Frasi e citazioni di Elsa Morante

Selezione di frasi e citazioni di Elsa Morante (Roma 1912-1985), scrittrice, saggista e poetessa italiana. Elsa Morante è la prima scrittrice insignita del Premio Strega nel 1957 con il romanzo L'isola di Arturo; inoltre, il romanzo La storia è considerato uno dei cento migliori libri di tutti i tempi, secondo il Club norvegese del libro. 
Le seguenti citazioni di Elsa Morante sono tratte dai suoi libri più noti: La storia (1947), Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo (1957) e Aracoeli (1982), tutti pubblicati dall'editore Einaudi.

Foto di Elsa Morante
Chi fugge per amore non può trovar quiete nella solitudine. (Elsa Morante)

La storia
© Einaudi 1947 - Selezione Aforismario

Come già tutti i secoli e millenni che l'hanno preceduto sulla terra, anche il nuovo secolo si regola sul noto principio immobile della dinamica storica: "agli uni il potere, e agli altri la servitù".

Erano dei ciechi, guidati da ciechi e alla guida di altri ciechi, e non se ne accorgevano… Si ritenevano dei giusti – in perfetta buona fede! – e nessuno li smentiva in questo loro abbaglio.

I morti, se ne fa un conto approssimativo, e poi vanno in archivio: pratiche estinte! Per le ricorrenze, dei signori in tight portano una corona al milite ignoto...

L'anarchia nega lo Stato... e se il mezzo deve essere la violenza, basta. Il prezzo non paga. In questo caso, l'Anarchia non si fa.

La camera a gas è l'unico punto di carità, nel campo di concentramento.

La sola rivoluzione autentica è l'ANARCHIA! A-NAR-CHIA, che significa: NESSUN potere, di NESSUN tipo, a NESSUNO, su NESSUNO! Chiunque parla di rivoluzione e, insieme, di Potere, è un baro! e un falsario! E chiunque desidera il Potere, per sé o per chiunque altro, è un reazionario.

La Storia, si capisce, è tutta un'oscenità fin dal principio. 

La vera anarchia non può ammettere violenza. L'idea anarchica è la negazione del potere. E il potere e la violenza sono tutt'uno.

Non c'è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non sanno il perché della loro morte.

Si sa che la fabbrica dei sogni spesso interra le sue fondamenta fra i tritumi della veglia o del passato.

Un insegnante, se era onesto, a quei poveri piccirilli della scuola avrebbe dovuto predicare l'anarchia, il rifiuto globale della società costituita, che li cresceva per farne carne da sfruttamento o da cannone..

Menzogna e sortilegio
© Einaudi 1948 - Selezione Aforismario

Chi fugge per amore non può trovar quiete nella solitudine.

Il dormire che fanno gli sposi è un dormire magnifico, tutto un unico sogno! Ma la meraviglia è questa: che moglie e marito sognano insieme un medesimo sogno uguale e, in questo sogno gemello, si ritrovano insieme così ricchi e contenti che un pezzente, un pecoraro, quando dorme con la sua sposa, gode la stessa signoria d'un papa.

Io non cerco il perdono e non spero nell’altrui simpatia. Ciò ch’io voglio, è soltanto la mia propria sincerità.

La coscienza d’un potere illimitato, come tutti sanno, può svegliare il gusto della crudeltà nei sovrani meno crudeli.

La curiosità, che non di rado ci attira il prossimo piú della compassione.

La madre difende la carne sua, il cuore del corpo suo. Soffre di più la Madonna ai piedi della croce, che il Figlio crocefisso.

La nobiltà di ciascuno può provenire soltanto da ciò che egli è in se stesso, non da ciò che gli si dà.

La sua passione gli pareva, a ripensarla, come certi luoghi abitati nell'infanzia che giudichiamo sterminati: ma quando fatti ci adulti, vi ritorniamo, si rivelano invece angusti, per cui ci chiediamo stupiti: «Era tutto qui?».

Ogni relazione affettuosa, anche la più temeraria, conosce dei colpi da cui deve guardarsi... delle parole che vanno taciute, degli argomenti che non bisogna evocare.

Un pecoraro, quando dorme con la sua sposa, gode la stessa signoria d'un papa.

Un pensiero comune a tutte le donne, popolane o signore: [...] per la madre un figlio è sempre bambino.

Lacrime piante per donna son come l'acqua del mare: non è buona da bere, ma è buona da annegare. [Proverbio].

L'isola di Arturo
© Einaudi 1957 - Selezione Aforismario

A uno non basta la contentezza di essere un valoroso, se tutti quanti gli altri non sono uguali a lui, e non si può fare amicizia.

Ah, io non chiederei d'essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d'essere uno scòrfano, ch'è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell'acqua.

Avere un corpo senza nessuna beltà, anzi piuttosto malfatto, con povere forme grossolane; capelli, occhi mori; scarpacce ai piedi; vesti da stracciona: e, con tutto ciò, essere bella come una dea, come una rosa! ecco un vanto supremo di vera bellezza.

C'è un mucchio di gente, che, appena nasce, si prende paura, e rimane sempre con la paura di tutte le cose!

Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell'arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l'ha in se stessa, il proprio miele: miele di rose, il più adorato, il più prezioso! La cosa più dolce che innamora essa l'ha gia in se stessa: non le serve cercarla altrove.

Che importa il nome? Chiama pur la rosa / con altro nome: avrà men dolce odore?

Chi si prende paura della morte sbaglia proprio, perché quella è un travestimento, mica è altro: che a questo mondo, apposta, ci si fa vedere bruttissima, come fosse un lupo; ma invece là, nel Paradiso, ci si fa vedere al vero, che tiene una bellezza di Madonna, e difatti là cambia pure nome, che non si chiama più Morte, ma Vita Eterna.

Dalle altre femmine, un o può salvarsi, può scoraggiare il loro "amore"; ma dalla madre chi ti salva? Essa ha il vizio della santità... non si sazia mai di espiare la colpa di averti fatto, e, finché è viva, non ti lascia vivere, col suo amore.

È un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te.

Il cuore, nelle sue gare contro la coscienza, è estroso, avveduto e fantastico quanto un maestro costumista. Per creare le sue maschere, gli basta magari una trovata da niente; a volte, per travestire le cose, sostituisce semplicemente una parola con un' altra ... E la coscienza si aggira in questo gioco bizzarro come uno straniero a un ballo mascherato, tra i fumi del vino.

Il lavoro non è per gli uomini, è per i ciucciarielli. Anche una fatica, magari, può dar gusto qualche volta, purché non sia un lavoro. Una fatica oziosa può riuscire utile e simpatica, ma il lavoro, invece, è una cosa inutile, e mortifica la fantasia.

«Il sacrificio è la sola, vera perversione umana.» Non mi piace, a me, il sacrificio. E i sacrifici materni... Aaah!

In eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.

L'amore delle femmine è un malaugurio, le femmine non sanno amare.

L'amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana.

L'intenzione delle femmine è di degradare la vita. È questo, che ha voluto dire la leggenda degli Ebrei, raccontando la cacciata dal Paradiso terrestre per volontà di una femmina.

La fortuna non può impicciarsi con la miseria, così va la legge di natura!

Nessun affetto nella vita uguaglia quello della madre.

Per una femmenella giovane maritata, ci vuole pure qualche altra soddisfazione. E la soddisfazione è di essere tenuta vicino al cuore del proprio marito, con delle belle maniere d'onore e di sentimento, e complimentata, con delle buone parolette, e carezze e bacetti...

Se lui [mio padre] levava gli occhi a guardarmi, il suo splendore silenzioso mi richiamava alla coscienza della mia piccolezza. E mi pareva d'essere un'alice alla presenza d'un delfino.

Tante femmine, mica piace uno che ci sta assieme quel pocherillo... e poi se ne scorda... E senza mai nessuna piccola simpatia... di qualche bel complimento... o d'altro, come avesse a fare con qualche femmina malamente...

Una speranza, a volte, indebolisce le coscienze, come un vizio.

Vivere senza nessun mestiere è la miglior cosa: magari accontentarsi di mangiare pane solo, purché non sia guadagnato. 

Aracoeli
© Einaudi 1982 - Selezione Aforismario

Certi individui sono più inclini a piangere d'amore che di morte.

È strano come l'eternità si lasci captare piuttosto in un segmento effimero che in una continuità estesa. 

Pare facile, conoscere perché si piange. Ma in realtà, chi volesse, potendo, esaminare il «seme del pianto» (o di simili moti «manifesti») si perderebbe − io temo − in un'analisi oscura e confusa, negata a ogni formula chimica.

Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo.

Secondo certi negromanti, gli specchi sarebbero delle voragini senza fondo, che inghiottono, per non consumarle mai, le luci del passato (e forse anche del futuro).

Si direbbe, in realtà, all'epilogo di certi destini, che noi stessi, per una nostra legge organica, fin dall'inizio, insieme con la vita, abbiamo scelto anche il modo della nostra morte.

Alibi
© Longanesi, 1958

Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!

Diario
1938 (postumo)

Che il segreto dell'arte sia qui? Ricordare come l'opera si è vista in uno stato di sogno, ridirla come si è vista, cercare soprattutto di ricordare. Ché forse tutto l'inventare è ricordare.

Fonte sconosciuta
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.

Note
Leggi anche le citazioni delle scrittrici italiane: Grazia Deledda - Natalia GinzburgLalla Romano

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