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Frasi e citazioni di Grazia Deledda

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Grazia Deledda (Nuoro 1871 - Roma 1936), scrittrice italiana, Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Come introduzione a questa raccolta, riportiamo il discorso, semplice e bello, pronunciato da Grazia Deledda durante la cerimonia per il Premio Nobel:

"Sono nata in Sardegna. La mia famiglia, composta di gente savia ma anche di violenti e di artisti primitivi, aveva autorità e aveva anche biblioteca. Ma quando cominciai a scrivere, a tredici anni, fui contrariata dai miei. Il filosofo ammonisce: se tuo figlio scrive versi, correggilo e mandalo per la strada dei monti; se lo trovi nella poesia la seconda volta, puniscilo ancora; se va per la terza volta, lascialo in pace perché è poeta. Senza vanità anche a me è capitato così. Avevo un irresistibile miraggio del mondo, e soprattutto di Roma. E a Roma, dopo il fulgore della giovinezza, mi costruì una casa mia dove vivo tranquilla col mio compagno di vita ad ascoltare le ardenti parole dei miei figli giovani. Ho avuto tutte le cose che una donna può chiedere al suo destino, ma grande sopra ogni fortuna la fede nella vita e in Dio. Ho vissuto coi venti, coi boschi, colle montagne. Ho guardato per giorni, mesi ed anni il lento svolgersi delle nuvole sul cielo sardo. Ho mille e mille volte poggiato la testa ai tronchi degli alberi, alle pietre, alle rocce per ascoltare la voce delle foglie, ciò che dicevano gli uccelli, ciò che raccontava l’acqua corrente. Ho visto l’alba e il tramonto, il sorgere della luna nell'immensa solitudine delle montagne, ho ascoltato i canti, le musiche tradizionali e le fiabe e i discorsi del popolo. E così si è formata la mia arte, come una canzone, o un motivo che sgorga spontaneo dalle labbra di un poeta primitivo".
Tutti siamo impastati di bene e di male,
ma quest'ultimo bisogna vincerlo. (Grazia Deledda)
La via del male
© Speirani 1896

Gli pareva che tutti i suoi affetti rientrati, ammucchiati sul suo cuore, marcissero come frutti che nessuno aveva voluto cogliere.

Elias Portolu
1900

Aquile, bisogna essere, non tordi.

Il matrimonio d'amore è il matrimonio di Dio, quello di convenienza è il matrimonio del diavolo.

Mettiti sull'orlo del mare, e conta e conta tutti i granelli della terra: quando li avrai contati saprai che essi sono un nulla in confronto degli anni dell'eternità.

Canne al vento
© Treves 1913 - Selezione Aforismario

«Adattarsi bisogna» disse Efix versandogli da bere. «Guarda tu l'acqua: perché dicono che è saggia? perché prende la forma del vaso ove la si versa.»
«Anche il vino, mi pare!»
«Anche il vino, sì! Solo che il vino qualche volta spumeggia e scappa; l'acqua no.»
«Anche l'acqua, se è messa sul fuoco a bollire,» disse Natòlia.

Come i bambini ed i vecchi si mise a piangere senza sapere il perché, – di dolore ch'era gioia, di gioia ch'era dolore.

«E perché nascere?»
«Oh bella, perché Dio vuole così!»

Egli sentì le labbra di lei bagnate di lacrime lasciargli sulle dita come l'impronta di un fiore umido di rugiada.

Il rimedio è in noi [...]. Cuore, bisogna avere, null'altro...

L'amore è quello che lega l'uomo alla donna, e il denaro quello che lega la donna all'uomo.

La vita passa e noi la lasciamo passare come l'acqua del fiume, e solo quando manca ci accorgiamo che manca.

Le nuvole di maggio passavano bianche e tenere come i veli di donna.

Siamo nati per soffrire come Lui; bisogna piangere e tacere...

Un uomo libero è sempre adatto per una donna libera: basta ci sia l'amore.

Le colpe altrui
© Treves 1914

I ricordi lo coprirono fitti, vivi come le stelle che gli pareva gli coprissero il viso.

La famiglia ricomposta? Il vaso rotto riattaccato col mastice, incapace a contenere più il liquido: aria soltanto.

Marianna Sirca
© Treves 1915

Il cuore le si sbatteva dentro quasi avesse messo le ali e anelasse a volar via.

La luna tramontava languida come un occhio socchiuso sulla voluttà.

Il segreto dell'uomo solitario
© Treves 1921

Amicizia che copre l'amore come la'veste il corpo nudo.

Sotto il cielo di un nero verdastro si intravvedeva come una torma di cani e di cavalli terrei accapigliati: il mare.

Il flauto nel bosco
© Treves 1923

Sentivo i suoi passi, dietro di me, come quelli di un bambino; mi raggiunse mi toccò lievemente col muso per avvertirmi ch'era lì, e come per chiedere il permesso di accompagnarmi. Mi volsi e gli accarezzai la testa di velluto; e subito ho sentito che finalmente anch'io avevo nel mondo un amico.

La fuga in Egitto
© Treves 1925

Tutti siamo impastati di bene e di male, ma quest'ultimo bisogna vincerlo.

L'acciaio che è l'acciaio viene temprato e ridotto a spada, da chi vuol vincere il nemico.

Annalena Bilsini
© Treves 1927

Il cielo azzurro con le pupille d'oro della luna le pareva l'occhio di Dio.

Il sole tramontava dietro il fiume, tra frantumi di metallo e brani di porpora come un re sconfitto.

La chiesa della solitudine
© Treves 1936

Possibile che non si possa vivere senza far male agli innocenti?

Versi e prose giovanili
© Treves 1938 (postumo)

Mutiamo tutti, da un giorno all'altro, per lente e inconsapevoli evoluzioni, vinti da quella legge ineluttabile del tempo che oggi finisce di cancellare ciò che ieri aveva scritto nelle misteriose tavole del cuore umano.

Libro di Grazia Deledda consigliato
Canne al vento
Editore: Mondadori 2001

La narrativa della Deledda, posta ora nella scia del verismo di Verga, ora accostata al decadentismo dannunziano, racconta di forti vicende d'amore, di dolore e di morte, nelle quali domina il senso religioso del peccato e la tragica coscienza di un inesorabile destino. Nella sua prosa si consuma la fusione carnale tra luoghi e figure, tra stati d'animo e paesaggio, tra gli uomini e la terra di Sardegna, luogo mitico e punto di partenza per un viaggio dell'anima alla scoperta di un mondo ancestrale e primitivo.

Note
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