, non arrestarsi ad un pensiero, anche se eccellentissimo.

L'uomo di qualità eccezionali può tentare la vita due volte.

L'uomo prudente si convince colle ragioni, lo sciocco si trascina colle parole.

L'uomo prudente s'impone la disciplina necessaria per vegliare e dirigere sé stesso.

Nel nostro soffrire noi apprendiamo ciò che siamo, e nel nostro agire, ciò che possiamo.

Ognun rassègnasi alle proprie sofferenze, ma non alle ingiustizie.

Per la propensione ad amare, le anime, in mancanza del degno e del meglio, volgonsi ad obbietti immeritevoli.

Per quanta confidenza esista tra marito e moglie, questa non può dirgli tutto.

Più si creano bisogni, e più il pensiero si fa macchina per soddisfarli.

Quando da presso hai ben creduto di conoscere una donna, ben può questa, appena lontanata, in un lampo improvviso, chiarirsi tutt'altra.

Sfronda pure le illusioni, ma non diradicarle.

Taluni hanno la follia necessaria per commettere errori, ma sono abbastanza accorti per commetterli destramente e rimediabili.

Tutte le sovrapposte stature dei mediocri non giungeranno mai all'altezza di un grande.

Un inciampo ti fa rafforzare il passo.

Un uomo vale e conta per sé; due uniti valgono dieci e venti; una dozzina d'uomini stretti dall'amore contano per migliaia, e possono conquistare un mondo come gli apostoli di Cristo.

Libro di Emilio Roncati consigliato
Le voci 
Prefazione: Francesco Pastonchi
Editore: Fratelli Bocca, Torino, 1923

Quei lettori che amano ricercare nei libri l'anima e la personalità dei loro autori, spinti da quella curiosità o da quell'ansia indagatrice che assai giovano a farci un po' penetrare il mare burrascoso dell'umanità, sogliono aprire un volume di pensieri con assai maggior appagamento che non qualsiasi altra opera letteraria. Vogliono essi trovarsi direttamente di fronte a un'anima che direttamente si' esprime, che non adatta i suoi concetti morali a casi della vita, ma li sintetizza in formule specifiche. Sì che mettendo insieme le diverse formule nel volume contenute, quei lettori credono ricostruire l'intera anima dell'autore. )n realtà bisogna invece che un volume di pensieri, di memorie, di confessioni, venga considerato alla stregua d'ogni altra opera letteraria, ossia non diversamente che come un volume di versi lirici, o di novelle, o come una tragedia o un romanzo, e che venga considerato prima di tutto come opera d'arte. Soltanto se chi l'ha fatto avrà ottemperato a tutti i canoni artistici di misura e d'armonia, e se lo avrà fatto obbedendo a quell'impulso interiore che spinge il poeta a cantare ed il rapsodo a raccontare, il libro meriterà d'essere considerato come la sintesi di tutta un'anima o l'esponente di una personalità.