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Aforismi, frasi e pensieri di Salvator Rosa

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Salvator Rosa (Napoli 1615 - Roma 1673), pittore, poeta e aforista italiano. Le seguenti massime di Salvator Rosa sono tratte da Il teatro della politica. Sentenziosi aforismi della prudenza, risalenti al 1669 circa.
L'adulatore è come l'ombra la quale non ti ama e pur ti segue.
(Salvator Rosa)
Il teatro della politica
Sentenziosi afforismi della prudenza, ca. 1669 - Selezione Aforismario

All'uomo fortunato la vita è breve, all'infelice è lunga.

Amore è un affetto dell'anima oziosa.

Amore è un eccesso di certo desiderio senza raggione che ha una veloce venuta, e una tarda partita.

Assai visse chi per la Patria morì. 

Chi una volta è uscito dal camino della verità, non avrà più coscienza di giurare il falso che di dir la verità.

Ciò che si presume, facilmente si crede.

Corrotto gusto ogni dolcezza abborre.

Della lussuria è padre l'ozio e la gola gli è madre.

Di quello che mal si dice, ogni poco non è molto, ma troppo.

Due soli giorni felici toccano a colui che prende moglie, quel delle nozze e quello del funerale.

È da guardarsi dalle calunnie ancor che false percioché la maggior parte degli uomini non capaci della verità sequitano l'opinione.

È molto vero che la concordia è madre del matrimonio, ma il matrimonio è padre della discordia.

Fu sempre vero che chi ha denari ha più gran ragione.

Gli adulatori son peggio dei corvi; quelli corrompono l'animo dei vivi e questi solamente il corpo dei morti. 

Gli avari sono tutori non padroni delle loro ricchezze.

Gli ignoranti non hanno mai opinione.

I medici e i carnefici hanno questo privilegio: di uccidere gli uomini e d'essere pagati.

Il peggiore accidente dell'esser nostro è il morire.

Il più dolce e perfetto frutto della vita umana consiste nella amicizia e società scambievole.

Il silenzio in un uomo è una virtù, la più loquace che possi decantar le sue glorie.

In ogni secolo corrotto son le case de' ricchi frequentate dai savi.

Innamora più una graziosa bruttezza che una beltà soverchiamente sostenuta.

L'ipocrita a guisa dell'istrione, cambiando faccia, altro è altro pare, altro parla altro pensa, con superba umiltà, con procurati pallori, con lacrime spremute, ingannando tutti gli occhi, che non veggono il cuore. Sotto sembianze di religione sovverte la religione e sotto spoglia d'agnello, coprendo un lupo rapace, la greggia di Cristo dissipa e divora.

La avarizia è metropoli d'ogni ribalderia.

La fortuna rassomiglia alla luna che allora si eclissa quando è più piena.

La modestia è la prima regola che s'insegna nella scola d'amore.

La Morte è l'ultimo dei mali.

La Morte è l'unico fine delli tormenti di questa vita, il sovrano bene della Natura, il solo appoggio della nostra libertà, il comune e pronto ricetto a tutti i mali.

La Morte non si sente se non per il discorso, con ciò sia che ella sia il movimento d'un istante.

La plebe e gli villani sono pascoli di tiranni, e de i soldati; e li tiranni e li soldati sono pascoli del diavolo.

L'adulatore è come l'ombra la quale non ti ama e pur ti segue.

L'ambizione è croce dell'istessi ambiziosi.

L'uomo non deve tacere quando il suo parlare può portare l'altrui utilità.

L'uomo prudente deve discorrer tacendo il modo che deve tener parlando.

Le facezie sono il più dolce condimento delle civili conversazioni poiché egli è antico proverbio: «Anco agli dii piace il giocoso».

Le lacrime inconsolabili non richiamano i morti in vita.

Le mie lacrime sono gli ultimi avanzi disperati delle mie speranze.

Le passioni non sono virtù, ma impeti naturali, perché non si acquistano con atti liberi, ma precedono l'umano discorso; non perfezionano l'animo, ma perturbano il cuore, e alterano il sembiante.

Le ricchezze male acquistate sogliano partorir breve piacere e lunghi affanni.

L'invidia è un nemico che si vince con la fuga.

L'uomo prudente deve discorrer tacendo il modo che deve tener parlando. 

Molti han cavati profitto ed avanzamento dall'esser becco, il cui solo nome spaventa molta gente.

Nessuna cosa sparisce più presto all'uomo che il tempo.

Niuna è più vera gloria della virtù, ch'è quella che con la dottrina, e coi costumi cosi a' presenti, come a' posteri può portare utilità.

Non può sputar dolce chi ha fiele in bocca.

Non vi è ragione che non ve ne sia una contraria.

Ogni uomo che vuol conservarsi una onorata fama, per fuggire l'infamia, deve ponere al giusto le sue passioni benché gagliarde.

Quelli encomi che non si meritano non hanno buon suono agli orecchi di chi li recevi né alla bocca di chi li dispensa.

Si come chi cammina per il sole è accompagnato dall'ombra, cossi chi cammina per la strada della gloria ha per compagno l'invidia.

Sì come il lupo è simile al cane, cossi I'adulatore è simile all'amico.

Sono gl'occhi le sentinelle dell'anima, spettatori di chi onora e di chi spreggia.

Spesso non vi è verun mezzo fra la suprema infima fortuna.

Ugualmente dogliono le ferite ricevute combattendo e fuggendo; ma quelle sono degne d'invidia, e queste di vituperio.

Un buon cavallo e una bella donna sono due care bestie.

Un impiccando il suo confessore gli disse: «Questa mattina cenerai con Nostro Signore». Gli rispose: «Andateci pur voi perché io diggiuno!»

Una donna allora si rende più adorabile nelle sue parti, quando che tratta con maggior cor.

Note
  1. Salvator Rosa, Autoritratto (1645 circa); National Gallery. In basso al quadro originale è riportata la seguente iscrizione: «Aut tace aut loquere meliora silentio» (O taci, o di' cose migliori del silenzio).
  2. Vedi anche: Aforisti Antichi e Moderni