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Aforismi, frasi e citazioni di Dino Risi

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Dino Risi (Milano 1916 - Roma 2008), regista, sceneggiatore e aforista italiano. Dino Risi è famoso per essere uno dei più grandi registi italiani e uno dei maggiori esponenti della commedia all'italiana. Non tutti sanno, però, che Dino Risi amava anche scrivere aforismi. Di ciò sono testimonianza i suoi libri Vorrei una ragazza (Terziaria 2001) e I miei mostri (Mondadori 2004), che tra gli altri, contiene un capitolo intitolato Il richiamo dell'aforista.

A mo' d'introduzione, riportiamo alcuni consigli di vita di Dino Risi:
Se dovessi scrivere un ricettario, in base alle mie esperienze, direi:
A) Evitate di innamorarvi, è solo una perdita di tempo e vi farà rimpiangere le occasioni perdute.
B) Evitate le tavolate (gli inglesi dicono: «Due è una compagnia, tre è una folla»).
C) Non cercate la perfezione in una ragazza (un proverbio romano suona: «Vino di grotta e fica di zoppa»).
D) Non andate in vacanza durante l'estate: troverete soltanto gente di cattivo umore.
E) Cercate di fare un lavoro che vi piaccia.
F) Evitate i politici, le femministe e le ex belle.
G) Non scrivete lettere d'amore di cui vi pentirete.
H) Non investite soldi in una impresa dove uno dei soci è soprannominato «il marsigliese» (Woody Allen).
I) Non imitate nessuno, nemmeno voi stessi.
L) Non prendete eccitanti: potenzierete soltanto la stupidità che è in voi.
M) Non cercate la felicità: la troverete quando meno ve la aspetterete.
N) Fate che la morte vi trovi vivi (proverbio di origine latina rimesso in circolazione da Marcello Marchesi).
Un tale, accortosi che i cretini erano la maggioranza, pensò di fondare il
Partito dei Cretini. Ma nessuno lo seguì. Allora cambiò nome al partito e
lo chiamò Partito degli Intelligenti. E tutti i cretini lo seguirono. (Dino Risi)
Vorrei una ragazza
© Terziaria 2001 - Selezione Aforismario

A cosa serve il telecomando? A uccidere chi ti è antipatico.

Che cosa fanno i bambini tutto il giorno? Fabbricano ricordi.

Coito ergo sum.

Diventò cattolico quando i preti cominciarono a riscaldare le chiese.

Era abbastanza intelligente da capire di non esserlo abbastanza.

Era un buono a nulla, capace di tutto.

Era un fallito riuscito.

Gli onesti non sono incorruttibili. Solo costano di più.

I cani ridono con la coda.

I sindacati difendono il posto di lavoro dei sindacalisti.

Il segreto della felicità? Accontentarsi di quello che non si ha.

L'empirismo inglese, l'illuminismo francese, il pragmatismo americano, il pressapochismo italiano.

La televisione vive di cinema, e il cinema muore di televisione.

Lasciò il prete. Lasciò lo psicanalista. Si confessò con la portinaia.

Nacque, non visse, morì.

Offrite un alibi a una donna, e otterrete da lei quello che vuole.

Tua moglie mi tradisce!

I miei mostri
© Mondadori 2004 - Selezione Aforismario

C'è un'arte che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.

Chi non vorrebbe godersi il lusso di non far niente?

Ci sono ore lente e ore che corrono.

Gli chiesero: come dev'essere la donna? "Bella e stupida al punto giusto".

I cinematografi: supermercati che vendono amore e paura.

Il cinema: una donna nuda e un uomo con la pistola. Qualcosa a metà tra l'orologeria di precisione e la tratta delle bianche.

Il razzismo finirà quando si potrà dare dello stronzo a un negro.

Il ripasso della propria vita è un esercizio che tutti dovrebbero fare, a una certa età. Si vede quel che ci siamo lasciati alle spalle, il buono, il cattivo, il ridicolo, l'inutile. Ma anche certi momenti di felicità e di luce, che ci consolano delle gambe che hanno perso agilità, del cuore «che batte come un mare stanco» (Sandro Penna), dei nomi dei cari amici che non ricordiamo più.

Il segreto è superare gli ottanta. Dopo è una passeggiata.

Il telefono cellulare, o telefonino. La più grande invenzione dell'umanità dopo la ruota. Una scoperta che ha rivoluzionato il mondo. Il mondo senza pareti, senza muri, senza segreti. L'incomunicabilità che va a farsi fottere. Fine della privacy. Sappiamo tutto di tutti.

In ogni paese c'è una orrenda casa moderna. L'ha progettata un geometra, figlio del sindaco.

L'amore oggi è diventato, come tutto, oggetto di mercato. La televisione lo usa come usa i materassi, i telefonini e la carta igienica. È l'amore-sesso, che non si è mai praticato così poco in Italia come da quando le femministe hanno intimato al compagno maschilista: «Vediamo un po' cosa sei capace di fare». E vendono il loro bel corpo (quelle che ce l'hanno) ai calendari che sventolano la bandiera della masturbazione universale.

L'ingiustizia dovrebbe essere uguale per tutti.

L'unica ginnastica che faccio è la spremitura manuale delle arance.

La morte, ha detto Saul Bellow, sarà una grande noia. Non è vero. La morte sarà bellissima. E, aggiungo, ricca di sorprese.

La morte non mi fa paura, non mi ha mai fatto paura, non vedo l'ora che arrivi, solo mi dà noia la durata del viaggio prima che io torni a vivere, perché questo è sicuro, altrimenti vuol dire che il sole, le stelle, il mare, il vino, le donne, tutto ciò non esiste, e questo non può essere.

La scienza ci dice che camperemo fino a centottant'anni, e presto saremo immortali. Dovremo cominciare a preoccuparci seriamente del tempo libero.

La televisione è meglio del cinema. sai sempre dov'è la toilette.

La televisione ha rubato clienti al prete e allo psicanalista. Uomini e donne, ma soprattutto donne, sembra che trovino un sottile piacere nel raccontarsi davanti a milioni di sconosciuti, nel riferire episodi piccanti della loro vita, comportamenti che hanno taciuto alla mamma e alla migliore amica.

Offrite un alibi a una donna, e otterrete da lei quello che vuole.

Preferisco andare a un funerale che a un matrimonio.

Se mi guardo alle spalle, vedo più rimorsi che successi.

Se vuoi sbagliare, va' dove ti porta il cuore.

Un tale, accortosi che i cretini erano la maggioranza, pensò di fondare il Partito dei Cretini. Ma nessuno lo seguì. Allora cambiò nome al partito e lo chiamò Partito degli Intelligenti. E tutti i cretini lo seguirono.
Coito ergo sum. (Dino Risi)
Frasi da interviste
Selezione Aforismario

A sei anni, alle elementari a Milano, ero invidiato dai compagni perché saltavo l'ora di religione, e quando la maestra mi chiese perché, risposi "Perché sono un libero pensatore".

Alcuni personaggi sono già forme di spettacolo, Andreotti è il dramma, Berlusconi è la commedia, Bossi è la farsa. Craxi? Era un politico vero, quindi è un mascalzone vero.

I critici vorrebbero che noi facessimo i film che loro farebbero se fossero capaci di farli.

[La morte] mi incuriosisce. Prevedo delle sorprese. La vita in fondo non è questa grande trovata.

Mi piacciono solo i film che sto per fare. Dopo non vado neanche a vederli.

Penso che bisognerebbe andarsene tutti a ottant'anni. Per legge.

Siamo diventati tutti antifascisti quando abbiamo cominciato a perdere la guerra.

Libro di Dino Risi consigliato
I miei mostri
Prefazione: Marco Giusti
Editore: Mondadori, 2008 

A ottantasette anni Dino Risi si è seduto davanti alla sua vecchia Lettera 32 per ripercorrere avanti e indietro, intrecciandone i mille fili, la sua vita allegramente dissipata e profondamente scorretta. Una vita che lo ha condotto a trasformare in «mostri» e in «sorpassi» cinematografici le idee rastrellate in giovinezza, quando faceva lo psichiatra al manicomio di Vigevano. Ne I miei mostri Risi ha montato le scene della sua esistenza nella più divertente commedia all'italiana che ci sia stata raccontata da molto tempo. Una commedia che spazia dalla Milano in guerra alla Roma degli anni Cinquanta e Sessanta, al mondo intero, e i cui protagonisti si chiamano Strehler, Fellini, Gassman, Sordi, Tognazzi, Ava Gardner, Alida Valli o Anita Ekberg. Un libro divertente e commovente in cui convivono la guerra e la follia, Mussolini e le case chiuse, le donne e gli amori, gli amici e la morte, le idiosincrasie e, di striscio, pure il cinema. E del quale, esattamente come di un film di Risi, si apprezzano e si godono le belle immagini, la sceneggiatura brillante e il montaggio magistrale.